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domenica 29 gennaio 2012

Ora che le scosse sono al nord, gli amici partecipi consigliano:

Intanto vi devo portare a conoscenza di questa iniziativa bellissima. Su Facebook un' amica ha rivolto un appello agli aquilani che hanno vissuto il terremoto per mettere insieme una lista di informazioni dedicata a chi in questi giorni vive a casa sua scosse e sciami sismici e si preoccupa. Il gruppo si chiama: L' indispensabile in caso di sisma.

Questa cosa l' avrebbe dovuta fare la Protezione Civile nel momento stesso della sua fondazione, ma a casa nostra i protocolli di emergenza e le esercitazioni non esistono, e così muore o si ferisce gente che a saperlo prima, un minimo di precauzioni le prendeva. Cosa che ha anche un valore rassicurante, secondo me, sapere che ci sono cose oggettivamente utili che puoi fare in prima persona, specie con l' andazzo per cui il terremotato va esiliato e ridotto al silenzio e all' impotenza per non rovinare le inquadrature al tiggi della macchina mediatica. Eccovi la pagina, chi sta su Facebook la legga con le discussioni e la linki, quando ne verrà distillato un documento definitivo vi posterò anche quello.

Quando ho sentito delle scosse di terremoto in nord Italia sono andata con il cuore a tutti gli amici, reali e virtuali e soprattutto questi ultimi, che sono molto più numerosi, che vivono in quelle zone e dopo essere andata da loro con il cuore sono andata con il mouse nei profili facebook. Io Facebook ce l' avevo giusto perché una volta Gino mi ha mandato una foto e io che manco sapevo cosa fosse e come fosse e non è che avessi voglia di approfondire, ho cliccato e prima ancora di capire cosa stava succedendo, passo passo mi sono ritrovata un profilo. che ho lasciato lì.

Poi il 6 aprile 2009 alle 3.32 (buffo, certe cifre non serve neanche tatuarsele perché ce le hai tatuate nel cervello, aspettavo il traghetto l' altra sera, per esempio e sul tabellone il conto alla rovescia dei minuti che mancano all' ultima corsa, arriva a 3.33 e sorrido pensando che ho catturato per caso quel secondo lì perfetto, poi segue 3.32 e mi si ferma il mondo intorno e non sono più ad Amsterdam in una notte di gennaio 2012, sono in una terra di nessuno e le orecchie mi ronzano), dicevo quella notte lì finisce un pezzo di mondo che ho potuto condividere nella vita, e per sapere cosa è successo, fare l' appello, capire chi c' è e chi non c' è e dove sono andati a finire mi sono attaccata a Facebook e non mi sono staccata più.

E anche a questo giro una fa l' appello su Facebook, solo che adesso lì ho un bel circolo di amici reali e virtuali che mi tengono informata delle più ottime e svariate cose, e tra loro Bianca, che se non avessi scritto Statale 17 e non lei non l' avesse letto, e non mi avesse fatto chiamare da sua cugina che era in Piazza Duomo il venerdì santo 2010 per Fahrenheit e non me l' avesse passata al telefono, e non avessi linkato tutta una serie di aquilani, che conosco, che avevo conosciuto, che non conosco ancora, tra cui Matteo Grimaldi, giovane scrittore, e non avessimo fatto il Viaggio all' Aquila lungo la Statale 17 a ottobre, e non avessi visto Bianca di persona e scoperto en passant che era pure la zia di Matteo, non che sia rilevante, ma succede, il clan, che ve lo devo ripetere, ecco è successo così, che io su Facebook ci trovo tutto, compreso il link alle intercettazioni Bertolaso-Stasi che il 30 marzo 2009 riuniscono la Commissione Grandi Rischi non per valutare la situazione e dire qualcosa di concreto alla popolazione terrorizzata, ma come operazione mediatica per far star zitti i rompicoglioni.

Matteo oggi ha postato una sua riflessione, lui che con i suoi il terremoto e soprattutto l' inumana e incompetente gestione da parte della Protezione Civile e il governo mediatico, lui, giustamente, sente l' intercettazione e prova una gran rabbia.

Io volevo reagire a quel post, mi sono accorta subito che mi si stava scatenando il pippone e ho pensato bene di trasferirlo qui per non intasare il suo commentario. Eccolo.

Che quella riunione della commissione grandi rischi fosse una barzelletta lo abbiamo saputo quella settimana dopo, quando è cominciato il coro dei perché e ci avevano detto subito che già solo la durata delle riunione, ridicolmente corta, non poteva essere servita a fare il punto di una situazione in quel momento seriamente preoccupante. con una città con i nervi scoperti che a ogni scossa scappava in strada o dormiva in macchina, con la scuola elementare De Amicis che chiudeva ogni due per tre, visto che oltre a non essere antisismica se ne stava cascando per conto suo e anche senza sciame sismico forse andava evacuata e basta.

Con i ragazzi della casa dello studente, e quanti futuri ingegneri non ci stavano lì dentro, che chiedevano perizie e rassicurazioni e si disegnavano su carta tutte le crepe che mano a mano gli si andavano disegnando sui muri delle camere e magari uno di noi vede una crepa e non ci pensa, mentre uno che proprio in quel momento sta studiando per un esame la vede e capisce altre cose, e suona l' allarme e nessuno gli da retta, e cosa sia successo alla casa dello studente e agli studenti che c' erano dentro non ve lo devo raccontare più io.

Semmai chiedetelo a quei turisti ferragostani che ci si andavano a fare le foto sorridenti davanti, che per chi l' ha fatto con la Costa Concordia si sono scatenati anatemi, mentre allora erano solo gli aquilani a spezzarsi il cuore, ma cosa fai, vai lì e gli dici che sono stronzi? Lasci perdere.

Tutte queste cose noi le sapevamo e le intuivamo anche prima delle intercettazioni, ma quando ci sei dentro fino al collo e lotti ogni giorno per arrivare a sera senza perdere la testa, anche quello che sai non lo assimili del tutto. Al massimo te lo annoti.

A noi bastava farsi un giro per le tendopoli, bastava leggersi le ordinanze (ve la ricordate quella clamorosa che a piazza d' Armi era proibito il consumo di coca cola, caffè e cioccolata? Per non eccitare chi giustamente poteva pretendere un trattamento civile anche da sfollato e non la sospensione dei più elementari diritti umani. Ve lo ricordate che non si poteva fare volantinaggio per le riunioni dei comitati cittadini, non si poteva andare a trovare o cercare un parente se non avevi il pass, genitori e figli privati della possibilità di vedersi, il tutto mentre le scosse continuavano, si preparava il circoBarnum del G8 e Obama, col cazzo che ci ha dormito all' Aquila, ci sono i tracciato di tutti i voli degli elicotteri che ogni sera lo riportavano di nascosto a dormire a Roma alla sua ambasciata, ma Vespa non ci farà mai un plastico. In compenso cifre a troppi zeri che potevano servire a fare una cosa utile sono stati usati per fargli nella caserma della guardia di finanza un campetto di basket, mai usato da nessun ragazzino aquilano.

Le porcate che hanno fatto all' Aquila e che stanno emergendo con il tempo, ma mai abbastanza da far ribaltare il punto di vista di chi l' operazione mediatica se l' è puppata tutta senza avere la possibilità o la voglia di vedere con i propri occhi, e l' Italia che dice: adesso state tutti bene e vi hanno ricostruito tutto, vero?

Bertolaso che come uno scolaretto al primo appuntamento chiedeva udienza alla famosa massaggiatrice brasiliana dello sporting club se poteva venire a farsi curare la cervicale, e come cambiano le operazioni mediatiche anche l' anatomia del corpo umano, io una cervicale ad altezza cavallo pantaloni non l' avevo mai vista o sentita, ma non sono medico come Bertolaso. Che poi con lo status da eroe che si era fatto con la gestione mediatica, sai quante donne in tutta la provincia gliel' avrebbero data gratis, ma se è per amore e non ci guadagna nessuno almeno la promessa di un appaltino, evidentemente non è abbastanza erotizzante per certa gente.

Le infiltrazioni della camorra nelle ditte a cui è stata affidata la ricostruzione senza gare e senza controlli, quelli che ridevano alle 3,35 quando da Roma sentivano la scossa e sapevano già gli appalti che gli sarebbero andati.

Una città sistematicamente militarizzata, dimenticata e massacrata, la borghesia aquilana in doppiopetto e collier d' oro menata dai celerini mentre volevano dimostrare davanti a Montecitorio.

Tele2che ha preso la palla del terremoto al balzo per fare licenziamenti che da anni tentava di fare, ma non ne avevano gli estremi.

Il perverso e unico meccanismo di tassazione per cui cornuti e mazziati, privi dei più elementari servizi, della benché minima prospettiva sul futuro, gli aquilani stanno pagando tasse che non eran mai state imposte a nessuno a così breve tempo da un evento distruttivo, e ditemi voi di attivita produttive in città cosa ci sia rimasto.

L' università, dio buono, l' università che era già allora il motore principale della vita ed economia aquilana che va avanti solo per la lealtà degli studenti che senza strutture, mensa, abitazioni o altro continuano ad iscriversi per faticare di più e questa università eroica, che ha i suoi martiri negli studenti uccisi dallo stato, ecco, qualcuno ha avuto la bella idea di intestare l' università a Gianni Letta, aspetto solo che in Sudtirolo qualcuno proponga di intestarne una ad Adolfuccio e poi stiamo a posto e il cerchio si quadra.

(E bene hanno fatto quei genitori che hanno rifiutato i funerali di quello stesso stato dove ora, abbiamo saputo, Berlu era tutto seccato perché ci sarebbero stati ai funerali pure Napolitano e altri personaggi che rischiavano di offuscarne l' aura mediatica, perché non vi scordate che questa è sempre stata un' operazione mediatica, ditelo ai vigili del fuoco e ai volontari della Protezione Civile che sono andati a rischiare le penne per aiutare, diteglielo che non sono degli eroi ma solo delle comparse di un circo Barnum, e quindi a quei funerali alla fine Berto ha salvato capra e cavoli mettendo il Berlu in mezzo ai genitori e meno male che Napolitano non ha insistito per starci anche lui o costui si sarebbe fatto issare sopra una delle bare, che per uno piccoletto in effetti garantisce la visuale migliore).

Comunque, vi ringrazio sentitamente se siete arrivati fin qui senza perdervi tra le secondarie (c' era una frase principale da qualche parte? Forse) e anzi mi complimento con voi.

Comunque capite quante cose saltano fuori con nuove scosse e con una Protezione Civile che neanche dopo l' Aquila è stata capace di fare un decalogo misure di sicurezza, ci stanno pensando adesso gli aquilani e spero che chi vive in zone interessate (cioè tutta l' Italia) lo legga. Interessante anche leggere i botta e risposta, e se sapeste quante volte in questi giorni ho letto su facebook: amici del nord, non fidatevi della protezione civile.

Perché adesso che quella stessa commissione grandi rischi sta sotto processo per omicidio colposo e dai media che a loro si, vengono ancora messi a disposizione, alzano alti lai di vittimismo, dicendo: come fanno ad accusarmi di omicidio se i terremoti non si possono prevenire? è in malafede ora come allora, perché appunto questo è il fondamento dell' accusa.

Come mai, in una riunione durata manco 40 minuti + pranzo, in una situazione che il più fesso dei sismologi avrebbe definito anomala e preoccupante, come hanno fatto a prevedere che il terremoto NON ci sarebbe stato? E detto agli aquilani: fatevi un bel bicchiere di Montepulciano e andate a dormire?

Così che gente che nei mesi precedenti a ogni botta andava a dormire in macchina, quella sera, dopo la scossona di avvertimento dell 23 invece di fare quello che avevano sempre fatto, si è fidata, sono tornati a letto certi che una commissione Grandi Rischi mica si riunisce e delibera alla cavolo, sicuramente sapeva quel che faceva.

