Visualizzazione post con etichetta Statale 17. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Statale 17. Mostra tutti i post

mercoledì 14 settembre 2011

Come (non) ho conosciuto Bianca


Abbiamo una prima offerta da Bianca per i pernottamenti e passaggi in macchina per la gita sulla Statale 17 verso l' Aquila il 22 e 23 ottobre, se cercate dove dormire vi invito a controllare regolarmente quella pagina per vedere cosa si aggiunge mano a mano.

Però a questo punto vi devo raccontare come ci conosciamo con Bianca. che devo ancora vedere di persona, come un mucchio di gente che (non) conosco e (non) frequento personalmente, ma in tempi di blog e social network quale sarà mai il problema, mica ci vogliamo formalizzare per così poco?

Bianca, lo dico per quelli di voi, e mi sa che sono molti - che amano leggere Paolo Rumiz, è questa Bianca qui e la sua locanda è pure lei questa.

Insomma, un paio di venerdì santi fa mi ritrovo all' Aquila per la prima volta dopo il terremoto, e mi ci serviva, come scusa, la trasmissione di Fahrenheit in Piazza Duomo con gli scrittori del terremoto, tra cui moi-même. Senza scusa io all' Aquila ancora non avevo veramente avuto la pancia di rientrarci.

Ho fatto di tutto per perdere autobus da Pescara, dove avevo dormito, all' Aquila. e quando sono arrivata alla stazione dei pullman, con tutta una topografia da reinventarmi, perchè dalla stazione a Piazza Duomo prima ci si andava con le scale mobili scavate nella roccia, capitemi a me, già comunque una cosa nuova perchè ai miei tempi gli autobus li prendevo in Piazza della Fontana Luminosa e quelle scale mobili lì le avrò fatte due volte nella mia vita. Oppure, sarei passata per Porta Bazzano e Costa Masciarelli, ma adesso erano serrate con i soldati in mitra di guardia (quei soldati, anzi, una era una ragazza giovane giovane, davanti a cui cercavo di non piangere l' estate dopo, quando con i miei figli guardavamo attraverso le transenne e gli dicevo: "Guarda, lì ci siamo passati l' altra volta con Lucrezia, ve lo ricordate?").

Insomma, come dio vuole sono arrivata sola sola in piazza, chiedendo un paio di indicazioni quando incrociavo qualcuno e poi per fortuna ho trovato Orfeo e Maura che mi hanno fatto le coccole, ho visto Marcello che era passato a salutarmi dopo una grassa ventina d' anni che ci sentivamo per mail e telefono, ma vederci vederci propriamente ancora non eravamo riusciti a vederci (e lì mi sono posta una delle domande spartiacque della vita: ma com' è che quando rivedi gli amici di gioventù dopo 20 anni, loro hanno le tempie grige e le rughette attorno agli occhi che fanno tanto charmeur mentre noi abbiamo le zampe di gallina e le meches, e bene che vada ci siamo immatronite? No, ditemelo com' è prima di parlarmi di parità. Fermo restando che tutta l' altra caterva di amici di gioventù che incontrerò nei mesi successivi dopo vent' anni, in genere si sono imbolsiti o sono direttamente diventati calvi, per cui una si dice che in fondo dio c' è e smette di farsi i patemi, chiudo questa parentesi).

Quando è ora salgo sul palco, facciamo quello che dobbiamo fare e devo dire che è stato un bell' incontro, anche se a un certo punto ho commesso l' errore, parlandone, di voltarmi verso le finestre del bar in cui ho allattato Ennio mentre ci stavamo sbracando di bomboloni e cappuccini con Vic che finalmente dopo anni rivedevo da sola per un tete a tete tra amiche, nel lounge fighissimo in pelle bianca al primo piano del bar - che in una vita precedente era il negozio storico di stoffe in cui ho preso le tende della cucina che da allora non tessono più, era una di quelle stoffe che il proprietario imbiancato di capelli a suo tempo mi aveva fatto tagliare dal 'ragazzo', un ragazzo che aveva bellamente superato i sessant' anni, ma per capirci, che tipo di negozio c' era prima del bar infighettito - che però anche il bar ormai era diventato una mia pietra miliare aquilana, ci ho allattato, che diamine, ho segnato il territorio, che se non fosse stato per le bifore che davano sulla chiesa non sembrava manco L' Aquila, un bar quasi milanese, volendo.

E mentre parlavo con il gran capo di tutti i libri italiani di Fahrenheit ho commesso l' errore di guardare quella bifora lì, perdere un paio di battute e ho fatto appena a tempo a mettermi i provvidenziali occhiali da sole che mi ero portata apposta, e per fortuna che avevo sul groppone una serie di produzioni teatrali, tutte con la battuta che mi taglia le gambe e passo mesi di prove a cercare di dirla senza piangere e alla fine ci riesco pure, solo che poi alla prima la dico sempre con quest' increspatura invisibile nella voce, che solo io e i miei compari sappiamo bene cos' è, ma che il pubblico in genere, perlomeno quelli sensibili e non troppo distratti, intendo, si piegano secondo il verso di quell' increspatura e alla fine piangono loro. che mi sa che poi il senso di quelle battute lì nell' economia dell' universo sia proprio quello di stappare certi tappi e ognuno conosce i suoi.

Insomma, scendo stropicciata emotivamenre dal palco dopo aver detto due cose molto poco rai, una era la voce del verbo "farsi seghe mentali" e l' altra la mia geniale invenzione delle mutande come topos letterario (l' amante virtuale che mi ascoltava da qualche centinaio di km. di distanza in quel momento si è detto: è proprio lei), e mi viene incontro un signore dell' età circa di mio padre, che mi fa (abbiate paziena, a Bianca ci sto per arrivare):
"Io sono di Villa" e intende Villa Santa Lucia degli Abruzzi, un paesino sopra Ofena sulla via della montagna. Dove mio padre ventenne insegnava alle medie e ci arrivava in moto con la Rumi (e lì gli avevano coniato la frase: arriva Rumi con il Sumi) oppure, in inverno quando c' era neve, a piedi tagliando per la mulattiera.
"E io sono la figlia di Ennio Summa", rispondo, perchè noi dei clan, come gli ottentotti e gli aborigeni australiani, ci presentiamo citando il paese di provenienza e i nostri antenati per 12 generazioni addietro.
"Lo so", mi fa, "mi ha fatto la scuola".

Poi un paio di settimane fa ho incontrato a Campo Imperatore Francesco Barbone l' idraulico di Villa, che ci ha offerto gli arrosticini e anche lui era stato a scuola da mio padre, e gli ho detto di quel signore che adesso abitava all' Aquila.
"Ma si, quello è Luigi, stava due anni avanti a me, lui con tuo padre ci è entrato in terza, io invece in prima". Che nei clan ci si scambiano le notizie di quelli che incontri altrove.

