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venerdì 27 gennaio 2012

10 (oddio dieci, ma quando è successo?)

Da due giorni gli abruzzesi di Amsterdam o mi fanno cazziatoni o mi offrono dei gran begli aiuti gratis, spesso entrambi e io sono di nuovo sotto raffreddore di testa, oh, yeah.

C' è che per una commistione astrale di cose che forse ho detto ma non mi ricordo perché avevo la testa ovattata, il naso che cola, la gola che brucia e gli abruzzesi incazzati alle costole, oh yeah.

E ieri avevamo iniziato a fare i sacchetti di popcorn da offrire a scuola, ma mi faceva incazzare solo vedere come li riempivano e il pop corn sparso a chili per casa, per cui mi sono scordata di finirli e stamattina di corsa fai 24 sacchetti e portali a scuola ed entra in extremis e litiga con il padre dei tuoi figli prima di uscire che ci si sta tra i piedi e il disordine, ma lo capisce lui che sto lavorando come una disperata, e ho il raffreddore di testa e devo organizzare una roba di abruzzesi che non me l'ha chiesta nessuno, l' ho decisa io e ben mi sta? (Il budget però, piccolo, ma lo hanno creato).

Volevo fare una torta, ma poi anche no, e domani una cena di pesce, ma non cucino io, e Ennio vuole smettere con il coro perché è stanco, ma io ancora non riesco a parlare con la direttrice e sono due settimane che ce lo trascino di peso, ma oggi anche no, oh yeah.

(E siete contenti che vi risparmio l' amarcord del parto? oh ariyeah).

Insomma eravamo tutti a casa presto, il maschio alfa che finita la faticosa gestione degli abruzzesi et dona ferentes, e li amo, 'sti stronzi col senso del clan, che bello il clan mi fa: ma non avevi detto che facevi la torta?

Eh, l' avrò detto. Dico tante cose.

E abbiamo letto tre cartoline bellissime

e detto alla nonna in Francia in visita ala sorella che Ennio ha detto che le manca,

e lei allora domani prende il treno e torna da noi, perché le manchiamo anche noi,

e ho apparecchiato la tavola con la tovaglia ricamata, i bicchieri di cristallo molato, le posate d'argento non lucidate e il servizio dei compleanni di mia mamma, ora nostro e usato per la prima volta, con la fascia d' argento intorno e pochi piatti rimasti (e ne ho pure spaccato in due uno da dessert, ma di quelli ne avevo di più)

e mangiato le penne al pesto

e due fettine di salmone affumicato io e il capo

e la crema pasticcera con i savoiardi dentro, con la roba che avevo comprato per la torta

(poi Ennio ha preteso e ottenuto anche tre mini-pizzette surgelate come ammazzacaffè)

e ha messo un dito nel soave di Battistella, lo ha leccato e ha detto: buono!

e detto noi: che bello, dieci anni, proprio una cifra tonda. Fra altri 10 anni ne avrai venti (and all that sort of things)

Ma glielo aveva già detto il programma del giardino dei numeri su Internet, a cui lo ha iscritto la scuola per giocare imparando e che nella finestrella dei suoi dati ci ha scritto il suo nome e 10 anni e ogni tanto sullo schermo del gioco passava un aereo con lo strisicone:
"Ennio, 10 anni, auguri, eh?"

Perché come dicevamo con Elena WorldWideMom in Carpe Diem, io mica me li ricordo granché i primi anni, c' era troppo da fare.

Ma ho la fermissima intenzione di ricordarmi quelli dopo.

venerdì 23 dicembre 2011

Non mi lamento più

Nulla come due cesti di roba da lavare, non straripanti, di più (a cui si aggiunge gente in questa casa che in piena regressione da mal di cuore, o forse semplicemente pelandrite acuta dovuta al sonno sballato, ha ricominciato a bagnare il letto) e un figlio piccolo e pigro, che dopo che gli hai fatto il mantra: mamma sta così male e tu sei il mio bambino grande e bello, per favore vai sopra e vestiti subito subito da solo - sottotitolo: sono le 13.15, non hai mangiato, alle 13.30 dobbiamo prelevare mamma e sorellina di amichetto per andare alla recita scolastica di tuo fratello, che in questo momento vedo come una salita al patibolo ma tocca, e tu grazie per avermi fatto dormire ma vero è anche che sei stato cinque ore appiccicato al mio laptop che in questo momento non è surriscaldato, di più, sta per fondere, per i giochetti e cortesemente non farmi fare due piani di scale per farti vestire perché ci sono anche dei momenti di cesura nella vita in cui una madre accomodante e cretina forse riesce a imporre dei gesti di autonomia eccheccà, hai quasi otto anni, vabbè che sei il piccolo di casa, incazzoso e hai le mattine difficili ma muovi il culo e fai il tuo dovere perché tecnicamente non è da un pezzo mattina, e mi ti sto comprando con promessi di cornetti e donuts dal fornaio ma solo se ti spicci e questo temo, spicciarsi, non ti è sufficientemente chiaro, ma spicciati uguale, fallo per me, e per te perché potrei raccogliere le mie ultime energie per compiere un gesto inconsulto e accasciarmi sul pavimento, fine del periodo, ci siete ancora?

Poi urla incazzate da sopra, uno piccolo e furibondo che mi dice: ho fatto scuotere tutto l' armadio e ho scaraventato i cuscini per terra perché non me lo compri il cornetto, e io ribadisco che se si spiccia si, ma si deve spicciare, e mi metto a piangere dalla stanchezza e mi da i bacetti, perché incazzoso e stronzo si, ma anche tanto tenero (io una cosa forse l' ho imparata da questa influenza, che il pianto come metodo pedagogico, buttalo via, a mali estremi sempre meglio che mettersi a urlare) e se diovuole si veste, mentre andiamo alla macchina ho il lampo di genio della signora che da novembre a gennaio si piazza con i tipici dolcetti fritti di capodanno davanti al supermercato, che no ci andrei morta perchè amo i dolcetti fritti, ma il fritto secondo me va fritto e mangiato e non portato da altrove, esposto e se proprio lo vuoi caldo, scaldato nel microonde e a questo giro propongo al reprobo tre oliebollen senza uvette, le accetta, ne mangia due in macchina e la terza l' ho recuperata ieri sera, ancora nel sacchetto tra i cuscini del divano e ci siamo scampati la sosta cornetto dal fornaio.

Perchè l' incazzatura di figlio due lui l' ha giustificata con il fatto che non trovava più un paio di pantaloni da mettersi e io gli ho materializzato gli ultimi e anche l' ultima mutanda pulita. Perchè figlio mio, tu e tutti i maschi di casa così bravi a ricordarmi i miei limiti nei vostri e miiei confronti, ricordatevi solo una cosa: senza di me e tutti i miei limiti, stareste con le chiappe al vento e la panza vuota, sappiatevelo, voglio che diventi il vostro mantre per il 2012, grazie mamma.

Si, poi una si ritrova confrontata con il problema acuto e urgente che stiamo tutti a culo nudo e che domani si parte fino al 7 gennaio, anche se ieri non ero in grado sul momento di farmi chiara questa scadenza, perchè stavo ancora male. E poi trascina figlio 1 a coro dove lo recupererà il padre, per fortuna la direttrice della nuova scuola tra i suoi altri pregi e una santa.

Le avevo mandato una mail prima di crollare dicendo che ero messa troppo male per portare Orso a scuola e mi dispiaceva, e se per caso c' era qualche genitore che abitava dalle nostre parti e mi ci mettevano in contatto perchè mi facesse la carità di prelevasrmi e portarmi orso alla cena di Natale della scuola, rin graziavo umilmente. Me l' ha trovata, e pure una tipa molto caruccia che ho visto solo quando mi ha riconsegnato orso, perchè quando sono venuti a prenderlo io stavo portando Ennio a coro e Orso questo bambino, che sta due classi più su, manco lo conosceva, ma è andato, gli ho lasciato le chiavi, ha persino chiuso casa.

