domenica 10 dicembre 2006

Mi girano le palle

Brutta cosa le feste! Prima San Martino, poi Sinterklaas, adesso già ci stiamo preparando per Natale (e meno male che andiamo in Polonia a farci coccolare da mamma e zia) e in tutto ciò ci sono feste di addio, compleanni, onomastici tra cui il mio, pranzi a sorpresa e istruzioni per l'uso per le persone che frequento.

E io mi sono stufata di chi non apprezza i miei sforzi ma è sempre pronta a farmi notare il pelo nell'uovo, a rinfacciare, a far finta che si può fare a meno di crescere, tanto basta correre dalla mamma.

Basta allora, adesso la mamma la faccio solo per chi ne ha tutto il diritto: i miei mostri, che nonostante me e la vita e il mondo, sono i bambini più belli dell'universo conosciuto. Ieri siamo andati a questa bellissima festa di 60 anni, con attività creative e tante persone carine, ho cucinato con lo chef grazie all'aiuto di Ennio, Orso ha dipinto con il papà un pezzo di servizio di porcellana per la festeggiata e tutti mi hanno fatto i complimenti per i bambini bellissimi ed educati che ho. Il che mi dimostra che qualche cosa buona riesco a farla anch'io.

lunedì 20 novembre 2006

Ahi, l'amore che cos'è

Che meraviglia, 11 anni di matrimonio e il capo riesce ancora a sorprendermi con effetti speciali. Questo sabato, a colazione che è uno dei pochi pasti insieme della settimana, oltre a un mazzo di rose che mi fa trovare invasate e tutto, mi tira fuori un CD. Cos'è? 17 cover della canzone di Cindy Lauper Time after time, che si mi piacicchia, ma non in maniera così clamorosa da pensare che lui ci avesse fatto caso. Che alla prima versione con chitarra elettrica Ennio stende il braccio destro in fuori, comincia a fare movimenti di grattata di pancia e segue la musica (essendo mancino, giustamente, lo fa al contrario) come un mini-Jimi.

Mi sento così approvata, una parola strana, ma so quanto lui patisca il mio caos, la casa piena di roba sparsa in giro tra i piedi che non si capisce quali sono i panni lavati da piegare e quali quelli sporchi da lavare (amore, però ammettilo che il tipo di casa che abbiamo metterebbe a dura prova anche una casalinga perfezionista full-time, figurati me che vivo nei ritagli di tempo), i weekend che lui passa a fare lavatrici e stiraggi, oltre che ad aggiustarmi il computer, farmi l'amministrazione ecc. Insomma, delle volte penso che lui mi ami nonostante. E invece no, mi pensa e mi fa spontaneamente i CD.

Anche se è per lui che sono venuta a vivere in questo clima infame, ne vale ancora la pena ogni giorno. Come a dire, basta poco a far felice una casalinga senza vocazione.

giovedì 2 novembre 2006

Hanno tolto il LOVE INN


Passo una di queste mattine davanti al Lloyd Hotel mentre porto Ennio a scuola, e guardando verso il molo vedo il vuoto: mi hanno tolto il Love Inn.

In questo paese quando vedi roba in giro che ti viene il dubbio se stia lì perché deve passare la nettezza o si tratti di altro, la cosa è certa: si tratta di arte messa lì per il godimento e l'elevazione spirituale dei passanti (perché se invece di dubbio hai la CERTEZZA che sia monnezza e la sola cosa che devi decidere è se vale la pena di guardare se ci sia del riciclabile o no, allora in effetti sta solo aspettando il camion della spazzatura).

Quindi un po' di mesi fa, mentre facevo la fila al mio bancomat vedo un'Opel Kadett tutta dipinta allegra, a 4,5 metri di altezza su pali, con una scaletta antincendio per salirci e un'insegna al neon con su Love Inn, e ho saputo con certezza che si trattava di un'opera, un happening, un'installazione, un intervento sul paesaggio, una di quelle robe che mia madre ancora si esalta/incazza quando viene qui e le vede. Vado sotto, la ispeziono dal basso e vedo che non ha motore, assi, albero a camme, niente. Opera d'arte ragionata, non c'è che dire. Non essendoci salita, non sapevo che dentro ci fosse un letto rifatto di fresco.

Nei mesi che è stata sul molo non ci ho mai visto qualcuno salire o scendere, ma pare ci fosse la fila. Si trattava, secondo le intenzioni, di mettere insieme il mezzo su cui si consuma più aggressività in questo paese (guidano incazzati, stateci attenti) con il concetto di volemose bene. Ma pare ci scopassero davvero, comunque i pali di sostegno erano a tall'uopo predisposti.

L'artista è Federico d'Orazio, e mi piacerebbe tanto sapere che fine ha fatto, insieme alla sua kadett.

A tutte le cose belle giunge una fine.

Morale della favola: in questo quartiere se non paghi il parcheggio ti portano via proprio la macchina da sotto agli occhi. anche se è un'opera d'arte. E io che pensavo che la macchina come Love Inn fosse il rifugio degli amanti solo in quei paesi sottosviluppati dove vivere da soli è uno stigma, e dove a furia di pagare cellulari, scarpe firmate, vespe e macchinoni nessuno riesce più a mettere insieme un mutuo. Per avere un po' di privacy fra 4 mura.

venerdì 27 ottobre 2006

Vacanze d'autunno: UK

A che servono le vacanze scolastiche? A far riposare i poveri genitori esausti. A parte un mese e mezzo di lavoro matto e disperatissimo, compreso il capo che oltre al suo di lavoro doveva sistemare tutta la mia amministrazione, siamo riusciti a dispensare Ennio dall'ultimo giorno di scuola, così i nonni li hanno prelevati di giovedi, e venerdi mattina siamo partiti per Newcastle. Soli.

Come al solito, non è mai una vacanza rilassante, la nostra, c'è sempre il trucco. Stavolta era la visita troppo a lungo rimandata a Harry, prof del capo a suo tempo, che da quando è andato in pensione nel nord dell'Inghilterra sono anni che ci invita. A gennaio ha anche perso la moglie e a questo punto abbiamo capito che non si poteva proprio più rimandare.

Il loro ideale, mi dicevano, era un cittadina inglese con un cattedrale e un' università, così che entrambi potessero ancora tenersi in contatto con la vita professionale. Trovare l'hanno trovata e hanno anche comprato questa casa bellissima con vista sulla cattedrale. Una casa piena dei loro libri, purtroppo molti ancora inscatolati, della loro collezione d'arte, con un bellissimo giardino e una cucina con forno AGA. Praticamente in centro.

Quindi noi ci siamo goduti la cucina, e i libri e il centro a portata di mano, abbiamo dormito moltissimo, ho cucinato sull'AGA e ne sono completamente innamorata, e ho scoperto formaggetti interessanti nel mercato coperto in piazza.

Il povero Harry, niente di tutto questo: un paio di settimane prima del nostro arrivo è stato ricoverato d'urgenza in una casa di riposo perché fondamentalmente non era più in grado di badare a sé stesso. Siamo andati a trovarlo tutti i giorni, portandogli robine da mangiare che gli piacessero (ci abbiamo messo tre giorni a comprargli i cristalli di sale Maldon) e scocciando tutto il personale. Il giorno in cui siamo partiti avevano deciso di ricoverarlo in ospedale per seguirlo meglio, cosa che mi ha sollevata, perché nonostante fossero carini e solleciti, la casa di riposo in sé era una cosa terrificante.

Il tutto mi ha costretto a pensare a quanti limiti ti ponga la vita nel momento in cui non sei più autosufficiente, ma soprattutto mobile (un assaggio lo avevo avuto con la tremenda storta alla caviglia quando ero incinta, tutti i tuoi tempi, percorsi e movimenti mutano radicalmente, che so, non puoi correre al bagno se hai un'urgenza, veramente cose a un livelo molto basale, non puoi dire: faccio un salto a prendere il latte, che nel mio caso sono tre km. tra andata e ritorno, cose così). Diventare anziani e dipendenti è davvero una riduzione troppo rapida di tutte le cose piacevoli che puoi fare. Ti rimane molto poco, purtroppo. Cosa sarebbe di me il giorno che non riuscissi più a leggere? (Mi darei alla radio, probabilmente).

Però siamo riusciti a parlare con lui, e tutti e tre eravamo felici della visita, infatti vorremmo tornarci presto, magari un weekend lungo se il capo ha ancora ferie.

Per il resto: shop till you drop. Tutti parlano male della cucina inglese, che invece ha tanti lati positivi. Ho scoperto che mi manca tanto il Marks&Spencer che una volta era ad Amsterdam. Già prima di partire avevo ordini dalla Tanga (e me stessa) per il reparto biancheria, che è una cosa splendida e utilissima. Solo che il M&S locale era piccolo, non aveva molto e mi sono rifatta con il cibo. Steak&kidney pudding, Pies di tutti i tipi (raccomando: haddock pie), le salsiccette e il bacon per colazione (bacon toast tutti i giorni, meno male che cercavo di smettere con il maiale), beetroot salad e poi tutti i dolcini buoni che hanno.

Sicuramente generalizzo, ma la differenza che mi salta all'occhio con l'Olanda, semplicemente guardando tra gli scaffali di un normale supermercato, è che gli inglesi apprezzano il cibo e gli sforzi che ci vogliono per goderselo, anche se magari mangiano roba che ti si accumula tutta sulle chiappe. Qui invece hanno tutti l'idea che sia buono abbastanza tutto quello che costa poco, e che se davvero vuoi strafare, basta che costi un sacco. (Un po'confuso ma ci siamo capiti, no?)

