giovedì 3 settembre 2009

L'emancipazione economica delle femmine (nord, sud, sempre quello è)

Avendo sfatato nei giorni scorsi il mito dello stato e della società che appoggiano la madre lavoratrice nei paesi del nord (fermo restando che alcune cose che funzionano ci sono, ma bisogna vedere poi fino a che punto coincidono con un'emancipazione di qualche tipo delle donne), vogliamo parlare di quella economica?

Sempre premettendo che i casi particolari ci sono ovunque, e che c'è la crisi eccetera ecceterà, ma insomma, parliamone che poi si vedrà come butta, in fondo mi serve il vostro parere.

Io non so voi, ma la mia bisnonna aveva una suo lavoro, la Trattoria della pace a Ofena, diverso da quello del marito che faceva il carrettiere, e ci hanno cresciuto, studiato e maritato 9 figlie, che essendo femmine e senza fratelli era il caso di prepararle ad arrangiarsi da sole.

Di mia nonna paterna, poveretta, che è rimasta presto vedova e con due figli all'inizio della guerra, tutti quelli che l'hanno conosciuta dicono: Povera Peppina, quanto ha lavorato. Era lavoro sotterraneo (aveva due macchine per fare le maglie in casa), poi ha fatto la serva a tutte le sorelle e la famiglia intera, ma è riuscita a far diplomare i figli (mio padre a calci in culo, oltretutto) senza mangiarsi le terre di famiglia.

Mia madre e mia suocera hanno anch'esse sempre lavorato. E da mia madre ho imparato da subito che l'emancipazione economica per una donna è la cosa più importante, perché per quanto innamorato, un uomo prima o poi te lo ricorda che i soldi a casa li porta lui.

Io? Io mi sono laureata, prima e unica nella mia famiglia. Ho sempre lavorato, ma proprio tanto. Per dire, all'università da giugno a settembre lavoravo in albergo 18 ore al giorno senza mai saltare una sessione. L'anno che ho fatto l'Erasmus e mi dovevo occupare solo di quello (e avevo una signora biblioteca universitaria davanti casa) ho fatto 12 esami. Poi siccome non gli sembrava possibile me ne hanno riconosciuti 3, ma chi se ne frega. Quello che so non me lo toglie nessuno, solo l'alzheimer o una botta in testa.

Sono finanziariamente autonoma? No, col cavolo. Questa famiglia va avanti con il nostro tenore di vita solo perché il capo, che in teoria si è laureato anche lui in una facoltà inutile come lettere, mi è diventato informatico e fa pure il manager. Però mi diverto tanto, riesco a far mangiare tutti in modo sano e posso permettermi di dire di no ai lavori più noiosi, posto che mi decida ad imparare a dire di no quando i segnali negativi ci sono tutti.

Gliene sono grata ovviamente, ma non mi deve rompere le scatole (ogni tanto ci prova, per stanchezza). E io mi sento regolarmente in colpa, poi penso a quanto più in colpa mi sentirei se dovessi tenere i figli al doposcuola 5 giorni alla settimana e non poter fare il volontariato che faccio, a non avere per stanchezza la pazienza che mi ci vuole per sopportarlo, questo maschio introverso e work-o-holic che tenderebbe di suo alla melancolia se non ci fossi io a farlo incazzare quando ne ha bisogno, e mi passa. (Ci sono voluti quei 10 anni di introspezione, ma ci si arriva).

Da noi, in Abruzzo, una volta, ma neanche tanto tempo fa, c'erano uomini che si proponevano a una donna dicendogli: ti faccio fare la signora.

E io mi chiedevo sempre: ma stare a lavorare a casa facendo mestieri ingrati (so che c'è chi ama stirare, ma a me i lavori di casa, che si vede solo se non li fai, ma mai se li fai, sono la cosa più ingrata che esista, a meno che non ti paghino. Li si che ci vedo dell'emacipazione. Perché io ho l'idea deviata dell'emancipazione economica delle persone) e facendo credere all'uomo che ti mantiene e tiene i cordoni della borsa, mi sapete dire cosa ci sia di privilegiato?