E dopo quel signore mi si avvicina un' altra signora, ma una di quelle che io tendo a chiamare ragazze, finchè non mi ricordo che da fuori sono una signora pure io, che mi dice essere originaria di Caporciano e che sua cugina ha letto il mio libro, le è piaciuto tanto e le piacerebbe, se voglio, salutarmi per telefono, perchè adesso sta a Roma. E mi passa per telefono una signora, che come le rispondo si mette a piangere. E siccome il mio di pianto me lo sono già fatta, adesso possiamo parlare.

Ecco, questa signora è Bianca che allora mi aveva raccontato di questa sua locanda a Balsorano, che per lei era stata una di quelle avventure che fai una volta nella vita quando ti rendi conto che ti vuoi riavvicinare a casa, e se proprio a casa non puoi cerchi un compromesos a metà strada e la metà strada tra Roma e Caporciano è stata appunto Balsorano, ma che adesso dopo il terremoto aveva perso ogni fiducia in un checchessia futuro, e le radici e insomma, che ve lo dico a fare, io ci ho scritto un libro per tappare il buco di quello stesso preciso senso di perdita. La capivo e stavo a sentire (che uno non ci crederebbe conoscendomi, ma a volta ascolto pure io).

Che l' ho pensato molte volte e non so quante l' ho detto e a chi, mi sa al capo no e tnto vale che se lo legga qui, ma qui lo dico: se io dopo il terremoto avessi avuto ancora casa a Ofena il mio primo istinto sarebbe stato di andarci a vivere un anno con i bambini e mandarli a scuola a Capestrano. Ecco. Alla faccia del mutuo.

Insomma, Bianca mi diceva di come si fosse sentita mancare tutto sotto i piedi fino a che non ha letto il mio libro che l' aveva riconsolata e mi aveva voluto salutare per quello.

Questa è stata l' unica vlta che con Bianca ci ho parlato per telefono e data l' occasione e il tempo che è passato magari quello che mi ricordo io non è quello che si ricorda lei. Il suo invito ad andarla a trovare alla locanda con i maschi vari ancora non riesco a realizzarlo, ma ci siamo poi cercate su facebook, scritte, e alla fine eccoci qua e magari il 23 ottobre finalmente ci guardiamo in faccia.

Perchè sappiatelo, il bello delle transumanze è che ci si mette in strada tutti insieme e si finisce sempre per incrociarsi. Per tutto questo che ho detto qui, capirete che non si poteva fare diversamente, questo viaggio all' Aquila io lo dovevo fare. E sono contenta che in molti lo vogliate fare con noi.

Poi a Maura a un certo punto, quando questo tipo di frase tra gli abruzzesi che incrociavo e che avevano letto Statale 17 cominciava a diventare stranamente ricorrente, glil' ho pure chiesto, sennò che ce l' hai a fare una editor?

"Maura, ma che cavolo ho scritto che tutti dicono di riconoscere, indipendentemente dall' età, da quello che fanno ecc? Perchè mica l' ho ancora capito?"
"Gli hai ricordato chi siete e da dove venite".

Ah, era quello. È vero, noi veniamo dalle pecore, lo dico sempre io.

venerdì 30 luglio 2010

1 agosto Statale 17 a Francavilla

Grazie a Ida Tonini, le ineffabili Barbara e Simona della libreria Universitas di Francavilla al Mare mi hanno invitata il 1 agosto, alle 19, davanti alla libreria in via Sirena, a presentare Statale 17.

Mi introduce Luigi Cataldi Madonna, conterraneo, che soprattutto fa grandi vini e con cui ci è voluto questo libro per ritrovarci per strada.

Solo per dire che se siete in giro e fate un salto e me lo dite pure, mi farebbe un piacere enorme.

Torno nelle nebbie informatiche perché devo restituire a mia nipote computer e chiavetta e magari offrirle un gelato. Alla prossima allora.

lunedì 31 maggio 2010

Dove dormire lungo la Statale 17


Su richiesta di Flavia di Veremamme che è in viaggio nella zona e riferirà, ho pubblicato di là alcuni indirizzi recentemente verificati di alberghi-ristorante e B&B a cui appoggiarsi se avete in programma una gita tra Gran Sasso e Sirente.

sabato 22 maggio 2010

Il miglior motivo per la mamma blogger per scrivere un libro

È che poi hai un'ottima scusa per andartene in giro, con o senza marito e prole, per fare presentazioni organizzate dagli amici blogger o meno e farsi grandi rimpatriate, pizze, sbronze 0 ...(riempire i puntini con la propria motivazione profonda).

E ne approfitto per ricordarvi che sabato prossimo sono a Lille presso la Librairie International VO alle 18 per una presentazione sull'Abruzzo, insieme a Statale 17.

In caso che.

Al capo l'ho venduto come weekend in famiglia dalla zia. Ora tocca avvertire mia zia, che lo sa ma aspetta che la chiami.

domenica 16 maggio 2010

Vita da blogger

Io certe volte mi chiedo se tutte queste presentazioni in giro di Statale 17 non siano la scusa per conoscere i/le blogger che conosco.

Così ieri a Bologna oltre ad essermi spalpazzata in carne ed ossa Panz e Tino (Frollina era appena sveglia e in fase cozzacoccola con sua madre e quindi non ha degnato il mondo circostante di grandi attenzioni), ho rivisto Silvia di Mogliedaunavita e la mitica Mamikazen da Pesaro con cui sono un pò di estati che cerco di combinare, tanto le Marche, cosa vuoi che sia, stanno dietro l' angolo. Eccetto che l' angolo suo è quello opposto e quindi poi non ci siamo mai riuscite.

Insomma le presentazioni tra blogger che si conoscono dal vivo hanno tutto questo rituale che una dice nome e nick sennò non si capisce. Che sembrerebe una cosa da ridere, ma in realtà basta chiamarlo nom de plume che fa subito intelligentsja carbonara. E quanto siamo fighe pure noi blogger.

Poi la serata abruzzese a Bologna è andata benissimo, ho conosciuto delle signore oriunde o maritate abruzzesi carinissime. Tra cui Amina, somala, a cui ho raccomandato il libro come una guida che potrebbe, un giorno, chissà, salvarle il matrimonio. che con mia madre polacca e mio marito olandese so benissimo cosa voglia dire sposarsi un abruzzese se vieni da fuori e non sei preparato al sottotesto.

I musicisti di irumAmuri non hanno potuto trattenere una risata omerica quando raccontavo dei pranzi di nozze, che da noi si considerano riusciti solo quando la roba avanza che si può riportarla a casa. Tande sta pagate è stato il trigger a cui non si sono potuti tenere.

E adesso toccherà dare un' occhiata agli orari dei treni per capire come rientrare dietro l' angolo.

sabato 15 maggio 2010

Nottata in bianco

Altro risveglio all' alba per finire un libro di quelli che non si fanno mettere giù, Il gioco dell' angelo di Ruiz Zafon.