Diciamo che quello che mi colpisce da un paio d'anni è che chiunque scriva di cibo in Inghilterra, porti molto avanti il discorso dei prodotti locali, delle uova e della carne 'ruspante', dei piccoli produttori di verdure particolari che devono lottare contro il potere delle grandi catene di supermercati. Questa visione ecologica del cibo, basata sui sapori da riscoprire.

Se poi vedo che in effetti i piccoli negozi di specialità ci sono ancora e che le stesse grandi catene ci tengano a produrre in modo responsabile ed ecologico, mi viene il dubbio che non si tratti solo di una speculazione accademica ma di un punto di vista, indotto o meno, a cui i consumatori sono sensibili. Tanto tutto è pubblicità e un punto di vista originale e genuino è difficile formarselo, però se devo scegliere tra iperconsumo di latticini incoraggiato da denaro pubblico per giustificare le quote di un'industria alimentare 'di plastica', quando tutte le ricerche alimentari e il buon senso ti dicono che tutto quel latte a un adulto forse non è poi necessario, e un produttore che crede nella pesca sostenibile, preferisco il secondo. Che però, dove vivo, non si trova.

Oltre al cibo, vestiti. Le due cose sono molto collegate, perché il bello dell'UK è che grazie alle culone precoci che hanno, quasi tutte le catene di vestiti hanno taglie grandi, anche quelle per ragazzine. Sulla sanità sociale di questo fenomeno mi astengo da commenti, egoisticamente sono felice per me, esattamente come altri sono felici di spendere poco per il cibo che mangiano.

Insomma, cosa volete di più da una mammamsterdam? Quando ho parlato di bambini, cibo e vestiti sono contenta e non mi serve altro dalla vita. altro che i discorsi di politiche alimentari. Meglio che vada a sgranocchiarmi un cracker al formaggio, va.

lunedì 2 ottobre 2006

Cinquantenario NGTV: stanca ma felice

È quasi andata meglio del previsto, tra mercoledi e venerdi ho tradotto per 32 ore solo per un cliente, nel frattempo mi erano cadute tra capo e collo altre cose.

Ma il weekend e andato bene, la festa per il cinquantenario dell'associazione traduttori e interpreti è stata un gran successo, e vista tutta la fatica e le litigate all'interno della commissione organizzatrice, cara grazia. Mi hanno fatto un sacco di complimenti (ovvio, la sede del congreso, il cinema Tuschinski è stata un'idea mia ed era bellissimo, tutto restaurato in stile art nouveau, il ristorante anche, due degli oratori, la vincitrice del premio Iuventus, ho persino comprato i fiori dell'ultimo minuto, ma gli altri che cavolo hanno fatto, si può sapere? Un sacco anche loro, dai), la cena da Caruso ottima, e sicuramente 100 volte meglio delle schifezze che per un prezzo più alto ti passano ai centri congressuali, i miei due oratori sono stai bravissimi. Monique Jacqmain, che ha raccontato di avermi conosciuta al mio corso di cucina in Abruzzo (ma che in realtà con un suo articolo dimenticato ha ispirato la mia tesi di laurea sulle traduzioni del senso dell'umorismo e delle battute etniche in Asterix) ha fatto un intervento accademico, spiritoso e molto interessante sui titoli in Europa, e in particolare sui titoli femminili di quelle che in passato erano funzioni esclusivamente maschili, allora sembra che negli anni 50 ministra non andasse bene perché secondo gli onorevoli (altro titolo ridicolo, visto che nessuno lo capisce all'estero) faceva pensare a minestra. Io penso sempre a Irene Pivetti e a come ha fatto passare il termine presidente per le donne, brava. Considerando le battute del cavolo "Il presidente di tutti gli italiani? Ma allora ce l'ha duro anche lei" e peggio che le hanno fatto all'epoca, il dibattito politico in italia ha un livello da piangere.

Poi Inaki ci ha fatto vedere spezzoni di film (ovvio, siamo in un cinema storico). L'idea originaria era quella di fare una serie di film degli anni 50, cose del genere, ma lui ha avuto un'ottima idea. Ha parlato delle citazioni di altri film nei film, non solo testuali, ma anche di tecnica, messa in scena ecc. È stata una cosa bellissima, che però ha disturbato - pare- un paio dei soliti soci tromboni che per tutte queste occasioni sfuggono dalla casa di riposo e vengono a criticare come gli abbiamo stravolto l'associazione negli anni, non ci hanno capito niente. Il punto di Inaki era proprio che il nostro mestiere di traduttori e interpreti in fondo non è altro che quello di far citazioni di un originale in una lingua straniera al pubblico.

Dopo una pausa nella bellissima saletta con tutti i pannelli in foglia oro della signora Tuschinski,
un duo di colleghi (e non siete neanche soci, ha ricordato la nostra annunciatrice con il solito tatto) ha letto suo un pezzo sulla repubblica di Vertalia, con tutti i consigli su come si traduce ("7: e soprattutto strafregatene delle intenzioni dell'autore, del suo stile e delle sue idiosincrasie"), un paio di excursus umoristici sulle traduzioni in varie lingue e in varie epoche dell'incipit di Anna Karenina e infine un ascolto guidato di traduzioni, parodie e stravolgimenti di "Yesterday" dei Beatles. Molto bello e spiritoso, non sanno granché recitare ma possono migliorare e magari dovevano scegliere o l'uno o l'altro, dati i tempi.

A quel punto premi, Silviotta su mia segnalazione alla fine ha vinto il premio Iuventus (e la povera tifa Lazio, meno male che questo si scrive con la I) come giovane traduttrice promettente e la signora van Beuningen il Jeronimus per tutta la sua opera di traduttrice: ben 71 libri, ha tradotto in tedesco tutti i grandi scrittori olandesi, e un paio erano anche presenti, tra cui Adri van der Heijden, il preferito del capo, che però con suo sommo dispiacere è rimasto a casa malaiccio e stanco a preparare la dichiarazione dei redditi.

La cena è stata bellissima e buonissima, a presto le foto.

Domenica, a parte tutti gli ospiti che partivano e arrivavano (ne sono passati 6, e tutti in scarsa intimità reciproca, quindi in stanze diverse, meno male che siamo attrezati, il povero Inaki per una notte ha dovuto accontentarsi di un giaciglio per terra in quanto il più giovane) sono riuscita a godermi un po' i cuccioli, che però sono stati enormemente piagnosi, oddio spero non mi si ammalino fino a giovedì pomeriggio tardi. La sera con Flavia e Marcello pizza da Sebastiano, on le donzelle che gli staranno in fiera. Ennio si è addormentato in macchina dopo 5 minuti e l'ho riportato a letto, Orso ha retto fino alla fine, ha fatto pubbliche relazioni con tutti i clienti di tutti gli altri tavoli (cosa che mi stressa perché non so ma come la prendono) e alla fine distrutta ho caciato tutti e siamo andati a dormire. Alle 4 è cduto dal letto, ha la febbre e sta riprendendosi a letto mio, io ho finito una correzione urgente e se riesco a dormire una mezz'ora poi devo prepararmi per l'inizio della mia settimana "de paura".

Multi tasking, cos'è che voleva dire di preciso?

E chi mi diceva che a Màxima ultimamente un intervistatore ha chiesto se sia difficile la vita di una mamma che lavora? Ma che cretini, la principessa consorte d'Olanda non si alza mica alle 4 perché i bambini cadono dal letto con la febbre, ne conosco io un paio di mamme che lavorano, se ci fosse bisogno.

martedì 26 settembre 2006

Ricetta di mamma: insalata scappata

Scappata proprio nel senso che la faccio mentre scappo dietro a tutte le cose che mi cadono tra capo e collo. Insomma, oggi è successo di tutto e meno male che il capo ha lavorato da casa (se non spedisce la dichiarazione dei redditi entro sabato sono rogne rognose).

Come se non bastassero tutti gli ospiti che ho in casa a svariate riprese tra giovedi e lunedi per il 50enario dell'associazione interpreti che si festeggia sabato (e visto che oltre a stare in una commissione organizzatrice sfigata che ha iniziato i lavori con 2 anni e 8 mesi di anticipo, me lo ricordo che ero incinta all'epoca, dalla quale commissione se ne sono andate un po'di persone tra grandi incazzature e alla fine come al solito due oratori li trovo io, la sede e il ristorante sono un'idea mia, il fotografo anche e altre varie ed eventuali, insomma qui mi telefonano tutti di continuo e mi tocca pure fare gli incastri tra divani letti, materassi, lenzuola e babysitter per sabato pomeriggio e sera che devo ancora trovare, e non può essere Silviotta che l'ho proposta per il premio Juventus per giovani traduttori di talento e glielo pure danno e quindi è presente alla stessa serata) e il fatto che lunedi il capo dorme fuori ma io ho la sera ho in casa il consiglio dei genitori (che poi sono tutte madri), martedi devo lasciare tutti a scuola la mattina e fiondarmi su un treno in direzione middle of nowhere, e dormo fuori perché ho un interpretariato e già questo mi stressava abbastanza. A parte che lo stesso incarico dell'anno scorso è stato il mio record di viaggiar leggera, con la mia borsa a sacchetto piena mi sono portata il necessario per due giorni, mai successo, io che senza cammello non mi muovo. Mi stressava organizzare i vari turni di deposito e ritiro figli e meno male che asilo e doposcuola mi concedono il martedi extra.

Basta? No. Mi chiama Flavia, ha una fiera dei formaggi carinissima proprio i due giorni che non ci sono, ha rotto con i suoi uomini all'Avana in Olanda e mi chiede interpreti e standiste. Con grandi patemi risolvo anche questa, in tutto ciò Cinzia mi ricorda che lunedi comincia anche il primo corso di italiano della stagione (e devo fare le fatture). Nei ritagli di tempo faccio anche una traduzione giurata che deve partire oggi.

