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venerdì 3 febbraio 2012

Amsterdammerung: canta, lotta, prega, ridi, lavora e ammira



Oggi una full immersion di Amsterdammitudine che levati: prima sono andata a farmi i capelli da Mario e il venerdì mattina è pieno di donnette che si rifanno la permanente o il colore. E chiacchierano. Mi sono scialata perché un po' perché le sciure dal parrucchiere, tutto il mondo è paese, un po' perchè lo humour sarcastico degli Amsterdammer doc delle volte mi ricorda certe battute che fanno a Roma (aritutto il mondo è paese), un po' perché una discussione tra marito e moglie ultrasettantenni, lei fresca di capello che comincia a dire che deve prendersi anche lui un appuntamento, lui che protesta che i capelli se li fa una volta all' anno, mentre manco alza gli occhi dal giornale (e oggettivamente essendo moderatamente calvo con una chierica dietro alle orecchie e sulla nuca, manco ha torto), lei che insiste che è tutto spelacchiato, lui che sostiene che è inverno e la peluria sparsa gli fa caldo, Mario che fa: avrei un buco alle quattro, lei:
"Allora segnati Luuk alle quattro", lui sempre imperturbabile alza gli occhi dal giornale e specifica:
" È Lucas, non Luuk",
"Oh, ma che rompiscatole che sei" (lei).
"Non ho mai visto un bel matrimonio come il vostro" (Mario).

Quella che rideva sotto i baffi mentre continuava lo scialle iniziato la settimana scorsa al Social Crochet ero io invece.

Che poi tutte le sciure a farmi i complimenti, che non si vede più nessuno lavorare la maglia e io a dire che ho imparato con un filmino su youtube, perché spiegare il Social Crochet che è una roba inventata da Roberta Castiglione su facebook, che ci si mette un dato giorno e ora, in genere la sera alle 21.30, con alcune foto che spiegano il lavoro (la lista dell' occorrente viene postata prima) e tutte a smanettare e commentare, poi chi finisce posta anche le foto del suo capolavoro e si chiacchiera e si cazzeggia, ecco, mi sembrava un po' troppo da spiegare.

Mario che mi fa un caschetto cortissimo e tutto sfilato dietro, visto che ho la testa piatta e lo scalato semilungo mi si appende e non è un bel vedere, e quando osservo che il maschio alfa non è molto felice quando mi rivede con i capelli troppo corti, mi suggerisce di mandarlo a parlare con lui. Che il maschio alfa lo scorso sabato mi si è fregato l' appuntamento e ci è andato con Ennio, che non se li vuole tagliare i capelli, ed è tornato sostanzialmente con quello che aveva prima e il padre era perplesso e un po' pentito di non essere intervenuto e aver detto di togliere qualcosa in più.

Che Mario i suoi clienti li protegge dai familiari invadenti e se il capo sta da lui io non sono autorizzata a entrare in negozio perché un uomo ha diritto a quell'oretta di pace senza la moglie fra i piedi, e un bambino ha diritto al taglio che vuole senza che i genitori si intromettano.

Poi sono scappata alla prova del coro, perché è partito un progetto nel mio quartiere che si chiama la Via della Musica e oltre a mandare Orso alla band di bambini il mercoledì ci sono un coro del martedì sera strapieno e quello del venerdi mattina che ci ho messo dei mesi ad aspettare che ci fossero abbastanza iscritti e sissignore, mi sono di nuovo ritrovata con un branco di sciure che più Amsterdammer non si può. che quando sono arrivata stavamo cantando i Beatles e va bene. E poi hanno attaccato con Ramses Shaffy.

"Tanto la canzone la conoscete tutti, no?"
"Ehm, io veramente no".
"Massì, fa la cicciona più anziana di tutte, tanto quando la senti la riconosci".

No, non l' ho riconosciuta. Ma ho capito leggendo la prima strofa che era una di quelle canzoni che per motivi misteriosi mi fanno piangere come un vitello.

E comunque il ritornello:
canta, lotta, prega, ridi, lavora e ammira,
ma non senza di noi

è la classica mazzata alla nuca che non vi voglio togliere.

"Vero che la conoscevi?"
"No, ma sai, noi stranieri, però mi ha commossa".
"Eh, Ramses l' ha pure cantata con Liesbeth List".
"Ah, allora va bene, Liesbeth List mi fa piangere sempre".
"Allora ci vediamo venerdì prossimo".

Quando sono uscita aveva iniziato a nevicare di brutto.

"Ma dove devi arrivare? Stai attenta con la bici, eh?" mi fanno le due sciure Indisch, quelle di origine indonesiana.
"Si, tanto guardate, e inchiodo, fa ancora attrito".

Poi mentre freno davanti casa mi supera un' altra sciura in bici, sconosciuta, che mi fa:"ma che bella giacca".