E adesso parto per Bologna.

giovedì 13 maggio 2010

Onna


Sta qui

La foto qui sopra non c' entra, ma è la via Celestino V adesso, dov' era la mia prima casa di studentessa all' Aquila.

domenica 9 maggio 2010

Tappa all' Aquila

Ne parlo di là (adesso dovrebbe funzionare)

martedì 4 maggio 2010

Partenza

OK, sto partendo con i bambini in autobus, treno, aereo e ancora un paio di autobus. Stasera dormiamo a Pescara da Vic. Domani ci sarebbe la proiezione di Draquila della Guzzanti a Piazza Duomo ma mi sa che non ce la farò a vederla (per quanto, mai dire mai).

Nei prossimi giorni mi sentirete meno spesso, solo quano trovo una connessione. E magari mi troverete più spesso di là.

giovedì 29 aprile 2010

Novità su "Statale 17" (blog, FB e altro)

Allora, non ricordo se l'ho detto, ma arriva una ristampa, supernecessaria adesso che l'altroieri a Groningen sono andate nel mondo le ultime copie di Statale 17 (ed ho ordini per almeno altre 10).

Ho quindi pensato di fare un blog a parte in cui raccogliere non solo l'archivio foto e video delle varie presentazioni, visto che sono disordinata (e si sa) e soprattutto la sfiga telematica che mi perseguita. Piano piano metterò tutto lì.

L'altra cosa che mi piacerebbe è se il blog (e/o la pagina Facebook, perché già che c'ero ho fatto anche quella) diventasse uno spazio per chi ha letto il libro (e in particolare per tutte quelle persone che mi hanno detto, scritto e telefonato cose bellissime) per aggiungere le proprie idee, commenti, recensioni. Per gli amici abruzzesi all'estero che vengono giù meno spesso di me e che ogni tanto vogliono vedere cosa succede. Per scriverci sopra quando torno in Abruzzo, che ogni volta mi carico di impressioni che poi mi tengo, perché quanto posso scrivere in fondo sull'Abruzzo? (Mai abbastanza se date retta a me).

Io un blog del genere ce l'avevo in inglese (ce l'ho ancora, ma lo aggiorno poco), ma mi rendo conto che scrivere in italiano mi viene molto meglio, farlo in altre lingue mi costringe a pensare e lavorare e quindi per come vivo io il blog, mi manca l'immediatezza.

Ho da sempre avuto fortissima la certezza che quello che ho scritto con Statale 17 non mi sia mai veramente appartenuto, mi sono limitata a fare da catalizzatore/contenitore di storie, profumi, paesaggi, esperienze, personaggi che da sempre vanno in giro.

Me lo sono confermata quando ho letto il testo di Domà e ho visto che in fondo avrei potuto scriverlo io in grossa parte (e l'ho pure scritto). Quando ho letto alcuni commenti, altri resoconti dopo il terremoto, alcuni pubblici ed altri privati.

Quando ho esposto le mie perplessità sulla legittimità di quello che stavo facendo a Stefano, un caro amico di gioventù che come me è cresciuto sulla costa e però è originario di Barisciano, e lui mi ha scritto cos'era la sua Statale 17 ed era esattamente la mia.

Il profuno della savetrejje che calpesti quando esci dalla strada battuta e cammini sull'erba avara e pelosa di questo terreno duro e sassoso.

Statale 17 in fondo è un evento corale, un luogo dello spirito per chi ci è stato e un invito per chi ci deve ancora andare. E mi sembrava giusto darle quindi una collocazione specifica che non si perdesse nel mio blabla quotidiano che conoscete così bene.

Insomma adesso sta qui.

Che per intero si legge come www.ss17storieminimetransumanti.blogspot.com

E con quasi lo stesso nome sta su facebook, per quelli che facebookkano. E FB con tutti i limiti, le perplessità, gli schiavismi e le antipatie che suscita, rispetto al blog ha questo, che è aperto e ognuno ci può aggiungere del suo. Ed è quel vostro, che mi interessa tenere tutto insieme.

lunedì 26 aprile 2010

Domani sera a Groningen e altre date da annotarsi su Statale 17



In attesa della ristampa che esce a giorni, domani sera sono a Groningen a presentare Statale 17, storie minime transumanti a una serata dedicata all'Abruzzo organizzata dalla Dante Alighieri di Groningen. Il ricavato della serata andrà a una biblioteca scolastica e di quartiere.

Ci sarà inoltre un banchetto in cui comprare le ultime 8 copie della prima edizione, altri titoli di Exòrma, i nocci atterrati con la ricetta di zia Vittoria, i preparati per risotti ai funghi di Marina e se la pasta madre di Nico non mi tradisce, la focaccia di Gisa.

La serata si svolge nella sede della facolta di Lettere e Legge (la vecchia facoltà del capo e per un po' anche mia) in Harmoniegebouw, Oude Kijk in 't Jatstraat, chiedere al portiere, ingresso € 10 per i non soci.

Ci saranno anche una conferenza di Maaike Dicke su Silone e altri relatori.

Il 4 scendiamo in Abruzzo io e gli gnorpoli e ci raggiunge mia madre. Le date già fissate per incontrarsi con i lettori saranno:

- 7 maggio, Sulmona, Sede della Comunità Montana, con concerto dei Discanto che ringrazio per aver organizzato la serata e aver accettato di accompagnarmi nelle altre date.'
- 8 maggio, L'Aquila, libreria Colacchi al centro commerciale, sempre con i Discanto
- 9 maggio, ore 15, Faenza, Festival Musica nelle aie, grazie a Silvia
- 10 maggio, Giustino Parisse mi ha initata alla festa di Onna
- 15 maggio, a Bologna, per merito dell'Officina Letteraria Senso Lato con concerto di Irumamuri
- 29 maggio, ore 18, Lille, presso la Librairie International VO.

Meno male che ho tante zie ovunque che mi ospitano in questi miei hobby complicati e costosi. Così spero di voi e spero anche di vedervi, se siete nei paraggi, a una di queste date.

giovedì 22 aprile 2010

63 musicisti aquilani per: DOMÀ (e fatela girare)



Eccola qua, sono un paio di mesi che la stiamo aspettando e ieri è stata presentata all'Aquila (ci sono dei video in giro). Se vi siete letti Statale 17 la maggior parte delle allusioni da insider le capite, ma per chi non l'ha fatto aggiungo traduzione ragionata (la finisco stasera, ma intanto ve la pubblico). Fatela girare, è gratis, è stata un'occasione per riunire artisti aquilani sparsi in giro e se in questo anno avete creduto ai telegiornali, eccovi una versione da persone informate dei fatti. Sul sito potete anche scaricarvi l'audio da mettere su I-pod, brandare ecc.