A questo punto mi chiama la maestra di Ennio incazzata perché nessuno è andato a prenderlo da scuola mezz'ora fa. Ci arrivo in 5 minuti, semaforo e parcheggio compreso.

Basta? No, in preda ai sensi di colpa gli prometto che andiamo a casa a prendere Orso e andiamo al supermercato grande, quello con la gabbia delle palline. Non l'avessi mai fatto, che a casa finisco alcune cose, lui piange almeno 8 volte, poi usciamo per fare la spesa (senza Orso che sta scalzo e nudo nel body e non ho il cuore di vestirlo), sono in autotrada quando mi ricordo che la traduzione giurata è pronta ma deve essere imbucata entro le 18 e sono le 17:12, torno indietro, timbro, firmo, imbusto e imbuco, ripieghiamo per la spesa sul supermercato vicino alla scuola e a quel punto: promessa!

Dove cavolo lo porto alla vasca con le palle se il centro commerciale che avevo in mente chiude alle 18:00? E a me questi poveri bambini non mi vedono fino a giovedi prossimo? Mi arrendo, andiamo all'IKEA per mez'ora di palle. E che palle.

Basta? No, perché nel frattempo mi sono accollata da domani tre giorni di traduzione in sede da un cliente, con tutti gli incastri del caso per i figli e pare che Silviotta per fortuna giovedi ce la faccia a prendermi Ennio prima da scuola, che ha la prima lezione di canto in vita sua e per questo gli ho spostato il doposcuola e adesso? Uuufff.

Fatto tutto questo e rientrata a casa alle 19:12 quando ogni bambino olandese cena alle 18 e va a letto massimo alle 19:30, faccio questa insalata. Ottima. Ennio vuole due uova, Orso già dorme quando arriviamo. È crollato sul trenino, pare.

Ricetta dell'insalata scappata

Mettere a bollire dell'acqua nel bollitore elettrico e metterci a bagno in una ciotola due blocchetti di vermicelli di riso che in tre minuti di ammollo sono pronti. A parte tagliare a pezzetti mezzo cetriolo sbucciato, tre cipolline a rondelline, mischiarle insieme a 250 gr. di gamberi di fiume sgusciati del supermercato, sciacquare in acqua fredda vermicelli, aggiungerli in una ciotola al resto, aggiungere due cucchiaioni da thé di salsa al rafano dell'IKEA e due cucchiai di creme fraiche magra (panna acidulina con il 15% di grassi), amalgamare il tutto e servire anche alla persona che avete in mente di baciare nel corso della serata o notte successiva, che oltretutto mi dà la soddisfazione di chiedermi se ce n'è ancora. No, amore della mia vita, ma te la rifaccio un'altra volta.
Tempi di preparazione: 7 minuti, e neanche si raffredda mentre il capo cerca di portare Ennio a letto che rispunta immancabilmente dopo 3 minuti.
AVVERTENZA; mai mangiarla il giorno prima di un interpretariato in cabina, o uccidete voi la collega, o vi uccide lei a colpi di cipollotto in testa.

lunedì 25 settembre 2006

Ultimo bagno della stagione

Io lo so che se lo racconto a mia madre, lei si mette a strillare che sono matta. Ma sabato, contro tutte le previsioni (mi ero pure scordata di portarmi il costume da bagno) sono riuscita a farmi l'ultimo bagno della stagione nel mare del Nord. Con una temperatura fuori prevista a 19 gradi. In un posto bellissimo in Zeeland, che è dove tutti gli olandesi vanno in vacanza e infatti vogliamo tornarci anche noi con i bambini.

Andiamo con ordine: si trattava del weekend annuale del lavoro del capo. Tutti gli anni ci portano fuori a fare cose carucce, l'anno scorso mi sono ritrovata sulle Ardenne, in cima a una parete rocciosa in verticale di 40 metri, commettendo il grave errore di guardare in basso e decidere se dovevo fidarmi dell'imbragatura e scendere o se facevo meglio a far venire un elicottero. Sono scesa (ho la foto).

Quest'anno giochi da spiaggia (il programma alternativo, immediatamente ribattezzato "programma vecchi rinco" e non erano ornitorinchi, prevedeva gita guidata agli sbarramenti del Delta e clinic di golf). Mancava il vento per il kite-surfing che ci avevano promesso, e mentre cercavo di saltare al volo su una tavoletta di muliplex che avevo lanciato in 4 cm di acqua, sono caduta. Vestita. E non ho sentito freddo. Ho perseverato un paio di volte con il surf, prché non si dica che mi arrendo subito, poi ho lasciato perdere, e sono andata a farmi il bagno. Tanto ero già con i vestiti bagnati.

Un sacco di altri surfisti caduti e bagnati ha approvato l'idea, e così in 5 minuti eravamo tutti in acqua. Subito doo tanto cominciava la parte umida del programma, in gommoni e kayak, e a quel punto è persino uscito il sole, insomma, cosa voglio di più da un weekend olandese di fine settembre? Sembra quasi di stare a casa.

Insomma, spenzolo da pareti rocciose, cado in acqua vestita, e insisto a dire che sono cose carucce? Si, perché per una volta non devo organizzare e decidere niente, cucinare e preoccuparmi che tutti sopravvivano alla giornata, c'è chi lo fa per me. E questo, per una mamma indaffarata, è la cosa più bella del mondo.

lunedì 18 settembre 2006

De kritische mamma 1: Vegetable "Osso Bucco"

De kritische mamma wordt heel moe en verdrietig van al het onzin dat onder de noemer "klassieke Italiaanse keuken" de wereld in wordt gestuurd. Kijk, fusion is best: je krijg je inspiratie ergens vandaan, en wil je ook de bron vermelden: prima, vooral doen. Maar onzin is onzin, en die wil ik met mijn schaarse middelen bestrijden. Daarom zult u in de toekomst vaker kritische noten lezen, onder de noemer: de kritische mamma. Waar ik man en paard noem.

De eer om ermee te beginnen is voor de M'Café & Restaurant, de restaurant of Metz&Co aan de Leidsestrat. Het is een leuke tent, met prachtig uitzicht en een mooie inrichting, en ik heb er vandaag een lekkere on-Thaise Chicken-Coconut Soup Inspiration gegeten. Kijk, ze zeggen het zelf: het is geinspireerd op de Thaise soep, en omdat ik geen Thaise-mamma ben, kan het mij een moer schelen dat ik het anders had gedaan. Zelfs neef Tjibbe, de grote expert van de Thaise keuken bij ons, maakt er een veel authentieker versie van, maar als ik het maar niet zelf hoef te koken, ben ik met weinig blij.

Maar dan struikelt ik op het menu op Vegetable "Osso Bucco", die houdt een: Grilled Fresh Vegetable with a Lemon-Parsley-Roasted Pepper Sauce in. Tja, het doet me denken aan de Vegetarische Chili con Carne, die eigenlijk Chili sin Carne zou moeten heten. Categorie: Vleesloze vleesgerechten. Tomatensaus zonder tomaten. Sex zonder liefde. Living apart together. Sigaretten zonder nicotine. Koffie zonder caffeine. Alcoholvrije bier en wijn. Durft te zondigen met alles erop en eraan, of begin er helemaal niet aan, is mijn devies. Doe mij maar een cranberrysap, als het maar niet te zuur is.

Mijn kritiek in punten:

- Het is Ossobuco. Ga je over de grens vreemd, neem ten minste de moeite om man en paard met de juiste naam te noemen. Jarenlang heb ik alle Italiaanse restaurants, waar grove spellingfouten in het menu zaten, als de pest vermeden. Met de Thaise restaurants kan ik het gelukkig niet doen, want ik ben dol op Thais als er maar niet te veel scherpe pepertjes erin zitten. Authentieker dan dit hoeft het voor mij niet.

- Ossobuco betekent letterlijk een bot met een gat erin. De schenkel dus, met een ringetje lekkere vlees eromheen. Probeer het maar na te doen, met groente. Het meest in de buurt lijkt me een paprika in ringen gesneden, maar tja, het blijft verhelpen.

- Ossobuco is een stoofgerecht, want eer het vlees zo fantastisch mals wordt (zoals het hoort) dat het in je mond gaat smelten, moet het heel erg lang op laag vuur pruttelen. Waar komen die Grilled Vegetbles vandaan is mij weer een raadsel. Een groentestoofpot, met of zonder gat, lijkt me al meer in de buurt komen van het origineel.

- De Lemon-Parsley komt eindelijk waar die hoort: bij de echte ossobuco. Want eenmaal gestoofd, wordt de Ossobuco in Milaan met de zogenoemde gremolada gegarneerd (zie recept). Een koffielepel per portie. Beetje weinig om het gehele gerecht zo te noemen, maar ja, Nederlanders prijzen zichzelf om hun zuinigheid.

- Maar waar weer de Roasted Pepper Sauce vandaan komt, weet ik het echt niet meer.