Guardo in mezzo alla neve ma è già lontana, però mi sa che ha la stessa che ho io.

Perché il discorso giacca calda, ma antivento, elegante, ma pratica,, taglia 50, ma femminile e che ci si possa andare in bici, la mia mamma ha tagliato la testa al toro e me ne ha presa una di Marina Rinaldi in saldo, taglia conformata 25. Di un colore bordeaux con riflessi aranciati, che quella nera di Claudia Strater, sempre in saldo, costava la metà, era lunga il doppio e aveva il cappuccio ma era nera, di una stoffina triste e con il pelo finto di gatto morto attorno al cappuccio, anche se mi slanciava di più. Ma siamo pur orgogliose del nostro 25 conformato.

Che io solo perché ero partita con il discorso voglio una giacca definitivamente buona, ma la voglio in saldo e guai se costa troppo, manco l' avevo guardata. Che, dice mamma, poi vai tre volte al ristorante e spendi gli stessi soldi, almeno per i prossimi 5 anni hai una giacca invernale.

"È bellissima, mamma, luccica", fa Orso, il mio fashion advisor.

Sono sull' ottima strada per diventare una sciura con tutti i crismi tutti pure io. Sarà l' ormone imoazzito pure stavolta.

(Orso però sono andata a prenderlo in macchina sotto la bufera di neve, e al ritorno abbiamo preso una spalaneve e il sale per il vialetto. Appena smette di nevicare spalo e salo).

venerdì 14 ottobre 2011

Spetteguless del venerdì: bunga bunga, i Kaiser Chiefs e gli incidenti diplomatici

Apro la rubrica saltuaria degli spetteguless del venerdì, tutto vero e vi metto il link che lo conferma (in olandese), ma io ve la racconto come riferitami dal mio direttore di muoseo preferito presente alla manifestazione e che conoscendo l' italiano e l' olandese ha potuto seguire tutto rotolandosi dalle risate.

Succede che il Museo Allard Pierson dedica una mostra agli Etruschi e che ci sia stata l' apertura alla presenza dei soliti notabili. Succede che il museo chiede alla corrispondente a Roma del telegiornale NOS, Andrea Vreede, una conferenzina che lei accetta di tenere a titolo personale. Succede che la conferenza - e forse la mostra - siano incentrate sul discorso degli uomini di potere facendo dei paralleli tra ieri e oggi e si arriva a parlare degli uomini di potere oggi

"E dimmi tu, adesso, se si parla degli uomini di potere in Italia oggi, di chi parliamo?"
"Vendola? Il Papa?' faccio io la gnorri.
"Ma no, si parla di lui".

E parlando degli Etruschi, e Tarquinio il superbo, e il dossieraggio, la Vreede arriva anche a dire che appunto, gli Etruschi venivano descritti dai romani come dei pervertiti schiavi del sesso (ah, la povera tomba degli sposi) e questo, si sa, è un tipico mezzo per disumanizzare e sputtanare i propri nemici, insomma, presi dal parallelo tra ieri e oggi, la domanda alla sala è stata: chissà cosa ne penserebbero gli etruschi oggi del bunga-bunga?

Apriti cielo, l' ambasciatore italiano che purtroppo sa abbastanza olandese da percepire nel discorso le parole "Berlusconi" e "bunga-bunga", si alza, dichiara al pubblico che non gli sembra questa la sede per parlare di queste cose e abbandona precipitosamente la sala, inseguito ancora più precipitosamente dal sindaco di Amsterdam, il povero Eberardo del Viale (si chiama davvero così, ma in traduzione), che però nonostante gli sforzi non è riuscito a ricucire la cosa. Con il risultato che adesso ne parlano tutti, ma proprio tutti, e non potevo, cari lettori, esimermi dall' informarvi di cotanto argomento di costume.

La mia solidarietà comunque, e non lo dico per amor di patria, va tutta all' ambasciatore, che per dovere d' ufficio ne deve sentire di giudizi cretini sull' Italia e quando è troppo è troppo, e vi dirò, anch' io nel mio piccolo mi sono stufata da parecchio che ogni volta mi tirano fuori e Berlusconi e il bunga-bunga. Ma chiedetemi degli etruschi, piuttosto, di tutte le cose bellissime che abbiamo, e basta con queste associazioni di Italia con mafia, spaghetti, pizza e mandolino. ho capito la libertà di stampa (si giustificano sempre così), ma adesso manco i Kaiser Chiefs si possono più ascoltare. Basta andare su youtube e da qualche mese metà dei commenti citano Berlusconi, e l' altra metà, i non italiani, si incazzano perchè non capiscono i riferimenti.



Ecco, pure la poesia dei Kaiser Chiefs mi hanno dovuto rovinare, cosa ne avrebbero detto gli Etruschi, porelli, che sono pure tutti morti? E buon weekend a tutti.