Questa gente poche ore dopo si è ritrovata a tirar fuori i propri bambini cadaveri scavando con le mani nelle macerie, mentre i camion dei vigili del fuoco si fermavano per strada perché non avevano più benzina. Ecco perché i membri di quella commissione sono sotto giudizio per omicidio colposo, se avessero detto allora (e non adesso): non possiamo prevedere nulla, fate un po' voi, che è quello che dicono adesso, la gente sarebbe uscita, il terremoto ci sarebbe stato lo stesso e i morti pure, ma qualcuno si sarebbe salvato e altri non vivrebbero adesso con la rabbia di aver creduto a gente che stava facendo iun' operazione mediatica.

Insomma, c' è tanta paura e rabbia in giro per il net e tra i cuori di chi allora o adesso sente le scosse, e io spero che sia un falso allarme pure questo. perchè di tutto quello che hanno detto finora, io credo a una sola cosa: i terremoti non si possono prevedere. Peccato che l' Italia sia zona sismica.

lunedì 16 gennaio 2012

Io che sono ignorante mi chiedo due o tre cose

Sono due o tre giorni che penso a tante cose.

Penso alla mia amica che ha fatto la trainer per un anno e mezzo sulle navi da crociera, raccontando di giornate di lavoro da 14-16 ore, turni serrati, ma soddisfazioni enormi, bello spirito di corpo tra colleghi, tanti amici, tanti posti visti da vicino o da lontano, tante belle esperienze umane. Poi in un giorno di crisi personale si mette a piangere e subito la spediscono a terra con ingiunzioni di farsi vedere da psicologi, psichiatri e quant' altro. Poi la silurano al volo. Capirai, mica ti puoi permettere il benché minimo rischio che ti esca di testa una che lavora a quei ritmi? Chiedersi se lavorare a quei ritmi sia un rischio professionale per uscire di testa no, eh? Tanto gente disperata e disposta a fare quel lavoro, lontana dagli affetti e dalla famiglia, e in un guscio di noce dove inevitabilmente non puoi evitare nessuno, gente disposta ne trovi sempre, specie in certi paesi.

Penso al padre di Lidia, comandante in pensione, che non ha mai fatto la carriera che avrebbe potuto perché a ogni ingaggio cambiava armatore. Chissà, forse perché da sardo testardo si rifiutava di fare tutte le cazzate che ti chiedono di fare senza dirtelo per iscritto, e per lui la priorità era di riportare equipaggio, nave e carico sani e salvi in porto e non le puttanate di marketing o omaggi al potente.

Poi penso a Benjamin Malaussene, noto capro espiatorio di professione e penso anche all' odore delle 4000 tonnellate di merda che il capitano della Costa affondata avrà sentito arrivare su di sé nel momento in cui ha capito che ci sarebbe andato di mezzo lui e solo lui. E ti meravigli che gli venga l' attacco di panico? Io sarei saltata già aggrappata a un maniglione. Errore umano? Ce lo vogliamo chiedere il concetto di errore umano per uno che lavora a quei ritmi ed è responsabile di 4000 persone, ma non può decidere in completissima autonomia se passare al largo o allo stretto, visto che gli fanno capire che bella cosa è la tradizione di sventolare la manina ai turisti?

Oh, intendiamoci, al manina ai turisti l' ho sventolata pure io diverse volte perchè un bestione del genere che attracca e fa manovra davanti casa tua comunque è uno spettacolo imponente e io guardo tutte quelle persone minuscole affacciate ai parapetti e penso che stanno per partire per una vacanza tanto desiderata, e mi immedesimo e gli faccio ciao, divertitevi, non strapazzatevi troppo, non scopate con l' equipaggio che per contratto non può, ma quando ognuno si tiene nel suo gruppo di appartenenza, allora si che si aprono i boccaporti, Love Boat non si inventava niente, tutt' altro.

Dal 2000 vivo appiccicata o di fronte al Passenger's Terminal delle navi da crociera ad Amsterdam, dove attracca spesso la Costa per chi vuole andare sui fiordi norvegesi. Per anni alle 7 di mattina di domenica mi svegliavano le sirene, tre volte, che devono annunciare urbi et orbi che stanno partendo, e a me viene da dire: ma toglietevi di torno con discrezione, stronzi, che già così date fastidio. Poi voi andate in vacanza e io è l' unico giorno che potrei dormire e già solo per questo mi state antipatici. Ma faceva parte dell' atmosfera di vivere vicino al porto crociere e io a quel fascino lì portuale sono sempre stata sensibile.

Poi però quando questi mostri galleggianti, che superano in altezza tanti palazzi del quartiere, devono partire e fare la manovra per girare la nave in un tratto poco più largo della lunghezza della nave stessa, mentre senti gli altoparlanti di bordo che danno le istruzioni ai passeggeri in tante lingue, e Orso vede il tubo tondo dello scivolo della piscina e solo per quello mi chiede da anni di fargli fare una crociera, e se non mi siluravano Laura io un pensierino di vedere se un suo sconto parenti, anche 3-4 giorni da qualche parte, potevo metterlo insieme e ce lo stavo facendo, ecco, lì tanta ammirazione.

Anche se poi......

Anche se poi tutte le campagne aria pulita che ha fatto il comune di Amsterdam cadono nel nulla, che punti a fare a ridurre l' utilizzo delle macchine se una sola nave di quelle attraccata accanto a casa mia mi fa peggio che se fumassi 40 sigarette al giorno per 40 anni? Perché una nave così deve continuare a mantenersi in moto anche se sta all' attracco e quindi i rumori dei generatori cantano la ninna nanna a tutto un quartiere, e la puzza pure. E perché non tirano un cavo a terra e gli fanno delle prese apposta al Passenger's Terminal, come fanno tutte le barche e barchette attraccate ad Amsterdam? Perché per alimentare una sola nave del genere e a volte ce n' erano tre, adesso si vede che la crisi ha colpito, ci vorrebbe una piccola centrale elettrica.

Anche se a me questi passeggeri del piffero mi hanno tanto fatto incazzare la volta che le compagnie hanno preteso e ottenuto dal comune di Amsterdam che venissero messi dei cancelloni tra il ponte che da casa mia va alla terraferma e l' attracco, così che la nostra bella passeggiata sul lungofiume senza traffico dovesse subire una deviazione indesiderata proprio quando vuoi andare in centro. Perché? E, non sia mai che i turisti vedano una botta di vita vera, di adolescenti in skateboard che vengono alla pista davanti la scuola dei miei bambini, che agli americani dopo l' 11 settembre facevano paura tante cose, e a me veniva da dire: shtetev' a la cas'.

Però portano soldi e il comune cala le braghe. Solo che i soldi a chi li portano, esattamente? Il mio negozio preferito di design, quello che vende souvenir prodotti dai designer olandesi di punta che sta proprio attaccato al terminal, vende praticamente solo ai locali. Noi delle navi da crociera vediamo solo i pullman che li prelevano in aeroporto e li scaricano a bordo. Ma è giusto che ognuno passi le proprie vacanze e spenda i propri soldi come crede. Solo che ecco, io i passeggeri di quelle navi faccio fatica a vederli come i soliti, normali turisti ad Amsterdam. Mi sembra che si perdano qualcosa.

Ecco, io voglio dire che in questi giorni ho pensato molto a chi voleva farsi la vacanza di una vita e si è preso uno spavento del genere, a chi si fa un gran culo a lavorare sulle navi e poi gli tocca sbarcare con procedure di emergenza, nave inclinata e scialuppe che non possono scendere in mare perché inclinate sbagliate un branco di gente imbranata, perché diciamocelo, pure io che nel turismo ci ho lavorato tanto, quando sono io in vacanza e mi date un capogita, divento un pecorone che segue la folla e fa domande cretine pure io (il capo no, chissà come mai), e ci credo che ci fossero i bischeri a fare le foto col telefonino invece di seguire le istruzioni e cavarsi di culo.

Dite quello che vi pare, io sono ignorante e so pure contare poco, ma se di 4000 persone se ne sono salvate 3978 a me sembra un ottimo risultato, qualcosa qualcuno deve pur averlo saputo fare.

E pensare che lavori una vita per poi, qualunque sia il motivo, ti trovi a fare il capro espiatorio per una grossa azienda che batte bandiera panamense e quindi se ci inquina il Tirreno con il carburante e sfrutta i mezzi di soccorso pagati dalle nostre tasche, ecco, un' azienda che fa di tutto per non prendersi la benché minima responsabilità sociale, lavorativa, professionale o altro e che ha batterie di avvocati e assicuratori, ecco, io a qualsiasi titolo non vorrei stare nei panni di quel comandante che lo hanno scaricato a mare fin dal primo secondo e adesso pare sia responsabile pure della seconda rotazione consonantica, e lo ha capito subito, e tante care cose a chi ci si è trovato di mezzo e indipendentemente dagli eventuali rimborsi che ci saranno o meno, lo spavento l' ha vissuto ed è tutto suo.

domenica 1 gennaio 2012

Buon anno e preghierine

Volevo farvi un post capodannizio di fatti nostri, ma un post di Gilioli mi ha scatenato un tale pippone di commento che ho deciso di parlarvi di questo invece.

Allora, pare che sia stata la culona a far cadere Silvio per pura tigna e c' è pure a chi fa piacere pensarlo. Ricordo che a suo tempo, quando venne resa nota la candidatura di Monti all' inizio del weekend de fuego che ci avrebbe portato a dimissioni, governo tecnico, lacrime e sangue, l' unica cosa di sinistra la disse Forza Nuova, ovvero che ci avevano venduti alle banche. Un' analisi che nella sua concisione e semplificazione riassumeva bene il sentire popolare di quelli che avrebbero dovuto pagare le tasse, l' IVA, l' ICI e lavorare fino a schiantare sul pezzo, perché la pensione è roba da vecchi e noi siamo sempregiovani.

D' altronde è un fatto che gli opposti si attraggono e che è già da un bel po' d' anni che l' estrema sinistra e l'estrema destra dicono e fanno le stesse cose, solo che per qualche motivo ci tengono a mantenere le apparenze di nemici indissolubili.

Diciamo che a me piace una posizione da umanista, in cui accetto l' essere umano nel bene e nel male così com' è, con tutte le sue grandezze e i suoi limiti, anche se la cosa non mi esime dal provare a volte il fortissimo impulso a prendere a palettate in testa tutti i coglionazzi che non vedono oltre il proprio naso e che però per pura forza dei numeri hanno lo stesso diritto di voto mio e mi impongono decisioni e governi del cazzo.

Ecco, adesso lo dico, un mio amico tempo fa su Facebook si era offeso, perché lui non vota a sinistra dice lui, e in quell' occasione ho intuito che evidentemente ha sempre votato per Fini, ignorando per semplicità che Fini si portava dietro tutta la destra becera, quella che adesso cerca di passare per organizzazione caritatevole, ma che come hanno ben chiarito Zauberei e altri blogger che seguo, è un rifugio di disturbati mentali che si ritrovano in un ambiente in cui la malattia mentale viene elevata a mezzo di lotta, e infatti poi vanno a fare i pogrom e da quel momento in poi da fini intellettuali diventano paria, ma nel frattempo sono schiattati e fingiamo che non sia successo nulla.

Ricordo ai fautori della destra moderna, che se penso a Indro Montanelli in effetti non avrei nulla contro, ma il livello non è quello lì purtroppo, che intanto grazie ai loro voti ci siamo puppati 17 anni di Silvio e Lega e che C a s a P o u n d sembra sia diventato un interlocutore presentabile, cosa che non sono e sarebbe il caso di dirlo, che gente del genere non ha un ruolo politico ne deve averlo, e se pensano forse di volerlo, bisogna solo fargli terra bruciata intorno, o quello che Belgi fecero a suo tempo con Dewinter e la sua destra fiamminga xenofoba, il cordone sanitario. Hai preso i voti dei minus habens sensibili agli slogan razzisti e populisti? Bravo, ma nessuno farà mai una coalizione con voialtri, a costo di farla con i nemici storici, per proteggere le amministrazioni locali e nazionali dagli xenofobi al governo. Ha funzionato, il Vlaamse Blok si è sciolto e quando si è ricostituito come Vlaams Belang cantavano già un paio di toni più in basso.