Ik sluit af met een tip (mijn recept krijgt u op de volgende post): noemt het Verdure Grigliate con Salsa di Peperoni: authentiek, Italiaans, duidelijk en you see what you get.

domenica 17 settembre 2006

Kookweek

Een kookweek achter de rug. Eerst een paar dagen experimenteren met de groente van opa en oma's moestuin. Snijbiet is mijn nieuwe ontdekking: het lijkt een beetje aan de Italiaanse bietola, die bij ons een echte wintergroente is, alleen heeft het meer blad en minder steel dan bietola, die echter aan een paksoy doet denken, alleen met enorme groene bladen. Duidelijk? Over de smaak begin ik niet aan. Snijbiet vind ik ideaal met ricotta in allerlei combinatie. Ik ben alvast begonnen met een hartige taart van ricotta en snijbiet, die de chef heel lekker vond. De kinderen niet. Mijn fout, ik had aangekondigd dat we pizza zouden hebben, maar pizza is voor hen voorlopig alleen de echte pizza met tomaten en kaas ("pizza met 'doro e formaggio" zegt Ennio) en de marokkaanse brood ( "pizza pane", ik zou het niet beter kunnen verwoorden). Wat zullen ze denken, als ze straks leren dat in Abruzzo we ook pizza dolce hebben (taart) en pizze fritte en veel meer. En dat in Rome een klap op je gezicht ook een pizza heet. En een hele saaie iemand ook weer. Ach, wat zouden we Italianen doen zonder pizza?

De dagen erna waren in het teken van de kookles van zaterdag en de markt in de Javastraat van zondag. Eindeloos overleggen en experimenteren met Cinzia over het menu. Boodschappen gedaan donderdag bij de Kweker. Ik ga er voor de tweede keer maar, maar het is mijn ideale horecagroothandel. Heeft precies het soort assortiment wat ik nodig heb. Mahtab integendeel, is meer weg van het nieuwe Sligro/Ven. Ik niet: ze heeft een punt dat het zo overzichtelijk is, maar wat mij betreft ik vind ideaal alleen hun groenteafdeling.

Wat ook weer leuk is, is te zien dat zelfs een groothandel met een enorme assortiment juist de producten heeft (of niet) dat meer of minder passen bij je kookleven. Ik vond vroeger de kaasafdeling van Ven juist de leukste, nu niet meer, maar heb ook helaas nog niks gevonden die het kan vervangen. Fusies maken meer kapot dan drank.

Menu van de kookles:
  • crostini met ricotta en snijbiet
  • aperitief van rucola
  • risotto ai funghi porcini
  • ovenschotel met groente en mozzarella (eigenlijk een soort lasagna met groentelagen in plaats van pasta en saus)
  • crema di mascarpone con fragole (een tweede portie stiekem gejat en genuttigd met Stephanie beneden, het was een recept van Cinzia, geweldig).

Voor de wijn heb ik uit mijn eigen vorraad uitgeput: Trebbiano en Cerasuolo, beide van Vini Gentile, de ex-burgemeester die de chef en mij trouwde in Italie. Iedereen vond het lekker, stonden de naam te noteren, maar helaas verkopen ze in Nederland (nog) niet. Over een paar jaar, als de nieuw geplante wijngaarden productief zijn, zullen ze 10.000 flessen per jaar meer produceren, en daar heb ik mijn hoop op gevestigd. Het groep was een trainersuitje van een taalinstituut. Weer leuke collega's ontmoeten, en ook een paar oude kennissen uit mijn begintijden als docent in Amsterdam.

Ik heb ze nog zo ver gekregen dat na afloop, voor de koffie, bijna iedereen aan een gekke dansje meedeed heeft: het is een nonsense riedeltje in het Neapolitaans (wat aan sich al grappig is) over een vent die douchet, zijn oksels goed wast, bijgeloof nahoudt over Boze Oog, iemand anders beledigd door hem de groeten aan zijn zus te doen (niet doen in Napels, het is een subtiele hint dat je met de betreffende zus het gedaan heeft, anders waarom zou jij haar de groeten doen? Tja, mannenlogica, hé?), gaat liften en klapt zijn handen, allemaal met pasjes en gebaartjes in de aerobic-les muzienstijl. Ik heb het in de zomer ontdekt, het was de grote hit van de animatieteam van ons vakantiehotel aan zee, en omdat Italianen nou graag van die groepsdansen met vaste pasjes doen (dan merkt niemand of je wel kan dansen of niet), nou dan, ik heb gewoon de CD gekocht, en nu probeer ik het aan anderen aan te smeren. Ik zweer het, het was mijn allereerste vakantie van dit soort als gast (heb de 10 betere jaren van mijn jeugd in zo een hotel gewerkt). Hoe dan ook, zaterdag is het gelukt om te dansen, want ik had er erg veel zin in, maar ja, een goed groepsdansje doe je niet lleen. Cinzia en SlaapSilvia lagen krom van de lach, vooral omdat ze niet geloofden dat het zou lukken, Nederlanders zo ver te krijgen. Maar het was hard nodig na zo een lunch, een beetje de buikjes schudden.

Zondag, na het nodige tegenslag (HarigHaartje haakte af, Cinzia was moe en jarig, dus ze kwam later) op de Wereldwijkmarkt in de Javastraat gezeten. Heel weinig verkocht, maar heel gezellig. Mijn enige klanten waren blanke Nederlander, l dan niet met gezin. Ik had broodjes ricotta-en-snijbiet-paté, geitenkaas-met-kikkerertwen-en muntpaté, caprese en pastasalade. En blikjes drank.

De buurvrouw, die culinaire kunstenares is en overtuigde vegetarier, kon het wel waarderen, gelukkig.

Op een zekere moment hadden we een echt feestje met de pasgetrouwden Latanga en Merlo die ons alles over het feest vertelden, (jammer dat Ruvy toen al weg was), hun getuige Anto met man die net toevallig vorbij kwamen (en als een goede getuige betaamt, ons alles bevestigd heeft van het trouwfeest in Sicilie) en de schattige helft van ons duo De Silvietten (de slaperige wederhelft was niet uit bed te krijgen vandaag), Cinzia dan, een paar verdwaalde Italiaanse aio's, die we bij nader inzicht toch bleken te kennen, Pauline en Peet die bleken tegenover ons kraam te wonen, nog een collega met gezin, en een Poolse kennis van een vriendin, en op een zekere moment we waren moe van de kou, ik heb iedereen weggestuurd met de onverkochte pasta die wij inmiddels al aan het eten waren en de broden van bakker Tad die volgens mij echt heel erg lekker zijn in een doggy-tasje.

Veel leuke mensen ontmoeten, dus volgend jaar kom ik gewoon als bezoeker met de kinderen, maar hoef ik er niet meer te staan.

Kookweek

Een kookweek achter de rug. Eerst een paar dagen experimenteren met de groente van opa en oma's moestuin. Snijbiet is mijn nieuwe ontdekking: het lijkt een beetje aan de Italiaanse bietola, die bij ons een echte wintergroente is, alleen heeft het meer blad en minder steel dan bietola, die echter aan een paksoy doet denken, alleen met enorme groene bladen. Duidelijk? Over de smaak begin ik niet aan. Snijbiet vind ik ideaal met ricotta in allerlei combinatie. Ik ben alvast begonnen met een hartige taart van ricotta en snijbiet, die de chef heel lekker vond. De kinderen niet. Mijn fout, ik had aangekondigd dat we pizza zouden hebben, maar pizza is voor hen voorlopig alleen de echte pizza met tomaten en kaas ("pizza met 'doro e formaggio" zegt Ennio) en de marokkaanse brood ( "pizza pane", ik zou het niet beter kunnen verwoorden). Wat zullen ze denken, als ze straks leren dat in Abruzzo we ook pizza dolce hebben (taart) en pizze fritte en veel meer. En dat in Rome een klap op je gezicht ook een pizza heet. En een hele saaie iemand ook weer. Ach, wat zouden we Italianen doen zonder pizza?

De dagen erna waren in het teken van de kookles van zaterdag en de markt in de Javastraat van zondag. Eindeloos overleggen en experimenteren met Cinzia over het menu. Boodschappen gedaan donderdag bij de Kweker. Ik ga er voor de tweede keer maar, maar het is mijn ideale horecagroothandel. Heeft precies het soort assortiment wat ik nodig heb. Mahtab integendeel, is meer weg van het nieuwe Sligro/Ven. Ik niet: ze heeft een punt dat het zo overzichtelijk is, maar wat mij betreft ik vind ideaal alleen hun groenteafdeling.

Wat ook weer leuk is, is te zien dat zelfs een groothandel met een enorme assortiment juist de producten heeft (of niet) dat meer of minder passen bij je kookleven. Ik vond vroeger de kaasafdeling van Ven juist de leukste, nu niet meer, maar heb ook helaas nog niks gevonden die het kan vervangen. Fusies maken meer kapot dan drank.

Menu van de kookles:
  • crostini met ricotta en snijbiet
  • aperitief van rucola
  • risotto ai funghi porcini
  • ovenschotel met groente en mozzarella (eigenlijk een soort lasagna met groentelagen in plaats van pasta en saus)
  • crema di mascarpone con fragole (een tweede portie stiekem gejat en genuttigd met Stephanie beneden, het was een recept van Cinzia, geweldig).

Voor de wijn heb ik uit mijn eigen vorraad uitgeput: Trebbiano en Cerasuolo, beide van Vini Gentile, de ex-burgemeester die de chef en mij trouwde in Italie. Iedereen vond het lekker, stonden de naam te noteren, maar helaas verkopen ze in Nederlang (nog) niet. Over een paar jaar, als de niew geplante boomgaaarden productief zijn, zullen ze 10.000 flessen per jaar meer produceren, daar heb ik mijn hoop op gevestigd. Het groep was een trainersuitje van een taalinstituut. Weer leuke collega's ontmoeten, en ook een paar oude kennissen uit mijn begintijden als docent in Amsterdam.

