sabato 24 gennaio 2009

Maschi etero

Che ritrovarsi per la prima volta a lavorare a un pezzo teatrale con 4 maschi etero, e meno male che stavolta non me ne devo spalpazzare nessuno, devo dire che mi fa strano.

Soprattutto perché due di loro hanno come compito specifico quello di guardarmi e farmi appunti. Io non ci sono abituata a farmi guardare e valutare visivamente e consapevolmente dai maschi eteri, è una cosa che ho passato la vita ad evitare, o quanto meno ad ignorare.

Già noto che recalcitro peggio dell'ape Maja quando le ricordavano che scopo dell'ape è fare il miele e non fare domande. Ecco, il mio scopo è stare lì a recitare o provarci, ergo a farmi guardare anche se io mi illudo sempre che sia soprattutto un sentire ed asoltare, ma nulla, quelli mi guardano.

E anche se ci stanno facendo un gran favore a farlo, anche se ci serve tantissimo e ci sta davvero aiutando, queste prove rischiano di diventare difficili, ma tutto serve nella vita.

Per fortuna il quinto maschio etero che spero venga a guardarci fare le prove, Frans, lo vedo talmente paterno (ne ha pure l'età) che la cosa mi rassicura.

La domanda a monte magari è: ma se io sono timida e ciò l'intelletto ipertrofico e vorrei tanto essere amata ed apprezzata per la mia anima, proprio l'attrice mi dovevo mettere a fare? Me ne restavo bella invisibile dietro i microfoni della radio, campavo più tranquilla.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

in effetti, la domanda potrebbe sorgere spontanea... ma tu ignorala e convinciti di essere bellissima, bravissima e assolutamente perfetta!!

Anonimo ha detto...

Mannò, invece è così, l'equilibrio è fatto di opposti, come quando l'osteopata mi dice che devo portare due borse della spesa uguali una per braccio, molta testa uguale molto corpo, altrimenti ci si ammala. Kant e vino, cucina e radio, voce e corpo. Vai così!

graz ha detto...

Eh.. bella mia!! la sfida è proprio quella di mandare avanti, o lasciare esposta, la parte che ti dà più insicurezza. O no? perchè quelli magari ascoltano e sentono ma tu ti preoccupi del fatto che guardano. Perchè nel farsi guardare sta il tuo tallone d'achille. O è troppo psicologia da mercato? Cmq, bella sfida e mi sa che è questo che ti attizza. /graz

Baol ha detto...

Forse dovrei farla anche io una scelta del genere, un bel corso di recitazione e fanculo il master...bah

Ciao :)

Mammamsterdam ha detto...

Allora, per dirla con Mamikazen, Baol, Master E corso di recitazione. Ok, vado di mente e di corpo e di pancia. Lo so che mi ci devo buttare apposta, dove mi ricapita un'occasione del genere per togliermi un altro paio di paturnie? Mica mi posso mettere a fare lap dance come cura d'urto, no? (Poi per una volta che pare non mi mettano in reggicalze, tutta discesa).

Graz, che quelli non solo guardano, ma quel paio coetanei, che in fondo ci conosciamo e vogliamo bene, me lo dicono pure che la devo piantare di far finta che non sono una gnocca (MAGARI FORMULATO UN PO' DIVERSAMENTE). E io che ho passato una vita a mimetizzarmi.

Insomma, mi sono resa conto all' improvviso che finché me lo dicono le amiche va benissimo e mi fa tsnto bene, me lo dicono gli amici insospettabili mi ci abituo e poi mi commuovo e mi fa piacere, me lo dicono gli amici che le donne gli piacciono e assai, basta guardare che bonazze in gamba si sono sposati: oddio, cosa sta succedendo, scappo.

Ma magari il punto è che me ne sono andata dall'Italia con sollievo proprio perché gli olandesi guardano senza che te ne accorga, e a me andava benissimo così.

O, cocche belle, io mi ci butto, ma se poi divento schiava dei complimenti cavoli vostri, poi comincio a pubblicare un autoritratto al giorno e voglio sentire che mi dite.