Ragazzi, ci sono riusciti i Belgi, i protagosnisti di tutte le barzellette tipo carabibieri di Europa, e non ci vogliamo riuscire noi, popolo di santi eroi e navigatori? Eddai, una bottarella di orgoglio nazionale, santo cielo, abbiamo o non abbiamo inventato noi il Risorgimento? E allora, che ci vuole?

Però, insomma, adesso pare che la culona per un soprassalto di orgoglio femminile abbia deciso che Basta! e grazie a lei ci siamo tolti di torno il nostro. Che in silenzio sta organizzando la rivincita, e veramente, mi sto leggendo una splendida storia della Polonia in questi giorni in cui apprendo che il re polacco (che era uno svedese col mito del cattolicesimo inculcatogli dai gesuiti) con il periodo di regno oiù lungo di tutti, è quello che l' ha usato per fare i maggiori danni alla madrepatria e in quell' occasione mi sono detta; signore, ma se è vero che ci sei, puntare un dito divino su uno che fa solo danni per colpa di idee sue sbagliate che puntano alla maggior gloria sua e della famiglia sua e molto meno al bene di quella patria che ti ha eletto (sto sempre parlando del re Vasa, all' epoca i re polacchi venivano eletti)? Perché questi re quando venivano eletti dovevano farlo a determinate condizioni, accettare la costituzione e sottomettersi alle decisioni del parlamento, o venivano detronizzati, come per esempio fecero con il fratello del re di Francia, quello che faceva fuori i protestanti all' assedio di La Rochelle e nella notte di San Bartolomeo, che quando dovette giurare a Notre Dame e ci aveva provato a saltare la parte in cui garantiva pluralismo religioso nel suo regno, tutti pari e ognuno col suo dio, il magnate capo della delegazione fece un passo avanti e tuonò: si non iurabis non regnabis, e quello capitolò.

Il Vasa invece fece l' accidenti che gli pareva e fu la rovina della Polonia, e io leggevo questo libro meraviglioso di Storia della Polonia di Adam Zamoyski, e mi chiedevo: signore, signore, facci la grazia e fulminalo e accoglilo a te, se proprio gli devi mostrare qualche forma di benevolenza, ma toglicelo di torno a noi.

Col cazzo. Ma inutile prendersela con dio, perchè l' Europa ha fatto esattamente la stessa cosa.

Ricordiamoci che anche questa è stata ipocrisia europea bella e buona. Non ci scordiamo che in Europa i popolari dovevano ringraziare Silvio per un bel mucchio di seggi in parlamento e che quindi lo hanno sempre coperto ogni volta che qualcuno proponeva inchieste e azioni su cosette da niente che davano fastidio solo a noi italiani, tipo la libertà di stampa (chiesta da Judith Sargentini, europarlamentare verde olandese, nessuno se l' è filata perchè all' epoca nei paesi Bassi era premier Balkenende, un avanzo di sagrestia che figuriamoci quanta poca affinità aveva con Silvietto, ma i suoi seggi gli servivano). Anche far intervenire Neelie Kroese che era all' anti-trust non ha funzionato, per quanto tutti quei media in mano a uno solo, a parte il conflitto di interessi, erano troppi anche per qualsiasi paese europeo).

Perchè sulla libertà di stampa e i diritti umani e le torture da parte della polizia, gran pipponi finchè servono a tener fuori la Turchia, ma Bolzaneto, i CIE e tutto il resto vanno bene, tanto ce li spupazziamo noi italiani.

Solo agli europei non gli devi toccare il portafoglio, lì sono intervenuti. E ancora una volta, non ci hanno tolto Silvio perchè è impresentabile e incontrollabile e si scopa la gente sbagliata, ci mancherebbe.

Se costui fosse stato tanto furbo da fare un po' di quello per cui l' hanno eletto tutti, fargli fare un po' di soldi e star bene tutti, nessuno gli diceva niente. Ma ha rovinato il paese, era un pericolo peri soldi in Europa e solo per questo l' hanno fatto fuori,

Il che mi ricorda la sorte del re Vasa, di cui tutti, non solo i polacchi ma pure gli italiani e mezza europa, dicevano esattamente questo: che avrebbe potuto fare l' accidente che gli pareva, farsi dare le tasse che voleva con il parlamento che l' avrebbe coperto, se avesse almeno avuto il minimo di visione e capacità di fare un pochino anche il bene della Res Publica. Ma non ci riusciva proprio.

Per cui, posso solo rinnovare le preghiere a dio, perché se devo stare con la speranza delle soluzioni politiche da parte dell' Europa, del govenro tecnico o degli dei dall' Olimpo, sinceramente qua fra pochi mesi ristiamo daccapo.

Per il nuovo anno, quindi, mi e vi auguro tanta fede che ci possa andare meglio. Perchè come scriveva Mario Cipolla in Allegro non troppo, gli stupidi nella popolazione ci stanno sempre e sempre nelle stesse percentuali. Il problema è quando vanno al potere. Questa fase la stiamo per finire, io spero che adesso al potere ci vada qualcuno almeno onesto, se non intelligente. Perchè quelli intelligenti sono coloro che fanno il bene proprio e quello altrui. Una win-win situation, e così spero anche di voi.

mercoledì 16 novembre 2011

Last famous words



Qui il link che si legge meglio.

Qui il testo:

Dichiarazione del Presidente Silvio Berlusconi

Testo completo da stampare
5 Novembre 2011

Girano nei palazzi romani chiacchiere e pettegolezzi su un argomento: le dimissioni di questo Governo.

Mi spiace di deludere i nostalgici della Prima Repubblica quando i governi duravano in media 11 mesi, ma le responsabilità nei confronti degli elettori e del Paese impongono a noi e al nostro Governo di continuare nella battaglia di civiltà che stiamo conducendo in questo difficile momento di crisi.

Oh, è un documento storico mica pippe. Come quelle cassette di canzoni fasciste, proibitissime, ma si aggirava la cosa pubblicandole in una collana di documenti e testimonianze storiche.

lunedì 14 novembre 2011

Vediamo se ho capito bene

C' è costui che correttamente presenta le dimissioni perché non ha più la maggioranza comprata, cooptata, ricattata, piazzata. Gli assentisti, quegli che gli dicono sempre di si, a volte sono diventati assenteisti, fosse pure per ragioni igieniche (o, se a uno gli scappa, gli scappa, tanto l' età media è quella che è, la maggioranza è di maschi, vuoi che i problemi di prostata non siano più comuni del raffreddore?) e la cosa almeno una volta gli è stata fatale.

Aspetto il primo bischero che si fa tatuare la cifra 308 in caratteri gotici sulla chiappa e sulla fronte e poi si potrà parlare di degna chiusura dell' anno parlamentare.

Oh, Yeah.

C' è che il Presidente, dio ce lo conservi fresco come un cocomero in ghiaccio per almeno altre 3-4 legislature ma anche oltre, che fa quello che deve fare e coopta un tecnico, salvatore della patria, chetatore di mercati in maretta e di mercanti in fiera. Plausi. Applausi in diretta dalla Littizzetto (Luciana, dopo la politica che mi deluda anche la satira, non te la perdono). La sinistra inneggia: abbiamo fatto tutto noi.

C' è che l' unica cosa di sinistra qui dentro la dicono i militanti di Forza Nuova, cioè che stiamo svendendo il paese alle banche. E che la svendita la dirige il padre nobile del PCI in Italia. Mio marito lo dice da anni che gli estremi di destra e sinistra si assomigliano spaventosamente sempre di più, entrambi con la deriva fascistoide. Ma lui si riferiva al partito socialista olandese, non a Forza Nuova.

Oh, Yeah.

Allora, vediamo se ho capito bene tutto.

Comincia con un' Europa che fino a quando andava bene si è tenuta Berlusconi e i suoi accaro, come peraltro hanno fatto la Lega e Fini ai bei tempi. Ricordatevi questa parola, Europa. I popolari, tra cui il partito dell' ex-premier olandese, Balkenende, tanto cristiano, tanto sobrio, tanto olandese ed etico, signora miaaa, si sono tappati il naso, perchè fanno gruppone con Berlu e i suoi, che è buono per il 35% dei seggi europei dei popolari che quindi non lo possono buttare a mare. Così anche quel paio di iniziative antitrust contro lo strapotere mediatico del nostro, e la sua diretta conseguenza, mancanza di libertà di stampa, che pure vengono proposti in Europa, muoiono di consunzione lì dove si trovano.

Quella volta l' Europa non ci ha salvati, non le conveniva.

Perché non ce lo scordiamo, la libertà di stampa, il pilastro fondante della Eu, cari miei, mica bietole appena colte, è un principio
SA-CRO
IN-DE-RO-GABILE
IMMARCESCIBILE
finché bisogna sfrantecarci i maroni a paesi come la Romania, la Bulgaria, la Turchia.

L' Italia no, perché siamo grossi e fighi. Siamo grossi e fessi, ricordiamoci questa parte.

Quindi, vacilla il Portogallo, vacilla l' Irlanda (in Irlanda, mi dicono, con la scusa della crisi e dell' Europa e della bella compagnia hanno abbassato gli stipendi del 40%. Pensate al vostro stipendio, toglietegli idealmente il 40% e dirigetevi di corsa al più vicino ristorante della Caritas, quelli che sono sempre pieni e tocca prenotare in anticipo. Cominciamo a prenotarci tutti quanti. Un Irlanda l' hanno ingoiata perché c' era poco da scegliere e perché c' era questo nuovo premier pulitino, un po' più credibile e meno compromesso con le porcate di chi lo precede e allora la gente si è rassegnata).

Ricordatevi anche questa parola, come direbbe Lucarelli, credibile, che poi ci torno.

Poi la Grecia, signori, che bella cosa la Grecia, un campanello d' allarme per tutti noi. Perché con la Grecia è stato fin da subito chiaro, limpido e recoaro che tutta la storia era una porcata enorme per fargli pagare interessi che non si possono permettere e che ogni giorno di ritardo aumentava gli interessi e il casino, ma Franza o Allemagna, purché se magna, dovevano fingere di difendere il mandato dei loro elettori e perché no, farla cadere dall' alto, senza pensare che così ora che tocca terra si frantuma. Certe volte cadere dal basso è l' opzione meno dolorosa. Che il mandato degli elettori poi lo sappiamo che vale quanto il prezzo da carta da macero delle schede elettorali, ma sorvoliamo. E il referendum, cari i miei greci, ci potete condire la feta.

E l' Italia, nel frattempo? L' Italia che oltre a pagare interessi anche lei, aveva già pagato a suo tempo, un unicum, la eurotax per entrarci nell' euro, ve lo ricordate? Noi avevamo pagato in anticipo, a prescindere direbbe Totò.

Ma l' Italia è grossa, questo è il problema numero uno. È un delle maggiori economie in Europa, non ci giri intorno. Le banche europee, adesso ci arriviamo, quel sistema bancario che già da un bel po' minaccia di cadere e trascinarsi tutto dietro, tantevvero che abbiamo dovuto pagare con soldi delle nostre tasse, soldi che non sono andati alla scuola, alla sanità, allo stimolo all' economia, al welfare, ai servizi, con questi soldi abbiamo impedito alle banche di sprofondare. Perchè le banche, non so se lo sapete, una cosa buona l' hanno fatta. Ma non per noi, per loro.

Sono riuscite a farci credere che guadagniamo dei soldi che stanno belli al caldo e al sicuro da loro, nelle banche. E con questo sistema noi i soldi non li vediamo. Loro ci dicono che stanno lì, da loro, al calduccio, dalle banche, ma lo sapete cosa succede il giorno che l' Italia o chi per essa si desta e dice: vedo. Non diciamo: pago con il bancomat, la carta di credito. No. Se ci svegliamo una mattina dicendo: li voglio vedere i miei soldi, me li porto a casa e ci riempio un calzino, o un ditale, o un materasso, ognuno secondo le proprie possibilità, le banche chiudono. Se siamo dentro ci chiudono dentro e chiamano la polizia. È appena successo, ricordate?

Ecco, quelle banche lì europee sono fortemente esposte con tutte le economie europee, ma in particolare con una grossa, non la più grossa, ma quella che ha avuto la crescita minore in questi anni. Neanche una crescita zero, proprio all' indietro è andata.

