martedì 27 gennaio 2009

Di Camille Paglia e dello stupro

Allora, siete cresciute anche voi con le raccomandazioni, con il decalogo antistupro"?

Prima andava di moda l'approccio umanistico:
("grida al fuoco" e non "aiuto" che la gente reagisce prima, parla con e fai parlare il tuo aggressore e cerca di fargli capire che sei un essere umano).

Poi il gioco si è fatto duro e sono venuti pure di moda gli stupri di gruppo (Il branco è uno di quei film che non andrò mai a vedere) e le raccomandazioni vertevano di più sul:
devo restare viva, raccogliere tutti i dettagli che mi ricordo per farli trovare e denunciare.

Poi sono venuti i jeans e la sentenza cassazione e ti rendi conto che restare viva è un dettaglio, siamo o non siamo il paese di Maria Goretti? Quindi ti devi solo opporre e se questo significa innescare un meccanismo per cui ti fanno fuori, hai fatto solo il tuo dovere. e se non ti opponi abbastanza non sei vittima abbastanza.

Nel frattempo erano saltati fuori anche gli stupri di gruppo come crimine di guerra, che il conflitto dell'ex-Jugoslavia ce lo stiamo dimenticando, vero? ma c'è stato pure quello e manco tanto tempo fa.

Comunque, io non leggo una rivista femminile da un bel pezzo, ma magari ogni tanto salta di nuovo fuori l'argomento e il catalogo dei consigli utili. Ci manca solo la sezione: come rimuovere le macchie di sperma dai vestiti (che vorrebbe essere una battuta, ma nel frattempo è diventata una cazzata, tu non rimuovi niente, porti tutto subito a fare l'esame del DNA).

Insomma, l'argomento vende. Ricordo le assemblee al liceo e le discussioni sull modifica della legge, da delitto contro la morale a delitto contro la persona. Che sembra una cosa ovvia ma c'è sempre stato chi non capiva la sfumatura. Forse perché le donne non sono persone? Non lo sono abbastanza? Hanno un'anima o no? vall'a ssapé.

Ha ragione graz nei commenti al post di ieri, il problema è che sempre e tuttora esiste una mentalità per cui uno stupro non viene visto come una violenza, come un crimine, ma come un comportamento, magari poco educato, in cui ti sfugge la mano. Scusabile, causa di forza maggiore, eh, le circostanze, non volevo veramente ma com'è come non 'è mi ci sono trovato.

Questa è la mentalità che dobbiamo combttere, non le pochezze legislative. Uno stupratore deve diventare un paria, punto. Non deve trovare una donna che se ne innamori e se lo sposi, se sposato la moglie ndivorzia e il giudice non gli fa più vedere i figli, non deve continuare ad avere la sua solita vita sociale, in cui magari tutti sanno ma fanno finta di niente, il padrone di casa lo deve poter sfrattare che gli rovina il valore della proprietà, il suo barista deve rifiutare di servirlo. Insomma, com'è che i pedofili si e uno stupratore di maggiorenni no? Spiegatemela questa cosa.

Quando studiavo in Canada era un periodo di campagne molto forti. andava di moda lo slogan: no means no, perché il problema in questi campus era quello del date rape o aquaintance rape. Cioè, non il bruto appostato nell'angolo buio, ma il bravo ragazzo che frequenti a lezione, con cui esci per andare al cinema, che ti accompagna a casa da una festa, il fratello della tua amica.

Un'altra svolta epocale la diede il famoso processo Kennedy, che tutto quello che fanno i Kennedy in America conta su un grande interesse di pubblico, ma il merito di quel processo fu anche di dire che si, puoi conoscere uno che ti piace a una festa, si, ci puoi uscire in spiaggia a pomiciare, si, puoi anche arrivare a toglierti le calze, ma se a un certo punto gli dici chiaramente che non ci vuoi scopare o perché non è mai stata l'intenzione o perché hai cambiato idea, si torna dentro a bersi una camomillina e amici come prima.

