giovedì 17 settembre 2009

Assente giustificato

Sono un po' di settimane che sono in pena per Ennio. Niente di grave, niente che ci impedisca di andare avanti, o a me di sbuffare e urlare quando siamo stanchi tutti e due e lui recalcitra. Da una decina di giorni ha una tosse sconquassante che stiamo cercando di togliergli e che lo fa dormire male.

In realtà la prima settimana di scuola mi sono lanciata in uno di quei tour informativi che fanno presagire grandi decisioni radicali. Poi ho parlato con la nuova maestra, che è supplente, ma comunque molto in gamba, e abbiamo deciso di dargli il tempo di abituarsi alla nuova classe, alle nuove maestre, al fatto che adesso che hanno imparato a leggere, scrivere e fare bene i conti è ora di lavorare sul serio.

Poi il calcio che gli piace tanto e gli permette di sfogarsi. Poi il balletto, che ha iniziato a rimorchio del fratello, ma gli piace un sacco e gli permette di soddisfare e disciplinare il lato diva. Poi le due lezioni di piano con il mio vecchio maestro di canto Ronald, un sant'uomo, molto dolce e comprensivo e che immediatamente lo ha interessato.

Settimane di aggiustamenti per decidere se tutto questo non sia troppo per due bambini, se non debba dargli più opportunità di giocare con gli amici, per sistemarci tutti. Settimane in cui il capo è impegnatissimo al lavoro e non nelle migliori condizioni, io davvero trovo strabiliante come quest'uomo sia in grado di motivarsi e cercare risultati perfetti anche senza incoraggiamenti e riconoscimenti, anzi.

Insomma, persino il capo si è preso un giorno di malattia che era già in autostrada per andare al lavoro, ci ha messo un'ora e mezza per fare dietrofront, si è schiantato a letto ed è stato incosciente tutto il giorno. Però secondo lui non devo esagerare con Ennio, lui patisce anche il casino in casa (martedi arrivano le piastrelle se dio vuole) e che tutto ha una ragione non esoterica.

Oggi quindi tocca a Ennio, che ieri per una volta si è addormentato presto e stamattina alle sette mi è arrivato nudo e crudo nel lettone. Il capo che era partito alle 5, ci ha chiamati come radiosveglia e per discutere due cose che dovrò fare.

"Io non voglio andare a scuola".
Ci pensa un secondo.
"Ho mal di pancia".

Ho fatto un po'di domande e ho deciso che oggi, che comunque rientrerebbe alle 14, è meglio se resta a casa. Non farà giochetti al computer, mi aiuterà a mettere a posto e parleremo.

Gli spiegherò anche che non deve raccontarmi storie di mali di pancia né marciarci, ma che se qualche volta si sente stanco e demotivato, non ho nulla in contrario a tenerlo a casa una o due volte l'anno.

I miei lo hanno sempre fatto con me: se non hai voglia di andare a scuola un giorno per qualsiasi motivo, resta piuttosto a casa a dormire invece di fare filone. Non nego che l'anno della maturità un paio di volte l'ho fatto strategicamente per saltare un computo di matematica. Ma è bello sapere che se a volte la vita ti pesa troppo, i tuoi genitori capiscano senza dovergli raccontare palle.

Adesso mi tocca avvertire la scuola. Ma il lato logistico è sistemato, Orso torna con la vicina, che guarda caso, ha la grande esattamente con la stessa patologia. Ne avevamo parlato un mese fa, magari oggi le andiamo a trovare e ci torniamo sopra.

8 commenti:

strega reticente valverde ha detto...

che pazienza e comprensione che avete voi mamme...Ti ,Vi ammiro...
e mi hai ricordato la mia che faceva esattamente come te quando mi vedeva "giù" e impaurita...e me li ricordo quei gg. a casa coccolata un pò e un pò spronata ...sono perle preziose nei miei ricordi della mia mamma...
un bacio , da una figlia che purtroppo mamma non è mai diventata.
grazie, val

zauberei ha detto...

Brava coll'Ennio!
Io dovevo ripiegare con una solidarietà mafiosa cor medico de famiglia.
Mia madre per responsabilizzarmi diceva. Telefona al dottore e senti cosa è meglio.
Lo chiamavo e ni ci dicevo
Ho trentasette e uno!
E quello diceva
A casa per 3 giorni!
:)

Serena ha detto...

Anche la mia mamma mi faceva stare a casa quando non volevo andare. Me ne ero completamente dimenticata! Cercherò di non scordarlo quando sarà il mio turno. Grazie!

Baol ha detto...

Credo siano i primi scogli della vita e sono d'accordo con te, meglio dirlo, io non ho mai fatto filone ma nemmeno assenze per stanchezza, non me le permettevano O____o

un abbraccio

ps
ma dove diamine lo trova il tempo per fare tutto?!

ckf ha detto...

signora Mamma, m'intrometto al volo solo per dare un parere personale e confonderla ulteriormente.

Dalle elementari fino al 4° anno delle superiori facevo palestra un'ora al giorno per 3 giorni... Ovviamente anche se solo un'ora l'impegno mi portava via il pomeriggio... alla lunga ho abbandonato proprio per avere 3 giorni alla settimana liberi (gli altri fra studio, dentista e varie, finivano comunque occupati).

Potrà darsi che sono pigro di natura, ma da allora evito impegni di qualsiasi genere duraturi nel tempo. Magari la comune amica zauberei mi mangerà vivo per il dubbio instillatole, però boh, magari ho detto na cosa utile

Mammamsterdam ha detto...

ckf, è utile. Magari la cosa bella della scuola olandese è che ci stanno 4 giorni alla settimana fino alle 14:30 però poi non gli danno compiti per casa e mica li posso tenere davanti al computer tutto il resto del tempo? Quindi per il duraturo nel tempo lascio fare a loro, diciamo che gli ho fatto fare solo cose che loro volevano fortissimamente, facendogli scegliere tra questo o quello (infatti niente più percussioni che logisticamente sderenava me, ma che oggi ha ammesso che gli mancano).

Poi mi sono ricordata una bella espressione di mio padre, che quei giorni lì li aveva anche lui. Dichiarava al mattino: oggi non mi dice core, e si sa che al cuore bisogna dar retta. Poi nel corso della giornata magari gli passava, però ecco, per tutte le volte che nn dice core a me e mi tocca, meglio essere occasionalmente indulgente con i figli.

Extramamma ha detto...

SEi brava e comprensiva, mi sembra l metodo giusto quello di capire per evitare le balle presenti e future. Spero che la giornata sia andata bene :-)

LGO ha detto...

Io non sono così comprensiva, ma c'è stato un periodo in cui in classe di L (in prima elementare) era un continuo farsi venire a prendere a scuola fingendo malattie inesistenti, e allora per darci un taglio abbiamo esagerato nel senso opposto. Tutti a scuola, anche con la febbre.
E ora non so come tornare indietro...