Un popolo di santi, precari, cassintegrati ed eroi. Eroi di cosa non si sa, ma ci sta bene. Eroi nel mangiarsi la calzetta e il materasso che c' erano i nostri, quelli dei genitori e dei nonni, perchè viviamo in un paese sismico e a rischio idrogeologico e il nostro mode di funzionamento è l' attesa della catastrofe. E siccome ci siamo abituati, la attendiamo completamente indifferenti, per poi attivarci al volo nel momento del bisogno. Intanto la carestia è durata più a lungo del previsto e le riserve di grasso vedono il fondo. Non tutte, solo quelle non esportate all' estero.

Un popolo di santi eroi eccetera con un presidente del consiglio che gode del minor prestigio possibile per un capo di stato negli ultimi 150 anni. Ma cosa importano i fatti, quando la fa da padrone il marketing, condito di infotainment?

Stavolta l' Europa si è mossa. Non per l' antitrust, non per la libertà di stampa, non per gli insulti ai kapò e alle kulone ma perché oltre al grasso di riserva è finita la benché minima credibilità su norme che facessero bene al paese (quale?) e alle banche (sempre quelle).

La BCE ha smesso di comprare per un paio di settimane i nostri debiti e gli speculatori, gli ex-colleghi del salvatore della patria, si sono lanciati. Exit correttamente tappo.

Non siamo stati noi, ricordiamocelo.

Non l' hanno fatto per noi, ricordiamocelo.

Noi stiamo qui solo per pagare. Ricordiamoci anche quello.

Ora che dite, ho capito bene o ho frainteso qualcosa?

venerdì 1 luglio 2011

Perchè facciamo un favore all' amministratore della Ma-Vib scrivendogli. E gratis

Come tanti amici che mi hanno segnalato la questione anch' io ho scritto all' amministratore d' azienda che dichiara di licenziare le donne così stanno a casa con i figli. Il poveretto avrà sicuramente immaginato che una motivazione del genere può contare su una certa simpatia, che in fondo chi può essere contro a un maggior quality time per i genitori di figli, che i figli sò piezz' e core, nevvero?

Allora, io fingo che questa persona sia in buona fede e fingo anche che sia solo l' ignoranza a farlo parlare così. Vogliamo aiutarlo tutti quanti a capire il concetto? Vi va di scrivergli? L' indirizzo è info@mavib.com.

Qui sotto la mia lettera, da un paio d' anni grazie all' esempio di Donne Pensanti mi sono accorta che scrivere è un concretissimo atto sociale e che ha davvero dei risultati con i diretti interessati. Abbiamo denunciato per esempio pubblicità sessiste e offensive agli organi competenti e queste sono state ritirate. Abbiamo boicottato i prodotti di certe aziende informandole, e così queste hanno capito che non è vero che ai loro clienti piace essere considerati dei lobotomizzati. Gli abbiamo insegnato l' importanza delle conversazioni con e del rispetto per i clienti, se vogliono vendere. In genere gli toccherebbe pagare dei consulenti per capirlo, noi gli abbiamo regalato un po' del nostro tempo per spiegarglielo gratis.

Uno dice: a che serve, ma serve veramente, e io rispondo si, serve comunque di più che schiacciare mi piace su Facebook per esempio, perchè quello lo vedono solo i nostri amici che sanno già come la pensiamo, invece a gente che decide del destino di altri o che ha una funzione esemplare, facciamo solo un piacere a fargli sapere che no, la maggioranza della gente non la pensa come lui, sua mamma e sua sorella e le sue amichette, no, ci sono anche persone che non sono d' accordo con lui e non per questioni di chiacchiere, semplicemente perchè in questo paese c' è una Costitutzione, c' è una legge, che non ammette ignoranza e almeno alle leggi cerchiamo di dar retta. Gli facciamo un favore, ecco, sennò capace che si inguaia da solo, se qualcuno decide di denunciarlo.

Insomma, non gli scriviamo perchè potrebbe essere brutto e antipatico, no, gli scriviamo perchè è incostitutuzionale quello che dice e fa. (Poi se vogliamo è tutta la settimana che lavoro con un consiglio Aziendale Europeo, quindi licenziamenti e simili li ho molto freschi in mente).

Questa la mia mail:
********

Egregio Amministratore Ma- Vib,

Mi rendo conto che data la crisi a livello mondiale le aziende fanno sempre più fatica e che licenziamenti e cassa integrazione sono a volte l' unica alternativa alla chiusura. Non posso a nessun titolo entrare nel merito della vostra decisione di procedere ai licenziamenti. Però in Italia oltre alla legislazione in vigore esiste una Costituzione e come cittadini italiani abbiamo tutti il dovere di difenderla, per questo le scrivo personalmente.

Penso di farle cosa gradita segnalandole l'esistenza di questo articolo della Costituzione Italiana (1948)

Articolo 37
La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.
La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato.
La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.

Come cittadina, persona e donna ritengo alquanto svilente che Lei si sia permesso di fare le affermazioni che leggiamo in questo articolo: http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/06/30/news/c_la_crisi_licenziate_solo_le_donne_cos_stanno_a_casa_a_curare_i_figli-18421119/ e darò sostegno e eco in rete - grazie al passaparola e all'invito a scriverle - alle lavoratrici e ai lavoratori che manifestano contro un'iniziativa vile e discriminatoria.

A parte che amministrare un' azienda senza avere le benchè minime conoscenze legislative sul nostro paese non è una questione personale di ignoranza, ma è incompetenza. Le aziende li licenziano gli amministratori incompetenti? Così, tanto per sapere.

Buon lavoro,

Barbara Summa
madre e lavoratrice

venerdì 24 giugno 2011

Calzedonia riflettici



[fine indegna di un paio di mutande di Intimissimi nella scatole dei lucidi per scarpe]

Su segnalazione di Nicoletta di un post di Giovanna Cosenza, ho deciso di scrivere a Intimissimi perchè la trovata di ingegno delle mutande Bunga Bunga mi ha persuasa definitivamente a boicottare quest' azienda. La mail sotto è mia ma sul blog di Giovanna trovate un esempio di mail più neutro. vi invito a partecipre se anche voi come me siete stuf* di certe manovrette squallide su argomenti purtroppo seri e che in senso lato hanno anche a che fare con noi e la nostra vita in questo tipo di clima.

Se poi qualcuno nel frattempo sa suggerirmi dove posso comprare calzette lunghe e colorate per gli Gnorpoli, che ne hanno sempre bisogno, di un marchio meno ' spiritoso' mi fa un favore, perchè negli ultimi anni veramente ho sempre comprato quelle al pilota automatico e adesso mi tocca rinventarmi qualcosa. Io adoro quelle della Hema qui, ma sono solo corte e a me il calzino corto fa 'yiikkkees'.


Spettabile azienda Intimissimi,

Da quanto tempo rifornisco una famiglia numerosa di mutande e calzette del vostro marchio e di quello Calzedonia? Probabilmente da quando avete aperto i primi negozi e sicuramente e abbondantemente da quando ne avete messi agli aeroporti di Roma. Vivo all' estero come buona parte della mia famiglia e tra me, mia madre e mia cognata abbiamo sempre approfittato dei tempi di attesa del volo per fare le scorte invernali ed estive per noi e i nostri mariti e figli. Bene, ho finito, i miei soldi sul vostro fatturato non li vedrete più. Intanto passo a Sloggy e poi ci si penserà.

Il motivo è che il vostro nuovo prodotto, le mutande “Bunga Bunga Dance”, sono estremamente offensive e se non ci arrivate voi, che avete uffici marketing, comunicazione e stampa (e se non li avete, vi suggerisco di procurarvi almeno un buon consulente alla comunicazione che ve lo spieghi) non perdo tempo io a farlo.
Inutile scherzare con le mutande su quella che è una vicenda grave e penosa della storia recente del nostro paese. Una vicenda che sta buttando all' aria la credibilità di tanti personaggi importanti e che ha stimolato una grossa maggioranza di cittadini a partecipare a proteste in piazza, sul web e nella cabina elettorale.

Non serve che mi mandiate una mail di risposta minimizzando il significato di questa cosa, dicendo che si tratta di uno scherzo simpatico e che sicuramente state vendendo kilioni di esemplari. Io non dubito che ogni prodotto squallido abbia i suoi estimatori ma vi invito a riflettere sul significato di quello che state facendo per l' immagine e il futuro della vostra azienda.

Mi unisco quindi a tutti coloro che vi stanno chiedendo di ritirare dal commercio l' articolo. Che vogliate pure aggiungere una lettera di scuse mi lascia sinceramente indifferente, siete un' azienda che è perfettamente in grado di prendersi le proprie responsabilità sociali ed aziendali, e la mia opinione è che in questi casi è inutile fare dei discorsi etici, basta mettere mano al portafoglio, che le flessioni nel fatturato in negativo sono l' argomento migliore. Questo è esattamente quello che ho intenzione di fare, smettendo di acquistare i vostri prodotti e persuadendo il maggior numero possibile di persone a farlo.

Come autrice di alcuni blog letto da molti genitori e non solo, persone da raggiungere ne ho.
Buon lavoro e pensateci bene, di tutta la gente che negli scorsi mesi ha tentato di darsi notorietà sul web e fuori giocando con il Bunga Bunga, gli unici che hanno avuto un risultato permanente e duraturo sono stati Elio e le storie tese. Gli altri si sono immediatamente azzittiti, chissà come mai. La mia supposizione è che una battuta del genere, per tutto quello che comporta e ci sta intorno, non è più divertente per molte famiglie italiane, e da giornalista italiana all' estero vi invito anche a riflettere al pessimo servizio che fate alla reputazione del nostro paese. Non per amor di patria, ci mancherebbe, semplicemente perchè come azienda che vende in Italia sarete immagino estremamente consapevoli di ciò che vuol dire quando le agenzie di rating cominicano a tenere d' occhio le aziende chiave, cosa che sta succedendo anche grazie alla costante perdita di reputazione all' estero dei nostri rappresentanti politici.

Un paio di mutande non provocano sicuramente la caduta di reputazione e finanziaria di un paese, ma sono in questo caso un sassolino nella scarpa estremamente fastidioso.

Cordialmente,

Barbara Summa

domenica 12 giugno 2011

Perchè votare SI per il nucleare, un commento informato

Avevo letto sull' Unità questo articolo di Roberto Vacca, che ho molto amato come scrittore da ragazzina, e di cui ricevo regolarmente le newsletter, che trovo molto informative e talvolta controcorrente su argomenti di cui so poco.

Poi mi è arrivato anche per mail e mi è sembrata un' aggiunta interessante il testo della mail, che con il suo permesso, vi allego tel quel. Leggetelo, pensateci, andate a votare.


Allego mio articolo pubblicato oggi da L'UNITA' sul referendum nucleare.
Spiego perché voto SI: in questo modo si elimina la legge 75/2011, confusa
e incasinata [introdotta il 26/5 dall'attuale governo] che dà carta bianca
al governo per adottare fra 12 mesi le "strategie energetiche nazionali" che
vorrà - e data l'usuale incompetenza del governo, c'è da aspettarsi il
peggio.
Dunque votare SI non vuol dire affatto votare "contro il nucleare", ma
eliminare una legge deplorevole, dopo di che (anche subito) se ne potrà fare
un'altra ben congegnata con l'aiuto di esperti. Parecchi di questi esperti -
amici che stimo - predicano l'astensione. Credono che, mantenendo la legge
75 (il che accade se non si raggiunge il quorum) si favorirebbe la
realizzazioni di centrali elettronucleari. Non è così: per farle bene (il
che è possibile in linea teorica) occorre analizzare tutte le opzioni e
spiegarle bene al pubblico.
Il referendum non è pro (NO) o contro (SI) il nucleare, ma pro o contro
l'orrida legge 75. Chiariamo l'equivoco - simile a quello del referendum del
1987. Anche questo non fu "contro il nucleare" ma abolì 3 leggi per cui:

- l'Italia smise di finanziare la ricerca francese sui reattori veloci
Superphoenix
- la scelta dei siti di centrali nucleari fu tolta al CIPE e data al
Parlamento
- fu abolito il finanziamento ai Comuni in cui costruire centrali nucleari.