Capisco quando ci si rompeva la schiena in campagna, che le donne si sono dovute inventare ogni sorta di superstizioni intorno alle mestruazioni (che si seccanole piante, vanno a male le conserve e i cibi) per riporarsi almeno quando i dolori ti stroncano. Oggi ci hanno tolto pure questa scusa, e dioneliberi se lavori sempre come una pazza, ma regolarmente ogni mese ti prendi un giorno di malattia perché il mal di testa ti spacca in due.

Una volta le partorienti e le puerpere avevano tutta la famiglia allargata che le aiutava e gli concedeva il privilegio dei 40 giorni dopo il parto per riprendersi. Adesso siamo delle cretine che si rovinano la salute pur di passare lo straccio prima che vengano le visite al neonato. E trovatemi un nido comunale che ti trovi un posto senza dover iscrivere il pupo due anni prima del concepimento, come minimo.

L'unica cosa che al Nord si sono inventati di buono è il part time. e il part time, benché sia un ottimo modo di spezzare la carriera alle madri che devono e vogliono ridurre nei primi anni di crescita del bambino, in realtà per certi lavori è la soluzione ideale.

Mi riferisco a tutti i lavori pagnotta, quelli che uno fa grata per soldi, ma non è che ti arricchiscano poi la vita interiore. Però è già tanto che uno possa decidere se e quando lavorare e quanto guadagnare.

Conosco una serie di persone, uomini e donne senza figli, che hanno scelto di lavorare 4 giorni alla settimana per tenersi un giorno per fare le loro cose: che possono essere uno studio che stanno facendo, la soddisfazione di ripulire casa e andare in palestra senza rovinarti il weekend, godersi un hobby o qualche altra attività creativa. Ma anche cominciare a mettersi in proprio con la sicurezza di un minimo di stipendio intanto che avvii l'impresa. Oppure, per gli eclettici tra di noi che gli piace fare tante cose diverse, ma che si intristiscono a fare sempre le stesse cose, averne due di lavori.

La maestra del doposcuola degli Gnorpoli, quella che abita vicino a noi, tre pomeriggi si spupazza i bambini perché le piacciono e le fanno allegria. gli altri giorni insegna yoga, perché bisogna pure rilassarsi nella vita. Prima che ti venga la sindrome da Erode.

Certo, tutte queste soluzioni sono un'ottima e santa cosa quando riesci a conciliare il tenore di vita che vuoi con i soldi che ti servono per permettertelo, e lasciarti anche dello spazio per te stessa.

La vera grande forma di emacipazione, a mio avviso, è semplicemente questa: poter scegliere.

E fateci caso, non costa neanche poi tanto, né allo stato né alle aziende. Riesci a far lavorare più persone senza incatenarle alla scelta: vorrei dedicare più tempo a mia figlia e a me stessa, ma il part time non me lo danno.

Poi qualcuno mi deve spiegare come mai sono proprio gli uomini che hanno tutte queste funzioni che sono impossibili da part-timizzare. Perché verrebbero bloccati nella crescita professionale. Perché i colelghi gli farebbero le scarpe. Perché gli toccherebbe fare lo stesso lavoro in meno giorni e l'unica cosa che gli cambia è lo stipendio.

Insomma, basterebbe un po' di buona volontà e qualche ammortizzatore sociale fatto bene.

Perché, parliamoci chiaro, io non ho niente in contrario a quelle persone che decidono di stare a casa e godersi i figli a costo di vivere con meno. E delle volte ci sono delle situazioni (malattie, handicap, genitori anziani ecc.) che davvero ti impediscono di conciliare lavoro e vita privata. Ma solo perché mancano i sostegni giusti. La cosa migliore che vedo in Olanda è che magari ci sono famiglie con problemi seri di handicap, che un tot di giorni vengono assistiti dai servizi sociali e riescono a lavorare, cosa che li tira fuori dall'isolamento sociale.

