lunedì 6 febbraio 2012

Passo a Mammamsterdam.net

Io intanto mi trasferisco di là, la conversione ha i suoi tempi e poi dovrò risistemare tante cose, che sto imparandolo dal reale al virtuale, che quando traslochi meglio buttar via roba che non serve, riordinare, ridipingere.

Se intanto vi volete cambiare l' indirizzo nei feed, e volete passare a darmi un bacino virtuale di là, a me fa sempre piacere, lo sapete.

venerdì 3 febbraio 2012

Amsterdammerung: canta, lotta, prega, ridi, lavora e ammira



Oggi una full immersion di Amsterdammitudine che levati: prima sono andata a farmi i capelli da Mario e il venerdì mattina è pieno di donnette che si rifanno la permanente o il colore. E chiacchierano. Mi sono scialata perché un po' perché le sciure dal parrucchiere, tutto il mondo è paese, un po' perchè lo humour sarcastico degli Amsterdammer doc delle volte mi ricorda certe battute che fanno a Roma (aritutto il mondo è paese), un po' perché una discussione tra marito e moglie ultrasettantenni, lei fresca di capello che comincia a dire che deve prendersi anche lui un appuntamento, lui che protesta che i capelli se li fa una volta all' anno, mentre manco alza gli occhi dal giornale (e oggettivamente essendo moderatamente calvo con una chierica dietro alle orecchie e sulla nuca, manco ha torto), lei che insiste che è tutto spelacchiato, lui che sostiene che è inverno e la peluria sparsa gli fa caldo, Mario che fa: avrei un buco alle quattro, lei:
"Allora segnati Luuk alle quattro", lui sempre imperturbabile alza gli occhi dal giornale e specifica:
" È Lucas, non Luuk",
"Oh, ma che rompiscatole che sei" (lei).
"Non ho mai visto un bel matrimonio come il vostro" (Mario).

Quella che rideva sotto i baffi mentre continuava lo scialle iniziato la settimana scorsa al Social Crochet ero io invece.

Che poi tutte le sciure a farmi i complimenti, che non si vede più nessuno lavorare la maglia e io a dire che ho imparato con un filmino su youtube, perché spiegare il Social Crochet che è una roba inventata da Roberta Castiglione su facebook, che ci si mette un dato giorno e ora, in genere la sera alle 21.30, con alcune foto che spiegano il lavoro (la lista dell' occorrente viene postata prima) e tutte a smanettare e commentare, poi chi finisce posta anche le foto del suo capolavoro e si chiacchiera e si cazzeggia, ecco, mi sembrava un po' troppo da spiegare.

Mario che mi fa un caschetto cortissimo e tutto sfilato dietro, visto che ho la testa piatta e lo scalato semilungo mi si appende e non è un bel vedere, e quando osservo che il maschio alfa non è molto felice quando mi rivede con i capelli troppo corti, mi suggerisce di mandarlo a parlare con lui. Che il maschio alfa lo scorso sabato mi si è fregato l' appuntamento e ci è andato con Ennio, che non se li vuole tagliare i capelli, ed è tornato sostanzialmente con quello che aveva prima e il padre era perplesso e un po' pentito di non essere intervenuto e aver detto di togliere qualcosa in più.

Che Mario i suoi clienti li protegge dai familiari invadenti e se il capo sta da lui io non sono autorizzata a entrare in negozio perché un uomo ha diritto a quell'oretta di pace senza la moglie fra i piedi, e un bambino ha diritto al taglio che vuole senza che i genitori si intromettano.

Poi sono scappata alla prova del coro, perché è partito un progetto nel mio quartiere che si chiama la Via della Musica e oltre a mandare Orso alla band di bambini il mercoledì ci sono un coro del martedì sera strapieno e quello del venerdi mattina che ci ho messo dei mesi ad aspettare che ci fossero abbastanza iscritti e sissignore, mi sono di nuovo ritrovata con un branco di sciure che più Amsterdammer non si può. che quando sono arrivata stavamo cantando i Beatles e va bene. E poi hanno attaccato con Ramses Shaffy.

"Tanto la canzone la conoscete tutti, no?"
"Ehm, io veramente no".
"Massì, fa la cicciona più anziana di tutte, tanto quando la senti la riconosci".

No, non l' ho riconosciuta. Ma ho capito leggendo la prima strofa che era una di quelle canzoni che per motivi misteriosi mi fanno piangere come un vitello.

