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mercoledì 9 febbraio 2011

Ho promesso a mio figlio la foto di Luxuria

"Mamma, allora gli uomini hanno solo 11 malattie, le donne invece ne hanno 12".
Io speravo di stendermi a fianco a lui, che si addormentasse presto e mi potessi rilassare, invece con mio figlio non ci si annoia mai.
"Come mai dici così?"
" Perchè alle donne può venire anche il cancro al seno, agli uomini no" .
" Agli uomini può sempre venire il cancro al pisello".

Mannaggia a me e la mania delle risposte complete, che mi frega sempre.

Non voglio neanche sapere chi troverà questo blog in base a una chiave di ricerca come da titolo. Ma non lo cambio perchè questo è. E pensare che era iniziata bene. Come tutti i mercoledi che siamo a casa relativamente presto dalle varie attività (siamo persino andati a trovare Dafna e Noam, che questo bambino altrimenti faceva a tempo ad arrivare al bar mitzvà prima che riuscissi a fare una visita alla puerpera come si deve, ma o avevo i microbi e non era il caso, o avevo da lavorare e non c' ero a prescindere).

Il capo torna a casa malaticcio e comunica che va subito a letto e non cena. Noi ceniamo con pasta e lenticchie e lokoum di dessert (ho fatto la spesa dal negozio turco), guardiamo una ire de Dieu di cartoni di Simon's Cat, andiamo a letto e ci spogliamo e coccolo un po' Orso e poi vado da Ennio e lì è iniziata la sfilza delle domande difficili. anche se all' inizio tentavo di anestetizzarlo recitasndogli " tu sei la nuvoletta e io sono il vento

Ma siamo arrivati in men che non si dica ai venti di guerra. Ricordo solo - non so come, io cercavo di abbioccarmi, ricordate? - di aver iniziato con il referendum monarchia o repubblica dopo la guerra, che visto che Mussolini nel discorso lo ha tirato lui, di Hitler avevamo già parlato a suo tempo, e gli ho detto già che c' ero di Franco in Spagna, di gente da tutta Europa che andava a combattere il franchismo (dell' ultimo olandese ho letto il necrologio la settimana scorsa, mi sa che se ne sono andati piu o meno tutti nel frattempo) e che dopo hanno reinsediato il re.

Poi ho un black out, come spesso accade nei discorsi profondi con mio figlio. Si parlava di seni rifatti e direi che ci siamo arrivati partendo dalla domanda della povera anima innocente 'Ma perchè c' è tanta gente che ancora crede a B.' e vai a spiegargli e il monopolio mediatico, e sua figlia che si è rifatta pure le tette. A quello ci siamo arrivati perchè mi sono lasciata sfuggire che è più vecchio del nonno e si è stupito moltissimo e mi è toccato arrivare al concetto di chirurgia plastica.

Che una povera donna semiaddormentata pensa: adesso mi sdraio cinque minuti con lui, gli faccio due coccole e spero si addormenti e sai invece che ti abbioccherai tu per prima, però con Ennio non ci si annoia mai e la tensione resta sempre alta.

Insomma, come diovuole siamo arrivati al concetto di tette rifatte, ci siete ancora tutti? Perchè da lì non siamo saltati direttamente a Luxuria, siamo passati invece al cancro.

Il cancro, ricorderete, è stato un topos delle domande di Ennio per tutto l' inverno, per colpa del maledetto mese della prevenzione e dei cartelloni pubblicità e progresso dedicati. Ma evidentemente o non sono stata esaustiva io, o era rimasto qualche dubbio a lui, stasera ci siamo tornati

La faccio breve, dalle tette rifatte di Marina ho spiegato che in realtà il sistema lo avevano inventato per le amputazioni di un seno delle malate di cancro, da lì ai rifacimenti in generale e la gente che ritiene erroneamente di non essere amata e si rif à tette e altro. E che è sbagliato secondo me.

Poi deve aver fatto una battuta e da lì sempre per l' esigenza di completezza nelle risposte al bambino ho introdotto il concetto di transgender con tutta una serie di esempi. Che un uomo che vuole esser donna basta che si faccia fare il seno
" E poi il dottore gli toglie il pipitto e con il coltello gli fa un buco"
e la cosa mi ha causato un capogiro per la crudezza con cui l' ho recepita io, e beata innocenza, ma il concetto di buco gliel' ho davvero spiegato io o `e frutto di un processo deduttivo dopo tutti i discorsi sulle nascite? No, mi sa che a un certo punto forse gliel' abbiamo detto noi, perdo un po' il filo con questo figlio inquisitore e le sue infinite domande a cui io, sempre la nevrosi della risposta esatta ed esaustiva e semplice ed adatta alla sua età, ma non banalizzatrice per rispetto alla sua intelligenza, eccheppalle, ma non si potrebbe andare tutti a dormire a questo punto che ne ho tanto bisogno?

No, perchè il concetto di donna che vuole diventare uomo è più difficile. Il seno se lo fa togliere, va bene, ma il pisello come glielo fanno?

Ho un' illuminazione, gli ormoni.

Nel frattempo Orso a cui avevo dedicato la coccola da un minuto è alla porta per la quarta o quinta volta a chiedere con tono inquisitorio come mai da Ennio ci sto così tanto tempo?

Colgo la palla al balzo, prometto a Ennio che domani gli faccio vedere sul computer le foto di Luxuria, magari anche il documentario su di lui già che ci siamo così me lo rivedo con calma.

Poi vado da Orso, ci spupazziamo per tempo debito, poi torno giù per mettere a ricrescere la pasta lievitata che domani ho delle signore a pranzo.

Poi saltellando tra Manager di Me Stessa e Lorenza scopro che i figli che fanno domande difficili non ce li ho solo io e sai cos' è? la storia delle 11 malattie contro le 12 mi è sembrata troppo carina per non annotarla, ma quando ho cercato di ricordarmi come ci fossimo arrivati mi sono davvero ricordata come è successo.

Non so voi ma io sono esausta mi sa che stavolta ci vado davvero a letto.

venerdì 3 settembre 2010

Ma che fa quella signora nuda?


Un paio di settimane fa mentre guidavo in una zona industriale, vedo su un capannone un cartello di minimo 10m2 con una sbarba nuda, in tacco 12 e una macchina sullo sfondo che la sbarba in questione sta lavando. Pubblicità di un autolavaggio.

Mentre registro e mi dico col cavolo che ci andremo mai, mio figlio, anima innocente vede il poster.

"Mamma, ma che fa quella signora nuda?"
"Lava la macchina".
Si fa una risata omerica, visto che a otto anni non è presto per capire le incongruenze della vita.

"Ma perché è nuda se deve lavare la macchina".
"Si vede che fa caldo".

Si rifà una risata, perché ovviamente non mi crede. In effetti ci arriva un bambino a capirlo che non può essere.

Mi è toccato spiegargli il concetto di pubblicità sessista. L'importanza di boicottare sempre e comunque chi le fa. Tanto la pubblicità gliela sto già demonizzando da quando ha scoperto i cartoni del mattino in Italia.

Ci ripassiamo ieri. Guardiamo meglio.

"Però sembra che abbia un paio di mutande" (si, sul fianco si intravede un laccetto di perizoma.
Poi si volta verso il fratello ignaro di tutto.
"Orso, noi lì la macchina non la laviamo".

Si comincia da piccoli. Anche se tutto il mondo è paese.

Ha ragione Lorella, non bisogna smettere mai a fare le rompipalle. E noi genitori abbiamo un dovere in più.