E io rientrata dal coro, munita di ottima cena presa da Antonio a Casa di Maggio, perché che ce li hai a fare gli amici con la migliore gastonomia da asporto di Amsterdam e pure vicino al coro, se non approfitti, che oltre a due fette di pescespada con melanzane e peperone ripieno, mi ha regalato una vaschetta di pasta e fave e un assaggio di una pasta strana? Così rientro in una casa vuota e tranquilla, la cena pronta e invece di schiantare metto in ordine e comincio a fare bucati che piego al telefono con Rita e insomma, quando rientrano i maschi al completo sto già meglio di testa, e mi tocca farli addormentare da me nel lettone e Ennio continua a fare il vago e l' insonne ma di nascosto aveva accettato di andare a letto suo dal lettone solo perchè si era fregato il laptop e allora pure io sono capace di essere insonne e adesso dormono ancora tutti mentre io ho piegato e ricaricato una lavatrice, mi rimetto a dormire un' oretta, è il primo giorno di vacanze, Giulia viene con i suoi a fare lavoretti di Natale, le valige dei bambini le riempio direttamente di fianco alla lavatrice e poi a pranzo scapperemo dall' Ikea per mollarli un' oretta e inaugurare Plundra, che comincia oggi. Che a me Plundra ha sempre fatto ridere assai come nome, visto che se sapete cosa significa plundering in inglese e plunderen in olandese, capite che a parte gli stupri e gli incendi ci andiamo a ficcare in una roba che dovrebbe sembrare il sacco di Roma.

Mutande e calzette pulite le abbiamo, le cose da sci miracolosamente lo scorso anno le ho messe in una scatola apposta nel ripostiglio, il maschio si impacchetta da se, domani il concerto di natale di Ennio e se diovuole ci togliamo di torno e a me passerà, spero, definitivamente l' ultima botta di sinusite. Così spero anche di voi, statemi bene e sappiate che dal 30 gennaio sono di nuovo online con le foto delle vacanze sulla neve live.

giovedì 8 dicembre 2011

Rituali, palle, festività e DIY (suspension of disbelief)






E siamo sopravvissuti a Sinterklaas con il suo carico di scarpe con carota per almeno due settimane (gli abbiamo permesso di farlo forse 3 volte, mettere la scarpa per il regalino piccolo e non tutte le sere come certi amichetti) e per fortuna Ennio da questo giro è al corrente del segreto e una mattina mi ha ricordato: chissà cosa ci ha portato Sinterklaas nella scarpa stanotte? E io ' azzo, grazie che me l' hai ricordato e mi sono precipitata di sotto a ficcare un regalino in ambo le scarpe (una gomma a forma di dado blu, che poi Orso ha sgamato quella fuchsia dello stesso pacchetto che avevo messo da parte per la compagna di scuola che era toccata a Ennio ed ha così sgamato Il Grande Segreto Segretissimo: si, i genitori a volte aiutano Sinteklaas per i regalini più piccoli a casa, visto che lui ha da fare con quelli grossi per il 5 dicembre).

Le palle che tocca raccontare ai bambini per mantenere certi misteri, non sarà poco educativo, sento dire spesso da quei genitori che come me della genitorialità vogliono fare un monumento alla trasparenza, alla coerenza e alla fiducia (e ditemi che, come me, anche voi non fallite miseramente certe volte).

Io su questo ho deciso di reggere il gioco finché non arriva l' età, e capiteci, con la multiculturalità che ci ritroviamo in casa, da San Martino fino alla Befana, sebbene che siam atei e i bambini non sono battezzati, alla voce: cultura popolare e tradizioni i miei figli non devono essere meno ferrati di nessuno. A costo di sentirti rifiutare un panino per scuola perché:
"Mamma, non era la salsiccia solita che piace a me, secondo me era halal", e spiegagli che no, non poteva essere halal in quanto puri scarti di maiale e additivi chimici vari, ma in fondo vero perché del supermercato e non quella del macellaio che se la fa da solo.

Il bello di Orso invece è che in questo momento sta in quella fase di passaggio che potrei definire come suspension of disbelief, che è una cosa diversa dalla paraculaggine di chi sa bene che Babbo Natale non esiste ma finge per avere i regali, ma proprio di chi nota delle incongruenze ma in parte ci crede ancora e l' uno annulla o si sincretizza nell' altro, in questa fase di passaggio dal moto di fede al moto di stizza.

Insomma, per dire che come mi sono voluta incasinare quest' anno con il calendario dell' Avvento a metà, poi diventato ricettacolo di cartoline ricevute, ma siamo già ben oltre la Befana al momento di chiudere questo post rimasto in bozza per settimane, e ho voluto condividere il tutto con voi.

lunedì 2 maggio 2011

Orso per le feste

Giovedi dopo il coro Orso può giocare 15 minuti nel giardinetto fuori dalla scuola che va a sbattere contro un palo e in men che non si dica ha un bozzo grosso come un uovo d' oca sulla tempia, tutto blu. Mi precipito nella scuola di teatro al pianoterra (per non farmi due piani di scale fino al bagno del coro) in cerca di acqua, bende e altro e mi trovano una bottiglia da un litro e mezzo di vino bianco fresca di frigo per tentare di sgonfiargli l' uovo. O quanto meno anestetizzarlo. Entrambe falliscono, decido di portarlo a casa anche se ci incastriamo per 3/4 d' ora nel traffico (casa è dal lato opposto della città, ma preciso, nel senso che posso scegliere di prendere la tangenziale est o quella ovest e non fa differenza, anche se tagliare per il centro forse a quell' ora è stata la soluzione migliore).

Si addormenta in macchina e la cosa mi impensierisce. Lo tiro fuori e mentre camminiamo verso la porta la prima cosa che dice, incazzatissimo:
"Ma perchè in questa strada non ci sono antenne?"
"Scusa amore, ma che antenne dici?"
"Ma le antenne del telefono, non ce n' è neanche una, perchè?"
È la botta in testa, mi consolo.

Parcheggio al volo, lo ritrovo sul divano, provo a fargli un impacco che rifiuta, vado a fare di corsa la spesa e incrocio sulla soglia la vicina che mi fa: ma è tremendo quel bozzo di Orso, guarda che ho in casa gli inmpacchi freddi, te lo porto? No grazie, tanto rifiuta di farcisi mettere qualsiasi cosa, ma mi chiedo, ma come l' ha visto?

L' ha visto perchè il grande invalido di Francia era uscito in giardino "ma solo a guardare le piantine, mamma".

A cena MAQ e figlia grande, di passaggio per Amsterdam, grande amore reciproco tra questa quindicenne e i miei figli che per lei si esibiscono, si travestono, cantano e rifiutano di andare a letto.

Poi sveglia ogni ora per vedere se reagisce, come consigliano per le botte in testa. Solo che quest' uomo già ogni mattina ci vogliono 20 minuti di coccole prima di avere cenni di vita e una parola coerente, secondo voi in piena notte reagisce? macchè, sta lì tutto abbandonato anche quando cerco di metterlo in piedi, un bambolotto di pezza, e io con il patema: starà benissimo perchè questa è la sua normale reazione ai tentativi di risveglio o tocca correre al pronto soccorso.