Ik heb ze nog zo ver gekregen dat na afloop, voor de koffie, bijna iedereen aan een dansje meegedaan heeft: het is een nonsense riedeltje in het Neapolitaans (wat aan sich al grappig is) over een vent die douchet, zijn oksels goed wast, bijgeloof nahoudt over Boze Oog, iemand anders beledigd door hem de groeten aan zijn zus te doen (niet doen in Napels, het is een subtiele hint dat je met de betreffende zus het gedaan heeft, anders waarom zou jij haar de groeten doen? Tja, mannenlogica, hé?), gaat liften en klapt zijn handen, allemaal met pasjes en gebaartjes in de aerobic-les muzienstijl. Ik heb het in de zomer ontdekt, het was de grote hit van de animatieteam van ons vakantiehotel aan zee, en omdat Italianen nou graag van die groepsdansen met vaste pasjes doen, nou dan, ik heb gewoon de CD gekocht, en nu probeer ik het aan anderen aan te smeren. Ik zweer het, het was mijn allereerste vakantie van dit soort als gast (heb de 10 betere jaren van mijn jeugd in zo een hotel gewerkt) en mijn assistenten Cinzia en SlaapSilvia lagen krom van de lach, vooral omdat ze niet geloofden dat het zou lukken. Maar het was hard nodig na zo een lunch, een beetje de buikjes schudden.

Zondag, na het nodige tegenslag (Seba haakte af, Cinzia was moe en jarig, dus ze kwam later) op de Wereldwijkmarkt in de Javastraat gezeten. Heel weinig verkocht, maar heel gezellig. Mijn enige klanten waren de blanke Nederlandse gezinnen met het oog op gezond eten. Ik had broodjes ricotta-en-snijbiet-paté, geitenkaas-met-kikkerertwen-en muntpaté, caprese en pastasalade. En blikjes drank. Op een zekere moment hadden we een echt feestje met de pasgetrouwden Latanga en Merlo die ons alles over het feest vertelden, (jammer dat Ruvy toen al weg was), hun getuige Anto met man die net toevallig vorbij kwamen (en als een goede getuige betaamt, ons alles bevestigd heeft van het trouwfeest in Sicilie) en de schattige helft van ons duo De Silvietten (de slaperige wederhelft was niet uit bed te krijgen vandaag), Cinzia dan, een paar verdwaalde Italiaanse aio's, die we bij nader inzicht toch bleken te kennen, Pauline en Peet die bleken tegenover ons kraam te wonen, nog een collega met gezin, en een Poolse kennis van een vriendin, en op een zekere moment we waren moe van de kou, ik heb iedereen weggestuurd met de onverkochte pasta die wij inmiddels al aan het eten waren en de broden van bakker Tad die volgens mij echt heel erg lekker zijn in een doggy-tasje.

Veel leuke mensen ontmoeten, dus volgend jaar kom ik gewoon als bezoeker met de kinderen, maar hoef ik er niet meer te staan.

lunedì 11 settembre 2006

Vergaderingstijlen

Vanmiddag een vergadering van Stichting 'Otti, waar ik de penningmeester van ben. Het is een culturele stichting, die als penningmeester een cijferblinde neemt, door gebrek aan beter. Dat zegt toch genoeg? Voorzitter en vice-voorzitter zijn twee Pietjes Precisjes met een enorme persoonlijkheid, secretaris is kunstenaar, dromer, gevoelig en, vermoed ik, dislectysch. Want die notulen laten heel erg lang op zich wachten, dus voor de zekerheid werken wij op de aantekeningen van vice-voorzitter. Die kloppen altijd. We hebben dan ook nog 3 oprichters, die net zoveel vetorecht als de rest heeft, en net zoveel persoonlijkheid en diva-neigingen. Ze zijn Latanga, Medea en HarigHartje.

In de loop van onze vergadercarriere hebben we in heel wat eetgelegenheden in Amsterdam onze sporen achter gelaten. Want laat daar geen misverstanden over zijn, we vergaderen niet zoals een willekeurige, nette, Nederlandse culturele stichting. En het personeel van die tenten heeft het wel ontdekt. Volgens mij, hebben ze nooit in de gaten gehad dat er een vergadering gaande was, en dat er notulen werden genomen. Tja, het gaat toch allemaal in het en op z'n Italiaans.

Om te beginnen, is de helft altijd laat. Dan gaat de voorzitter op een gegeven moment beslissen dat wij kunnen alvast beginnen, want er is weinig tijd (weinig tijd is onze kenmerk, en in die weinig tijd hebben we producties neergezet waar profi's jaloers om zijn. Allemaal met eigen middelen).
Dan begint hij de agendapunten op te sommen. en voor hij daarmee klaar is, zijn er al de eerste vijf moties binnengekomen, geaccepterd en ook al gediscussieerd. In de tussentijd druppelen de laatkomers in, en worden ze gezoend, kort gecomplimenteerd en een per een ingelicht over de gang van zaken, terwijl ze bestellen en tegelijkertijd hun eigen moties indienen. Voordeel, na al deze jaren samen, is dat wij hebben het afgeleerd om elke 30 minuten te nemen om te vertellen al het wonderbarlijks dat tot de vertraging heeft geleid. Want dat weekte irritaties. Dan gaan we verder.

Bij het einde van de vergadering, die in het algemeen 3 uren in beslag neemt, is het volgende te pas gekomen (niet noodzakelijkerwijs in deze volgorde):

- stevig gediscussieërd op hoge toon, om elke af en toe een geschrikte blik te werpen van: Jehezus, ben ik dan, degene die zo schreeuwt? Even dimmen, er zijn Nederlanders hier;
- volcontinu elkaar onderbreken en het op te nemen voor iemand anders, zo van: wacht eens even, Dingetje probeert iets te zeggen (meestal voorzitter die een punt probeer af te ronden door al het lawaai heen). Maar tja, multitasking hebben wij ontdekt, dus we kunnen de grote lijnen heus wel volgen, wat dacht je;
- over multitasking gesproken: omdat de meeste onder ons vrijberoepbeoefenaars zijn, worden ook nog telefoontjes opgenomen, contracten getekend en zaken pro domo sua gedaan; vice-voorzitter is er de absolute kampioene in, want niet alleen is zij harstikke populair, ze kan het ook niet opbrengen om in minder dan 10 minuten iemand te vertellen dat zij in een vergadering zit en dat ze straks terug belt. Stage-manager is hier veel beter in, in 15 seconden heeft ze iedereen op charmante wijze weggebonjourd (behalve echtgenoot, die krijgt wel een korte knufflpartij "Lieeverddd! waar ben je nu aan het doen? ooh, echt waaaar? Ik ook hooor, nou, ik ben zooo terug");
- elke af en toe geruzied. Ja, ruzie is zo een grote woord. Zo erg dat er in de volgende dagen serieuze diplomatieke pogingen worden ondernomen om de ruziende weer nader bij elkaar te brengen, is er maar een paar keer gebeurt (dit ook leer je af met de tijd);
- een hoop gelachen. Nee, eigenlijk nog meer gelachen. Luid en van harte. Soms tot het histerisch toe. De hele klandizie en bediening van de vergaderlokatie kijkt dan vertederd en een tikje opgelucht toe (Oef, ze hebben elkaar toch niet afgemaakt, stel je je voor, al die bloedspattingen op de lambrisering);
- dan komen wij op de inhoudelijke programmapunten. Het ergste komt voor als de creatieve inhoud wordt besproken. Er worden imitaties gedaan, dansjes en pasjes laten zien, een intonatie geprobeerd, een liedje gezongen. Voorzitter gaat onverstoorbaar door met de overige agendapunten en houdt iedereen bij de les. Even terloops worden harde afspraken gemaakt, data's gekozen met een hoop agendagewapper heen en weer, zakenpartners gebeld en financieringen geregeld;
- iedereen heeft minimaal 15 absoluut geniale ideeën, om de beurt en getriggered door de geniale ideeën van de anderen. En geloof het of niet: ze zijn allemaal bruikbaar, en worden concreet ingevoerd of gearchiveerd voor een meer geschikte moment (beetje realisme moet, maar met de tijd dat we hebben om dit allemaal te doen, is het een lieve wonder dat we nog een - drukke -leven buiten de Stichting hebben);
- HarigHartje, al dan niet op verzoek, doet even tussendoor nog een stuk of 30 imitaties;
- een paar keer is er gehuild, maar het kwam door het leven die ons achterna zit;
- een hoop geknuffeld, niet alleen na de tranen; zomaar, voor de gezelligheid. Alleen Medea knuffelt niet, ze heeft het van het hypertrofisch intellect. Maar we zullen haar blijven opzadelen met sexy-rollen met groote aaibaarheidsfactor, tot ze zich helemaal bloot gaat geven. Met mij is het aardig gelukt, nu zij nog;
- veel en lekker gegeten en gedronken (koffie en fris, wel te verstaan. Verse jus d'orange scoort ook goed. Wijn hebben we alleen bij de gezamelijke diners, in privé-sfeer, die ook een Candid Camera verdienen, om daarna meteen een Gouden Leeuw te krijgen. Alleen, woont onze favorite regisseur in Rome). Het is ingeboren, komt niet door de alcohol. En hier schuilt precies het probleem;
- oh, ja, en voor we weggaan nog even dit latste bericht net binnengekomen toe ik onderweg hiernaartoe was. Dan nog 3 kwartiers nakletsen op de stoep;

en dan gaan we weg, soms met een opgeluchte zucht die ons achterna volgt, veel vaker een vrolijke sfeer achterlatend, terug naar werk, families, afspraken, kinderen die opgehaald moeten worden, boodschappen, verplichtingen, dagelijkse sleur, dit allemaal tegemoet komend met een lichtere tred, een lichtere hoofd en een grote glimlacht die de hele buurt opvrolijkt.

We hebben weer zaken gedaan. Wat is het leven toch mooi.

PS: een paar Amsterdamse producties van onze favoriete regisseur worden waarschijnlijk vertoond tijdens het volgende Rotterdam Film Festival. Ik hou u op de hoogte op de blog.