Insomma, ci si fa un gran cuko comunque. Meglio così però che adagiarsi, lamentarsi, o dio ne liberi, fare la signora e mettere il cervello al minimo.

Perché una cosa me la ricordo bene, del catechismo, ed è la parabola dei talenti. Si può decidere di vivere come amebe, che si lavori o meno. o si può decidere di fare qualcosa di sé stessi, non in nome di qualcosa di grande, giusto per giustificare il nostro passaggio su questa terra. altrimenti si finisce nel nichilismo.

9 commenti:

Costanza ha detto...

wow, hai toccato mille argomenti e li condivido tutti. quello del 'cervello al minimo' è ciò che più mi tocca. non che lo abbia messo il mio al minimo, almento non di proposito. ma è ciò che più mi spaventa: adagiarsi e non fare nulla, perché tanto devo badare ai figli e alla pagnotta ci pensa il consorte. questo davvero è un insulto a tutto ciò che si è studiato, a tutte le passioni coltivate fino al momento di diventare mamme.

l'indipendenza economica è qualcosa che ti fanno pagare tutti in un modo o nell'altro se fai un lavoro impegnativo e sei madre, lo sappiamo bene tutte: la società perché insinua che potresti non essere una brava mamma, i mariti perché non li accogli a casa quando tornano stanchi dal lavoro, quelli che si occupano dei tuoi figli, se non sono stipendiati lautamente.

guenda ha detto...

Barbara, credo che tu stia facendo qualitativamente quello che ti piace fare (cultura, arte gratis e no) perché, di base, c’è un marito che porta a casa (almeno in qs momento) una somma sufficiente x un mutuo abitazione a 5 piani in centro , un giro di domestica alla settimana ecc. (Scusa, non è per farti i conti in tasca….spilucchio tra i post ).Ti auguro di riuscire (le capacità senz’altro ci sono) di raggiungere i tuoi obiettivi professionali (traduzioni free lance a bruxelles?) e non ..e un giorno magari vediamo capo felice a casa che accudisce piante, figli e coltiva i suoi hobby (che ora non ha tempo). Il tuo discorso è vangelo: i nonni e i genitori si sono fatti il mazzo e hanno permesso ai loro figli di crescere (culturalmente). Non posso che invidiare gli stimoli che stai (state) dando ai due pupi che avete in casa (multilinguistico,multiculturale, multi..). L’emancipazione è poter scegliere come dici giustamente ma ancor prima serve sapere che esistono delle scelte che si possono fare. Mammaprovinciatreviso (figlia di operai) lavora come contabile part-time. Marito (magazziniere cassaintegrato full time), 2 figli, villetta di proprietà della banca per altri 15 anni. Nel giro di 40 km quadrati è racchiusa una vita di 40 anni : la casa dove è cresiuta con i genitori, la casa natale del marito, la ditta per la quale lavora , la discoteca dove ha conosciuto il marito 20 anni fa, l’istituto dove ha imparato a far di conto. Il marito, ancor prima della crisi , lavava le mutande e i piatti di tutti. Pulisce, stira, gioca con i figli. Mammaprovinciatreviso si riteneva soddisfatta e orgogliosa del jolly pescato. Una vita a cercar sicurezze a portata di mano. Nessun stimolo extra. Qs era la sua emancipazione…chissà poi cosa scatta che ti fa pensare: ma non è che sono poi così felice. A differenza di mammaprovinciatreviso io vivo da tanti anni i miei turbamenti (ho avuto gli stessi stimoli parentali e stesso controllo sociale ma deve essere scattata la cosiddetta devianza) …insomma tornando a noi. Bello il tuo post ma tutto nasce da: predisposizione e cultura. Poi Amsterdam (a differenza di villorba di treviso) ti aiuta nella tua strada verso l’emancipazione economica,sociale, e ti stimola nella crescita personale.. Qua, spesso, le figlie hanno intrapreso la strada iniziata dalle nonne, dalla mamme. L’unico salto è: dai campi alla fabrica, e dalla fabbrica all’ufficio. La casa rurale colonica è diventata una villetta di testa con impianto di aspirazione centralizzato. Mio figlio (che verrà) mi sa che avrà lo stesso servizio che ha avuto tuo padre da tua nonna: a calci in giro per il mondo a studiare e a vivere nel mondo…che l’emancipazione è evoluzione. E’ un passo avanti.