Al mattino decidiamo con il capo di tenerlo a casa a prescindere e farlo riposare, lui prova comunque a salutarlo, lo prende in breccio sempre abbandonato e addormentato come suo solito e gli chiede:
" Orso, amore mi senti? Che giorno è oggi?"
"Venerdì" mugugna a occhi chiusi, e io che mi stavo chiedendo seriamente di mio, ma che domande, non lo so io che cavolo di giorno sarà oggi, strabilio e mi dico: OK, è la botta in testa.

Poi andiamo comunque a scuola, perchè il colloquio messo insieme a fatica con maestra e terapeuta per tirare le fila di questo bambino c' è e ci devo andare, l' altra sua maestra del venerdì ha detto che è il benvenuto in classe mentre io sto a colloquio e che può decidere lui se restarci o no, visto che è l' ultimo giorno prima delle vacanza. Va, si fa il giro d' onore, esibisce il bozzo, fa un disegno del Titanic su 6 fogli legati con il nastro adesivo e poi se lo riporta a casa.

"Posso giocare con Lorenzo?"

Già, Lorenzo oggi è già in vacanza, andiamo a recuperarlo con la sua sorellina e vengono tutti e tre a fare casino quel paio d' ore, e di nascosto io e Rebecca ci guardiamo un paio di foto del Royal Wedding che sua madre aborrisce, ma a noi una principessa in vestito da sposa ci incuriosisce sempre.

Poi a sera si parte e si arriva dai nonni, sabato è la festa della regina e dopo essere stati a lezione di nuoto io e lui prestissimo, entrando dalla porta del personale perchè la piscina era ancora chiusa, e camminando per un pezzettino di bosco per arrivarci perchè la strada che porta in piscina è sventrata per lavori, e lui si innamora die questa " stradina segreta" che abbiamo conosciuto, andiamo tutti al mercato in strada delle cose di seconda mano e gli compriamo un sacco di libri per esercitarsi a leggere, che questo è il punto che impensierisce la maestra, che non rimanga indietro, nella lettura.

Poi ne legge uno e ci strabilia, improvvisamente ha smesso di leggere compitando e pronuncia svelto intere frasette, rallentando solo sulle parole veramente lunghe.

Poi per il resto del weekend hanno corso, urlato, fatto a mazzate come se gli avessero tolto un tappo.

Domenica lezione di nuoto alle 7:45, ripartiamo per Norg passando per stradone di campagna con la galleria di alberi, per prati con mucche, pecore, cavalli e persino due cerbiatti, camminando per la pista ciclabile nel bosco e "tooot toot", un signore in velocipede, quelle bici con tre ruote che si pedalano da sdraiati, tutta rivestita in lamierino e questo pilota con un caschetto che sembrava Joe Falchetto asso della seconda guerra mondiale che ci guarda male perchè camminiamo sulla ciclabile, ma quella c' è di percorribile.

Che poi ci riavviamo verso casa e alla rotatoria un paio di km. dopo
"Guarda mamma, il signore di prima" ed è lui, che gira anche a destra prima di noi e per un po' penso che lo possiamo seguire e guardarcelo, ma lui si fa da parte per farci passare e di nuovo una tranquilla strada di campagna, con case e fattorie, molte con la bandiera esposta perchè era la festa della regina e ci sono molte persone che questa cosa di alzare la bandiera per le feste o i lutti nazionali molti lo fanno.

A casa festeggiamo il compleanno di Oma con torta alle fragole e panna.

E dopo esserci combinati per le feste, con un programma di lezioni di nuoto, abbonamento al parco giochi, eventuali lezioni di tennis con Opa e forse disegnare con la vicina pittrice, abbandoniamo la prole per la settimana di vacanze di maggio e con il capo rientriamo all' ovile, che domani parto pure io per farmi la mia vacanza in Abruzzo con la mamma e festeggiare i compleanni suo e di mio fratello. Anche se in realtà vado ad aiutarla a traslocare, perchè venerdì viene l' ometto che le porterà le cose che vuole avere vicino in Polonia, tanto se a due anni dal terremoto non succede ancora niente, quella casa meglio svuotarla il più possibile.

giovedì 17 marzo 2011

Considerazioni storico-patriottiche



Voleva essere un post d' ampre, ma vedo che mi è venuto pieno di insulti. Sono amorosi pure quelli.

Lo dico sempre che ho avuto un' educazione risorgimentale, con zia Filomena che nel 1917 ha iniziato a insegnare e prima di lei suo zio Antonio che era ispettore scolastico. Insomma, di materiale scolastico d' antan ne ho visto parecchio nella prima infanza, il libro Cuore era una bibbia e poi diciamocelo, ho pure tutta l' eredità eroico-incosciente polacca, che anche loro nello stesso periodo tentavano di liberarsi dagli austriaci come noi e come scrisse Czeslaw Milosz, i polacchi sono sempre stati bravissimi a precipitarsi nelle situazioni più pericolose, inutili e senza speranza, spinti dall' eroiscmo e dalla incrollabile certezza che siccome erano nel giusto dio era al loro fianco. Che meno male che una roba del genere a noi italiani no ci ha mai sedotti più di tanto dopo l' impresa dei Mille, siamo troppo paraculi e diplomatici per prese di posizione del genere.

Io con il mito dell' Unità d' Italia, insomma, ci sono cresciuta e per me patriottismo non è mai stata una parola pericolosa, so che è una cosa profondamente diversa dal nazionalismo, che pure il signore non ci ha risparmiato, ma per fortuna siamo paraculi e anche quello non ha mai davvero fatto presa eccessivamente.

Cioè, alla lunga a noi italiani uno che ci viene a dire che siamo il popolo eletto che dovrà compiere l' alta missione storica, sono sicura che ci volteremo tutti come un sol uomo per vedere chi è quello alle nostre spalle di cui stanno parlando.

Missione eroica, chi, noi? Ma fatemi il piacere.

Eppure in tutto questo, una coscienza di italianitudine oltre e nonostante tutto, in un paese di campanili unificato dalla TV a noi non è mai mancata, come non mancava quella della Polonitudine ai Polacchi che sono diventati nazione solo con la Prima guerra mondiale. E non a caso nei nostri due inni nazionali si nomina l' altra nazione, anche i `polacchi, nella marcia di Dabrowski che è l' inno nazionale, dicono: dalla terra d' Italia alla Polonia.

Io ce l' ho.

Buon compleanno a tutti, pure quelle teste di cazzo dei leghisti che si fanno ancora prendere per culo dai propri rappresentanti, sperando che il signore li ravveda.

lunedì 31 gennaio 2011

Una settimana di feste


(Questa è la torta di compleanno dell' amico di Orso, meno buona, meno sana, meno fatta a mano di quella di Ennio che vedrete sotto e che ci siamo spazzolati fino all' ultima briciola, ma molto torta e molto festa e riassume perfettamente la mia settimana).

E finalmente siamo arrivati all'ultimo compleanno a una cifra di Ennio.
"E se faccio cento anni o di più avrò anche un compleanno a tre cifre" calcola lui.
"Si, e se arrivi a mille anche uno a quattro" lo sfotte il padre, e si mettono a ridere.

E chi è la maestra delle cerimonie di cotanti festeggiamente? Esatto, una poveraccia che mercoledì deve portare a scuola un cesto di regalini (le cosiddette tractatie, che è un po' il concetto della bomboniera, solo che con tutti i divieti di dolci e roba insalubre che hanno a scuola, la conclusione è che ognuno se la riporta a casa e decidono i genitori se fargliela mangiare o no e quindi ditemi dove va a finire il piacere di offrire quando sei il festeggiato).