Cosa che il Kennedy in questione aveva abbondantemente scelto di ignorare in nome degli ormoni che pulsano ("eeh, signora mia, tutta la famiglia era così, le corna che il papà ha messo a mammà con l'universo creato, si sa, buon sangue non mente) e la giuria gliel'ha ricordato, che non si fa. Fa molto che la vittima era dello stesso ambiete, twin set, collier di perle e i soldi per pagarsi i migliori avvocati e fargli il culo, ma io sono cinica, si sa.

In questo clima uscì un articolo di Camille Paglia, che wikipedia definisce scrittrice, critico sociale e femminista dissidente. Una che ha rotto con l'ortodossia liberale. che pur avendolo sostenuto e votato, ritiene che Bill Clinton si sarebbe dovuto dimettere dopo lo scandalo Levinsky che forse a quel punto l'11 settembre lo si poteva gestire con maggior credibilità.

Paglia disse chiaramente che il problema del date rape nasceva da una percezione ingenua della vita e della società da parte delle studentesse universitarie. Che le working class girls, che non vengono cresciute nel mito libertegalitefraternite stanno più attente a non farsi male. Che lo stupro è sempre esistito e che gli uomini etici sono sempre stati contrari, quindi non venite a fare il discorso eeh, m'ha provocato.

Però non ci scordiamo che il mondo è un posto ingiusto, che i ragazzi in età di college sono dei barattoli di concentrato di ormoni e a volte non ci puoi stare a ragionare dei massimi sistemi, che se sei convinta che il massimo dell'emancipazione è uscire il venerdi sera e sbronzarti come uno scaricatore di porto fino a perdere i sensi, può essere che ti addormenti nel letto sbagliato o che ti accompagni a casa il tipo sbagliato, magari non propriamente sobrio e astemio anche lui.

Che puoi essere convinta a tal punto della parità dei sessi e del tuo diritto a dire di no e ripensarci in qualsiasi momento, ma che se accetti di metterti nuda sotto le lenzuola con un maschio con gli ormoni a spasso, rischi che costui non ci senta bene quando gli dici che ci hai ripensato.

E che siamo d'accordo che uno così è a tutti gli effetti uno stupratore e va condannato, però nel frattempo quella che si fa male sei tu, ed allora non guasta se sei tu in primo luogo a valutare quali sono potenziali situazioni pericolose e decidere se il tuo gioco dell'emancipazione ad oltranza vale la candela. che è vero, hai tutti i diritti, il mondo è tuo e fai quello che ti pare, ma sii consapevole dei pericoli.

Il per esempio della Paglia era: se tu a New York parcheggi la macchina lasciandola aperta e con il computer e il portafoglio ben in vista sul sedile per andarti a comprare il caffé, e te lo rubano, è chiaro che la legge dà ragione a te e se lo becca il ladro lo condanna per furto, è chiaro che tu vai dalla polizia a sporgere denuncia e loro ti danno retta, ma nessuno sano di mente può impedirsi di pensare, se non di dirti in faccia: pezzo di deficente, ma cosa ti credevi?

Ecco, alla Paglia hanno dato addosso in un modo. Che dava la colpa alle vittime e assolveva gli strupratori. contemporaneamente però genitori e insegnanti le scrivevano per ringraziarla per aver detto lei, da femminista, una cosa del genere, che quando lo dicevano loro alle figlie per metterle in guardia, non risultavano credibili.

Uguale. Se non che, appunto, in caso di sturpo per ora l'accento è sul blaming the victim, dare la colpa ala vitima perché poteva stare a casa, poteva mettersi il burqa e non la minigonna, non doveva dare l'azzico e l'occasione fa l'uomo ladro.

Io trovo già un gran progresso, lo dico senza ironia, che almeno adesso non ti danno addosso se sporgi denuncia, ti mandano da un medico, cercano di farti parlare con una donna, al processo si cerca di comportarsi con civiltà nei confronti della vittima, si riconosce che la povera abbia diritto ad essere come minimo traumatizzata.