DOMA’

Tra Pettino e Camarda passa la faglia di tutti
coju radon de jorno ji massera nn dormo
Con il radon di giorno stasera non dormo.
Addò vajo a finì domà
Dove vado a finire domani?
Do vajo?
Dove vado?

Tra la tenda e ju mare mò tengo casa a Pagliare
Tra la tenda e il mare adesso ho casa a Pagliare (a 8 km. dal centro)
na coppa de piastra messa là a dondolare
Una coppa (unità di misura agricola) di piastra (antisismica su cui hanno ricostruito le CASE)
nanzi a na strada infinita
davanti a una strada infinita
…è na statale
è una statale (Statale 17, mai sentita nominare?)

Dei bai dei
Temè
My jolly goodness graciuos me
old mi ma che sta a dì?
(Stringimi) ma che stai dicendo?
Che sta a dì?
Cosa stai dicendo?
Dice che, te steo a dì, stamme a sentì
Dice che, ti stavo dicendo, mi stai a sentire

Ma domà, domà me tengo rizzà
Ma domani, domani devo alzarmi,
ju tempo passa e ce demo da fa
il tempo passa e ci diamo da fare
Se nn ce ice sfiga
Se abbiamo fortuna
fa na botta da tre
fa una scossa da tre gradi
l’era ittu Giuliani
Giuliani (l'esperto tacciato e denunciato per procurato allarme, poi vai a vedere pare ci avesse azzeccato e adesso l'istituto sismi gli dà pure ragione) l'aveva poi detto
issu ice cuscì
Lui dice così

(RAP)
Dopo 6 mesi de tenda
ji non me reconosco, abituato aju sebac mo’ va bona ogni posto
non mi riconosco, abituato al sebac (che non lo so che cos'è, se qualcuno me lo dice) adesso va bene ogni posto
Ogni scossa che sinti chiami tutti ji parenti, oh ma’ la sci sentita,
Ogni scossa che avverti (e si sono sentite per più di un anno) telefoni a tutta la famiglia, mamma l'hai sentita
ji non so sentito gnienti!
io non ho sentito niente!
la sci sentita era 4 pe mì
L'hai sentita, secondo me era del quarto grado
recomenza domà
ricomincia domani

Da Coppito a San Sisto era tutto n’arrosto
Da Coppito a San Sisto (frazioni e paesini intorno alla città) era tutto un'arrosto
castrato o cottora
castrato o pecora alla cottora (che si fa in paiolo con tremila odori e a fuoco lento, venite quest'estate alla sagra a mangiarla)
come a ferragosto
Addò magnerò domà
Dove mangerò domani (frase ricorrente tra sfollati, pompieri e cucine da campo)
Do magnerò… ‘cazzo ne so
Dove mangerò, lo ignoro

(CORO)
Toooorrooooh Toooorrooooh Toooorrooooh

(RAP)
Dove berrò domani coju centro invaso daji topi e daji cani,
Dove berrò domani con il centro invaso di topi e dai cani (entrati illegalmente, ovviamente in quanto ricordo che il centro è zona rossa come qui ad Amsterdam, ma in più è transennato),
se vedemo domani a piazza palazzo colla callarella mani
ci vediamo domani a Piazza Palazzo con il secchio da muratore in mano
Tra ji monti e ju mare torneremo a nuotare
Tra i monti e il mare torneremo a nuotare
e ju casello non me lo fa pagare
e non farmi pagare l'autostrada (come promesso a chi prima è stato deportato sulla costa, poi magari doveva fare avanti e indietro tutti i giorni per lavorare, dai 100 ai 150 km. a tratta, ma poi c'è stato un periodo in cui per farsi rinnovare la tessera o rimborsare c'era tutta una procedura kafkiana, d'altronde cosa vuoi, con la gestione militarizzata dell'emergenza cara grazia che a chi stava nella tendopoli di Piazza d'Armi non gli abbiano tatuato il codice a barre sulla fronte, specie durante il G8)
ju sfollato ju vidi
vedi lo sfollato sulla costa
domà
domani
non sa che è na prua
cosa sia una prua non lo sa in quanto montanaro, magari sa cos'è una piccozza, per questo che a sentire la prima versione di Domani gli aquilani si sono chiesti se tra mare, prua e maestrale la canzone l'avessero scritta per Pescara o per L'Aquila, da cui l'idea del testo presente)
Auà cullù è Aquilaaano
Guarda quello (dialetto pescarese, prego notare la differenza con l'aquilano del resto, ma mi sembrava giusto segnalarlo ai non abruzzesi) è aquilano

RAP
Ji so dell’Aquila e manco ju meteo sapea addò stea
Io sono dell'Aquila e neanche le previsioni del tempo sapevano bene dove fosse, che alle minime veniva dopo Bolzano, (ma questa ve l'ho spiegata in Statale 17, ve lo ricordate, vero? Attenti che vi interrogo)
mo lo sa pure Obama lo sa l’Unione Europea
adesso lo sa anche Obama e lo sa l'Unione Europea (anche se poi i monumenti che avevano promesso di adottare non l'hanno più fatto, che un restauro costa soldi)
Lo sanno quiji che pe tempu se so fatti ji conti
lo sanno quelli che in tempo utile hanno fatto i conti (ricordate, vero, le intercettazioni della stampa e della magistratura comuniste, di quelli che pagavano massaggi brasiliani all'uccello da mille euro in cambio di una parola buona per poter vendere persino gli strofinacci a chi andava nelle C.A.S.E., che a me verrebbe da pensare che uno che per dei mesi è stato con addosso le mutande della protezione civile, ma la soddisfazione di mettergli 100 euro in mano e fargli comprare le mappine e i bicchieri che preferisce no, eh? non era più semplice? magari si ma non ci poteva speculare nessuno)
e mentre contavamo i morti issi conteano i sordi
e mentre noi contavamo i morti loro stavano a contare i soldi

Ma almeno casa te la tè?
Ma almeno casa tua ce l'hai ancora?
Sci ma è E ma è e ti?
Si, ma è stata classificata classe E ovvero danni strutturali e inagibile, manco la soddisfazione di andare a chiudere una finestra o far andare il tuo muratore, e tu?
è B
è B (che culo, solo che manco quei danni lievi lì sono stati capaci di rimborsare entro settembre come promesso, settembre 2009 intendo, così la gente o ci è rientrata per conto suo con il fornelletto da campeggio, visto che il gas non c'è o sta ancora in mezzo a una strada che non è che sia gratis manco quello come sistemazione ideale)