Io per anni me la sono cavata regalando librini presi d' occasione a De Slegte, che sarebbero i libri prima di andare al macero, ma l' ultima volta Orso aveva chiaramente espresso di volere anche lui un sacchetto con un dolce, una puttanatina e insomma, quello che fanno tutti e addio libri, che erano belli, semplici, graditi ed educativi.

Le scatoline provengono dall' ex negozio di bomboniere di mamma, le avevo a spasso da anni in attesa di un' occasione del genere. Le abbiamo riempite con un fischietto caramelloso e amaretti.

il pomeriggio a calcio gli hanno cantato gli auguri, ma non abbiamo dovuto portare nulla perche li non si usa. Al coro invece si e invece di portarli giovedì Ennio insisteva per il venerdì "perchè venerdì ci sono tutti" dice, ovvero 50 bambini.

Solo che venerdì ho avuto la giornatina di corsa che sapete conclusasi con piazzamento figli da amici fino a rientro capo perchè io recitavo, e quindi gli ho spiegato che se mi voleva viva, il venerdì i festeggiamenti al coro se li scordava (venerdì dopo teatro e cena sono andata a letto alle 2, sabato mattina corvee di preparativi festa, sabato pomeriggio 5,5 ore con 15 bambini urlanti e a sera morta, domenica corvee di bucati, preparazione corso vino e meno male che gli assaggini li ha fatti la santa donna di Antonella, che poi con Giulio mi ha splendidamente assistita, poi corso vino con festa amico Orso di cui mi ero scordata e abbiamo riciclato un regalo di Ennio mettendo pure a credere a Orso che per puro caso era un doppione ma che per il suo amico l' avevo comprato la settimana scorsa, proprio lo stesso, pensa tu che coincidenza, (Orso nota tutto e so che non era pienamente convinto ma ha finto per comodità) poi al volo caccio tutti dal corso e santa Luisella che abita dietro l' angolo mi si è riportata a casa i bicchieri per lavarli da lei in lavastoviglie, io certi amici che poi diventano miei corsisti o viceversa non li merito, per recuperare Orso dal compleanno dell' amico che c' era rimasto solo lui, ma eravamo d' accordo con la mamma, e poi a letto e stamattina i sommelier con le domande difficili. Oooooooh. C' è gente, mi dicono, che il weekend si annoia e va a fare le degustazioni dei vini.

Il giovedì quindi, con questo popo' di programmino in arrivo, ci siamo limitati a offrire a un numero notevolmente ridotto di bambini e padri che sono venuti a riprenderli (il giovedì maschi che finiscono alle 18.30 vengono recuperati dai padri che rientrano dal lavoro, prima o poi chissà se ce la facciamo anche noi, per adesso il giovedì il povero capo rientra dal lato opposto della città e proprio non è cosa) dei kinder brioss.e mangiata la pizza da Giovanni perchè così casa e letto di corsa.

Per fortuna proprio la settimna scorsa ho conosciuto la conterranea nonchè master of cakes Antonella Barbella che mi ha fatto questa torta bellissima, oltre agli assaggini.

E insomma, with a little help from my friends ho superato pure questa. Sabato prossimo si festeggia il capo. Poco dopo Orso. Nel frattempo i 3 fratelli del capo. E un altro paio di amici.

Decisamente si è capito che le famiglie moderne il sesso riproduttivo riescono a farlo solo in estate in vacanza, altrimenti tutti questi compleanni del primo trimestre dell' anno non si spiegano.

venerdì 24 dicembre 2010

Video di Natale del coro degli Gnorpoli


Questo è il video del concerto Dickensiano di Ennio (visibile un attimo al 2:31). È quello che ci siamo goduti di più perché c'erano i ragazzi più grandi che a mio modesto parere erano molto bravi. Persino Orso (e persino l'indomabile fratellino di Maria seduo davanti a noi) quando hanno cominciato a cantare si sono azzittiti.

Solo quando ha sentito il Deo Gratia ha avuto un soprassalto:
"Ma questo lo dicono anche i romani in Astarix"
"Sshh, hai ragione te lo dico dopo".

Insomma, il coro dei grandi è veramente una meraviglia, Ennio è rimasto ancora più entusiasta dopo le prove generali e la rappresentazione, forse perché abbandonato a sé stesso con tutto il gruppo ha avuto modo di fare amicizia con gli altri. Ha persino stabilito la parola d'ordine dello spogliatoio dei maschi per le maestre e le femmine.

"E quale sarebbe questa parola d'ordine?"
"Pinguino nudo".

Poi mi ha vista perplessa e mi ha spiegato che il pinguino nudo sta davanti alla stufa a scaldarsi e appesa lì accanto ha la giacca bianca e nera.

Qui invece la Natività a cui aveva partecipato Orso himself come pecorella, per uqasi tutto il video non si capisce quale sia perché a scanso di danni lo hanno messo in fondo alla fila a destra, che è poco illuminata e secondo me era il terziltimo poi penultimo, comunque ha alzato la faccia al minuto 7:58 mi pare e lo si intravede.



Se non altro non si sono immediatamente scoraggiati dopo il saggio, come è successo con balletto, che immediatamente dopo hanno deciso che non ci volevano andare più.

Domani li raggiungiamo dai nonni, hanno provato a farsi fare un regalo, ma l'accordo era che i regali li faceva Sinterklaas e per natale ci saremmo solo voluti bene e ingozzati, però gli ho promesso un'agenda caruccia e colorata che mi hanno rifilato e io le agende cartacee non le uso, ma a Ennio farà senz'altro bene, che lui ha bisogno di punti fermi nella giornata e nella settimana.

Insomma, dopo tutta la fatica per le prove diciamo che noi è da un mese che siamo immersi in atmosfere natalizie e così spero anche di voi.

Buone feste.

giovedì 23 dicembre 2010

L'albero di Natale all'Aquila (che gente sono gli aquilani?)



No, io ve li devo spiegare gli aquilani di che pasta sono fatti, in caso non si fosse capito. Tutte le volte che subito dopo il terremoto sentivo o leggevo: eh, ma gli aquilani sono gente fiera, e intanto con questa scusa, passatemi il francesismo, se li sono inchiappettati singolarmente e come gruppo, ed era evidente pure quello, ecco, io mi incazzavo.

Il punto non è che gli aquilani siano più o meno fieri di altri. Ma sono montanari. Sono gente dei clan. Se sei di fuori sei di fuori. Sono loro che stanno dentro le mura della città che si portano in testa. E in fondo a che gli serviva il fuori?

L'Aquila è il quinto centro storico d'Italia, è un posto bellissimo e vivibilissimo. Io alla signora che alla fine della conferenza sugli scrittori del terremoto il 5 dicembre a Roma invece di fare una domanda sosteneva che lei tutta questa vita comunitaria prima del terremoto, tutta questa gente in piazza non la vedeva, non ho risposto perché non ha fatto una domanda, ma adesso le chiederei: Signora, ma lei che L'Aquila dice di averla frequentata tanto prima e di non vederle certe cose, lei era del gruppo o era fuori dal gruppo? Perché questa è la differenza fondamentale.

Io che ero metà, ero ai margini del gruppo per diritto di sangue, parentela e frequentazioni, e contemporaneamente ero fuori, perché agli occhi di chi è dentro non ci sono nata, cresciuta e fatto l'asilo, forse posso dirlo meglio.

Scusate la premessa lunga. Quello che voglio dire è che se volete uno studio di carattere degli aquilani, guardate le proteste civili che hanno fatto, inutilmente, in questi mesi, caricati e menati dalla polizia. E comunque alla prossima, sotto la pioggia a reggere un cartello che Silvio non vedrà mai perché all'Aquila adesso ci viene solo in elicottero (ma la polizia intanto li carica lo stesso, per punirli del dissenso). A fare le marce e le riunioni sotto la neve.

