venerdì 16 gennaio 2009

Lasciare il nido

Orso ulula perché il fratello è sceso prima dalla biciclettona ed è arrivato prima alla porta, e io, invece di tirarlo fuori, vado prima ad aprirla, che qui fa un freddo cane.
"Volevo arrivare prima ioooooo. È sempre lui il primooooo".

Lo tiro giù, lo smisto dentro, lui scalcia. Scarico la spesa, chiudo la bici, lotto con il telo che copre il cassone.
"Dai Orso, togliti la giacca".
"Mamma, tu sei così cattiva che puoi andare ad abitare da un'altra parte".

Ultimamente me lo dice spesso. che me ne posso andare a vivere altrove, se proprio devo essere così noiosa, restrittiva, ragionevole, quando lui ha le incazzature.

E pensare che io credevo che i discorsi madre-figli sul lasciare il nido avessero un'altra piega. Questi figli di oggi, sono una continua sorpresa.

PS: quando studiavo l'interpretazione psicologica delle fiabe - essì, ho fatto anche questo - apprendevo che la figura della matrigna serviva al bambino per riconciliarsi con l'immagine della mamma, ovviamente sempre buona, bella e positiva, perché è così che il bambino ne ha bisogno, con la mamma quando vuole che il bambino faccia cose di cui non ha voglia, ovvero la mamma cattiva. È più facile, pare, scindere in due personagi, quello buopno e quello cattivo, i vari aspetti di una persona, perché il bambino piccolo fa ancora fatica a capire che tutti hanno i lati positivi e quelli negativi.

Io mi sa che gli devo fare una cura di matrigne, a questo qui, gliene ho sempre raccontate troppo poche di fiabe.

1 commento:

Anonimo ha detto...

consolati... per me il "Non sei più mia mamma" sta diventando un leit motiv! :(