Mammamsterdam ha detto...

Guenda, intanto grazie per esserti fatta viva, dici delle cose sante (e la casa di 5 piani era in affitto, non ce l'ho più, adesso la banca possiede una cosa più normale, per fortuna, che me la devo pulire da me).

Poi non è che dico che non ci si possa emancipare stando negli stessi 40 km., come dici tu, bisogna averci la testa. tanti emigrano per non imparare la lingua, fare lo stesso lavoro per 30 anni, perdersi causa distanza l'emancipazione che nel frattempo il paesello, di generazione in generazione ha fatto, e a che gli è servito stare fuori? Farsi il villino e la pensione, va bene, ma poi?

Questo è quello che intendo dire con il cervello a zero. Non solo le donne, ma chiunque scelga di fare le scelte più facili, di non pensare, di accontentarsi di quello che gli dicono.

Pensare è difficile e complicato e stancante, ma solo da lì ci possiamo migliorare.

Poi, sono d'accordo che sia mio marito a permettermi di fare le cose che faccio, ma tutto sommato era così anche prima e, venendo da una famiglia con un sacco di vedove premature con bambini piccoli a carico, vedo che tutto sta sempre e comunque nelle scelte che fai, come le paghi, perché si pagano di persona. E che chi vuole se la cava uguale.

Itmom, grazie anche a te, non ti pensavo direttamente mentre scrivevo questo post, ma tu sei e resti il grande esempio di donna coerente nella sua scelta di stare a casa.

Tenedle ha detto...

Avanti popolo !!!

zauberei ha detto...

Mi piace molto la questione dell'anti cervello all'ammasso. E concordo su tutta la linea.
L'unica cosa su cui discordo è la relativizzazione della differenza Olanda Italia, mentre più fai i tuoi esempi più mi pare chiaro che proprio non ci hai più tanto presente di che merda è diventato qui.
Voglio dire, Brunetta almanaccava in parlamento per togliere gli aiuti ai familiari di disabili. Sti ladri.

Mammamsterdam ha detto...

Hai ragione Zau, non sono molto aggiornata sull'Italia. e quello che so mi sconforta. Il motivo però è che anche qui stanno smantellando sempre più cose per risparmiare, quindi magari vedo meglio com'era prima e temo che prima o poi arriveremo a condizioni italiane, come dicono gli olandesi quando le cose si incasinano.

Se ha detto...

Bellissimo questo post!!!
Sono tutta dalla tua!

Unknown ha detto...

Ciao,sono nuova.
Sono tornata ieri da Amsterdam e cercavo informazioni su come si vive li,lavoro,case ecc.Ho trovato il tuo blog e mi sento + ricca!

Questo post mi ha scosso.
-ho due "mostri"di 6 e 8 anni;
-separata con un papà diventato molto presente,dopo;
-lavoro a tempo determinato con posteitaliane,cioè 3 mesi l'anno;
-nn ho competenze particolari;
-il mio fidanzato,lavora a tempo indeterminato,ma lo lascerebbe subito x trasferirsi.
Sono molto stanca delle cose che nn funzionano,della cacca dei cani,delle strade sporche,di tutte queste macchine,dei treni rumorosi,della gente bigotta,di cercare parcheggio,di aver paura della pioggia....
Sono un pò confusa.
Voglio trasferirmi,arricchirei i miei bambini,ma quanti intoppi....

Babbo Leo ha detto...

e se tanto per andare sul pratico rendessimo obbligatoria anche per il padre per, diciamo, un mese o due?
retribuita e obbligatoria. Non alternativa a quella della madre.