Guardate cosa si inventano per riappropriarsi della loro città. Guardate che parole usano, nei cartelli (il "senza carriola" è degno di Shakespeare). Guardateli, e ditemi voi che gente vi sembra.

Io, a parte amarli e rispettarli e ringraziarli per quello che stanno facendo, esigendo il centro dell'Aquila per sé ma anche per l'umanità, posso solo dire che mi si stringe il cuore.

Vedo nel video Anna, Peppe, altre visi che conosco, e mi si stringe il cuore nel vedere che occhi stanchi che hanno. Le rughe che anche solo quest'estate non avevano. Saranno i neuroni specchio che gli riproducono in faccia le crepe delle loro case.

E grazie a Luca che continua a documentare tutto questo. Cercatevi un po' su Google Luca Cococcetta e i suoi video.

martedì 14 dicembre 2010

Rivelazioni e accondiscendenza

E grazie a grandi rivelazioni di amichetti scelti, tah dah, gli Gnorpoli sanno che Babbo Natale non esiste. Vero è che la questione è confusa sul discorso dei rapporti tra Babbo Natale e il vero, unico, inossidabile, irriducibile Sinterklaas (orapronobis).

"Mamma, Z, dice che non è vero che Babbo Natale non esiste" (trattasi del famoso grande amore di Orso, una ragazzina che sa benissimo come prendersi il meglio dalla vita con il sorriso sulle labbra).
"Va bene, amore, ma lei è anche un pochino più piccola, che male c'è?"

"Mamma, anche Zeno dice che Babbo Natale esiste".
"Amore, e tu non gli rovinare la sorprea, in fondo anche Zeno è più piccolo di te".

Oggi però all'uscita del doposcuola era un po' perplesso.

"Mamma, Z. non voleva più essere mia amica se non credo a Babbo Natale alloora le ho detto che va bene e adesso è di nuovo mia amica".
"Bravo, Orso, sono orgogliosa di te che per far contenta un'amica le dai ragione, certe volte fa bene saperlo".

Incredibile, questa ragazzina qui sa esattamente come far fare a Orso quello che dice lei. L'ammiro immensamente e ho tutto da imparare.

Ma un po' mi preoccupo. perché Orso che fa concessioni sul suo diritto a pensare quello che vuole pensare, non so come dire, mi impensierisce. Cavolo, lo fa per una femmina. Speriamo non mi porti in casa qualche arpia da grande.

domenica 12 dicembre 2010

Rappresentazione di Natale


Oggi Orsetto mio bello farà la pecorella cantante nella rappresentazione di Natale del coro. Ovviamente Orso non sarebbe Orso se non ci tenesse in bilico tutti quanti fino all'ultimo momento. È stato infatti ammesso con riserva, perché alle ultime prove ha fatto troppo casino. Fa le boccacce, non sta fermo, distrae il pubblico e rovina tutto l'insieme accuratamente provato e curato, il che è un peccato.

Ma la direttrice Caro vuole dargli volentieri la possibilità di redimersi, per cui è ammesso alla prova generale e se fa lo scemo lì non partecipa. Stamattina il padre mi ha bisbigliato in inglese che non vede la cosa probabile, visto come stava facendo l'indisciplinato da quando si era alzato.

Allora l'ho staccato con il lanciafiamme dal computer, prontamente occupato dal fratello, me lo sono portata nel lettone, l'ho preso in braccio, gli ho chiesto se ha capito di cosa parla la storia (ha detto di si) e la cometa, e la stalla, e il bambino e sua madre Marina (l'ha detto lui, complimenti Marì, gli rimani più impressa della Santa Madre di Dio) e suo padre che non mi ricordo come si chiama.

E gli ho spiegato che in tutto questo le pecorelle sono importantissime e che lui ha una bella calzamaglia bianca e la maglietta bianca che l'aspettano, e ci prova a concentrarsi e fare il buono? Ha detto di si. Poi siamo andati sotto a fare le decorazioni di Natale (un albero disegnato con il nastro adesivo bianco a trina sul vetro della porta) e a guardare Simon's Cat (grazie a Zauberei e Comida che ce l'hanno fatto scoprire), che non so quanto ispiri a comportarsi bene e a non fare l'anarchico, ma così è.

Perché il punto è che negli anni io e il Capo come disinnescare Orso quando vuole a tutti i costi fare una cosa che sarebbe meglio non facesse, un po' il trucco l'abbiamo capito. Costa tempo, fatica e pazienza, ma lui è un bambino sensibile ai ragionamenti e persino al colpo basso: per favore fallo per me come piacere personale alla tua mamma che ti vuole tanto bene.

Come fargli fare qualcosa invece, che lui sia disposto o meno a farla, e soprattutto la raccomandazione tipregotiprego fai del tuo meglio, ecco, lì lui fa del suo peggio, non è colpa sua, povero, è la sua natura anarchica e individualista.

E a parte Orso ci sono anche i ragazzini del coro grande quelli bravissimi, che cantano all'opera e vincono premi, quindi se qualcuno ama i cori di Natale ci sono ancora pochi biglietti disponibili (€ 12 adulti, € 8 bambini).

Theater Zuideramstelkanaal, Fred. Roeskestraat Amsterdam, 16:00

Io tra l'altro fino a lunedi scorso credevo che anche Ennio avrebbe fatto la pecorella, infatti la calzamaglia e la maglietta l'ho presa pure per lui, poi ho scoperto che invece a lui tocca sabato prossimo con Angel Voices nell'Annakerk di Amstelveen, 20:00 .

Ecco, quello era un concerto che mi ero già segnata perché le Christmas Carrols inglesi mi piacciono da matti (altro che le zampogne, scusatemi, che lagna) ma adessso che ci canta mio figlio (e li ho sentiti alle prove dal corridoio, sono bellissimi) non so se me le riesco a godere spensieratamente, che si sa, le madri, ai saggi.

Poi in curatela anche Ennio, alla prova generale di venerdì si sarebbe deciso se aveva imparato bene tutti i testi (IO posso dirvi che nel frattempo li so, lui non si è capito).

Solo che la prova l'avrebbero fatta con Dennis, questo ragazzino, a me sembra un ragazzino, pensavo fosse uno dei cortisti più vecchi, invece insegna ed è il pianista bravissimo. Dennis, perché Caro era tutto il pomeriggio conn i grandi che avevano il primo dei concerti di Natale. Solo che il povero è scivolato, si è frantumato un femore che gli hanno operato venerdì stesso d'urgenza, e la prova è rimandata a martedi e spero li sappia i testi per allora.

Perché tutti questi patemi, compro i biglietti online, li compro per i nonni, i nonni non vengono, trovo qualcuno che se li ricompra, il capo li stampa e per sbaglio me li porto a Roma insieme ai biglietti d'aereo e li perdo, oggi li ristamperemo, ma i due da adulti li ho venduti e tocca comprarne uno da bambino per Ennio che alla fine non canta, ecc. Rifare tutto questo pure la settimana prossima, che le vacanze erano belle che cominciate e io speravo fossero già dai nonni e tirare il fiato, io ve lo dico snceramente, a me questo spirito natalizio tutti gli anni mi ammazza.

E la cena di Natale a scuola ci deve ancora essere, Ennio ha segnato lui sulla lista che avrei portato la pizza, poi gli ho spiegato che non era fattibile e abbiamo corretto in pasta. Porterò un pentolone di pasta per classe e si arrangino, mentre io mi sbronzo nell'atrio con gli altri genitori.