E comunque il ritornello:
canta, lotta, prega, ridi, lavora e ammira,
ma non senza di noi

è la classica mazzata alla nuca che non vi voglio togliere.

"Vero che la conoscevi?"
"No, ma sai, noi stranieri, però mi ha commossa".
"Eh, Ramses l' ha pure cantata con Liesbeth List".
"Ah, allora va bene, Liesbeth List mi fa piangere sempre".
"Allora ci vediamo venerdì prossimo".

Quando sono uscita aveva iniziato a nevicare di brutto.

"Ma dove devi arrivare? Stai attenta con la bici, eh?" mi fanno le due sciure Indisch, quelle di origine indonesiana.
"Si, tanto guardate, e inchiodo, fa ancora attrito".

Poi mentre freno davanti casa mi supera un' altra sciura in bici, sconosciuta, che mi fa:"ma che bella giacca".

Guardo in mezzo alla neve ma è già lontana, però mi sa che ha la stessa che ho io.

Perché il discorso giacca calda, ma antivento, elegante, ma pratica,, taglia 50, ma femminile e che ci si possa andare in bici, la mia mamma ha tagliato la testa al toro e me ne ha presa una di Marina Rinaldi in saldo, taglia conformata 25. Di un colore bordeaux con riflessi aranciati, che quella nera di Claudia Strater, sempre in saldo, costava la metà, era lunga il doppio e aveva il cappuccio ma era nera, di una stoffina triste e con il pelo finto di gatto morto attorno al cappuccio, anche se mi slanciava di più. Ma siamo pur orgogliose del nostro 25 conformato.

Che io solo perché ero partita con il discorso voglio una giacca definitivamente buona, ma la voglio in saldo e guai se costa troppo, manco l' avevo guardata. Che, dice mamma, poi vai tre volte al ristorante e spendi gli stessi soldi, almeno per i prossimi 5 anni hai una giacca invernale.

"È bellissima, mamma, luccica", fa Orso, il mio fashion advisor.

Sono sull' ottima strada per diventare una sciura con tutti i crismi tutti pure io. Sarà l' ormone imoazzito pure stavolta.

(Orso però sono andata a prenderlo in macchina sotto la bufera di neve, e al ritorno abbiamo preso una spalaneve e il sale per il vialetto. Appena smette di nevicare spalo e salo).

martedì 31 gennaio 2012

Liberiamo una ricetta: zuppetta di savoiardi in crema chantilly perplessa


Per chi me l' ha chiesta ecco la foto della mancata torta del compleanno di Ennio. E poi una ricetta di Giulia per utilizzare alcuni scarti, tra cui quelli della zuppetta.

Per la crema
-6 tuorli d' uovo
-180 gr. di zucchero
-150 gr. di farina 00
-1 lt. di latte
-1 bacchello di vaniglia
-1 buccia di arancia bio
-(facoltativo) un cucchiaio di acqua di fiori d' arancio da pasticceria (nei negozi marocchini)

-1 confezione piccola di panna da montare
-savoiardi ad libitum

per decorare:
-fragole secche nella foto oppure:
-scorzetta di arancia candita e buccia di cedro candito a cubettini piccini

Chi sa fare i conti si accorgerà che questa è paro paro la ricetta della crema pasticcera del Talismano della felicità raddoppiando le dosi, mentre l' uso improprio è tutto mio.

Mettere a scaldare il latte con dentro un baccello di vaniglia tagliato in due. Sbattere in una ciotola con la frusta tuorli e zucchero, poi incorporare la farina e mentre continuate a sbattere, aggiungete un poco di latte caldissimo (anche di micoronde) purché togliate il baccello di vaniglia prima. Rimettete insieme in una caseruola, tegame a fondo doppio, quello che volete, io sono troppo impaziente per il bagnomaria, ma chi lo ama, ha pazienza e vuole stare sul sicuro perché no? Fatelo a bagnomaria nella ciotola.

Nel frattempo avrete unito la buccia di arancia o, come faceva mia nonna, di limone, fate voi, e continuate a sbattere con la frusta in modo che non faccia grumi. Chi da piccola mi costringeva a fare la besciamella a bagnomaria mescolando piano piano col cucchiaino, non ha capito che con la frusta si fa meglio e prima. Il minipimer poi, è l' ideale, infatti ce l' avevo a portata di mano per il primo sgrumamento grosso, poi sono andata avanti con la frusta in silicone che è più flessibile e stacca la crema dal fondo.