Los Ballos!

domenica 10 settembre 2006

Riunione del consiglio genitori dell'asilo (al sole)

Oggi ho pranzato in un posto bellissimo con le altre madri del consiglio genitori dell'asilo. Per una volta volevamo vederci con calma, senza figli, e per il piacere di chiacchierare, visto che abbiamo lavorato così bene insieme in quest'ultimo anno e mezzo. Il lavoro è stato un mucchio, perché quell'asilo è un disastro gestionale e organizzativo. Ma le insegnanti sono carine e i bambini sembrano non soffrire troppo. Tanto a incazzarci ci siamo già noi.

Il posto è Kaap Kot, un ristorante/caffé trendy in the middle of nowhere, a 5 minuti in macchina da casa nostra, in una penisola isolata dal mondo e raggiungibile con una stradina dietro la Shell all'uscita dell'autostrada.

È uno di quei posti che in Italia di notte ci starebbero le lucciole: qui di sera invece funziona un ottimo ristorante, carino, ben frequentato, non carissimo e senza problemi di parcheggio e traffico. Ci si arriva per una stradina che da un lato ha una pista ciclabile lungo l'acqua, ed è circondata da rovi di more e sambuchi (dei sambuchi lo so perché in primavera sono andata a raccoglierne i fiori per farne sciroppo, così ho scoperto i rovi, che adesso sono pieni di more). Si arriva a una rotatoria con al centro un piazzalone sabbioso, che 11 mesi l'anno è un grossa pozzanghera.

Da un lato una serie di bellissime case galleggianti blu, che una volta erano i modelli da visitare attraccati accanto al centro di informazioni sul nuovo quartiere IJburg, che in quel periodo doveva ancora essere tutto creato facendo degli isoloni di sabbia in mezzo al lago. Questa è l'Olanda, se manca spazio per l'espansione della città copri un pezzo di lago. Adesso ci vivono sugli isoloni e ci continuano a costruire, quindi il centro info è traslocato lí. Tutte le strutture secondo me sono state occupate da una comune, almeno ne ha tutta l'aria.

Di fianco un capannone in ondulato, con logo arancione pittato sul fianco, grandi finestroni da tutti i lati di cui uno basculante e aperto, un pontile che si affaccia su una spiaggetta zozza, con tutta una serie di focolari in ferro e sul pontile alcuni tavoloni sotto un tendone, e un sacco di sedie al sole. È Kaap Kot.

Già che i siamo cii strafochiamo di crocchette ai gamberetti e frittellone ripiene marocchine, parlando di figli, dell'asilo, del doposcuola, di buoni ristoranti e amenità varie. Pare ci siano 4 nuove aspiranti membri della commissione genitori (tutte madri, ma i padri che fanno?) per cui comunico subito che causa vita spericolata per i prossimi mesi farei volentieri il socio dormiente, che vengo alle riunioni ma di non aspettarsi troppo da me a parte la ricetta per il bollettino. Decidono tutte al volo di programmare una riunione alla settimana così posso venirci per dormire, anzi, si decide d'ufficio che la si fa la sera dalle 10 alle 11 intorno al mio letto, se il capo non obietta a tutte quelle femmine in camera sua. Cosa non fanno per te le amiche.

Già, in un certo senso siamo amiche: ci vediamo regolarmente a casa dell'una o dell'altra per le riunioni, talvolta riusciamo persino a vederci con la scusa di far giocare i figli, scambiamo due parole settimanalmente nel delegare o recupare la prole, abbiamo età simili, uno stesso retroterra socioculturale, vite di famiglia simili, interessi comuni, lavori simili. Sicuramente ci vediamo più tra noi che con le amiche, ergo, siamo un po' amiche anche noi. A me è servito molto per conoscere delle olandesi pure e non annacquate, donne sotto tutti gli aspetti simili a me tranne questo particolare. Tutte le amiche che ho qui, in fondo, o sono straniere o ne hanno sposato uno. Tipiche autoctone non sono. Loro si, ed è un'esperienza illuminante. Le cose per cui si seccano. Le quetioni di principio, tanto diverse dalle mie 9ne parlerò meglio un'altra volta). Io a loro invece faccio impressione perché ho idee brillanti, dicono (quali? devo chiederglielo per farmene una lista per i momenti di scarsa autostima).

Intorno a noi arriva una famiglia con tre bambini che in un secondo si mettono in costume e fanno il bagno. Sai che faccio, torno a casa e porto i bambini in spiaggia, queste spiaggette misere vicino alla città, è una giornata troppo belle e forse è l'ultima. Un'altra famiglia, canemunita, si incammina dietro i cespuglioni in fondo alla spiaggetta. Scopro così, perché decidiamo di andare a farci un giro, che si tratta di un argine lungo un paio di km, largo un paio di metri, con i soliti rovi e sambuchi ai lati, e al centro un sentierino piastellato di pietroni, che però evidentemente non sono un pavimento ma proprio i sassi che compongono l'argine. Scopri sempre qualcosa di nuovo. Intorno solo acqua da tre lati, tanto sole, barche e qualche aquascooter. In lontananza, fanno dello sci d'acqua.

Mi piace Kaap Kot perché è un posto sempre rilassante, con il sole, con la pioggia e forse anche sotto un uragano. Dai finestroni vedi cambiare il tempo e il paesaggio, a sinistra il paesino sull'argine da cartolina illustrata tipico olandese, immutato da 300 anni, a destra un nuovo quartiere su terra che prima non c'era e che cresce di giorno in giorno. E in mezzo noi, per un po' lontani da tutto, con la vita e l'autostrada che continuano a scorrerci accanto.

venerdì 8 settembre 2006

Taglie francesi

Eh, si, mi è capitato di nuovo. Provarmi una meravigliosa giacchina avvitata in pelle nera taglia 48 e non riuscire nemmeno lontanamente ad avvicinare i lembi (per non parlare della lampo da tirare su, forget it). "Sa signora, sono le taglie francesi" mi fa la sciura, anche lei una 54 abbondante, ad occhio e croce. Ci siamo capite al volo.

Le taglie francesi, dio le benedica. O quantomeno le ciccione, le formose e le splendide abbondanti. Come me. Perché ci fanno da alibi perfetto, e le commesse lo sanno benissimo, sante donne. Ma no cara, non sei tu che sei rientrata dal giro del tartufo in Piemonte e sei una balena, sono solo le taglie francesi. Per questo non ti entra più niente.

Da inventare, se non ci fossero, le taglie francesi, anzi, io lo so, ne sono sicura e lo metto per iscritto sul mio blog: le taglie francesi non esistono, sono un complotto della CIA per salvare McDonald e l'"all american lifestyle". Ecco, adesso so per certo che ogni volta che mi azzarderò a penetrare lo spazio aereo americano, mi arrestano o mi tirano giù con un missile.

Le taglie francesi: restano un mito, perché a me come si vestono le francesi non mi piace poi tanto. Allora com'è che ogni volta che trovo una cosa che mi piace, si scopre che è una taglia francese? Misteri della fede.

Le vittime sono e restano le vere taglie francesi, tutti gli esseri umani lunghi e sottili, come me, mio fratello e miei cugini da piccoli (ragnetti, ci chiamava la zia giovane, perché avevamo queste zampette lunghe e smilze). I miei figli, uguali. La curva di crescita in cm sta sopra la media, quella in peso esattamente sulla media. Anch'io che con la matematica... non tanto... se c'ero dormivo, capisco qual'è l'inguacchio. Tantevvero che una taglia francese che sia una, per loro, non la trovo mai. Comunque, figli miei, se seguite le orme di famiglia, un paio di ormoni, una pubertà goduta secondo tutti i crismi (fino ai 37 anni, eventualmente, come i vostri zii), e le taglie francesi ce le scordiamo. O meglio, ce le ricorderanno tutte le volte che non ci entra quella cosa bellissima che abbiamo visto in vetrina.

giovedì 7 settembre 2006

Il mio mercato preferito ad Amsterdam

è il "lappenmarkt" , ovvero mercato degli scampoli del lunedì mattina intorno alla Noorderkerk. Vicino c'è un altro mercato, anche quello me lo percorro tutto. È pieno di vestiti nuovi e usati, scarpe, bigiotteria, robivecchi che passano per antiquari, e di cui uno ha grandi mucchi ordinati di posate vecchie che sono una meraviglia.

Farmici un giretto in cerca del grande affare della mia vita (finora limitati a un paio di zatteroni viola e lilla, un paio di pantaloni bianchi e un gilet di pelle nera, il tutto in due anni) è la mia forma di sport preferita. Di solito mi ci incontro con Cinzia che abita lì vicino e ci facciamo uno spuntino in uno dei caffé carini nei paraggi. C'è da dire che se non fosse per gli spuntini, una sessione di mercato varrebbe in calorie una seduta di palestra, visto lo sbattimento in bici per arrivarci. Perché arrivarci con i mezzi è praticamente impossibile, e anche se è relativamente vicino alla stazione, se metto in conto la somma delle scarpinate per arrivarci, per girarlo e per riandarmene, madò, già mi viene il fiatone. Vado in bici, quindi.

Diciamo che è il posto ideale per il trovarobato dei nostri spettacoli. Da lì viene la parrucca RaffaellaCarrà di Gino in "Vizio di famiglia" e un paio di accessori contenitivi di biancheria intima che per discrezione non dirò a chi erano destinati. Però potrei sempre riciclarmeli io, se non dimagrisco.

L'altro mio mercato preferito è, con tutti i suoi limiti, l'Albert Cuyp, Non sempre, ma quasi, ci si trova del pesce commestibile. A Marta fa impressione, hanno troppi pesci con gli occhi che la guardano. Lei ha preso questo dagli olandesi, le piace solo il pesce già sfilettato. Vabbé, come diceva mia nonna: dobbiamo compatirli.