E da voi, i preparativi di Natale come vanno?

mercoledì 8 dicembre 2010

Riti d'Avvento

Ho appena deciso che al posto del calendario dell'Avvnto che non abbiamo mai fatto, e mi trastullavo quest'anno con l'idea di farne uno semplice, magari un semplice filo teso sulla libreria con una serie di bustine e bigliettini, a volte un dolcino, a volte un pensierino o una poesia, faremo invece un calendario della gratitudine.

L'ispirazione mi è venuta da questo post di Soulemama. In fondo abbiamo già alle spalle tutto il periodo pre-Sinterklaas con tutti i regali e regalini di prammatica.

E visto che abbiamo tutti questi alti bassi di sfiga, stanchezza, malumore e pecundrìa, e abbiamo anche già la nostra tradizione di dirci la sera la cosa più bella e la cosa più brutta della giornata, da adesso a fine mese ci scriveremo su un foglietto una cosa per cui dire Grazie.

E ogni sera lo appenderemo con delle belle mollette rosse a un filo. Vado a prendere quel bel filo per arrosti bianco e rosso.

giovedì 9 settembre 2010

Auguri ai figli di Abramo

Oggi è sia Rosh Hashanah, capodanno ebraico, che la festa della fine del Ramadan Id al-Fitr. Non capita spesso che coincidano, ma vedi che gli anni lunari prima o poi si incrociano.

Auguri a tutti gli interessati.

sabato 12 giugno 2010

Regalo di compleanno e considerazioni sul design olandese


Questo è uno dei collier di Esther Bousché, e dai maschi me ne sono fatta regalare uno della stessa serie che devo ancora fotografare, ma giusto per dare un'idea.

Esther gioca con alcuni dei simboli stereotipi dell'Olanda (gli zoccoletti, la ceramica blu di Delft, le teiere) assemblandoli a elementi di gioielli vintage, pietre dure e argento. Per questo sono tutti dei pezzi unici.

In genere fa collier più corti del mio, questo era stato fatto su richiesta da parte di qualcuno che poi è sparito, e a me piace perché visto che non sono un donnino smilzo una collana più lunga è più in proporzione, e inoltre non mi ci vedo a circolare con teiere e tazzine al collo.

L'alternativa erano un collierino troppo sottile e corto, con un bel tulipano stilizzato con brillantino che piaceva ad Orso (e che, devo ammetterlo, per essere un tulipano col brillantino non era neanche male), e un altro collier con delle rane che piaceva al capo.

Quando sono andata controllare di persona la signora di Thinking of Holland, il negozio di souvenir di design tra Passenger Terminal e hotel Movenpick dietro la stazione a est, mi ha sconsigliato le rane. Secondo lei per quello che costava non valeva la pena ed infatti erano di plastica, il capo l'avva visto in vetrina e non se ne era accorto, pensava fossero in metallo. che la plastica sul collo, dio mio, specie in estate non è il massimo e io non ho più l'età per i gioielli in plastica (be, alcuni però si).

In realtà c'erano parecchi collier carini:
quelli in ceramica di Marije Geursen.

Un'altra idea carina invece è l'anello De ring van Amsterdam di Puck Bomers, a forma della tangenziale, visto che ring vuol dire sia anello che la tangenziale A10 che circonda Amsterdam.

Mi sembra un tipico esempio di design olandese per questa sua caratteristica cervellotica di prendere un'idea di base e dal concetto passare all'oggetto. Basta guardarsi il catalogo di Droog Design per capire cosa intendo.

E c'erano anche delle cosine di Tord Boontje, quello specializzato in uccellini e fiorellini e che fa solo quelli, il che a un certo punto stufa pure e anche se sono bellini, non so, troppo leziosi per me.

Certo, adesso mi ci vorrebbe magari anche l'alberello portagioielli di Louise Christ per appenderci tutti i miei tesori. Me lo metto in lista per il prossimo compleanno.

Comunque anche dagli amici regali graditi: piante di lavanda e clematide per il giardino e un bellissimo barattolo di Alessi, quello con l'ometto appeso al coperchio. E dalla potenziale consuocera una torta con cioccolata e uva buonissima e una scatola di stuzzichini di pastasfoglia al formaggio fatti da Lotte con le sue manine. Decisamente, se la ragazza a manco 6 anni cucina così, il matrimonio con Orso decisamente s'ha da fare. Ora tocca spiegarlo agli interessati.

sabato 1 maggio 2010

Del giorno della regina in campagna

il giorno della regina è una di quelle cose che in Olanda bisogna crederci. Io ieri ho scoperto di crederci poco. Ad Amstrerdam non so come sia andata, so solo che i servizi di pulizia stanno scioperando e tanto per capirci si sono dati un po'di tregua intorno alla festa.

Ecco, altro che controllori di volo a Ferragosto, qui lo stesso effetto lo si ottiene se la NU si toglie di torno. Perché la primissima cosa che ricordo del mio primissimo giorno della regina al mondo fu lo shock nel vedere come la gente perda il controllo da queste parti, basta avere una scusa per far festa e lasciarsi andare e tanta birra in circolazione.

Alle 13, nel centro di Amsterdam, cammini letteralmente su 20 cm. di pattume, perché tutti i bicchieri di carta-plastica-materiale inquinante vario sta lì, sotto di te. I bidoni straripano, la gente piscia con l'uccelllo al vento nel canale nel quale passano barche carica di gente alticcia.

Poi alle 17 chiude tutto, la gente si incammina verso la stazione per sdraiarsi sui binari e sconvolgere tutto il traffico ferroviario. e in quel momento squadre di pulistrade cominciano a spazzare, aspirare, caricare e il giorno dopo sembra quasi che non sia successo niente, a parte qualche vetrina o cabina telefonica scassata.

Tutta la gente tutta che conosco ma in particolare la Sturni va poi in giro tutto l'anno con twin set e scarpe chicchissime comprate per un euro per strada.

Ecco. Noi no.

Quest'anno siamo stati in campagna dai nonni dove si comprano bene le biciclette per i bambini, ma eravamo forniti. Scarpe da calcio. Varie ed eventuali. Il tutto con calma, senza troppi ubriachi in strada che vanno nel caffé, senza pattume per terra, una bell'atmosfera tranquilla di festa in paese, la scuola di danza che faceva balli di gruppo, una coppia di tangheri che impegnava un incrocio tra gli applausi delle vecchiette.

Noi con due scatole di robe che i bambini volevano vendere ma ci siamo svegliati tardi e abbiamo lasciato perdere. Ho promesso che il prossimo anno vado io alle 5 a occupare un posto strategico e metter su la bottega purché dalle 9 in poi qualcuno mi dia il cambio e mi faccia tornare a dormire.

Perché questo ci viene bene a noi in campagna dai nonni, giorno della regina o meno: dormire, giocare con i cani, comprarci scarpe e pantaloni il capo (l'unico grande affare: i sandali Naturino per Orso a 10 euro, il resto a prezzo pieno, ma le scarpe carine e comode che trovo io da Molenkamp in campagna, da nessuna altra parte.)

E adesso si va in piscina per le tre lezioni di nuoto di Orso prima di venire in Italia.

domenica 4 aprile 2010

Pasqua in Olanda (1)

"E questo è il sangue".
"Sul mio invece ci stanno la lava e il fango. Per fortuna che ho il marrone per fare il fango".
"E le sabbie mobili. Anche per le sabbie mobili va bene il marrone".

Questo accade alla tavolata di Pasqua quando la nonna tira fuori i set da decorazione uova pasquali, con l'attezzino che regge e fa ruotare l'uovo mano a mano che uno ci dipinge intorno, i pennelli e i colori.