Ora cerchiamo di finire il passo e cominciamo invece a smettere di scusare o giustificare l'aggressore, mandarlo agli arresti domiciliari e fargli le coccole. Sei un paria, lo sarai sempre e il prossimo farebe meglio a valutare se gli conviene rovinarsi la vita per non aver tenuto a bada l'ormone ballerino.

Non dico di linciarli, castrarli chimicamente o meno o mandarli a morte. Ma mazzolarli simbolicamente, sarebbe mica ora?

E nel frattempo continuiamo ad evolverci noi donne, fare carriera, prenderci la nostra vita in mano, vestirci e parlare come ci pare, e a scanso di equivoci, lo spray al peperoncino nella borsetta.

14 commenti:

Costanza ha detto...

post meraviglioso, mammamsterdam, non potevi spiegarti meglio.

concordo in pieno sullo spray al peperoncino...

Anonimo ha detto...

grazie. perchè hai detto tuuutto quello che avrei voluto dire io su un argomento del genere, ma senza farti prendere la mano come, invece, ne sono certa, avrei fatto io.

Anonimo ha detto...

anche xkè sembra sempre che gli uomini il cervello ce l'abbiano tra le mutande.
e nn ci fanno una gran bella figura.
però le leggi le fanno ancora gli uomini...

graz ha detto...

Ecco, appunto.

Io la chiamo RESPONSABILITA' (PERSONALE) SOCIALE che è una mia invenzione per dire che NO MEANS NO ma non ci si deve dimenticare di essere socialmente responsabili della propria persona.

E così come ci si accerta dello spessore del ghiaccio prima di camminarci sopra che se è troppo sottile si va a bagno e non è un bel bagno, nello stesso modo si evita di fare cazzate che ti metteranno anche dalla parte della ragione ma, signora mia, Pirro potrebbe insegnarci qualcosa.

Il grave è che se allo stesso tempo lo stupratore non diventa un paria ecco che evitare di fare cazzate diventa un mestiere parecchio arduo e soprattutto parecchio limitante. Questo il motivo per cui bisogna necessariamente lavorare su entrambi i fronti. Entrambi però. /graz

Mammamsterdam ha detto...

Eeh, care, ce ne ho messi di anni ad elaborare, per questo mi viene l'analisi pacata.

Anche perché quando ho scoperto questo scritto della Paglia, non ho potuto fare a meno di ricordarmi i miei primi due anni di università e tutte le situazioni in cui mi sono messa con l'incoscienza di Biancaneve. No, ma proprio, roba da mettermi lo scafandro prima di uscire di casa.

E tutto per fare dispetto a mio padre che pretendeva di crescermi nella provetta di cristallo e io che per spirito di contraddizione gli dovevo dimostrare che no, che gli uomini della mia generazione non erano ste cose represse che non hanno mai visto una tetta e sono incapaci di controllarsi quando ne vedono una.

(Tutta colpa miei compagni di liceo, tanto carini e perbenini, questa visione distorta dei maschi civilizzati. Che tra di loro si facevano le peggio cose ma avevano il sacro terrore di quel paio di femmine che avevano in classe, e poi ci volevamo un gran bene, ma abbastanza platonico, insomma,secondo me me li sto cercando su Facebook solo per la curiosità di capire se poi a un certo punto qualcuna li ha sverginati, e chi).

Anonimo ha detto...