Cerco di dire chiaro come stanno le cose. A confondere le idee contribuisce
anche Ratzinger, che esorta a usare energie non pericolose per l'uomo:
dimostra di nuovo di non capire e non sapere. Infatti non cita nemmeno il
pericolo N°1 - quello delle 12.000 testate nucleari ancora esistenti (con
potenziale distruttivo equivalente a 730 kg di alto esplosivo per OGNI
essere umano).
Concludo: voto SI per le ragioni giuste, non per quelle immaginarie - chi si
astiene cerca di conservare almeno per 5 anni un'orrida legge della destra.

IL TITOLO che L'Unità mi ha dato è "Io, uomo di scienza, sul nucleare voterò
SI" --- spero che chi lo legge capisca subito che non ne sono l'autore. Non
pretendo di essere uomo di scienza (sebbene abbia prodotto alcuni teoremi
matematici) - in TV uso il "sottopancia": "ingegnere/scrittore". A chi mi
chiama scienziato o intellettuale, dico che sono metalmeccanico.
Best
Roberto

mercoledì 2 marzo 2011

Noi che...Modelli di vita e scelte per i figli

Da quando abbiamo traslocato, nonostante i lavori mai finiti, il casino sempre in corso, le scatole da aprire e sistemare, le cose da buttare che magari mi ci vorranno altri 10 anni di analisi prima di riuscirci, i figli sconfortati, il capo sfiduciato e io col winterblues che sta finendo perchè oggi c' è il sole, com' è, come non è, mi è spuntata la sindrome della chioccia.

Cioè, io starei a fare marmellate, biscotti e centrini tutto il giorno (prima o poi vi faccio la sfilata dei miei berretti all' uncinetto, utlima mania compulsivo-creativa appresa da un filmino su youtube, e mia madre che ancora si ammazza dalle risate, ma io intanto rientrando dalla Polonia in macchina ho fatto un berretto da puffo (o rasta, dicono altre fonti) in mohair grigio a Orso e un set berretto/sciarpa traforata per me. In 1200 km. si può fare).

Non so se è un' avvisaglia di menopausa, ma anche l' aver meno lavoro mi scoccia poco, anche se a volte mi preoccupo per i soldi, perchè così ho più tempo per l' uncinetto. Secondi me però è tutta colpa del blog di Soulemama.

Ora, ci riflettevo a proposito di Soulemama e la sua scelta di vita idilliaca (pure il quinto figlio sta facendo, fa home schooling a tutti e quattro gli altri, ha l' orto, sferruzza, cuce e scrive libri quando non fa foto e vivono immersi nella natura, anche se ancora non capisco che lavoro faccia il marito, mo pure la fattoria si sono comprati e stanno ordinando pulcini e altri volatili). A me mi rilassa assai leggerla e mi ispiro pure.

E ieri leggevo da ZiaCris un elenco di cose belle che facevano da piccoli quelli della mia generazione che ai nostri figli non ci fidiamo più di fargli fare, e da un lato è un bel testo che lavora tutto sulla nostalgia e la poesia della calma e le piccole cose e le gioie semplici, dall' altro mi sembra un po' insultante nei confronti delle nuove generazioni che no, non vanno a scuola a piedi sotto il sole splendente (perchè sono 5 km. + un traghetto sotto la pioggia battente e il vento contro) ma fanno un mucchio di cose che averle io, all' epoca.

E mi rendo conto che la nostalgia per la vita semplice, le marmellate, e quanto stavamo bene prima signoramia non serve, perchè è vero, come si diceva recentemente su Genitori nella Rete tramite Facebook, che le nostre scelte impongono scelte di vita per i figli, ma, spero nel mio caso, queste scelte sono ragionatissime.

Io ho scelto di non far crescere i miei figli in un paesello dove si conoscono (e ti controllano e ti giudicano) tutti, ma in una città stimolante, dove succede sempre qualcosa e che ha moltissimo da offrire ai bambini (e a me). lo so da me che è stancante tutta questa vita da città.

Io ho scelto di portarli in giro questi miei figli, fargli vedere il mondo, conoscere un mucchio di gente, fargli imparare le lingue, insegnargli il coraggio e il piacere della differenza, anche se poi mi tocca farmi supportare dalla terapeuta che gli insegna a gestirsele le proprie differenze senza soffrirne troppo.

Io ho scelto di sgobbare come libera professionista per il piacere di portarli il giovedì pomeriggio al coro (costosissimo, con il solo stipendio del capo col cavolo che potrei fargli fare tutte le cose che fanno), un pomeriggio perso al lavoro, forse, ma che mi permette di dedicarmi a loro dandogli il senso di esserci anche di persona, a volte.

Io ho scelto di non avere sabati nè domeniche perchè tutti i giorni ti offrono qualcosa di buono e l' importante è imparare ad apprezzarlo. Se la domenica ti annoi e tutti i tuoi amici hanno impegni programmati in anticipo, che dirti, mi dispiace per i tuoi amici e i loro genitori, ma non per te che la noia è un diritto fondamentale del bambino e dell' adulto.

Io non sono tanto in grado, ma ho anche scelto che al diavolo tutti i discorsi sul grosso bisogno di struttura e regolarità di cui ha bisogno Ennio: riconosco questo bisogno e cerco nei miei limiti di non strutturatezza di dargli orari fissi per le funzioni fisiologiche e le attività, tanto c' è già pure la scuola che è strutturante per definizione e necessità di sopravvivenza. Ma riconosco e soddisfo anche la sua enorme curiosità, il bisogno di stimoli intellettuali, di sorprese, di indipendenza, di movimento. A costo di stranirlo un po' certe volte, ma almeno si diverte. A costo di non nascondergli le mie debolezze e i miei momenti no, ma la maschera della vita felice e perfetta non è un trucco in cui i tuoi figli cascano e allora tanto vale dirgli che è un momento, che passerà e che averli accanto mi rende felice a prescindere.

E al diavolo anche la disciplina ferrea che servirebbe con Orso, certo che non mi faccio prendere per il naso dalle sue furbizie di bambino dalla forte autonomia, ma gli regalo spazio, fantasia e un muro di sostegno contro le sue rabbie e le sue irragionevolezze che per il carattere felice e bellissimo che ha sono come delle nuvolette passeggere in un giorno di sole e io sono il vento che lo aiuta a spazzarle via più in fretta. E se proprio deve piovere, fa parte del ciclo naturale pure quello.

E il capo, anche lui che ha bisogno di ordine e tranquillità, ma che vita noiosa che rischierebbe di fare senza lo stress che gli procuro io, che lo stress produce endorfine, e adesso che l' ho un po' interiorizzato questo suo bisogno a me estraneo cerco di assecondarlo, perchè ho bisogno di lui come dell' aria, perchè io lo faccio volare in alto nei miei momenti buoni, ma ho bisogno che mi tiri fuori dalle fosse del winterblues quando ci casco dentro e solo lui sa come ritirarmi su.

Non ho avuto modelli per tutto questo perchè ci lasciamo vivere come possiamo, al meglio delle circostanze e delle nostre inclinazioni, ma apprezzo l' aiuto e i buoni consigli di chi conosce trucchi diversi dai miei. Soprattutto di chi mi ha insegnato che è inutile avere i sensi di colpa o farseli inculcare da chi ha fatto altre scelte.

Qui sotto il testo che va in giro, ora secondo voi abbiamo distrutto la vita ai nostri figli perchè li prendiamo sul serio, ci ragioniamo, non li picchiamo noi per primi e la maestra a scuola e poi anche il bullo della classe così figo? Perchè il futuro non glielo facciamo vedere al cinema ma glielo facciamo vivere? Perchè se ci fanno una domanda di cui non sappiamo risposta gliela cerchiamo insieme su google? Perchè non gli do' un bulletto ignorante, asociale ed emarginato perchè povero migrante italiano come Fonzie per modello? ehiiii.

Più lo leggo più mi deprimo se penso che infanzia sfigata ho avuto rispetto ai miei figli. Però nonostante questo, non penso di esser venuta su così male, poi mi stanno spuntando tutti i bulbi in giardino e anche se fa ancora freddo almeno fino a novembre il winterblues non ce l' ho più, per cui vi lascio schizzando energia da tutti i pori, fino al prossimo post in cui mi lamenterò.

*****Eccolo qui*** non mandatelo in giro per piacere o rischiamo che qualcuno se lo prenda a modello educativo per i figli****
- Noi, che le nostre mamme mica ci hanno visti con l'ecografia.
- Noi, che a scuola ci andavamo da soli e da soli tornavamo
- Noi, che la scuola durava fino alla mezza e poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con papà).
- Noi, che eravamo tutti buoni compagni di classe, ma se c'era qualche bullo, ci pensava il maestro a sistemarlo sul serio
- Noi, che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, mamma a casa te ne dava 2
- Noi, che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa erano guai.
- Noi, che quando a scuola c'era l'ora di ginnastica partivamo da casa in tuta, tutti felici.
- Noi, che la gita annuale era un evento speciale e nelle foto eravamo sempre sorridenti.
- Noi, che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su internet.
- Noi, che la vita di quartiere era piacevole e serena.
- Noi, che andare al mare nei sedili posteriori della 850 di papà o nella 1100 di nonno era una passeggiata speciale e serbiamo ancora il ricordo di un bagno "pulito" a Rimini o a Fregene.
- Noi, che alla Domenica andavamo sempre al ristorante, perché ogni papà poteva permetterselo.
- Noi che alla Domenica c’erano sempre le paste.
- Noi, che facevamo 4 mesi di vacanza al mare, da Giugno a Settembre.
- Noi, che non avevamo videogiochi, né registratori, né computer. Ma avevamo tanti amici .
- Noi, che per cambiare canale alla TV dovevamo alzarci e i canali erano solo 2.
- Noi, che andavamo a letto dopo Carosello.
- Noi, che sapevamo che era pronta la cena perché c'era Happy Days con Fonzie.
- Noi, che guardavamo allucinati il futuro con "Spazio 1999" .
- Noi, che se la notte ti svegliavi e accendevi la TV vedevi solo il monoscopio Rai con le nuvole o le pecorelle di interruzione delle trasmissioni.
- Noi, che ci sentivamo ricchi se avevamo 'Parco Della Vittoria e Viale Dei Giardini'.
- Noi, che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva.
- Noi, che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più fico e che se anche andavi in strada non era così pericoloso.
- Noi, che dopo la prima partita c'era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella.
- Noi, che avevamo il 'nascondiglio segreto' con il 'passaggio segreto'.
- Noi, che giocavamo a nomi-cose-animali-città.
- Noi, che ci divertivamo anche facendo Strega-comanda-colori.
- Noi, che ci mancavano sempre 4 figurine per finire l'album Panini (celò, celò, celò, celò, celò, celò, mi manca!).
- Noi, che suonavamo al campanello per chiedere se c'era l'amico in casa, ma che a quelli degli altri suonavamo e poi scappavamo.
- Noi, che compravamo dal fornaio pizza bianca e mortadella per 100 lire (= • 0,050!) e non andavamo dal dietologo per problemi di sovrappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare.
- Noi, che bevevamo acqua dal tubo del giardino, non da una bottiglia in PET
- Noi, che un gelato costava 50 lire (= • 0,025!).
- Noi, che le cassette se le mangiava il mangianastri, e ci toccava riavvolgere il nastro con la Bic.
- Noi, che sentivamo la musica nei mangiadischi sui 45 giri vinile (non nell'Ipod) e adesso se ne vedi uno in un negozio di modernariato tuo figlio ti chiede cos'è.
- Noi, che al cinema usciva un cartone animato ogni 10 anni e vedevi sempre gli stessi tre o quattro e solo di Disney.
- Noi, che non avevamo cellulari (c'erano le cabine SIP per telefonare) e nessuno poteva rintracciarci, ma tanto eravamo sicuri anche ai giardinetti.
- Noi, che giocavamo a pallone in mezzo alla strada con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto.
- Noi, che trascorrevamo ore a costruirci carretti per lanciarci poi senza freni, finendo inevitabilmente in fossi e cespugli.
- Noi, che ci sbucciavamo il ginocchio, ci mettevamo il mercuro cromo, e più era rosso più eri fico.
- Noi, che giocavamo con sassi e legni, palline e carte.
- Noi, che le barzellette erano Pierino, il fantasma formaggino o c'è un francese-un tedesco-un italiano.
- Noi, che c'era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto.
- Noi, che la Barbie aveva le gambe rigide.
- Noi, che il 1° Novembre era 'Ognissanti', mica Halloween.
- Noi, che l'unica merendina era il Buondì Motta con i chicchi di zucchero sopra la glassa.
- Noi, che il Raider faceva concorrenza al Mars.
- Noi, che a scuola le caramelle costavano 5 lire.
- Noi, che si suonava la pianola Bontempi.
- Noi, che la Ferrari era Lauda e Alboreto, la McLaren Prost , la Williams Mansell , la Lotus Senna e Piquet e la Benetton Nannini e la Tyrrel a 6 ruote!
- Noi, che la penitenza era 'dire-fare-baciare-lettera-testamento'.
- Noi, che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.
- Noi, che il Ciao e il Boxer si accendevano pedalando.
- Noi, che nei mercatini dell'antiquariato troviamo i giocattoli di quando eravamo piccoli e diciamo "guarda! te lo ricordi?" e poi sentiamo un nodo in gola.
- Noi, che siamo ancora qui e certe cose le abbiamo dimenticate e sorridiamo quando ce le ricordiamo.
- Noi, che vivevamo negli anni di piombo, ed abbiamo visto le lotte sociali e di classe.
- Noi, che votavamo per i partiti della 1° Repubblica: MSI, DC, PRI, PLI, PSI, PCI, e non per 70 diversi gruppi dai nomi fantasiosi.
- Noi, che abbiamo trovato lavoro tutti e subito.