Al Ten Cate sono stata un paio di volte, caruccio. Quello che invece è una perdita di tempo, per me, è il Dappermarkt, che purtroppo è il più vicino a casa. Quel paio di bancarelle di verdura, boh, chi me lo fa fare? Solo il patataro si salva, ha un sacco di tipi di patate e mi sa persino consigliare. Il grande fantasma dell'opera del Dappermarkt è invece una bancarella di cose bellissime per bambini, che compare e scompare a intermittenza. Ha di buono che sta vicino alla Javastraat, che è una via con un sacco di negozi utili e alimentari e panettieri etnici di varie razze, tutti pieni di robine buone da mangiare.

Qualche fan del Dappermarkt lo conosco: Latanga, che ha una scarpa 36 e ci trova tutti i modelli costosissimi che si era in precedenza tnuta d'occhio nelle vetrine. Bow, che ci trova le cose più stupende per sé e i figli, lei lo adora, e ci va regolarmente nel giorno libero come passeggiata tenera con i bambini, compra il pollo arrosto e si risolve pure la cena. Marta invece la pensa come me. Però a furia di sentire i resoconti entusiastici di un paio di persone, alla fine aveva trovato anche lei una bancarella meravigliosa, si è ricreduta ed ha cominciato ad andarci regolarmente. Inutile: la bancarella meravigliosa non ci si è mai più vista.

Tijd voor eten

Vandaag gekookt met Tijd voor Eten (www.tijdvooreten.nl) voor een klas 7-8 jarigen. Dit initiatief wil kinderen kennis laten maken met verzorgde en gezonde maaltijden met veel groente. De groente en overige ingredienten komen uit donaties. Maar dit zou mijns inziens gewoon gesubidieerd moeten worden. Denk aan hoeveel geld gaat in de lange termijn de overheid sparen als kinderen leren een gezonde eetpatroon al heel vroeg. En ja, als Italiaanse mamma vind ik het gewoon te zielig, die broodjes die mijn kind op school moet eten. Een lekkere boordje pasta of soep zou zoveel beter voor hem zijn.

Ik weet het niet hoe het met Doris en haar vrijwilligers zal gaan, maar ik zou het ook uitbreiden met zelf de kinderen laten koken, en zodoende dat heel zielig ondertoontje dat plakt aan 'overblijf' kinderen geheel uit de wereld te helpen. Kinderen met werkende moeders vind ik beslist niet zielig. En daarom steun ik van harte het project van Doris, die op den duur de rol van overblijfouders en vrijwilligers op scholen gewoon beloond wil zien worden. Terecht.

Ik denk ook aan het stimulerend van zo een project bij de ouders. Want een beetje slimme ouder zou een dag vrij moeten nemen, om zelf al het lekkers te mogen proeven dat zijn kroost krijgt, want de ingredienten zijn van zeer hoogwaardig kwaliteit, het kan niet anders als je het je eigen kind en zijn vriendjes voorschotelt.

Dat is vandaag aardig gelukt, er waren een aantal moeders aanwezig, een paar bezoekers die het concept in Deventer en andere plaatsen willen toepassen, en dit kan me niet snel genoeg gebeuren. Graag hoor ik van wie er was, en van wie al vaker met Doris heeft gekookt, wat jullie oordeel is.

Een beetje sneu voor iedereen die zich hier inspant, vond ik het aantal kinderen die gewoon uit hun broodtrommels aten. Het mocht niet van hun moeders. Ze wilden weten wat ze aten. Vanwege allergie. Nou, dit begrijp ik helemaal. Behalve dan dat een allergisch kind een danoontje met veelgekleurde snoepjes in de trommel krijgt, zoals de jongedame bij mij aan tafel. Want je kunt het zo gek niet verzinnen, of er is iemand allergisch voor (ik voor appels, heb ik recent ontdekt), maar een allergie die wel tegen lactose, glucose en al de kleur- en conserveringsmiddelen van die snoepjes wel tegen kan en tegen een versgekookte lunch zonder gluten, bijna zonder melkproducten en zeker zonder eieren, wie het weet mag het mij vertellen.

Wel hebben de vantrouwende moeders een punt, en ik zou daar rekening mee houden: ze willen goed weten wat hun kinderen eten en door wie dit allemaal wordt gemaakt en of hygienische maatregelen in acht worden genomen. Dus, hoe goed het ook was, je moet die ouders blijven vertellen dat de groente wel donatie is, maar vers en biologisch (iemand zou meteen kunnen denken aan halfvergane restjes die bij het project worden gedumpt, NEE dus.) Doris e.a., blijven doorhameren op dit punt. Maak een hygiene cursus voor de vrijwilligers een vaste onderdeel van het programma. Want zo help je die (begrijpelijke en terechte) twijfels de wereld uit.

Terug op de kooksessie: ik kom een beetje laat binnen (tram 26 kwam niet, ongeluk op de weg) en hoor dat de beschikbare ingredienten zijn: heel veel prei, heel veel appels, aardappels, een kistje tomaten, een grote schaal rucola, een paar lekkere kaasjes en weinig meer. In anderhalf uur hebben we met zijn allen dit aan tafel gebracht:

Rauwkost met "bagna cauda" saus (veel knoflook en ansjovissen in boter)
Ovengerecht (met aardappelen, tomaten, kapertjes en kaas)
Boterzachte gesmoorde prei (tja, de prei was gewoon hartstikke lekker, wie is de kweker weer?)
Een rucola frisdrankje (het recept verklap ik niet, wie er was, heeft het gezien)
Ontplofte appels na.

Want er waren ook als nagerecht gepofte appels met suiker en kaneel, maar die zijn gewoon in de oven ontploft. Dat heb je als je een oven niet door en door kent. Ovenperikelen, dat is precies de reden waarom ik heb besloten om voor mijn kookreizen in Italie alleen die paar bekende plaatsen te kiezen, waar ik inmiddels intiem met de oven ben.

In de herfstvakantie gaan we in Borgo San Pio het gemeschappelijke houtoven gebruiken, die in die burcht al sinds de Middeleeuwen in gebruik is. In de zomer, in mijn eigen kookstudio, in het huis van mijn overgrootvader in Ofena. (Over Ofena en wat ik daar allemaal doe, is net een stuk in het septembernummer van Seasons verschenen. Ik heb gisteren 4 kopieen gekocht, voor al mijn Italiaanse buurvrouwen die op de foto staan. En mijn kookreis van mei wordt waarschijnlijk in Santo Stefano gehouden, ook in hetzelfde Seasons te zien. Ik moet voor de eerlijkheid erbij zeggen: dames, die eigenaar van Santo Stefano zit veel lekkerder uit in de foto dan in den echte, maar is en blijft een lieve schat).

Aan het werk nu, straks moet ik mijn kinderen ophalen. En ik heb voor mijn gevoel voldoende gekookt, wat zal ik dan voor ze maken? Suggesties welkom.

martedì 5 settembre 2006

Vita di mamma: primo giorno di scuola

A parte i dettagli cosmetici, io sto bene, penso che tutto sommato in Olanda mi trovo meglio che in Italia, a parte il tempo, ovviamente, sembra un cliché ma ne soffro proprio. Poi considera che faccio tutto in bici, e anche se come lavoro mi ero organizzata in modo da uscire di casa il meno possibile, se non mi andava, visto che abito sopra l'ufficio (sai quelle case spalmate su 5 strati e mezzo, dico, cosa vi costava dimezzarmi e allargarmi i piani e mettermi i vicini sopra o sotto? Privacy) adesso mi hanno sconvolto questa sana abitudine.

Infatti da gennaio Ennio va a scuola (materna ma qui fa parte delle elementari) e non poteva scegliersi mese più disgraziato per cominciare. Ma ha compiuto 4 anni allora, e quindi non si scappa. Secondo me era anche la mia rottura di scatole del mattino, che arrivo a livelli di adrenalina e stress che mi basterebbero per un mese, a fargliela piacere così poco. I primi tre mesi urlava e si divincolava manco lo portassi al patibolo. Eravamo arrivati al punto che una delle prime frasi di due parole di Orso, che aveva due anni scarsi all'epoca era "scuola no", tanto suo fratello lo ripeteva 18 volte al giorno. Verso maggio, ho sentito qualcuno chiedergli come fosse la scuola, e a bocca storta ha risposto "Carina". Bastardo. A me, sua madre, niente soddisfazioni, solo urli. Adesso invece è peggio, ha scoperto gli ululati che lo divertono tanto e io esco pazza.

Insomma, mi toccava caricarmeli, dopo averli trascinati bene o male per i 5 strati (per fortuna in discesa a quell'ora del mattino) e mezzo, in cui al terzo ci si lava (se ci si lava), al secondo si dorme, al primo si mangia e a piano terra si cercano le scarpe, le giacche e le chiavi. A quel punto uno dei due faceva la cacca (scusa, ma gli argomenti delle madri di cuccioli vertono molto sullo scatologico, ci avevi mai fatto caso?), ma qui stendo un velo di scottex.

Poi si litigava per i 15 metri dalla porta alla baracca per prendere le bici ("io vado con la mia bici piccola") ma dove vai, incosciente, che c'è un vento da 35 nodi e dobbiamo farci il ponte grande, mi voli via, con i tuoi 18 chili, che anzi, servono tutti a me di zavorra. Oppure Orso mi scappava verso il canale e mi toccava riprenderlo prima che finisse sotto una macchina o sotto una barca. Poi li trascinavo alla bici (io davvero comincio a preoccuparmi di cosa possano pensare i tremila vicini dei palazzi limitrofi quando mi vedono uscire urlando di casa e trascinarmi due bambini. Non è che un giorno mi denunciano, che qui il controllo sociale è una cosa seria).