questo argomento mi tocca molto da vicino, e condivido quello che hai scritto. nel mio caso, per fortuna (va proprio detto) si è limitato alle molestie a livello verbale, ma la sensazione di pericolo assoluto e incolumità che ho provato in quei momenti è qualcosa che non scorderò mai, purtroppo, e che mi ha lasciato parecchi strascichi e problemi. lui era un professore universitario con il doppio dei miei anni(che ovviamente aveva già insediato decurie di studentesse) e quando mi ha chiesto di andare a casa sua perchè doveva prestarmi un libro per un esame, io ci sono andata, nella più completa sventatezza. ora so che è stato assurdo, che non avrei mai dovuto, che avrei dovuto dire "piuttosto vediamoci in un bar" o "me lo porti a lezione, con tutti gli altri" e invece ci sono andata, da vera stupida. ma avevo appena ventun anni, vivevo sulle nuvole e avevo poca esperienza con gli uomini: mai avrei pensato che un invito del genere potesse nascondere rischi o doppi fini. la regina delle ingenue, senza dubbio. qualcuno però mi ha voluto bene, e per puro caso (quelle casualità che ti salvano la vita) un mio compagno di università non aveva niente da fare e si è offerto di accompagnarmi, ed è stato grazie a lui, che mi ha fatto inconsapevolmente da custode, che non è successo il peggio. il bastardo, poi, ha continuato a molestarmi con sms volgari e orribili ed email sullo stesso genere. alla fine un ragazzo, stanco di vedere a cosa erano sottoposte le sue compagne di corso (palpatine, complimenti volgari, sguardi lascivi, mancanza di rispetto) ha parlato a chi di dovere - noi non avevamo il coraggio e, paradossalmente, ci vergognavamo anche un po', quasi fosse stata colpa nostra - ed è venuto tutto a galla. è stata una storia a lieto fine: hanno creduto subito a noi ragazze, lui è stato cacciato dall'università e denunciato. so che mi è andata bene, che sarebbe potuta andare mille volte peggio e che sono stata sciocca io, a fidarmi così ingenuamente di lui. ma devo ammettere che, a distanza di anni, il solo sentire nominare il nome di quell'uomo mi fa ancora venire brividi e sudori freddi; credo sia stato l'unico essere umano al mondo che io abbia realmente odiato - nel vero senso della parola. perchè io sarò stata troppo ingenua e avventata, ma lui non aveva nessun diritto di spaventarmi così, nessun diritto al mondo.

grazie per quello che hai scritto, e per la delicatezza con cui lo hai fatto.

Mammamsterdam ha detto...

Maria, io ringrazio te per averci raccontato una ocsa tanto tua, perché hai pienamente ragione: non solo anche le molestie verbali o superficiali fanno un gran danno e sono altrettanto condannabili di quelle fisiche, ma per qualche strano meccanismo, una ragazza o donna, delle volte manco ci pensa ai secondi fini.

Una non ci pensa non perché è cretina o ingenua, ma perché le persone oneste e decenti non ci pensano nemmeno alla mente malata di un altro.

E poi perché certe figure con un ruolo in qualche modo 'paterno' dico la parola sbagliata, ma penso si capisca, comunque uno con cui hai rapporti di lavoro ed è pagato per aiutarti, insegnarti, curarti o consigliarti, istantaneamente prende nella tua testa questa valenza di uno che vuole il tuo bene, perché questo è pagato per fare.

E la cosa terribile in fondo è che siano le vittime a non avere il coraggio di reagire, perché si è paralizzati dal terrore di non poter essere presi sul serio, o sentirsi dare delle colpe. Il meccanismo da rompere è questo, e mi dispiace davvero che ancora non ci siamo, nemmeno in questa parte di mondo civilizzata in cui viviamo.

Anonimo ha detto...

Innanzitutto, volevo dirti che mi piace molto il tuo blog ed ancora più il tono. Complimenti.

Vorrei però fare una piccola provocazione: paragonare un computer lasciato in bella vista in una macchina aperta a new York ed una ragazza che è succitamente vestita, mi pare sia considerarci alla stegua di ... mercanzia.
Mi spiego: capisco il messaggio che volevi veicolare ma non è proprio la stessa cosa, a mio avviso, un oggetto dimenticato ed una donna che vuole essere libera di vestirsi come cavolo gli va, senza che per questo maschi educati a pane e maschilismo si sentono autorizzati a saltarle addosso.

Ho letto di recente da qalche parte, che lo stupro non è una "mera" questione sessuale è una questione di potere.
Non mi dilungo qui su tutte le occasioni che vengono dati ai maschi italiani nel corso della loro crescita (dalla pubblicità, dalla televisone e pure dalla battute indefinibili del nostro primo ministro) per confermare che questo potere ce l'hanno.