Noi, che siamo stati tutte queste cose e tanto altro ancora.
Questa è la nostra storia.

Se appartieni a questa generazione, invia questo messaggio ai tuoi amici e conoscenti della tua stessa generazione .

Ma anche a gente più giovane perché sappia com'era bella la nostra vita ... anche se si chiederà come abbiamo potuto distruggere fino a questo punto la sua ...

domenica 13 febbraio 2011

Delizie domenicali

Arrivare in ritardo a una prova senza starci con la testa, però ci sono arrivata con i capelli lavati, che non tutte le domeniche riesco.

Scoprire che un mucchio di gente è venuta alla manifestazione che abbiamo indetto, a vedere insieme a noi Il Corpo delle donne e poi con lo striscione viola (ma chi l' ha portato? Boh) andare a gridare basta in Piazza Dam.

Se ci fosse stata la Questura avrebbe detto che eravamo in 25, quindi sapete che era il doppio. Tutta gente nuova che ci ha trovati tramite il sito di Repubblica, molti ricercatori, laureati Dams, che ve lo dico a fare. A parte che ieri pare ci sia stata in Museumplein la manifestazione con un mucchio di altra gente che oggi poi non c' era. E una può anche chiedersi il senso di sdoppiarle, ma siamo italiani e non lo saremmo se non ci facessimo i feudi.

Bella la discussione, belli gli interventi, belli i partecipanti, anche quelli che non hanno parlato. Tanti maschi, alcuni con figli appresso (ai miei ho rinunciato, causa prova antecedente, non potevo andare anche a riprendermeli).

Poi a casa, riempire la lista di domande per la terapeuta di Ennio che domani viene per l' intake di Orso, che non ha problemi ma si comporta strano a scuola ultimamente e la maestra ha dato l' allarme. Ci darà, spero, consigli su come prenderlo quando si mette a fare l' incazzato autolesionista con botte di resistenza passiva.

Ricordo questa cosa che avevo scritto almeno 3 anni fa:
"Me l'ha insegnato Orso, il mio secondo cucciolo che fra un po' fa quattro anni. Orso è una roccia. A volte sta li e pensa e io a un certo punto, in primavera, mi chiedevo: ma io lo so cosa pensa quel bambino, che sta sempre zitto e pensa? L’ho chiesto a suo padre: Ma tu lo capisci Orso, lo sai cosa pensa? (che anche Orso padre è un gran taciturno, però nella vita sembra cavarsela in qualche modo, voglio dire, a me c'è riuscito a convinceri a venire quassù per lui, e allora ho pensato che forse tra laconici si capivano a modo loro). Lui riflette e mi fa: un po’ si. Beato te, io no. Poi invece ho capito che forse non saprò cosa pensa ma so molto bene, e a un livello puramente fisico e istintivo, quello che prova. E allora non me ne importa affatto di sapere a cosa pensi, basta che io percepisca se sta bene o male e che riesca ad intervenire in modo adeguato. Cosa che finora mi riesce.


Ma Orso si sta aprendo molto anche lui crescendo, ha smesso di farsi venire le crisi di rabbia, che si butta per terra e non riponde, e adesso parla un sacco. Però mi ha insegnato una cosa fondamentale che mi sta aiutando un sacco nella vita, checché ne pensi Don Stalin, che non deve arrabbiarsi se non lo ascolto, perché io sono e resto distratta."

Insomma, lui è cresciuto e cambiato tanto da allora, ma io resto col mio limite di capire in modo indefinito cosa sente ma non sapere cosa pensi, e lì una professionista può aiutarmi, specie una che già ci conosce tutti perchè segue Ennio.

E poi cena e gioco dopo cena:
lenticchie,

pastinaca stufata brevemente con olio e acqua e il coperchio sopra,

e frittelline col miele che Orso mi ha aiutato a fare e rivoltare.


Ho vinto io.

mercoledì 9 febbraio 2011

I soliti italiani

È da un sacco di tempo, almeno un paio, che mi circola in testa un post sulla comunità italiana in Olanda, le sue mappe, le sue logiche interne, le sue camarille, le sue briciole da gettare ai cani. Ovviamente mi riferisco a quei circoli italiani autoreferenziali che la parola integrazione non sanno bene come si scriva.

Mi riferisco alle dinamiche e non alle persone, perché le persone sono gente per bene nella maggior parte dei casi. Da precisare che in genere io e i miei amici italiani più cari, quelli con cui a un certo punto si è creata un'affinità di pelle e di finalità che ci consentiva di sorvolare sulla reciproca italianità, anche se era importante pure quella, siamo appunto quei tipici italiani che quando vanno all'estero per i primi 10 anni in genere evitano di incontrare altri italiani in nome dell'italianità, ma mettono la parte migliore delle proprie energie nel ricavarsi un posto proprio nella nuova società in cui vivono.
E in genere ci riescono e lo fanno da soli, al massimo grazie agli olandesi, non grazie agli italiani.

Lo dico per quelli che il percorso di espatrio non l'hanno mai fatto, spezzando una lancia a favore di chi emigra in Italia: ragazzi, la vita dell'emigrante è sempre dura, tocca sempre fare il doppio di fatica anche solo a respirare, lo è anche per quelli che la gente ama vedere come expat privilegiati, che sanno le lingue, che vengono per lavori belli e incarichi prestigiosi, figuriamoci i poveracci, quelli che in Italia fanno le badanti e qui lavorano nei call-center e nelle pizzerie. Spostarsi è faticoso a prescindere, se non vuoi vivere a metà.

In quest'ottica di fatica extra, è normale ed umano semplificarsi la vita, almeno per la gestione quotidiana, cercando sostegno, dritte, una rete di supporto sociale tra altri stranieri o tra connazionali. Fa parte delle cose della vita ed è per questo che succede e ha persino i suoi lati buoni, anche se non è per tutti. Per esempio io che in questa catena sono la parte che dà e mai quella che prende, comincio ad accusare segni di fatica e cedimento delle volte.

Ma alla fine mi viene anche da dire: se uno, per amore o per forza, a un certo punto della sua vita decide di andarsene dall'Italietta delle mafie, degli amici, dei compari per farsi un buco in una società non dico apertissima, ma magari che si muove in logiche diverse e fa fatica capirle queste logiche altre.

Se dopo vent'anni questo buco è una voragine nel senso che tra lavoro, famiglia, vita sociale è da un pezzo che non sono io che ho bisogno dei circoli, sono loro che hanno bisogno di me e non si sono mai fatti scrupolo di approfittare e sfruttare il mio entusiasmo e la mia voglia di fare, pur tenendomi a debita distanza, perché si sa che se uno decide che si vive meglio a schiena dritta e non solo a 90 gradi con il barattolo di vaselina in mano, difficilmente è manipolabile, non crederà mica la gente che io ho comprensione o accettazione per un tentativo di rimettermi al patrio guinzaglio?

Così capita che ieri sento quello che sento: e per non dirvi i dettagli veri vi racconto il nanetto con un peresempio che prende dati completamente diversi dal vero.

Facciamo finta che io prenda un master (organizzato dagli amici degli amici) pagandolo profumatamente, ma che in virtù della mia esperienza pregressa venga contemporaneamente assunta dall'organizzazione del master stesso come interprete. E finisce che gli divento, involontariamente, il contatto con tutti gli studenti delle varie annate dei master perché sono l'unica che li conosce, li pratica dopo gli studi, ci va a cena, si coccola i docenti che arrivano dall'Italia e che magari anche loro come quelli appena arrivati gradiscono una guida locale, ci organizza cose che magari non hanno nulla a che vedere più con il master, che per me era comunque un hobby e non una necessità di lavoro come per gli altri.

Facciamo che per questo lavoro specifico un'altra persona con le mie specifiche competenze (per tacer del titolo, che in Italia va sempre bene un titolo, specie se non è gratis) non esiste. Che le poche volte che mi sono dovuta far sostituire ho fatto una fatica bestia a trovare chi prendesse il mio posto a quel prezzo (perché in tutto ciò per amore della materia l'interprete lo faccio a prezzo di favore e le mie fatture vengono pagate dopo un anno, mentre le mie sostitute le pago io sull'unghia quando serve) e sempre le sostitute sono state crititcate sulle competenze.

Facciamo che in virtù di quel titolo e forse, ho la presunzione di credere, della mia fama di persona competente, un'altra istituzione italiana mi chieda di svolgere incarichi in base a questa competenza ma a un livello completamente diverso dal master per una cosa completamente diversa, pagandomi. Diciamo che mi chiedono di dare ripetizioni ai bambini, non di insegnare a un master analogo. Questa cosa però è una promozone per il master stesso per il quale trovo nuovi clienti e chiedo un mandato per informarli e mandarglieli.

Succede che il gran capo onorario di questa cosa (quello che da anni mi dice: se ci trovi altri studenti ti diamo la pencentuale, ma non me lo mette mai per iscritto e la percentuale quindi non ce l'ho), non istituzionale, uno dei tanti bottegari di cui il mondo è pieno, si offenda en plein public con il rappresentante dell'istituzione italiana (pagata con le vostre tasse, vi ricordo) perché come osano prender me per far quel lavoro, bisognerebbe fare a rotazione tra tutti i laureati di quel master.

I quali laureati, si sappia, sono manager, imprenditori, o gente con tuttaltro mestiere e non è detto che abbiano il tempo e la voglia di mettersi a fare, sottopagati e a padrone, il lavoro che faccio io meglio di tanti.

Per ora il mio incarico è sospeso in attesa di chiarimenti e decisioni.

A me non è che le istituzioni italiane come clienti o procacciatori degli stessi in questi vent'anni mi abbiamo mai aiutata a pagare il mutuo. Al massimo le cene fuori necessarie alle PR, che sono pure poche e sempre nei locali della cricca. E quel lavoro lì, pietra dello scandalo, lo faccio da prima di prendere il master, ma diventa un problema per certi italiani se me lo chiedono gli altri italiani senza prima passare per loro. Da dire che anche chi me l'ha detto era abbastaza strabiliato e credo pure seccato che qualcuno gli venga a dire come fare il suo lavoro, con chi e a che titolo. Ma non ci si mette contro la cricca e non avverrà, quindi.