Un attimo prima che si attacchi tutto di brutto togliete il tegame dal fuoco, versate in ciotola e fate raffreddare. Lì ho commesso il mio errore, perché mi sono messa a montare la panna con il minipimer e siccome con quello non controllo bene la velocità ho forse smesso che era ancora un po' morbida, per evitare che mi finisse in burro. Poi l' ho aggiunta ala crema che era ancora troppo calda. voi se volete rifare la zuppetta fate uguale, se volete una crema chantilly come si deve fate raffreddare il tutto e poi con delicatezza incorporate (quindi la panna la montate solo a crema fredda). Da qui il nome crema chantilly perplessa, perché non ho capito bene come la voglio rifare la prossima volta.

A questo punto bagnato per bagnato ci ho aggiunto a occhio dell' acqua di fiori d' arancio che la userei pure per farmi la doccia se potessi. Poi ho versato nelle coppette la crema, ci ho infilato due savoiardi e una fragola secca e ho servito e ce lo siamo sbafati con enorme passione. Mi avanzava ad ogni buon conto mezza e più ciotola grande con la crema e allora ci ho messo dentro direttamente uno strato di savoiardi, ho coperto con la pellicola e l' ho lasciato una notte in frigo. Il giorno dopo alla festa del cognato mi sono sbarazzata dei pietosi resti versandoli a cucchiaiate in coppettine e decorandoli con una barretta di arancia candita arancione e dei cubettini verdi di cedro candito a cubettini appunto, entrambi offerte speciali di natale del supermercato che avevo comprato e non ci stavo facendo niente. Sono piaciuti moltissimo anch' essi.

Per dire che la crema chantilly è come il maiale, non si butta via niente, Tantevvero che con i bianchi avanzati e altri due tuorli ci ho fatto i pannenkoeken domenica sera, ovvero le crepe grasse e spesse che fanno gli olandesi.

Vi è piaciuta la storia di questa ricetta? perchè le storie sono per chi le ascolta, le ricette per chi le mangia. Questa ricetta la regalo agli amici. Non è di mia proprietà, è solo parte della mia quotidianità: per questo la lascio liberamente andare per il web, e infatti mi è rimbalzata dalla mia amica Giulia in questa forma, che andrebbe anche benissimo per far fuori gli albumi avanzati dalla chantilly:

Mini frittatine con quello che si ha in casa

Uova, formaggio (chiaramente va bene tutto quello che si ha in casa), erbette fresche o surgelate, bacon o salumi a scelta

Prendere uno stampo per muffin in silicone o metallo. Imburrarlo leggermente. Nel frattempo sbattere le uova in una ciotola aggiungere le erbe e il formaggio. Schiaffare il bacon in una padella antiaderente senza olio fino a che non diventa croccante (in alternativa prosciutto, pancetta o quello che si vuole). Prendere le fettine di bacon deporle negli stampini foderandoli e versare la miscela di uovo e formaggio. Infornare a 200 gradi per circa 25 minuti fino a che la superficie sarà bella dorata.. Estrarre, far raffreddare e servire su un bel piatto. Fanno la loro porca figura e non costano niente. Chi vuole far la preziosa le può rinominare mini quiches au fromage.

Categoria: finger food.

lunedì 30 gennaio 2012

Pensa se mi sposavo una stronza olandese


Questo mese abbiamo avuto visite, amici, sconosciuti, mia mamma, partiva uno e arrivava l' altro. la casa è un disastro e il maschio patisce una serie di stress suoi extramoenia, ma quando torna trova il casino e non riesce a rilassarsi (sapesse io che non lavoro fuori e corro tutto il giorno pensando: appena ho due minuti sgombro di qua, aggiusto di là, macchè).

Insomma tornavamo dal compleanno di famiglia a Rotterdam e mi chiede:
"Ma ti va di parlare con me?"
"Ma lo chiedi?"

E mi si sfoga un po' sul lavoro, che mi fa sempre bene sentire che si fida di me e di quello che li posso dire per relativizzare le cose. Poi ci diciamo che tocca volerci più bene e coccolarci di più e sistemar casa che così stiamo meglio.