E sci, E no, E mò?
eh si, eh no, e adesso?
Eh boh non me la hanno data quella de Berluscò,
Non so, poi quella di Berlusconi che lui aveva messo a disposizione mica me l'hanno data, chissà perché
Madò
Santa dei genitrix orapronobis (mica mentivo quando vi dicevo che io il rosario l'ho imparato in latino direttamente? A me il cardinal Lefebre mi fa un baffo)
Stengo ancora sulla costa, ma vabbò…
Sto ancora sulla costa, ma in fondo come ci ha detto subito il nostro amato presidente del consiglio, quello che all'annivrsario l'ha fischiato tutta piazza Duomo, ma hanno detto che erano solo quattro facinorosi isolati, d'altronde inutile che uno vota a sinistra all'Aquila se poi il resto della provincia in particolare quegli infamoni di marsicani fanno il contrappeso a destra, cosa vuoi che sia, fingo di essere in vacanza, un lungo campeggio, diciamolo

Oh mo ecco sinti quello che te ice sta gente
E adesso ascolta cosa ti dice questa gente
Coju Gran Sassu a nu passu che ce brilla ju sole
Con il Gran Sasso a un passo con il sole che riverbera sulla neve
E pure a noialtri ce se scalla ju core
E pure a noi ci si scalda il cuore, almeno quello perché invece in tenda dopo l'estate si sta con il culo al gelo

Quatrani e quadrane
Boys and girls
nu non semo cuscì soli
noi non siamo così soli
so chiù ji volontari che nu
i volontari, dio li benedica a prescindere, sono molti più di noi, ma se quel po' camere in affitto rimaste in piedi nei dintorni invece di tenerle occupate dalla Protezione Civile, non ci potevano mettere noi invece che deportarci sulla costa e farci sfiancare di chilometri ogni giorno per andare all'Aquila o Avezzano, e isolarci, che per fare un minimo di manifestazione e per incontrarci ci siamo dovuti inventare le domeniche delle carriole, ah, già, è vero, non sia mai la gente si veda, parli, discuta ed eventualmente contesti, pardon, mi rimangio quello che ho detto, però ribadisco che a livello di logistica, no, un po' di tempi metodi e ottimizzazioni nel corso dell'organizzazione dei grandi eventi non l'avete mai studiata? pare proprio di no
non semo cuscì soli
non siamo così soli
ma sci visti gli clown quanti so’?
Ma avete visto quanti clown ci hanno mandato per farci riprendere dalla sindrome da stress posttraumatico, cavolo, gia mi rassereno, che bello, sto bene, sono felice, viva Silvio e viva Guiduccio che ci hanno fatto tanti regali perché loro si che sono buoni
mo semo quasci soli
adesso siamo quasi soli, i soldi sono finiti, la PC se n'è andata, finalmente possiamo far festa per fatti nostri, toh, ci inventiamo una canzone, quale canzone, ma questa (fatela girare, mi raccomando)

Amme na mano a fa sa casetta
Aiutami a fare questa casetta
Nu semo cuscì soli
Non siamo così soli
c’hanno messo in otto entro na stanzetta
ci hanno messi in otto dentro una stanzetta, che bello, più si è più si fa festa
sulla stessa piastra
sulla stessa piastra antisismica costata l'ira di dio che pare non serva poi a tanto in caso di sisma, voglio dire, costruire con più cemento e meno sabbia di suo sarebbe bastato, ma già, se i grandi appalti pubblici vanno in mano a imprese legate alla camorra che ti aspetti, è venuto giù tutto ovviamente, compreso il nuovissimo, antisismico Ospedale, e inoltre reggerebbero un palazzo di 10 piani, e allora con tutta la gente da piazzare perché ce ne hanno fatti 3? Ah, già, i disegni di Milano 2che hanno riciclato e adattato non prevedevano in effetti altro

99 rotonde devi attraversare
che non so se ve l'hanno detto ma con la mania di separare il più possibile gli insediamenti nuovi tra loro, e non certo per i vincoi paesaggistici o perché erano terreni alluvionali, hanno fatto anche questa, comunque tutto e tutti sono separati da tutti e tutto e adesso tocca farsi tutto in macchina, il tomtom si confonde e per risolvere hanno messo un mucchio di rotatorie, che ovunque le stanno togliendo nel resto del mondo perché pare incasinino solo la viabilità, ma in fondo da noi la moda è arrivata adesso, e ce le teniamo per un po'
Te se gira la coccia, non sai più dove andare
ti viene il capogiro, non ti orienti più
E pensà che voleo ji a coppito du’
E pensare che volevo andare a Coppito 2
me retrovo a Pagliare
mi ritrovo invece a Pagliare, pensa tu che testa
N’gulo fra che sola!!!
Acciderbolina fratello, che inganno e che equivoco
Doma’ sta già ecco
Doma’ sta già ecco
Domani è già qui, domani è già qui è passato un anno e a Piazza Palazzo se non erano le carriole ancora le macerie ci stavano, per non parlare di piazzetta 9 Martiri e tutto il resto

Ma Giuliani, Giuliani Giuliani lo sa,
Ma Giuliani, Giuliani, Giuliani lo sa e lo sapeva anche quando Bertolaso e i suoi giuravano che i terremoti non si possono prevedere, salvo poi ripensarci adesso che pare, incredibile dictu, che alcuni ricercatori, pensa un po' stanno scoprendo che il radon in effetti ti può dire qualcosa su un upcoming seismic event, ma pensa te che teste fini
lo sa che na scossa la po refà
Lo sa che un'altra scossa può sempre rifarla
E di nuovo Pesciò dice che era da tre
E di nuovo l'amico Pescioni dice che era del terzo grado
l’era ittu Giuliani
Giuliani l'aveva prevista

Ma sul sito ufficiale vai a verificare
Ma poi se vai a verificare sul sito ufficiale, quello che ormai era diventato la startpage di tutti i computer aquilotti
Con na botta deeee….fortuna la puoi azzeccare
Se hai fortuna scopri che ci avevi azzeccato, pensa un po', stai diventando un sismografo vivente
Ma che cazzo de vita co ste sleppe da tre
Ma qualcuno mi sa spiegare che tipo di vita, con queste belle botte del terzo grado che ci sono di continuo, non fai a tempo a mettere in sicurezza da un lato che ti crolla una tegola in testa dall'altro
Recomenza Domaaaaa’
Che può ricominciare domani? No, se qualcuno me lo spiega mi piacerebbe saperlo, eppure 'sti cavolo di quilani sono determinatissimi, poi dici Abruzzo forte e gentili, sono dei coccioni questi, la testardaggine li salverà
Aju boss domà, domà già lo saccio
Alla cantina dal Boss, storica osteria aquilana e quanto sono buone le focaccine con il prosciutto che fanno lì mi sembra di avervelo già detto, ecco lo so che lì domani
Retrovo ji amici co na tazza e n’abbraccio
Ritrovo gli amici con un'ombra, ostregheta, e un abbraccio e vi dico pure che io con gli amici miei ci starò l'8 maggio prossimo, se passate fatevi vedere
E di nuovo ju centro è la vita pe me
E di nuovo il centro, che hanno almeno riaperto il corso e un pezzo di piazza Duomo e ci sono ben due locali aperti, ju Boss predetto e il caffé dei fratelli Nurzia che in mancanza d'altro e in alternativa al centro commerciale L'Aquilone, fanno tanto momento di coesione sociale

Recomenzaaaaa….. DOMAAAAAAAAAAAA’
Ricomincia... domani.