Io ufficialmente non so nulla, quindi chissenefrega. So adesso di essere padrona del mio tempo per organizzarmi quel lavoro lì in proprio esattamente come facevo prima che mi chiedessero gli italiani, i soliti italiani, di farglielo.

Ma vedermi ritrascinare per i capelli e alle mie spalle in quelle logiche clientelistiche per sfuggire alle quali io me ne sono andata e mi sto facendo il culo da immigrata da un paese neanche troppo sexy (se ogni volta tocca spiegare all'Olanda intera che no, non voto e non sostengo questo governo che purtroppo mi rappresenta - al contrario degli altri protagonisti di questa vicenda, sarà quello?), ecco, dopo ventanni fa un effetto straniante.

Ed è da ieri che sto cercando di capire se mi viene più da ridere o da incazzarmi. Così l'ho scritto sperando di chiarirmi le idee.

Il post sugli expat mi sa che dovrà ancora aspettare. La vaselina pure.

giovedì 23 dicembre 2010

Dell'aceto, del succo di limone e del bicarbonato

Accolgo volentieri la richiesta di Cristina al post precedente e vi spiego come sto passando ai tre ingredienti di cui sopra per sostituire progressivamente i detersivi. Si tratta di tentativi empirici in corso e tenete presente che predico bene e razzolo male, nel senso che saprei come ripulire un sacco di tipi di sporco, ma che per pigrizia e grazie a un'alta soglia di sopportazione (che è una cosa che in parte si può semplicemente coltivare, non è innata) mica sto sempre a eliminare tutti i microbi da casa. Però abbiamo un sistema immunitario che fa paura.

Alcune cose mi fanno compagnia, tipo le ragnatele nuove con i loro ragnetti che a loro volta mi fanno fuori altri insetti più molesti, per esempio. Inoltre pur avendo un'isola cucina in acciaio, a me non danno fastidio le macchie, i graffi e le punzonature sullo stesso. Le caccole da avanzo cibi si, e infatti quelle le faccio fuori. Ma diciamo che lo sprint con cui mia suocera i primi tempi mi procurava un prodotto magico dopo l'altro per rendere l'acciaio superbillante non fa parte di me.

Al massimo prima o poi mi procurerò una paglietta d'acciaio con cui rendere meno evidenti sia i graffi più grossi che il riflesso luccicante del piano cottura, strofinandocelo delicatamente fino a produrre un effetto mat con i minigraffietti della paglietta.

Ma si diceva dei tre ingredienti, a cui aggiungere acqua bollente e guanti spessi per non ustionarsi.

Intanto il bicarbonato in Olanda non ha il ruolo principe per la casalinga frustrata come ce l'ha in Italia, al massimo trovate dei barattolini micro di quello usato come lievito e quello costicchia se si pensa di usarlo per pulire. Io però ho il mio spacciatore di Fiesta, Chinotto e cedrata Tassoni e il sant'uomo, che importa quello che manca a lui, ha anche bicarbonato, idrolitina, sale grosso ed effervescente brioschi. Scrivetemi se vi mancano queste cose e ci mettiamo d'accordo su come trovarle.

Poi non tutto si lava con questi ingredienti, per i piatti e i panni uso semplicemente il detersivo ecologico che si vende in giro e mi trovo molto soddisfatta (prima o poi invece voglio provare quello per la lavastoviglie fai da te, ce ne sono versioni diverse sul net). Le palline magiche per la lavatrice invece ne ho un set qui e uno in Italia ma non mi convincono al 100% e secondo il capo che ha effettuato lunghe ed ampie ricerche sul net, son un po' un mito urbano.

Ricordiamoci che io ho i due figli pataccari e in questa casa gli aloni sui vestiti specie dei bambini ce li teniamo tutti, bisogna poterlo sopportare, per questo invidio che in Italia esiste per scuola il grembiule. Qui si trattano le macchie solo sulle camice del capo, che è così che paghiamo il mutuo (infatti un altro rito mio e dei bambini è quello di lavare la macchina quando ci sembra che abbiamo esagerato e tocca rifarla rappresentativa) e le macchie di vino rosso sulle tovaglie che uso per le degustazioni. E anche lì ci aggiungo un po' di bicarbonato al detersivo in lavatrice.

Ma procediamo con ordine. E ricordatevi che l'acqua bollente pulisce anche da sola un mucchio di cose.

Capelli
Premetto che da alcuni anni non mi sono più fatta tinte o riflessi, non so come reagirebbero queste a questo sistema. Il fatto di disabituare i capelli dall'uso dello shampoo che crea un circolo vizioso di untaggine me lo conferma Orso, che odia lo shampoo, da quando è nato se va bene accetta una volta al mese di usarlo con grandi urla, si lava quelle due-tre volte alla settimana solo con l'acqua ed ha dei capelli bellissimi e lucendo, specie ora che sono lunghetti si vede. Mi sono detta che magari poteva funzionare anche con me.

Di mio ho i capelli mossi alla cavolo (nel senso che se ci lavoro molto di spazzola e bigodino e phon ho una piega perfetta per 20 minuti, o dei riccioli perfetti, ma se tiro a campare i capelli mi sparano ovunque), fini, le pieghe le tengono come possono e non sia mai la permanente, mi si spezzano tutti, e a tendenza unta.

In un bicchiere di plastica metto 3 cucchiai (in realtà faccio bellamente a occhio) di bicarbonato, riempio di acqua calda e mischio col dito perché sono già sotto la doccia, poi me lo spargo sul cuoio capelluto, magari in due round, e strofino bene. A questo punto strofino anche il resto dei capelli. Se siete abituati allo sciampo in effetti vi resta una sensazione tattile molto strana e ruvida, e l'impressione che il capello sia ancora unto. Ignoratela, fa parte del gioco. Sciacquate bene, e quando avete finito di farvi la doccia a seconda della lunghezza dei capelli vi mettere in testa da mezzo a un bicchiere di aceto, stando attenti a non farvelo andare negli occhi (se ci va sciacquate). Poi vi asciugate i capelli come sempre.

Tenete comunque presente che:
1) lo shampoo comprato è fatto apposta per creare dipendenza: da un lato vi sgrassa bene i capelli, dall'altro per questo motivo le ghiandole sebacee producono con i turni straordinari e siamo sempre daccapo, tocca risgrassare, si rimettono a ingrassare ecc. Con il bicarbonato/aceto ci vogliono alcuni lavaggi per abituare le vostre ghiandole sebacee che non hanno più lo shampo a iperstimolarle, quindi per i primi 3-4 lavaggi vi troverete i capelli velocemente unti, se vi da fastidio lavateli tutti i giorni fino a che non passa questo momento di transizione. Io ci ho messo un mesetto semplicemente perhé era un periodo che lavoravo poco e potevo permettermi un capello unticcio senza stare a lavarli ogni due giorni, ma solo quando dovevo presentarmi al mondo in ordine impeccabile.

2) L'aceto sul momento puzza di aceto, forse dovrei passare al succo di limone, cosa che farò appena trovo una confezione pronta gigante, perché mettermi a spremere non è nei miei ritmi. Quando i capelli sono asciutti non si sente quasi più, a meno che qualcuno non si metta di buzzo buono ad annusarvi intimamente (che con la persona giusta avrebbe pure i suoi lati buoni di coccola).

Infatti il sito in inglese dove avevo trovato alcune info approssimative su questo sistema parlava di aceto di mele che forse puzza meno, che però non trovo, io ho preso semplicemente una lattina di aceto di vino bianco da 5 lt. che uso per tutto. Forse va bene anche l'aceto trasparente non di vino, che pare costi di meno. L'unica è che quando vi siete asciugare i capelli si sente appena appena (insomma, io manco me lo sento più). Oggi vado dal grossista a guardare che tipi di aceto ha e farò esperimenti.

3) Da quando uso questo sistema i capelli mi stanno benissimo in piega anche se non ci faccio niente (i miei sono mossi e hanno la tendenza a sparare le punte a meno che non stia lì con bigodini e spazzole). Cioè, mi lavo, mi pettino i capelli nella forma solita (riga da un lato e il resto dietro le orecchie), a volte gli dò una mezza asciugata, altre sfido la cervicale, però se esco mi metto il berretto di lana, fatto sta che li pettino una volta e nel momento in cui mi accorgo che si sono asciugati, trac, stanno perfettamente in piega, compresa la banana sulla fronte che resta bella gonfia.

4) Ho i capelli più lucidi, si pettinano meglio, tengono la piega anche quando mi sono appena alzata e prima di pettinarmi.

5) Elimino dalla doccia automaticamente un sacco di incrostazioni e macchie dei saponi e shampii che usano i maschi, visto che entrambi gli ingredienti sgrassano. Prima di uscire passo la spatola con la lama di gomma per pulire i vetri (ma come si chiama?) su pistrelle e pavimenti e se proprio voglio esagerare, uso per i capelli un asciugamano vecchio che poi riciclo per asciugare le ultime gocce, così si ottimizzano pure i tempi di pulizia. A questo punto suggerisco che chi usa questo metodo faccia la doccia per ultimo così rimane tutto pulito.

Maschera per capelli
Io e mia madre abbiamo i capelli grassi ma credo che ci si possa aggiungere un cucchiaino di olio di mandorle per chi ha i capelli secchi. Prendasi un tuorlo d'uovo, mescolarlo bene con un cucchiaino di olio di mandorle e uno di acqua di rose (ma anche solo il tuorlo con un goccio d'acqua qualsiasi per stemperarlo, se non avete tempo, fa), metterlo in testa e lasciarcelo 10 minuti. Poi sciacquarlo iniziando con acqua molto tiepida (altrimenti vi si cuoce il tuorlo in mezzo ai capelli, non so se vi va) e usarlo come uno shampoo, massaggiando bene capelli e cute fino a che non lo avete tolto tutto. Se volete a quel punto aggiungerci l'aceto, bene, altrimenti basta anche così.

Pasta lavante per superfici varie (legno, piani appoggio, ceramica ecc.)
Mescolate a del bicarbonato poca acqua (3:1) fino a formare una pasta (in genere mi limito a metterne su una spugnetta umida) e con la spugnetta puliteci taglieri, piani da lavoro, lavandini in ceramica e acciaio specie se unti e bisunti, sanitari e tutto quello che vi viene in mente, dove normalmente usereste le creme abrasive.

Piastrelle, pavimenti, specchi, vetriAcqua bollente e aceto, le quantità faccio a occhio, ma l'aceto aumenta in proporzione all'unto/sporco. I vetri ripassati con il giornale brillano (per via di sostanze nell'inchiostro) e si ricicla così anche quello.

Pentole attaccate e bruciacchiate
Riempirle fino al segno dello sporco/bruciacchiatura di acqua e bicarbonato, fatele bollire per alcuni minuti e tutte le incrostazioni si staccano da sole. Lavare normalmente.

Microonde
Mettere in una ciotola di materiale resistente al microonde acqua e limone (succo o mezzo limone spremuto), fate andare a tutta callara per uno o due minuti e poi togliete la ciotola e lavate immediatamente con un panno, magari in microfibra, l'interno del forno.

Bicchieri e cristalli
Se con le feste tendete a tirar fuori i grandi servizi di bicchieri (anche quelli dell'Ikea vanno benissimo) e non vi entrano in lavastoviglie o temete che lo stelo si rompa (e comunque in lavastovigli mi si accasciano e ci restano fondi d'acqua, aloni e macchie) fate con il sistema di mia madre, che li vendeva e li collezionava in proprio.

I vasi e i ninnoli in cristallo molato vanno spolverati con una spazzola per i vestiti che entra in tutti gli angolini (ci ho passato le migliori domeniche della mia infanzia a spolverare con mamma la sua collezione) e il panno in microfibra.

I bicchieri e i servizi vanno lavati o almeno sciacquati in acqua molto calda (pensate ai guanti spessi) e messi ad asciugare all'aria su panni puliti, prima a testa in giù per sgocciolarli bene, poi a testa in su.