"E adesso non viene più nessuno?"
"Non che io sappia".
"No, perché l' altra volta mi sono ritrovato nudo di sopra in bagno e loro sono rientrati e io non sapevo bene che fare, insomma a volte mi manca un po' di privacy, anche se poi mi è piaciuto molto conoscer gente, e ci hanno cucinato quelle cose buone e abbiamo chiacchierato. Ma va bene così, non credere che voglia dire che non, pensa se invece mi sposavo una stronza olandese, poi mi toccava stare in casa con lei'.
"Invece ti sei sposato questa stronza qui e ti tocca stare con lei".
'Si ma mi piace".

L' idillio viene interrotto sal sedile posteriore:
"Mamma, papà, io so per certo che voi due fate sesso qualche volta".
Risposte simultanee:
"Certo amore, ci mancherebbe altro, ci amiamo, ci piacciamo, perché non dovremmo?"
"Orso, che schifo, ma come ti viene in mente una roba del genere?"

Poi che una si chiede l' effetto che può fare ai figli vivere con noi due. Magari con la stronza olandese rischiavano di meno.

Keep calm e ricordatevi: i figli sentono tutto. Specie quello che non è rivolto a loro.

domenica 29 gennaio 2012

Ora che le scosse sono al nord, gli amici partecipi consigliano:

Intanto vi devo portare a conoscenza di questa iniziativa bellissima. Su Facebook un' amica ha rivolto un appello agli aquilani che hanno vissuto il terremoto per mettere insieme una lista di informazioni dedicata a chi in questi giorni vive a casa sua scosse e sciami sismici e si preoccupa. Il gruppo si chiama: L' indispensabile in caso di sisma.

Questa cosa l' avrebbe dovuta fare la Protezione Civile nel momento stesso della sua fondazione, ma a casa nostra i protocolli di emergenza e le esercitazioni non esistono, e così muore o si ferisce gente che a saperlo prima, un minimo di precauzioni le prendeva. Cosa che ha anche un valore rassicurante, secondo me, sapere che ci sono cose oggettivamente utili che puoi fare in prima persona, specie con l' andazzo per cui il terremotato va esiliato e ridotto al silenzio e all' impotenza per non rovinare le inquadrature al tiggi della macchina mediatica. Eccovi la pagina, chi sta su Facebook la legga con le discussioni e la linki, quando ne verrà distillato un documento definitivo vi posterò anche quello.

Quando ho sentito delle scosse di terremoto in nord Italia sono andata con il cuore a tutti gli amici, reali e virtuali e soprattutto questi ultimi, che sono molto più numerosi, che vivono in quelle zone e dopo essere andata da loro con il cuore sono andata con il mouse nei profili facebook. Io Facebook ce l' avevo giusto perché una volta Gino mi ha mandato una foto e io che manco sapevo cosa fosse e come fosse e non è che avessi voglia di approfondire, ho cliccato e prima ancora di capire cosa stava succedendo, passo passo mi sono ritrovata un profilo. che ho lasciato lì.

Poi il 6 aprile 2009 alle 3.32 (buffo, certe cifre non serve neanche tatuarsele perché ce le hai tatuate nel cervello, aspettavo il traghetto l' altra sera, per esempio e sul tabellone il conto alla rovescia dei minuti che mancano all' ultima corsa, arriva a 3.33 e sorrido pensando che ho catturato per caso quel secondo lì perfetto, poi segue 3.32 e mi si ferma il mondo intorno e non sono più ad Amsterdam in una notte di gennaio 2012, sono in una terra di nessuno e le orecchie mi ronzano), dicevo quella notte lì finisce un pezzo di mondo che ho potuto condividere nella vita, e per sapere cosa è successo, fare l' appello, capire chi c' è e chi non c' è e dove sono andati a finire mi sono attaccata a Facebook e non mi sono staccata più.

E anche a questo giro una fa l' appello su Facebook, solo che adesso lì ho un bel circolo di amici reali e virtuali che mi tengono informata delle più ottime e svariate cose, e tra loro Bianca, che se non avessi scritto Statale 17 e non lei non l' avesse letto, e non mi avesse fatto chiamare da sua cugina che era in Piazza Duomo il venerdì santo 2010 per Fahrenheit e non me l' avesse passata al telefono, e non avessi linkato tutta una serie di aquilani, che conosco, che avevo conosciuto, che non conosco ancora, tra cui Matteo Grimaldi, giovane scrittore, e non avessimo fatto il Viaggio all' Aquila lungo la Statale 17 a ottobre, e non avessi visto Bianca di persona e scoperto en passant che era pure la zia di Matteo, non che sia rilevante, ma succede, il clan, che ve lo devo ripetere, ecco è successo così, che io su Facebook ci trovo tutto, compreso il link alle intercettazioni Bertolaso-Stasi che il 30 marzo 2009 riuniscono la Commissione Grandi Rischi non per valutare la situazione e dire qualcosa di concreto alla popolazione terrorizzata, ma come operazione mediatica per far star zitti i rompicoglioni.