Se ti va, vieni a trovarmi nel mio blog

www.radicchiodiparigi.wordpress.com

Elena Galli ha detto...

tutto questo mi fa paura.
Bellissimo post. Davvero.

Mammamsterdam ha detto...

Ciao radicchio,
l'esempio che dici era una rielaborazione mia di quello della Paglia nell'articolo, e le hanno dato addosso anche per quello. Il punto è che concordo con te con il discorso del potere (è sempre potere o la vendetta per quello che ti viene sottratto).

Cose belle e molto più teoriche delle mie le dice Zauberei in uno degli ultimi post, appunto sullo stupro e sono state alcune delle reazioni a quello che mi hanno ispirata a scrivere questo post e il precedente sul femminismo, da un punto di vista tutto soggettivo e personale.

Tra le altre cose si diceva che un'analisi dell'Istat mostrava dei picchi di violenza sulle donne proprio in quelle regioni (del nord) in cui la partecipazione femminile al lavoro era, secondo la ricerca Istat dell'anno precedente, mggiore. Il che in qualche modo conforta quello che dici tu.

Mammamsterdam ha detto...

Scusate, poi su quello che si dice in vari modi: è un peccato, in effetti, che una donna non sia libera sempre di fare quello che vuole, vestirsi come vuole ecc.

Lo puoi paragonare ad adolescenti che in quelle città dove esistono le gang di quartiere è meglio che evitino certe zone.

Lo puoi paragonare al turista che evita di andare a fare trekking in Afghanistan o a Darfur.

Ci sono tante cose nella vita che esulano da noi e che ci limitano nella nostra libertà personale. Un posto in cui io starei tanto attenta ad andare da sola è il Sudafrica, che peraltro è un paese che mi interessa moltissimo, proprio per il rischio stupri.

Per il resto, non ho mai avuto paura ad andare in giro di notte, prendere mezzi, partire in epoca pre-carte di credito con tutta la mia borsa di studio in contanti addosso.

Ma sono anche tanto diffidente e se una situazione mi puzza, lascio perdere. Forse una delle cose migliori che ho imparato con la maturità è dire di no. Che da bambina e da ragazza, anche se la situazione mi puzzava, mi sentivo ridicola se non riuscivo a trovare una scusa plausibile, o mi facevo convincere.

E poi il complesso di Biancaneve eh, se una è proprio imbranata certe volte anche i maiali lasciano perdere con le allusioni velate.

Anonimo ha detto...

se due ubriachi finiscono a letto, come fai a dimostrare che uno dei due ha detto "no" ?
uno dei due. sottolineo. perchè a meno di evidenza di segni di violenza fisica, quello per me è sesso consenziente punto e basta.
non è che solo la donna può dire "no", in teoria.
altrimenti si corre il rischio che una al mattino cambia idea su quello che ha fatto e vada a denunciare. succede sai? e succede anche un pò troppo spesso.

Anonimo ha detto...

per il resto sono contrario a creare dei paria, siano essi pedofili, stupratori o assassini.
uno paga la giusta pena, e poi torna ad essere un cittadino come gli altri.
che poi non la giustizia non funzioni è un altro paio di maniche.
creare un paria? a quel punto è meglio giustiziarlo.
a volte non ci si rende conto della crudeltà di certe affermazioni, che covano un pesante complesso vendicativo.

Mammamsterdam ha detto...

Drachen, io oenso di aver chiarito, e gli altri commentatori con me, che sappiamo di cosa stiamo parlando. Qui non si parla del sesso tra ubriachi in cui uno dei due la mattina dopo si pente (e di cosa, poi, se era consenziente/) e si inventa la denuncia di stupro per vendicarsi del partner che non l'ha fatto/a godere.

Qui stiamo parlando di cose serie, se capisci la differenza bene, sennò non ha senso fare degli interventi pseudoprovocatori del tuo tipo da anonimo (che gli altri comme ntatori un minimo di profilo se lo fanno, per presentarsi).

E soprattutto non ha senso farli a giochi chiusi, questo è un post di un bel po'di tempo fa.