Le foto seguono. E buona Pasqua pure a voi.

mercoledì 31 marzo 2010

Pensieri pasquali


Di già? Eh, si, è primavera e con primavera viene anche Pasqua, ci tocca, come oggi ci è toccata la colazione di Pasqua a scuola, che sono cose belline, ma nel mio spirito sobillatore ho pensato anche che a me una volta piacerebbe tanto una colazione di Aid-al-Fitr che è la festa della fine del Ramadan (quest'anno cade in settembre) che in olandese si chiama la festa dello zucchero mentre da noi ci ha pensato la Santanché a santificarla, che di dolce e zuccheroso non ha niente.

Ho quindi preso al volo una madre che quando facevo ancora sorveglianza a pranzo ci aveva portato dei dolcetti tipici, le ho proposto di sollevare la questione a scuola e che io sarò felicissima di aiutare e cucinare con loro se la facciamo. L'idea le è piaciuta.

Allora cosa cavolo c'entra l'adesivo che qualche mese fa ho attaccato alla porta? Non mi sto contraddicendo? Si e no, ma va bene uguale, le tradizioni mi piacciono ma non posso costringermi a credere a tutto in nome dell'antropologia culturale e così i testimoni di Geova che mi beccano sempre e mi mandano le due signore italiane adesso sanno come la pensiamo in questa casa e spero si diano una regolata.

Si diceva della colazione di Pasqua a scuola. È una cosa bellina, le maestre apparecchiano delle grandi tavolate nottetempo, con piatti e posate che i bambini hanno portato a scuola prima. Ognuno estrae a sorte un foglietto con il nome del compagno a cui dovrà portare la colazione, con quello che gli piace e quello a cui è allergico o non gli piace.

A Orso è toccata Isis, che volva un panino con dentro le fragole (prego mademoiselle, anche Orso ha appena scoperto pane e fragole e ne va pazzo), frutta e Wicky da bere, la cosa più piena di coloranti e glucosio che mai supermercato possa concepire (poi ho scoperto che anche Ennio l'ha indicato nel suo foglietto) e vabbé, tiriamo innanzi.

Ennio invece ha avuto l'amico Timo che voleva un croissant prosciutto e formaggio 9si usa, li avevo comprati, passati in forno e imbottiti con il formaggio che vendono qui sotto Pasqua, fettine a forma di lepre Pasqualina e una specie di mortadellotta bicolore sempre con la sagoma della lepre in mezzo alla fetta, basta, fino all'anno prossimo non le vedo più. Poi a entrambi un uovo sodo con lo scaldauovo a coniglietto (mai infilato un uovo bollente in uno scaldauovo di misura pelo pelo ma per scoprirlo non vuoi rischiare di fracassare l'uovo? E son cose).

Poi il capo si è precipitato nel supermercato alle 8 in punto appena ha aperto per prendere le bevande che mi ero scordata mentre io pettinavo los belvos (Ennio ha insistito per camicia e giacca e volev anche una cravatta del padre ma ce ne siamo scordati), li ha infilati in macchina mentre io chiudevo le confezioni e ditemi voi se non sono una meraviglia tutti e quattro, i bambini e i cestini? Sennò me lo dico da sola, core de mamma.

Cavolo, avevamo pure la lepre che ci attendeva all'ingresso per augurarci la buona Pasqua, il papà di K. (che sono tanto simpatici, ma come gli è venuta in mente? io mai, neanche in un milione di anni, senza parlare dell'effetto erotizzante che mi farebbe mio marito vestito da lepre rosa, ma soprassediamo.

Insomma, visto che nei prossimi giorni sarò in giro ne approfitto per augurarvi buona pasqua e poi vediamo come va a finire. Che lo spirito della lepre rosa sia con voi.

venerdì 1 gennaio 2010

Capodanno a Nieuwmarkt



Allora, la bloggerfamily italiana è arrivata e siamo andati a prenderli in campeggio.
Come i re magi sono arrivati carichi di oro incenso e mirra in forma di salsicce, soppressata e cesto di robine buone. Prego di notare la sciccheria della salsicciona in forma di stella.

Abbiamo mangiato a casa e abbiamo saltato d'ufficio i fritti (che le frittelle ce le siamo sbafate a colazione con il capo, io farcite di soppressata e lui di miele e stasera ci riproviamo che i topinambur aspettano). Spedito i figli a letto, orso ha dormito e poi ha fatto una fatica bestia a svegliarsi, Ennio ha finto, ma poi è tornato a farsi fare le coccole.



Arrivati in macchina in centro, parcheggiamo sotto lo Stopera insieme a un numero infinito di francesi, del genere ex-coloniale, tutti in ghingheri che fa un bel vedere, ma casinisti al massimo. E nessuno trovava la scalinata di uscita dal parcheggio perché ce n'era aperta solo una. Una claustrofobia, con Ennio in piena rottura adolescenziale che quindi cammina, balla, non sta in fila, ho sempre il patema che una macchina parcheggiante se lo ficchi sotto, e Orso non ancora del tutto sveglio che si fa tirare per mano.

Usciamo dal lato del'Amstel, con la torre della zecca bella illuminata a distanza e lì Orso parla e capiamo che si è definitivamente svegliato.

Quanto mi iace questa parte vecchia della città tra i vecchi valli difensivi del porto, il Kloveniersburgwal, l'Oudezijde d'innanzi e quello di dietro. Abbiamo risalito l'Oudezijde voorburgwal fino alla Damstraat che in quel punto in realtà ha un'altro di quei bei nomi medievali. I nomi medievali della parte di Amsterdam intorno al porto, la pesa e piazza Dam, con come mio culmine preferito la Wijde Lombardsteeg e la Enge Lombardsteeg proprio intorno alla Borsa, e ci stanno tanto bene.

Perché in parecchie lingue del nord, tra cui il polacco, il lombard non è uno che vota lega, ma quello che presta soldi a pegno (sempre strozzini sono). Noi intanto arriviamo a Sint Jan e depositiamo le borse in ufficio, e poi via per i vicoli fino a Nieuwmarkt, dove il figlio preadolescente viene introiettato attraverso un vicolo di signore in vetrina, con il padre che gli fa i paraocchi (povero figlio, che non aspettava altro, chissà quante ne avrà da raccontare agli amici).

"Ma chi sono quelle donne?" fa Ennio con il suo ben noto spirito scientifico che mi fa sempre le domande.

Coerenza, ci vuole coerenza nelle risposte, visto che è il secondo capodanno di seguito che passiamo per quel vicolo per vedere i fuochi.

"Lavorano. Stanno lì per farsi vedere. In un certo senso, fanno la pubblicità ale mutande" che uno potrebbe dirmi: ma se fai così fatica e ti tocca quasi mentire a tuo figlio per spiegarglielo con concetti già noti, che ce lo porti a fare per il secondo anno consecutivo?


Perché la logistica Capoddanizia al centro vecchio di Amsterdam più di tanto non consente, e i fuochi al Nieuwmarkt ne sono davvero valsi la pena. L'anno prossimo giuro che ritrovo per tempo le chiavi della bici, che mi latitano da almeno dieci giorni e lo so che mi sono scomparne nella furia di riordino apparente prima di Natale, ecco, il prossimo nno ci andiamo in bici, sempre almeno che il traghetto passi, che non si capiva se passava quello principale sempre e comunque, o se avrebbe ripreso dopo le due come tutto il trasporto pubblico.

Comunque data la splendida idea di trasferire i festeggiamenti di Capodanno dal Dam alla piazza dei Musei, in centro c'era meno ressa dgli altri anni, e sia noi, che i rgazzini francesi ben vestiti e con la porporina nei capelli che abbiamo reincrociato rientrando al parcheggio, ce la siamo proprio goduti.