Matteo oggi ha postato una sua riflessione, lui che con i suoi il terremoto e soprattutto l' inumana e incompetente gestione da parte della Protezione Civile e il governo mediatico, lui, giustamente, sente l' intercettazione e prova una gran rabbia.

Io volevo reagire a quel post, mi sono accorta subito che mi si stava scatenando il pippone e ho pensato bene di trasferirlo qui per non intasare il suo commentario. Eccolo.

Che quella riunione della commissione grandi rischi fosse una barzelletta lo abbiamo saputo quella settimana dopo, quando è cominciato il coro dei perché e ci avevano detto subito che già solo la durata delle riunione, ridicolmente corta, non poteva essere servita a fare il punto di una situazione in quel momento seriamente preoccupante. con una città con i nervi scoperti che a ogni scossa scappava in strada o dormiva in macchina, con la scuola elementare De Amicis che chiudeva ogni due per tre, visto che oltre a non essere antisismica se ne stava cascando per conto suo e anche senza sciame sismico forse andava evacuata e basta.

Con i ragazzi della casa dello studente, e quanti futuri ingegneri non ci stavano lì dentro, che chiedevano perizie e rassicurazioni e si disegnavano su carta tutte le crepe che mano a mano gli si andavano disegnando sui muri delle camere e magari uno di noi vede una crepa e non ci pensa, mentre uno che proprio in quel momento sta studiando per un esame la vede e capisce altre cose, e suona l' allarme e nessuno gli da retta, e cosa sia successo alla casa dello studente e agli studenti che c' erano dentro non ve lo devo raccontare più io.

Semmai chiedetelo a quei turisti ferragostani che ci si andavano a fare le foto sorridenti davanti, che per chi l' ha fatto con la Costa Concordia si sono scatenati anatemi, mentre allora erano solo gli aquilani a spezzarsi il cuore, ma cosa fai, vai lì e gli dici che sono stronzi? Lasci perdere.

Tutte queste cose noi le sapevamo e le intuivamo anche prima delle intercettazioni, ma quando ci sei dentro fino al collo e lotti ogni giorno per arrivare a sera senza perdere la testa, anche quello che sai non lo assimili del tutto. Al massimo te lo annoti.

A noi bastava farsi un giro per le tendopoli, bastava leggersi le ordinanze (ve la ricordate quella clamorosa che a piazza d' Armi era proibito il consumo di coca cola, caffè e cioccolata? Per non eccitare chi giustamente poteva pretendere un trattamento civile anche da sfollato e non la sospensione dei più elementari diritti umani. Ve lo ricordate che non si poteva fare volantinaggio per le riunioni dei comitati cittadini, non si poteva andare a trovare o cercare un parente se non avevi il pass, genitori e figli privati della possibilità di vedersi, il tutto mentre le scosse continuavano, si preparava il circoBarnum del G8 e Obama, col cazzo che ci ha dormito all' Aquila, ci sono i tracciato di tutti i voli degli elicotteri che ogni sera lo riportavano di nascosto a dormire a Roma alla sua ambasciata, ma Vespa non ci farà mai un plastico. In compenso cifre a troppi zeri che potevano servire a fare una cosa utile sono stati usati per fargli nella caserma della guardia di finanza un campetto di basket, mai usato da nessun ragazzino aquilano.

Le porcate che hanno fatto all' Aquila e che stanno emergendo con il tempo, ma mai abbastanza da far ribaltare il punto di vista di chi l' operazione mediatica se l' è puppata tutta senza avere la possibilità o la voglia di vedere con i propri occhi, e l' Italia che dice: adesso state tutti bene e vi hanno ricostruito tutto, vero?

Bertolaso che come uno scolaretto al primo appuntamento chiedeva udienza alla famosa massaggiatrice brasiliana dello sporting club se poteva venire a farsi curare la cervicale, e come cambiano le operazioni mediatiche anche l' anatomia del corpo umano, io una cervicale ad altezza cavallo pantaloni non l' avevo mai vista o sentita, ma non sono medico come Bertolaso. Che poi con lo status da eroe che si era fatto con la gestione mediatica, sai quante donne in tutta la provincia gliel' avrebbero data gratis, ma se è per amore e non ci guadagna nessuno almeno la promessa di un appaltino, evidentemente non è abbastanza erotizzante per certa gente.

