A grande richiesta (pubblica e privata), una spiegazione sull'amante virtuale.
L'amante virtuale è quello che una volta si chiamava cicisbeo. Però la figura si è evoluta e anche il termine cicisbeo è negativuccio, quindi... amante virtuale.
L'amante virtuale ha un passato letterario di tutto rispetto: i poeti provenzali ne hanno fatto un intero filone sull'
amour de loin. Poi da quando abbiamo il cellulare, gli sms, internet, i forum ecc. ecc. la cosa è dilagata. E non avete idea di quanti matrimoni abbia salvato.
Io all'amante virtuale ci sono arrivata per caso, in modo fisiologico. Che ho sempre vissuto in un quartiere con tanti amici, vicini simpatici, i figli negli stessi nidi e nelle stesse scuole, e si chiacchiera, ci si prende un caffé, si entra in confidenza. Ci si confida.
Poi diciamocelo, io ho la sindrome del confessore. Non avete idea di quanti fatti privati di quanti conosciuti e sconosicuti sono venuta a sapere, senza richiederli. Poi, oltre alla sindrome del confessore, sono una in continua tendenza. Mi innamoro di un quartiere, evvai, ci sono altre 50.000 persone che mi accompagnano e quindi casa lì non la troverò mai. Vado all'IKEA nel preciso momento in cui ci va mezza Amsterdam. Decido di comprarmi una cosa nel momento in cui è appena esaurita in tutti i negozi del mondo.
Per cui tutta una serie di fenomeni che ora vado a descrivere, so grazie al metodo empirico che non sono solo paturnie mie, ma fanno parte di trend generazionali che a ondate successive si ripropongono. Lo so perché me le sono venute a raccontare in tante. E anch'io, nel mio piccolo, ero fino al collo nel trend. Non posso fingere, anch'io ho avuto un amante virtuale, che anche se adesso è un buon amico di famiglia, mi ha salvato il matrimonio.
Potrei fare della sociologia all'acqua tiepida; le famiglie con due genitori che lavorano, che hanno tanti impegni sociali e bambini piccoli naturalmente passano per le stesse medesime fasi.
Le fasi in questione sono/erano:
1) non dormi. Vai avanti per dei mesi con il pilota automatico, le occhiaie fino al ginocchio e tutte le mattine timbri il cartellino e tutte le sere ti scapicolli per recuperare i figli al nido. Basta il minimo imprevisto e salta tutto. Cosa ciò faccia al rapporto di coppia è prevedibile. Per fortuna tra amiche ci si piange vicendevolmente sulla spalla, e si offre aiuto non richiesto. Perché in questa fase si fa fatica a chiederlo, l'aiuto, perché non puoi manco pensare al fato di dover contraccambiare.
2) ti manca la percezione del sostegno maritale. Ti sembra di essere sola con tutti i problemi. Lui non capisce e ogni tentativo di chiarirsi finisce a liti. Ti senti tradita ed abbandonata, non era questo che ti immaginavi quando hai deciso di metter su famiglia con quest'uomo. Nei caratteri minuscoli non c'era questa clausola qui.
3) i figli crescono, ci si riprende un pelo, i padri si buttano nel lavoro, che per loro il senso della famiglia si estrinseca nel poter provvedere ad essa. Noi siamo ancora più sole ed abbandonate, ed oltretutto avremmo anche noi un lavoro e una carriera in cui buttarci, se potessimo contare sui pari, che però latitano. Ci sentiamo vittime dell'egoismo maschile. Per fortuna ci sono le amiche.
4) si giunge alla conclusione che se bisogna farsi tutto questo gran culo con lavoro e figli da sole, forse sarebbe meglio vivere separati. Una persona di meno da accudire, un bucato di meno, una voce che ci reclama di meno. E di meno anche gli sbuffi, le prediche, le osservazioni sulla nostra capacità di educatrice e madre. Meno interferenze, meno rumore di fondo. E un weekend libero ogni due settimane. E due settimane l'anno di vacanze da sola. Solo per quello, divorzierei.
5) "io non voglio divorziare, lo amo, ma non ce la faccio più così". Entra in gioco la parola D, cade l'ultimo tabù in proposito. Per fortuna la si può pronunciare con le amiche comprensive, anch'esse nella stessa medesima fase, o ci stanno per arrivare, o l'hanno appena passata, o la loro amica/sorella/vicina anche lei, ma poi per fortuna ha risolto così. Catartico. Non telefonerai mai all'avvocato.
6) l'anno dopo la situazione si evolve, o forse tutte le fasi precedenti hanno lasciato il segno, il discorso diventa un altro. Il padre dei nostri figli non lo vogliamo più a distanza, anzi, giammai ci separeremo da lui. Lo amiamo, ce ne ha fatte passare di brutte, ma in fondo tutte le famiglie giovani ci passano, cosa faremmo senza di lui? "Pero, se capitasse l'occasione, premesso che la famiglia mai e poi mai ne dovrà risentire, ma ormai, non ho mica remore di carattere morale, però se mi capitasse una scappatella, così, una cosina ludica per ridare pepe alla vita, io mica mi tirerei indietro?" E come no, infatti questa scappatella non capita mai, perché in fondo non ce la cerchiamo. Dio mio, solo le complicazioni della scappatela mi mancano, proprio ora che ho ricominicato a recuperare due ore di sonno a notte (infatti, sono le energie in eccesso che non ci eravamo più abituate, a farci venire le tentazioni).
In una qualsiasi di queste fasi, al posto o accanto alle amiche comprensive che stanno nella stessa barca e solo per questo eviti di fare colpi di testa, che mal comune mezzo gaudio, può subentrare l'amante virtuale.
Uno che, indipendentemente da come e quando l'hai conosciuto, ti manda mail, messaggini, complimenti. Ti fa sentire improvvisamente viva, giovane e fresca di parrucchiere, anche se le doppie punte hanno ormai raggiunto il mezzo metro. Uno che ti chiedi come sarebbe baciarlo, ma poi censuri subito l'idea (o forse no).
Uno che ti manda a mezzanotte la mail della buonanotte baciandoti ovunque. Uno assolutamente irraggiungibile, meglio se vive a qualche centinaio di km. di distanza, che non vedi mai, che non manda mail a tuo marito per nessun motivo (dioneliberi parte il tasto sbagliato).
Uno che ti dice tenerezze, ti racconta favole della buonanotte, ti rimette l'autostima a mille. Uno che non prendi sul serio, ma in fondo, sotto sotto, sei felice, e ti chiedi come mai proprio tu.
Una fantasticheria, insomma. Che non ha corpo, non ha odore e scegli tu quando aprire e leggerti la mail, o il messaggino. Se ti dovesse telefonare (non è l'ideale, ma può succedere) rispondi in tono impersonale e ti tieni sulle generali, a meno di non abbandonare la stanza e sospirare come un'adolescente.
Insomma, è la tua uscita di sicurezza. Che il giorno che tuo marito veramente ti fa traboccare il vaso, puoi sempre dire: io ho un'alternativa. Non ce l'hai, invece, è tutto fumo. Però fa bene pensare di mangiarsi una fettina di arrosto virtuale. Non contiene nemmeno calorie, vuoi mettere?
Non mentite, l'amante virtuale lo abbiamo o stiamo per farcelo tutte. È una fase anche quella, come mettere i molari. Perché quando siamo pronte per questa fase, uno che ci dà corda lo troviamo sempre. Basta sapere che è una fase, appunto, e non farsi illusioni pericolose.