Così spero anche di voi.

martedì 29 dicembre 2009

Il giorno di Hobbit 3

Spingi, spingi, spingi.

Respira, respira, respira.

Dilata, dilata, dilata.

(Ok, non so bene quanto di questo abbia a che fare con un cesareo. Incidi, incidi incidi pare brutto).

Comunque, pensiero positivo a gogo per Elastigirl. Dai, Claudia, che siete bravissimi.

giovedì 24 dicembre 2009

Vigilia. Di magro.

Ieri chiacchierata con Nanda per farmi raccontare i dettagli di bassa macelleria del parto, che i padri mandano queste e-mail di annunciazziò annunciazziò con foto carinissime, ma non dicono mai le cose fondamentali.

E il fatto che basta poco ad entrare nello spirito di maternità è che lei con entusiasmo non me li ha negati. Gli auguri no, che loro non amano festeggiare il natale e sono consapevoli che questo è l'ultimo anno che se lo possono permettere. Che poi con un bambino, a Barcellona, figurati se il natale non gli tocca in tutte le salse per amore di omologazione.

Io invece stasera la cena collettiva della vigilia con gli amici, siamo in 14 adulti, prima di sottometterci a qualsiasi parodia delle NOSTRE tradizioni natalizie che ci faranno i suoceri olandesi, che ormai si è bello che capito, le tradizioni come a casetta nostra, mai.

Il che porta con sé il problema, questa vigilia ecumenica ma che per noi ormai è diventata una tradizione: facciamo la vigilia di magro?

Il problema si è posto quando l'amica iraniana ha detto che avrebbe fatto le polpette al coriandolo, che si possono fare prima, visto che nel pomeriggio deve riaccompagnare sua madre all'aeroporto.

"Ma come, e la vigilia di magro?" fa mia madre, la Custode delle tradizioni?

Che come sempre, il problema di mia madre è che qui c'è sua sorella, le Vera Custode delle Tradizioni (che già di suo e in tutto nella vita va avanti come un panzer convinta dell'inossidabilità delle proprie opinioni, figurati a Natale). Che mia madre l'aveva avvertita prima di partire: guarda che non sarà una vigilia alla polacca. però discutere con mia zia è una fatica inutile che ci risparmiamo dove possiamo evitando in toto le discussioni.

Io mi ricordo come un'incubo la vigilia un mese prima che nascesse Ennio, con me che avevo dei crampi pazzeschi, ero superincinta e stavo male e imploravo di metterci a tavola e cominciare mentre mia zia nell'autismo che la contraddistingue aveva piantato un casino che non si poteva, mancava non so cosa e dovevamo aspettare la prima stella della sera.

Io ero così nera che in casa mia e moltomente incinta non potessi mettermi a mangiare una cena perfettamente pronta e festiva, nel momento in cui ne avevo bisogno, che sentivo benissimo di avere al massimo un'ora di autonomia e basta (e poi il nostro ultimo natale in santa pace senza bambini, ero molto consapevole pure di questo) e già ero sul punto di uscire, andarmene in pizzeria e poi a dormire e divertitevi voi due con la cena festiva amorevolmente preparata, però a mia madre (e diciamocelo, neanche a me stessa, vuoi mettere la pizza schifosa sotto casa con le cose splendide che mi sognavo la notte da una settimana e che mi avevano amorevolmente preparato) non glielo potevo fare. È stata la pre-vigilia più incazzata della mia vita, poi il cibo mi riconcilia con tante cose, ma mia zia questo trauma, non lo sa, ma a me e mamma è rimasto nel profondo.

Ecco, mia madre che sarebbe più ecumenica anche lei, anche perché proprio ieri le ho fatto un cazziatone ("la tradizione va bene, ma siamo più o meno atei, sicuramente non praticanti, me lo dici cosa cavolo ce ne importa a noi della vigilia di magro, che col marito vegetariano la faccio già la maggior parte dell'anno? E da mia suocera mi ritoccano 3 giorni di pesce, e i miei poveri figli mai sapranno, se non comincio ad insistere a farmi io il culo natalizio, cos'è un sano piatto festivo proprio adesso che abbiamo scoperto che la lasagna gli piace?") e si era rassegnata all'idea. Ma stamattina quando ho parlato di antipasto in piedi all'italiana, che ho delle bollicine in casa che con un prosciuttino fatto bene che so io dove prenderlo, la morte sua, ha ritentato di opporsi.

Insomma, ve lo dico subito che con Dude steso dal maldischiena che farà la pasta al forno, non potendo mettersi a stendere quella fresca che voleva fare, io in frigo ho uno zampone e un cotechino e dopo gli antiparti deciderò se rianimarli o meno.

E buon natale a tutti, mia madre ha appena dichiarato che piuttosto fa panati i filetti di platessa che ho nel freezer. Che con la casa da sgombrare almeno degli attrezzi da muratore e da riordinare ed apparecchiare un pelo, col cavolo che oggi esco a fare la spesa. Siamo autarchici e ne siamo fieri.

martedì 1 dicembre 2009

Sinterklaas @ Daidalos


Per la seconda volta la ditta del capo ha organizzato una festa di Sinterklaas in ufficio. Quest'anno è stato Hans, uno dei due direttori e inoltre quello che ha figli grandi, a travestirsi per fare il Sint, mentre i due Zwarte Piet, gli schiavetti neri, quelli proprio non so chi fossero.

All'ingresso ci ha accolti Suzanne con una spilla con il nome, un libro da colorare e un cilindretto di matite, e i bambini che volevano potevano andare in sala riunioni a disegnare.



All'ingresso in un angolo c'era una piscinetta gonfiabile piena di palline e i miei mostri ci hanno prima fatto un sacco di tuffi con rincorsa dentro, fino a che non sono arrivati bambini più piccoli.

Poi Ennio ha perso la sua badge lì dentro e si preoccupava che la spilla potesse bucare la piscina, ma alla fine qualcuno gliel'ha ritrovata.

In cucina avevano tolto il tavolo e il bigliardino (la cosa più fenomenale agli occhi dei bambini è che al lavoro hanno un bigliardino in cucina, per scuotere un po' le spalle evidentemente e costa meno del fisioterapista, ma ne ho visti in diversi uffici) per collocare una sedia da ufficio ricostruita come trono in cartone. Pare che ci abbiano lavorato in diverse persone, che questi olandesi ormai tutti i preprativi per Sinterklaas li fanno ad occhi chiusi (a me, per esempio, mica sarebbe venuto in mente il trono).

Quando è entrato Sinterklaas tutti i bambini se la facevano un po' sotto. Queste espressioni tra aspettativa e timore erano bellissime. Orso ha ammesso di aver avuto timore ad avvicinarsi, ma che quando deve andare da qualcuno ha sempre un po' timore e con il capo abbiamo voluto approfondire la cosa. Che Orso sembra una roccia menefreghista ma è in realtà un bambino dolce e timido.


Poi ognuno ha avuto i regali che avevamo segnalato su un modulo mesi fa, per i nostri un lego che hanno voluto subito montarsi sul posto. Sint aveva nel suo libro dei dettagli su ogni bambino e ha chiesto a Orso se era vero che facevano balletto e calcio e a Ennio se dopo il diploma B di nuoto gli interessava per caso anche il C.

Non ci siamo rimpinzati di dolci, cioè i bambini si e hanno anche ricevuto un sacco di juta con la lettera di cioccolata e caramle da riportarsi a casa e si sono ingozzati di bibite, ma a me, buona notizia, proprio non ha fatto sangue nulla e mi sono così tenute (perché non c'erano cioccolato e marzapane, ecco perché).

Le foto le ho prese dal telefonino, ma non mi sembrano male.