Le infiltrazioni della camorra nelle ditte a cui è stata affidata la ricostruzione senza gare e senza controlli, quelli che ridevano alle 3,35 quando da Roma sentivano la scossa e sapevano già gli appalti che gli sarebbero andati.

Una città sistematicamente militarizzata, dimenticata e massacrata, la borghesia aquilana in doppiopetto e collier d' oro menata dai celerini mentre volevano dimostrare davanti a Montecitorio.

Tele2che ha preso la palla del terremoto al balzo per fare licenziamenti che da anni tentava di fare, ma non ne avevano gli estremi.

Il perverso e unico meccanismo di tassazione per cui cornuti e mazziati, privi dei più elementari servizi, della benché minima prospettiva sul futuro, gli aquilani stanno pagando tasse che non eran mai state imposte a nessuno a così breve tempo da un evento distruttivo, e ditemi voi di attivita produttive in città cosa ci sia rimasto.

L' università, dio buono, l' università che era già allora il motore principale della vita ed economia aquilana che va avanti solo per la lealtà degli studenti che senza strutture, mensa, abitazioni o altro continuano ad iscriversi per faticare di più e questa università eroica, che ha i suoi martiri negli studenti uccisi dallo stato, ecco, qualcuno ha avuto la bella idea di intestare l' università a Gianni Letta, aspetto solo che in Sudtirolo qualcuno proponga di intestarne una ad Adolfuccio e poi stiamo a posto e il cerchio si quadra.

(E bene hanno fatto quei genitori che hanno rifiutato i funerali di quello stesso stato dove ora, abbiamo saputo, Berlu era tutto seccato perché ci sarebbero stati ai funerali pure Napolitano e altri personaggi che rischiavano di offuscarne l' aura mediatica, perché non vi scordate che questa è sempre stata un' operazione mediatica, ditelo ai vigili del fuoco e ai volontari della Protezione Civile che sono andati a rischiare le penne per aiutare, diteglielo che non sono degli eroi ma solo delle comparse di un circo Barnum, e quindi a quei funerali alla fine Berto ha salvato capra e cavoli mettendo il Berlu in mezzo ai genitori e meno male che Napolitano non ha insistito per starci anche lui o costui si sarebbe fatto issare sopra una delle bare, che per uno piccoletto in effetti garantisce la visuale migliore).

Comunque, vi ringrazio sentitamente se siete arrivati fin qui senza perdervi tra le secondarie (c' era una frase principale da qualche parte? Forse) e anzi mi complimento con voi.

Comunque capite quante cose saltano fuori con nuove scosse e con una Protezione Civile che neanche dopo l' Aquila è stata capace di fare un decalogo misure di sicurezza, ci stanno pensando adesso gli aquilani e spero che chi vive in zone interessate (cioè tutta l' Italia) lo legga. Interessante anche leggere i botta e risposta, e se sapeste quante volte in questi giorni ho letto su facebook: amici del nord, non fidatevi della protezione civile.

Perché adesso che quella stessa commissione grandi rischi sta sotto processo per omicidio colposo e dai media che a loro si, vengono ancora messi a disposizione, alzano alti lai di vittimismo, dicendo: come fanno ad accusarmi di omicidio se i terremoti non si possono prevenire? è in malafede ora come allora, perché appunto questo è il fondamento dell' accusa.

Come mai, in una riunione durata manco 40 minuti + pranzo, in una situazione che il più fesso dei sismologi avrebbe definito anomala e preoccupante, come hanno fatto a prevedere che il terremoto NON ci sarebbe stato? E detto agli aquilani: fatevi un bel bicchiere di Montepulciano e andate a dormire?

Così che gente che nei mesi precedenti a ogni botta andava a dormire in macchina, quella sera, dopo la scossona di avvertimento dell 23 invece di fare quello che avevano sempre fatto, si è fidata, sono tornati a letto certi che una commissione Grandi Rischi mica si riunisce e delibera alla cavolo, sicuramente sapeva quel che faceva.