Perché tu devi sapere che il giorno in cui, dopo 12 anni di Olanda, mi sono sentita veramente integrata è stato il giorno che mi hanno montato sulla bici il secondo seggiolino e la staffa con la cassetta per la spesa. Ora, io devo ringraziare tutti i miei cromosomi polacchi e i miei 85 kg che ce la faccio a tirarla giù dal cavalletto (che è un modello "mama", cioè doppio così la bici si regerebbe da sola, se non avessi la staffa che mi sbilancia). Capisci perché queste povere turche, marocchine, asiatiche varie non ci riescono a integrari bene come me? Non è il velo islamico, è che loro, una bici come la mia che pesa più di loro, ci si schiantano sotto. Si tratta di istinto di sopravvivenza, non di cattiva volontà di integrarsi.

Poi una volta legati in bici, attaccati i caschi e bestemmiato un paio di volte scaricavamo Orso all'asilo che è vicino casa e poi ci facevamo il chilometro lanciato verso la scuola, dove arrivavamo tardi e dove la maestra me li faceva pesare tutti, quei ritardi. Perché è una santa donna, e si preoccupa sinceramente che non le vada fuori di testa, ma l' orario è orario. Ordine e regolarità.

Oggi è stato il primo giorno di scuola, cosa vuoi, si ricomincia. Quello che per ora non ricomincia è la logopedista, ci siamo giusto messe d'accordo di dargli 6 mesi di sviluppo autonomo per poi vedere come va. Perché anche lì, due volte la settimana, portalo a scuola, riprenditelo dopo due ore e sotto la pioggia, la grandine, la neve (e i soliti 35 nodi di vento, che non ho neanche la percezione se sia una cazzata mostruosa, ma mi suona bene) andare dall'altro capo del centro, pranzare insieme da Eten bij van Soelen (per lui uovo con toast e formaggio e torta di fragole, io tutti i suoi resti più tutto quello che sono così incauta da ordinare per me, in genere le crocchette di Oma Bob, che racomando) e poi, lui dalla logopedista, io un'ora al mio mercato preferito. Di cui dirò un'altra volta.

Insomma, faccio la mamma. Solo che fare la mamma ad Amsterdam è una cosa diversa da quello che faceva la mia, di mamma. Speriamo di arrivare, non dico alla pensione, ma almeno alla menopausa, senza traumi cranici. Poi rientro in Italia, se nel frattempo non succedono casini anche lì.

Per ora ti mando un bacione e vado a dormire, che domani è un'altro giorno di scuola, come diceva Rossella O'Hara in Via col vento.

venerdì 1 settembre 2006

Zomer aan zee (Un'estate al mare)

Ik hoop dat Marco Borsato het nooit in zijn hoofd zal halen om van "Un'estate al mare" een Nederlandse versie van te maken. Het was een leuk, vrolijk zomerdeuntje uit mijn jeugd in Italie over al het leuks dat er kan gebeuren tijdens een zomervakantie aan zee. Nou ik heb mijn hele jeugd aan de Adriatische kust gewoond (80 meters van de strand) en pas nu besef ik wat een zalige jeugd heb ik gehad, al om deze reden. Goed, er moest gewerkt worden in de zomer. En toen mijn ouders het hotel begonnen, dat werken in de zomer was niet meer zo leuk. Bleek als een vampier was ik, terwijl iedereen gebruind rond liep.

Maar dan, 's avonds , na de sluiting, ging ik vaak, soms met mijn vader, soms met de hond, soms allebei, of dan weer alleen, even naar de strand om in het water te gaan liggen. Misschien om deze reden dat het nummer "Night swimming" zoveel voor mij betekent. Ik voel het nog precies: het warme water donker maar transparant die om mijn nek zich sluit, de lichten en het lawaai ver weg, je geniet van de stilte, en als je weer buiten bent, is de lucht zo heet niet meer. Je kunt lekker fris gaan slapen. Dus op de nachten wanneer het echt te heet was om in slaap te vallen, ging ik ook weer even naar de strand, de promenade vol met slenterende, feestende mensen dwars doorheen oversteken, met blote voeten en gewikkelt in een baddoek, en dan weer 'plons' en even later terug naar bed om als een roos te slapen.

Want iets dat ik in de loop van de jaren heb geleerd, is deze fundamentele verschil tussen Italianen en Nederlanders. Italianen gaan aan zee of op zee om erin te plonsen en drijven. Niet noodzakelijkerwijs om te zwemmen. Nederlanders, niet echt. Ik weet het nog, een zeilvakantie in Griekenland met een groep Nederlanders, toen ik net zwanger was (toegegeven, niet het beste moment om te gaan zeilen, die zalige eerste 3 maanden zwangerschap). Mijn verwachting: Griekenland, warm, prachtig zee, boot = 6 keer per dag een goede plek vinden en even een frisse plonsje nemen. Nou, die Nederlanders snapten er niks van. Een keer mocht het ingepland worden, na een hele overleg, de skipper kende een leuke plek, waar hij zelf nooit gezwommen had (dio ce ne scampi), maar waar hij vaak mensen had zien zwemmen en dus mocht de route aangepast worden om een zwemhalte te maken. Ik heb het geweten. Een uur lang op de motor varen onder de brandende zon (want er was geen wind, dus ook geen schaduw van een zeil), om naaar een plek te komen die mijns inziens niks bijzonders was, waar alleen Berend en ik gingen zwemmen, en dan voel je je ook gedwongen om het niet te lang te doen. want je bent de enige en de anderen wachten.

Dus ik ging daarna stiekem zwemmen. 's middags, bij aankomst bij een nieuwe haven stond ik de omgeving goed te kijken om te zien waar koppen uit het water steekten, of op zoek naar een goede plek. En dan glipten wij weg vroeg 's ochtends of voor het avondeten. Want een plons is een plons: je gaat het niet plannen, je doet het gewoon.

martedì 29 agosto 2006

In campagna

Ultima settimana di vacanza prima della scuola e siamo in Drenthe dai nonni olandesi, con Cinzia, Japo e il signor padre. Passeggiatona nel bosco oggi con due grandi ciclisti che in realtà volevano essere portati in braccio, abbiamo visto un mucchio di funghi ma non sappiamo se sono commestibili, a parte che èd proibito, ma tanto il signor padre dice che il 95% sono commestibili, quello che resta quasi tutto è termosensibile e cuocendo si neutralizzano, secondo lui avvelenarsi con un fungo, ce ne vuole di sfiga. Io ho i miei dubbi, qualcuno concorda?

Ci siamo concolati con le prime more, ne ho salvate alcune per un tentativo di apple crumble con more, ci va tantoi di quello zucchero che magari corregge l'asprigno dell'entusiasmo, per disperazione abbiamo colto tutto quello che non fosse sfacciatamente rosso.

Cenato con una zucchetta ripiena di tutte le verdure dell'orto dei nonni, un mais dolcissimo e pollo, su mia richiestam che per una volta che siamo qui senza vegetariani io ne approfitto.
Domani, mucche in fattoria. e la ricetta del more crumble.

domenica 27 agosto 2006

Habemus

Habemus blogum, the first autonomous IT project of my entire life, and nothing exploded yet. Feeling pretty proud of myself, actually.

Davvero, saranno i 40 anni che si avvicinano, ma sembra che io abbia un blog. Tutto mio. Fatto da me. Diciamo che è un esercizio spirituale, tenerlo aggiornato con un minimo di regolarità, e se ci riesco rischia di diventare un record personale, il che fa sempre bene a corpo e spirito.

Un po' come quelle persone che cercano di convincerti che stirare in realtà è una forma di meditazione in movimento, praticamente tai-chi, che ti mette di buon umore, ti illumina e contemporaneamente ti permette di sfoggiare camicette senza una grinza di lino, cose così. A parte che vivendo ad Amsterdam le camicette di lino te le scordi per tutto un complesso di motivi (clima, usi e costumi locali che ti si attaccano come i pidocchi ai bambini che vanno a scuola, e poi dove la trovi una camicetta che sia una di lino decente? Al Bijenkorf?) E meno male, sennò appunto chi me le stira? Il Buddha, che è vero che fa tante cose utili, ma proprio a stirarmi le amicette di lino non me lo vedo.

Io preferisco cucinare, leggere, rotolarmi per terra o sul lettone con i bambini, farmi pippe mentali, anche queste tutte cose che non lasciano tracce, e ogni tanto anche scrivere, appunto. Visto che scrivere è una cosa sana, economica e ti registra i vari umori, praticamente un elettroencefalogramma, vediamo se mi riesce a tenere aggiornato il mio encefalogramma.

Nota ai miei vari amici e conoscenti: mi conoscete, mi volete bene e continuate a praticarmi (gotta love me!) e adesso potreste persino seguire le mie peripezie a distanza. Parto dal presupposto che siate persone adulte, che mi conoscono, che non si mettono a querelarmi per ogni citazione non autorizzata e quindi per stare tutti tranquilli mi servirò se necessario solo di soprannomi. O magari iniziali, come in quei bei romanzi russi "Nella cittadina di K* avvenne un giorno un fatto strano che coinvolse lo starosta R*, il pope padre M* e un carretto di aringhe affumicate".

A buon intenditor..., però fate ancora in tempo a mandarmi istruzioni che vi riguardano, così magari vi dico com'è finita la cosa del carretto di aringhe, che tanto per cominciare NON erano affumicate. L'inguacchio era proprio lì. Invito tutte le donzelle del corso di scrittura meditativa a mandarmi il seguito.

Kusjes,
Bax