Brocche, bottiglie e vasi che si incrostano dentro con il calcare dell'acqua ma magari sono troppo stretti per pulirli bene, vanno lasciati stare con acqua e una tavoletta per le dentiere e poi sciacquati con lo scovolino. I peggio, se proprio posso dirlo, sono i decanter, ma siccome io sono della scuola di sommelerie che li usa il meno possibile, basta riempirli immediatamente di acqua e bicarbonato così i pigmenti rossi non fanno a tempo a fare depositi e poi li lavate con lo scovolino e/o la tavoletta.

Tutti questi sistemi sono adatti alla sciagurata che sono io, che non sto a preparare in anticipo detersivi alternativi. Tenete presente che l'aceto neutralizza il detersivo quindi non usatelo come brillantante in lavastoviglie insieme al detersivo tradizionale. Ho semplicemente la boccia di aceto e il pacchetto di bicarbonato in bagno e in cucina e quando serve li prendo e li uso nature.

Non vi dimenticate neanche l'effetto acqua bollente. Più acqua calda usate, meno detersivo vi serve, per questo sarebbe meglio evitare le tavolette predosate, perché in realtà a parte i lavaggi veramente supersporchi la metà delle dosi consigliuate basta e avanza.

Non si tratta di coscienza ecologica, o perlomeno non solo quella. Io e Ennio soffriamo potentemente di eczema che ci torna nelle situazioni più insperate, e quindi preferisco soffrire un po' per la polvere, piuttosto che per prodotti sbagliati.

(E poi si, e pure coscienza ecologica. Io lo so benissimo che in tutta una vita in cui passo il tempo a riciclare, non sprecare, mettere quelle deprimentissime lampadine a risparmio che poi mi viene da suicidarmi per la mancanza di luce, riusare carta, stoffa e tutto quello che posso, nulla di tutto questo riuscirà mai a pareggiare, manco se vivo 80 anni, un solo minuto di scarichi di qualsiasi centrale elettrica o fabbrica. Noi a sbatterci e loro a prenderci per culo. Ma è per il principio che lo faccio, non perché penso che sia utile. E se continuo con convinzione, e il principio passa a grandi numeri, forse un giorno ci si riesce pure. In fondo dopo le epidemie di mucillagine nell'Adriatico hanno proibito i fosfati nbei detersivi e 'sta mucillagine in quelle quantità non si è più vista. Fidatevi, ho vissuto 23 anni a 20 mt. dal mare, la vedevo benissimo quando c'era).

E adesso tocca veramente smetterla di cincischiare e pulire finalmente casa che domani è la vigilia.

domenica 19 dicembre 2010

Oggi giornata sulla cultura italiana a Utrecht

Il logo di Una domenica particolare l'ho messo qui accanto un mesetto fa, se ci cliccate sopra andate a finire sul sito con il programma.

Qui riassumo per i frettolosi: oggi a Utrecht la manifestazione delle Culturele zondagen cioè le domeniche culturali è tutta nel segno dell'Italia. Ci sarà Silvia Avallone, Geronimo Stolton nei panni del suo editore alla libreria per bambini, i documentari il Corpo delle donne con spero la Lorella soi meme e Colpa nostra di giuseppe Caporale che finalmente conoscerò, dopo aver letto con piacere il suo libro L'Aquila non è Kabul su segnalazione di un amico aquilano che mesi fa, una vita fa mi disse:
"Gli unici due libri scritti sull'Aquila dopo il terremoto che si salvano sono il tuo e L'Aquila non è Kabul" e allora l'ho letto e l'ho trovato un libro necessario.

Oggi vedrò il documentario e farò da interprete per la sessione domande con il pubblico, fatevi vedere e sentire.

Ci sarà il duo Gentile-Bocconi a cantare e suonare, meno male, perché a tutte le manifestazioni pseudoitaliote, che l'Italia da queste parti vende, ci sono sempre degli olandesi pseudoitalianizzati che fanno sempre i soliti repertori scontati in modo scontato, e scontato è la cosa meno appropriata a Stefano e Sebastiano.

Ci sono Silvia e Roberto a fare i reading nell'incontro con i traduttori, e per una volta sono completamente al servizio delle scelte dei traduttori (che significa che saranno bravissimi come sempre ma decliniamo qualsiasi responsabilità sulla scelta dei testi e sappiatevelo).

E ci satranno le solite cose e le meno solite e un sacco di gente che per mesi ha fatto una gran fatica per presentare l'Italia all'estero, un'Italia che a volte è scontatissima e strumentale come il piazzaiolo Carmine del Ristorante Lo Stivale (sto inventando) e a volte ha appunto la faccia di noi Astarottiani, degli AlterNative, dei 1001 Italiani della storia orale messa insieme da Daniela Tasca per raccontare come gli italiani hanno spianato la strada alla società olandese multiculturale che per anni le sinistre hanno annunciato come il Messia e adesso che le destre sono al governo e non ci vuole credere più nessuno, fateci caso che c'è.

Insomma, Italia nei paesi Bassi al meglio e scusate se è poco. che per tirar fuori i soldi per una manifestazione del genere e affidarla a chi le sa fare le cose, non so, vorrei vederceli Alemanno e la Moratti.

venerdì 19 novembre 2010

Ma io ho mai goduto...

... mentre andavo a votare? mi sa di no, mi sono sempre mancate le premesse.



Grazie al Corpo delle Donne che l'ha pubblicato, l'ho trovato lì e mi andava di condividerlo. Pd, non vorrei dire, ma dopo le primarie, quali sono le prossime mosse per conquistare l'elettorato giovane? Gli mandate il lecca lecca a casa?

domenica 14 novembre 2010

Cicciolina a Zaandam (in caso di nostalgie)


Ex-Porn Star deve essere qualcosa che funziona, e bene, perché hanno semopre grandi pubblicità in giro, per tacere del vespino rosa con la scritta bianca, la macchinetta e mi pare il furgone idem, che oltretutto devono pure essere vicini di Margherita B., povera, perché li vedevo sempre parcheggiati sotto al suo palazzo.

Ma cosa facciano non lo so, secondo Ruvy sono feste a tema in cui, a parte che bisogna andar vestiti a tema o non entri, poi c'è l'esibizione di qualche ex-porn star famosa. Se la gente ci vada anche per fare del sesso trasgressivo, o se sia soprattutto una quesitone di scenografie e ambienti, non ve lo so quindi dire.

Oggi però mentre seguivo il corteo di Sinterklaas ho visto da vicino il cartello sopra e non ho potuto fare a meno di fotografarvelo. A occhio direi che non è il mio genere, ma magari è il vostro.

Non vi perdete quindi il 20 novembre, sabato prossimo, Cicciolina a Zaandam.

Visto che il quartiere a luci rosse hanno deciso di bonificarlo nel frattempo (ho avuto la settimana scorsa un colloquio con il responsabile del comune del progetto ridestinazione d'uso di tutta una serie di bordelli, cinema porno e altri immobili intorno alla Oude Kerk) e ragazzi, che delusione e disillusione.

Uno dice i politici italiani, ma anche qui l'ipocrisia e il profitto guidano tutto. Altro che decriminalizzazione della zona (quella c'è stata già e da un pezzo): riempiamo di bottegari e mandiamo via le donnine, che dove dovrebbero andare ad esercitare, ancora non riesce a spiegarmelo nessuno. Finiranno anche loro sfruttate nei club con controlli di gran lunga minori di quelli che ci sono adesso nelle vetrine, dove almeno: you see what you get.

Però tutti i turisti imbranati che amavano scandalizzarsi ("Ma cosa ne direbbe il papa" li ho sentiti con queste orecchiette sante) nel vederle dietro alla Oude Kerk, che da un pezzo non funziona più come chiesa e chissenefrega, ma come sala concerti e mostre, adesso se ne potranno andare al Grand Café, al wine-bar o dallo stilista emergente.

Sodoma e Gomorra, mi diceva l'amica di famiglia, polacca trapiantata in Australia che in scalo ad Amsterdam era finita, e come potrebbe essere diversamente, proprio lì, ma guarda un po'. Proprio nel quartiere non ci passa neanche un tram o un autobus, oh, ma tutti lì finiscono. E si scandalizzano.

Bene, in questo bagno di ipocrisia, meglio Cicciolina, che lei almeno è sempre stata onesta e naturale in quello che faceva, e sinceramente non è mai stato neanche il peggio che sia finito nel nostro parlamento. Con questi chiari di luna, tocca davvero rimpiangerla per il suo acume politico.

Chissà, magari alla fine ci andrò pure io a Zaandam.

martedì 9 novembre 2010

Miserie umane

A voi sembra che i soliti disastri naturali di cui l'Italia è ricca siano un castigo di dio? Pure quelle volte, come nel caso di alluvioni e esondazioni e frane è chiarissimo che certe zone a notorio rischio idrogeologico potrebbero venir protette meglio con i semplici investimenti e politiche che tutti predicano da anni ma nessuno adotta se non in pochi e sporadici casi? It ain't rocket science, o no?

A me in questi giorni sta sul cuore il Veneto, come lo è la Liguria tutte le volte che anche lì viene giù tutto, come lo è la Sicilia, come lo sono tutti i posti e tutte le persone che vengono colpite nel proprio quotidiano ogni volta che le cateratte si aprono e la terra trema o i boschi bruciano.

Abbiamo una protezione Civile per questo e quello che vale lo sappiamo. In genere basta dare degli angeli ai pompieri, i militari e i volontari che rischiano in proprio, senza poi chiederci se ce l'hanno un contratto decente, un organico sufficiente, la benzina per i mezzi, le attrezzature.

Lo sapete, vero, che i VVFF in tutta Italia sono quanto quelli della sola Parigi? cioè, ci salvano la pelle tutte le volte - e spesso - che serve e non gli pagano gli straordinari, non gli pagano da mangiare se non mesi dopo e se li devono anticipare loro, li trattano a pezze da piedi. Lo sapete questo vero? Io l'ho imparato con il terremoto.

Chi ci lascia la pelle sono anche loro. Li avete mai visti i funerali di stato con le TV in prima fila per un pompiere?

Ogni volta saltano fori le promesse di soldi per l'emergenza, distribuiti con i criteri oscuri che sappiamo. Perché se invece di farlo dopo, i soldi si investissero prima per prevenirli, questi disastri, non c'è gusto. Un disastro evitato, non se ne accorge nessuno, non fa titoli, non fa figo.

La gente soffre, perde casa, spesso lavoro, quello che ha perso (macchine, attrezzature, suppellettili) se le ricomprano e vivaddio.

A me sembrerebbe abbastanza brutto questo.

Poi però adesso la cosa più eclatante che sento in commenti e in giro per blog, e scusatemi se magari dipende da me che sento spesso questo, evidentemente ci faccio caso, è che bravi i veneti, loro si che si rimboccano le maniche, loro si che non hanno bisogno di nessuno, loro si che spalano il fango. Mica come quelli del sud.

Beh, a Tortoreto qualche anno fa è esondato un laghetto sulle colline che si è portato giù un mare di fango, ci sono ancora le tracce sui muri non ridipinti a un metro di altezza. E meno male che è successo di notte mentre tutti dormivano e non, ne dico una, mentre i bambini entravano a scuola in piazza matteotti, che le foto che ho visto, i bambini più piccoli se li risucchiava il fango immediatamente.

E anche lì la gente si è presa le pale, ha spalato, ricomprato macchine magari apena consegnate, ricomprato una tipografia, un bar, quello che serviva. Forse nel lavorio l'unica differenza è che non ho sentito nessuno dire: visto come ci arrangiamo, mica come quelli del nord, che quando c'e da prendere contributi a pioggia per risistemare il Po li prendono e ogni anno poi stiamo daccapo.

Scusate, le miserie umane sono tante ma a me oggi sta sullo stomaco questa. E ci sta di brutto. E io ho un bruttissimo carattere.

Allora, miseria per miseria lo dico qui, che stavo per dirlo nel blog di un'amica e mi sono trattenuta. Ehi, voialtri del nord che siete così bravi e ce l'avete con noi profittatori del sud: comincia per V, la indovinate?

Certe volte il federalismo mi sembra auspicabile solo perché certa gente tocchi con mano le cazzate che dice. So che dovrei vergognarmi per quello che ho appena scritto, ma qui abbiamo tutti la faccia come il culo. pure io.