Questa gente poche ore dopo si è ritrovata a tirar fuori i propri bambini cadaveri scavando con le mani nelle macerie, mentre i camion dei vigili del fuoco si fermavano per strada perché non avevano più benzina. Ecco perché i membri di quella commissione sono sotto giudizio per omicidio colposo, se avessero detto allora (e non adesso): non possiamo prevedere nulla, fate un po' voi, che è quello che dicono adesso, la gente sarebbe uscita, il terremoto ci sarebbe stato lo stesso e i morti pure, ma qualcuno si sarebbe salvato e altri non vivrebbero adesso con la rabbia di aver creduto a gente che stava facendo iun' operazione mediatica.

Insomma, c' è tanta paura e rabbia in giro per il net e tra i cuori di chi allora o adesso sente le scosse, e io spero che sia un falso allarme pure questo. perchè di tutto quello che hanno detto finora, io credo a una sola cosa: i terremoti non si possono prevedere. Peccato che l' Italia sia zona sismica.

venerdì 27 gennaio 2012

10 (oddio dieci, ma quando è successo?)

Da due giorni gli abruzzesi di Amsterdam o mi fanno cazziatoni o mi offrono dei gran begli aiuti gratis, spesso entrambi e io sono di nuovo sotto raffreddore di testa, oh, yeah.

C' è che per una commistione astrale di cose che forse ho detto ma non mi ricordo perché avevo la testa ovattata, il naso che cola, la gola che brucia e gli abruzzesi incazzati alle costole, oh yeah.

E ieri avevamo iniziato a fare i sacchetti di popcorn da offrire a scuola, ma mi faceva incazzare solo vedere come li riempivano e il pop corn sparso a chili per casa, per cui mi sono scordata di finirli e stamattina di corsa fai 24 sacchetti e portali a scuola ed entra in extremis e litiga con il padre dei tuoi figli prima di uscire che ci si sta tra i piedi e il disordine, ma lo capisce lui che sto lavorando come una disperata, e ho il raffreddore di testa e devo organizzare una roba di abruzzesi che non me l'ha chiesta nessuno, l' ho decisa io e ben mi sta? (Il budget però, piccolo, ma lo hanno creato).

Volevo fare una torta, ma poi anche no, e domani una cena di pesce, ma non cucino io, e Ennio vuole smettere con il coro perché è stanco, ma io ancora non riesco a parlare con la direttrice e sono due settimane che ce lo trascino di peso, ma oggi anche no, oh yeah.

(E siete contenti che vi risparmio l' amarcord del parto? oh ariyeah).

Insomma eravamo tutti a casa presto, il maschio alfa che finita la faticosa gestione degli abruzzesi et dona ferentes, e li amo, 'sti stronzi col senso del clan, che bello il clan mi fa: ma non avevi detto che facevi la torta?

Eh, l' avrò detto. Dico tante cose.

E abbiamo letto tre cartoline bellissime

e detto alla nonna in Francia in visita ala sorella che Ennio ha detto che le manca,

e lei allora domani prende il treno e torna da noi, perché le manchiamo anche noi,

e ho apparecchiato la tavola con la tovaglia ricamata, i bicchieri di cristallo molato, le posate d'argento non lucidate e il servizio dei compleanni di mia mamma, ora nostro e usato per la prima volta, con la fascia d' argento intorno e pochi piatti rimasti (e ne ho pure spaccato in due uno da dessert, ma di quelli ne avevo di più)

e mangiato le penne al pesto

e due fettine di salmone affumicato io e il capo

e la crema pasticcera con i savoiardi dentro, con la roba che avevo comprato per la torta

(poi Ennio ha preteso e ottenuto anche tre mini-pizzette surgelate come ammazzacaffè)

e ha messo un dito nel soave di Battistella, lo ha leccato e ha detto: buono!

e detto noi: che bello, dieci anni, proprio una cifra tonda. Fra altri 10 anni ne avrai venti (and all that sort of things)

Ma glielo aveva già detto il programma del giardino dei numeri su Internet, a cui lo ha iscritto la scuola per giocare imparando e che nella finestrella dei suoi dati ci ha scritto il suo nome e 10 anni e ogni tanto sullo schermo del gioco passava un aereo con lo strisicone:
"Ennio, 10 anni, auguri, eh?"

Perché come dicevamo con Elena WorldWideMom in Carpe Diem, io mica me li ricordo granché i primi anni, c' era troppo da fare.

Ma ho la fermissima intenzione di ricordarmi quelli dopo.