Doma’ so cazzi
Domani, cari, ve la facciamo vedere noi di cosa siamo capaci. Non ci credete?

lunedì 19 aprile 2010

Giornata mondiale del libro all'Aquila il 23 aprile 2010

Libri come pietre
Incontro con gli scrittori aquilani del terremoto
Una maratona alla scoperta degli scritti di quest'ultimo anno: scrittori, fotografi e blogger che raccontano la città

L'Aquila, 23 aprile 2010, ore 11-19, Piazza Duomo

GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO: INTERVENTI (in aggiornamento)

AUTORE LIBRO
Angelo De Nicola Il nostro terremoto
Roberto Grillo-Renato Vitturini Terrae motus ore 3:32 L'Aquila 6 aprile 2009
Samanta Di Persio Ju Tarramutu
Giampaolo Giuliani L'Aquila 2009. La mia verità sul terremoto.
Sara Ciambotti Il terremoto di Sara.
Giuseppe Caporale L'Aquila non è Kabul. Cronaca di una tragedia annunciata.
Giustino Parisse Quant'era bella la mia Onna. Cronache dentro il terremoto.
Paola Aromatario Ricomincio da zero anzi da 3e32
De Nicola Raffaella Polvere d'aprile.
Centofanti Errico La Gran Cornata. Il terremoto dell'Aquila: quello del 6 aprile 2009 e quello del dopo.
Giusi Pitari Trentotto secondi
Carlo De Matteis L’Aquila magnifica citade
Patrizia Tocci La città che voleva volare,
Massimo Gallucci La puntura di Atlante
Anna Maria Giancarli La parola che ricostruisce
(A cura di) De Lellis Marianna,
Adriana Iacono e Francesco Gianino Alice nelle città. Per L'Aquila
(a cura di) Paolo Perna 6 aprile 3:30: i borghi dell’Abruzzo aquilano
Barbara Summa STATALE 17 - Storie minime transumanti
Dante Bellini La mia verità sul terremoto
Nimis Scataglini Le formiche sono più forti del terremoto
Emiliano Dante-Massimiliano
Laurenzi-Valentina Nanni, Terremoto zeronove
Associazione Agorà Barete 3.32 EMOZIONI NEL CRATERE"

Non ci sarò di persona, ma ci saranno Orfeo e Maura. Io quest'estate ho letto Terremoto zeronove, e in particolare mi ha colpita la storia del patto di quattro amici bambini, e poi vecchi.

L'Aquila non era Kabul è il più bello di tutti, mi hanno detto (insieme a Statale 17, mi hanno detto anche questo).

Tutti questi libri, non ci inganniamo cercando il solo valore letterario o documentaristico, hanno comunque una ragione di essere, dovevano essere scritti, hanno dato voce a molti, sono strie individuali diventate universali.

E poi, c'e un motivo migliore del piacere della lettura in sé,per occuparsi di libri?

giovedì 15 aprile 2010

Audio dell'intervista con Marino Sinibaldi


Eccolo qui il link con l' intervista tagliato e montato da Maura e Orfeo, basta entrare e cliccarci sopra.

OK, mi sono riascoltata e persino piaciuta. Un paio di volte mi sono ricordata di provare a rallentare. E si, avevano ragione le malelingue: il problema non era cosa dire, il problema era farmi smettere. Ma questo si sapeva no?

(La vignetta di Staino l'ho rubata dal sito dell'Unità, ma mi piaceva troppo, era un po'così che mi sentivo al momento dell'intervista)

giovedì 1 aprile 2010

Aggiornamento partenze (mamma, questo è per te)

Sto in vestaglia, con i capelli bagnati, devo preparare roba da portare dai suoceri, stendere un bucato, forse vestirmi far bagagli e partire. Devo anche vedere a che ora c'è un treno che se lo perdo non mi tocca farmi venire le palpitazione perché ce n'è un'altro dopo.

Io stanotte mica ci riuscivo a dormire. E ieri ero apatica. A me le partenze fanno questo effetto, non vedo l'ora di andarmene, ma qui, sarà l'atmosfera di sfiga generale (stamattina il capo è uscito schizzato dicendo: "e devo pure dire qualcosa su zio Anton al funerale, ma che cazzo racconto?" "digli di quando lui e Tante Micky sono venuti in Italia al nostro matrimonio, e lei ci ha fatto i bouquet e le decorazioni e quindi anche lui, che lei fa tutto solo con lui che la coadiuva (e adesso povera donna si è appena resa conto che lui non c'è più e toccherà fare da sole e io so benissimo che ce la farà e magari tirerà fuori ancora più capacita di quelle che già ha, ma lei adesso ancora non ci può credere) e che questa cosa del nostro bouquet è nata perché lui è un appassionato di Citroen d'epoca e le loro le affittavano per i matrimoni, lui che le lucidava e preparava e lei che le addobbava" "Grazie, era quello che mi serviva") o il fatto che aprtire è un po'morire.

E io sono abruzzese e superstiziosa e lo sapevo che mettere per iscritto le istruzioni per il mio funerale che ho messo sotto qualche giorno fa mi avrebbe creato patemi, che io fingo di no, ma sospetto possa portare sfiga e allora lo faccio che non sia mai che mi faccia frenare da della banale superstizione, poi sono fatti miei, che se c'è una cosa che non mi faccio mancare sono le seghe mentali.

Che stanotte mi ha riposto Sara Ciancone dei Discanto, alle lei scrive alle 2.38 che sta sfinendosi per un concerto in onore di Vittorio Monaco che hanno oggi e lo so che andrà benissimo, ma quando queste produzioni le devi organizzare in toto con in più un lavoro e una famiglia da mandare avanti, alle 2 di notte ci si riduce.

E mi dice che lei e Michele, ma probabilmente anche Germana e Antonello, verranno a suonare a tutte le presentazioni che intendo fare in Abruzzo e poi ci mettiamo d'accordo.

E zio Carlo che conferma il concerto-mostra-reading a Bologna il 15 maggio.

E io che sto morendo dal nervoso che domani pomeriggio parlo con quelli di Fahrenheit e cosa gli dico? Io so sempre cosa dire, ma spero facciano loro delle domande incoraggianti che sono nervosa.

E poi mi scrive Miki una mail dal titolo "più del Codice da Vinci" e mi viene tento da ridere, sta su Alias anche lei e quindi posso solo dire che questa Statale 17 diventa sempre più lunga, ma io spero domani di riuscire ad andarmici a fare un giro a modo mio, accompagnando i miei amici Orfeo e Maura, che me l'avranno pure pubblicata ma devono ancora vederla come la vedo io.

E stamattina ho portato i bambini al doposcuola, che oggi la scuola è chiusa e proprio per questo fuoriprogramma ci saranno tutti i loro amici preferiti ed erano felici e Orso mi ha confessato che lui sabato da J. non ci ha voluto dormire, perché giocare va bene, ma poi la sera io gli manco e preferisce dormire dove ci sono io e a me questo cucciolo mi strugge mostruosamente quando apre i portelloni e mi dice queste cose, lui, l'uomo duro che non deve chiedere mai.

E gli ho detto che non deve mai avere apura, neanche quando non ci sono, perché io penso eternamente e costantemente a lui e che quindi sono sempre con lui.

Bella frase, vero? Basta che adesso non caschi l'aereo o gli ci vorranno decenni di terapia per assorbirla.

E buona Pasqua a tutti, sabato sera rientro all'ovile dei suoceri e toccherà riportare dei prosciutti, altro che coratella a Pasquetta. Mà, beata te che te la cucini.

Che l'uomo è quello che mangia e io in Olanda, alle feste comandate, mangio male. Però stavolta non vedo l'ora di tornare.

lunedì 29 marzo 2010

Sabato compratevi "il Manifesto"

... perché nel supplemento Alias pubblicano tre brani tratti dal mio Statale 17, storie minime transumanti. Che son soddisfazioni.

Anche perché quale altro quotidiano italiano si prende la briga di parlare un minimo seriamente di libri? No, ditemelo perché mi piacerebbe saperlo. (Poi se oltre che di libri parla anche del mio, vi pare poco?)

E adesso chi lo convince mio fratello che sbaglia quando mi dà della comunista?

domenica 28 febbraio 2010

Gitarella ad Anversa


Allora, mesi fa dalla Dante Alighieri di Anversa mi invitano a presentare il libro e parlare dell'Abruzzo e io propongo questa settimana che è appena passata perché ci sono le vacanze e i figli in genere stanno dai nonni a fare lezioni di nuoto.

Poi proprio io insisto a tenermi i figli a casa che ci sono attività bellissime durante le vacanze e fosse la volta buona che si fanno un po' di amici nei paraggi e poi una settimana di casalinghite con i cuccioli e tutte le attività creative e mammesche me le voglio godere o no? che mi danno la sensazione di averli di nuovo piccoli a casa nei giorni di non nido. Insomma, mi dò da sola la zappa sui piedi. E già che si sono invito a casa una blogger expat con figli che arrivano dal perù stravolti dal jet-lag e poi ripartono dopo una notte.

Per cui ho rinunciato all'idea geniale numero 1 (consegnare i figli al doposcuola, partire presto e farmi una mattinata con pranzetto buono, che in Belgio per definizione i pranzetti sono buoni) e parto con calma perdendo due treni, ma mangiata e con la casa stravolta. Però già vedere dove arrivo mi dà l'idea della cattedrale in cemento e siccome cambio treno direttamente tra un sotterraneo e l'altro, quanto sia bella questa stazione lo vedo solo il giorno dopo.

Però dopo la conferenza (60 persone, ma dai), dopo le chiacchiere fino a tardi con questi deliziosi dantisti anversini e dopo la colazione tra i gatti di Monique, prendo la metro e me ne scendo al Groenplaats, vicino alla cattedrale per un tuffo di 3 ore dentro Anversa.

Perché ditemelo voi quanto è bella questa cattedrale qui, e ditemelo, dai. Me la sono girata tutta attorno deviando per le infinite stradine dai nomi mangerecci, il mercato del latte, quello delle erbe.

E poi il bello di Anversa è che è proprio tutta un'altra aria rispetto ad Amsterdam, guardate per esempio le case mercantili: si, l'abbiamo capito il discorso delle facciate, ma guardate la ricchezza di decorazioni e ghirigoretti che 'sti calvinisti del nord sobri che mi ritrovo, col cavolo che ce le mettevano, mica solo per riparmiare, ma per non farsi criticare dai vicini, che se ti monti la testa qui poi nessuno vuole fare affari con te.

Poi la cosa che volevo fare assolutamente è visitare un frietkot, una friggitoria, e sono andata da Frietkot Max in piazza per una patatina fiamminga e una crocchetta di gamberetti come dio comanda. E basta leggersi la lista delle regole dell'arte esposto nel locale a cui si impegna per capire la differenza. Grasso cambiato e rimesso fresco tutte le mattine, non tutte le 3 settimane, come in ceti postacci. Patatine fritte due volte. E lo sapevate che tradizionamente si friggevano nel grasso di cavallo? Volevo chiederglielo se il loro fosse vegetale o meno, poi ho lasciato perdere.


Poi mi sono incamminata verso la stazione centrale e dalla piazza del teatro vecchia sono arrivata a quella dello Schouwburg, che mi piace tantissimo e adesso ve lo beccate da tutte le angolazioni: che come mi piacciono queste due scalinate esterne....



(e si, mi piacciono proprio)


(di sopra, di sotto, da tutti i lati. Non ci sono salita per stanchezza e per la borsa pesantissima che mi tiravo dietro).



che io il Belgio i primi anni lo vedevo giusto di passaggio dai bus che mi portavano avanti e indietro tra Italia e Olanda, non solo perché non c'erano i voli low-cost all'epoca, ma proprio per portarmi dietro bagagli spaventosi, che un trasloco per amore mica son bruscolini e il corredo va pure trasportato un po' alla volta. E quindi mi bastava vedere le case con i fianchi rivestiti di piastrelle messe a losanga per fare tanto Belgio.

A quel punto però toccava mandar giù le patatine e la crocchetta con una birretta, una Chouffe per esempio, e già che c'ero per una zuppina di sedano rapa e un dolcetto. Che la zuppina servita nel bicchierone di vetro mi fa tanto Cavoletto di Bruxelles.

E a quel punto rientro alla stazione, che è bellissima con almeno 4 piani di binari diversi e tante scale. Che io lo so che ai milanesi fa piacere pensare che la stazione centrale figa
ce l'hanno solo loro, però io dissento su questo.


E quindi ridiscendo al mio binario 22 al quarto piano sotto, e me ne ritorno a casa. Venti minuti prima di entrare in stazione ad Amsterdam sento che i miei ospiti dal Perù in pieno jet lag stanno davanti alla mia porta, chiusa. Ma questa la racconto un'altra volta.

martedì 23 febbraio 2010

Domani ad Anversa


Domani sono quindi ad Anversa su invito della Dante Alighieri per parlare dell'Abruzzo e di Statale 17, storie minime transumanti, e mi porto dietro alcune copie, se qualcuno lo volesse. La conferenza, in italiano, inizia alle 19.30.

Dove: Stadscampus dell'università, Rodestraat 14, 2000 Antwerpen (in treno scendere a Berchem).

I soci della Dante di Anversa entrano gratuitamente, i non soci pagano € 3.
ala fine andiamo a mangiare qualcosa insieme nei paraggi.

Il programma è:

L’Abruzzo aquilano tra le montagne del Gran Sasso e del Sirente

Per me è l'occasione di rincontrare Monique Jacqmain, che con un articolo suo vecchissimo e semidimenticato ha ispirato la mia tesi di laurea sulle traduzioni di Astarix, per poi ritrovarmela come partecipante in un corso di cucina ad Ofena, probabilmente il più bello che ho mai tenuto.

In un autunno dorato e bellissimo con Orso di pochi mesi ed Ennio piccolo. Che tutto sommato quella casa a Ofena ce la siamo pure goduti come si deve finché si è potuto.

lunedì 8 febbraio 2010

"Statale 17" ad Anversa (B)

Comunicato volante che poi mi scordo e me lo ricordo all'ultimo momento e mi tocca mangiarmi le mani (le unghie me le mangio già).

Il 24 febbraio sono in trasferta ad Anversa su invito della Dante Alighieri per parlare dell'Abruzzo e di Statale 17, e mi porto dietro alcune copie, se qualcuno lo volesse. La conferenza inizia alle 19.30 allo Stadscampus dell'università, in Rodestraat 14, 2000 Antwerpen.

I soci della Dante di Anversa entrano gratuitamente, i non soci pagano € 3.

Il programma è:

L’Abruzzo aquilano tra le montagne del Gran Sasso e del Sirente

Introduzione storico-antropologica alla provincia dell’Aquila intorno alla Statale 17dal neolitico a oggi, con particolare attenzione al fenomeno della transumanza e ai suoi risvolti culturali, economici, politico-fiscali e sociali.

Alcuni dei principali monumenti della zona e dei borghi, anche per mezzo di fotografie prima e dopo il terremoto.

Presentazione del libro.

Se ho tempo faccio e porto i nocci atterrati secondo la ricetta di zia Vittoria.

Se venite, fatevi riconoscere, va bene?

lunedì 1 febbraio 2010

La presentazione di Ennio


A scuola dall'anno scorso, cioè dal gruppo 3 in poi, i bambini tengono delle presentazioni su un argomento a scelta per imparare a esporre in pubblico.

Lo scorso anno Ennio lo ha fatto sugli strumenti a percussione, ma si è incasinato da matti perché invece di portarsi e seguire le foto che avevamo preparato in ordine logico per aiutarlo a darsi una traccia, si è preso una cosa che avrei dovuto buttare, ovvero, tutto il materiale di riferimento tirato giù da internet.

Che io nella mia ingenuità di madre pensavo: se gli faccio vedere delle foto di strumenti a percussione poi lui sceglie quelli che conosce e di cui sa qualcosa da dire, li scegliamo e parla solo di questi. Non l'ha fatto, nell'ansia di avere tanto e tutto si è incartato da morire.

Badate, quest'errore l' ho commesso anch'io al mio primo esame in Olanda, inglese. Mi sono persa nel contenuto - preparato benissimo - e ho trascurato la forma dell'esposizione.

Stavolta scopro la settimana scorsa la lista delle date e degli argomenti che si faranno da qui a giugno. Lui non c'è. lo iscrivo d'ufficio per la prima e unica data disponibile che ci lasciasse qualche giorno per prepararci. accetta di malavoglia.
"Ma non so di cosa parlare".
"Parla di una cosa che già conosci bene. Parla dell'Italia, parla delle vacanze".

Che se l'amico Samuel lo scorso anno ha parlato della Sicilia in cui è stato 10 giorni, vuoi che Ennio non abbia tante cose da dire?

"Allora parlo del terremoto a Ofena. Con le foto dell'Aquila e della casa di Lucrezia. Abbiamo parlato tanto del terremoto a Haiti e abbiamo anche raccolto i soldi, ma perché per il terremoto in Italia non abbiamo fatto niente?"
"Perché a Haiti stanno molto, ma molto peggio e ci sono molte più persone nei guai".
"Ma non è giusto".
"Parla di Ofena che ti cerco le foto".

Poi la vita continua, questo weekend abbiamo avuto il teatro, lui ha dormito fuori, finché ieri sera, al rientro dal cinema mi fa:
"Io domani ho la presentazione".
'Azz

Poi uno dice perché amo la scuola olandese? Perché te li tengono fuori dai piedi fino al primo pomeriggio e pranzano lì (a panini, va bene, ma occhio non vede, coredimamma non duole, tutto questo paese pranza a panini) e soprattutto non gli danno i compiti per casa. Tranne in casi disperati, che Ennio si lamentava che a qualcuno hanno dato i compiti per casa di matematica e a lui no. Che se avessi pure i compiti da seguire sarebbe la fine.

Insomma, le foto di cosa facciamo in estate a Ofena: arrosticini, piscina, vicoli e montagna.
"Me l'hai messa la foto degli arrosticini?" mi ha chiesto otto volte.
Per sicurezza la metto anche qui.

Questa è via Umberto I, prima (la foto è di Antonio Di Maggio)

Questa invece è dopo la messa in sicurezza
Comunque, abbiamo guardato le foto, pensato a quello che facciamo noi in vacanza e io, tanto per non smentirmi, gliele ho messe in PowerPoint. La nostra via prima e dopo la messa in sicurezza. Il terrazzo prima e dopo. Camera sua prima e dopo. Loro tre con Lucrezia che dormono sul lettone quest'estate, che è solo per il terremoto che stavolta ci siamo fatti finalmente alcuni giorni di mare con Lucrezia, sua mamma e suo fratello.

Questa è la mia camera di bambina e adesso dei bambini (quando non dormono con qualcuno di noi, che finisce sempre così)

Questa è dopo che ci è piovuto dentro per via che le scosse hanno spostato i coppi, e continuerà a pioverci finché non mi permettono di mandarci qualcuno, che perché l'unica parte di casa senza crepe debba andarmi in malora per le infiltrazioni non lo capisco, ma deve aver a che fare con il fatto che Bertolaso vuole diventare ministro insultando la Clinton

Con lui che a colazione ancora mi chiedeva altre foto, altre case rotte, altre macchine schiacciate. Gli ho spiegato che non bisogna buttarla sul sensazionalistico.

"Ma loro non le hanno mai viste le case tutte rotte".
E lui si, è vero anche questo.

Orso che mi chiede di prenderlo in braccio, mentre guardiamo le foto bellissime di Dario van Houwelingen, giovane fotografo di madre abruzzese che per il benefit sull'Abruzzo ci ha mandato le sue foto a caldo fatte a Pasqua, ma mi ha chiesto di non pubblicarle.

E dalla prossima volta gli insegno a farselo da solo il PowerPoint.