domenica 21 dicembre 2008

Festa in parrocchia

Domenica scorsa dei bambini ci hanno dato un volantino coloratissimo per una festa in parrocchia dietro casa. Una festa di natale per bambini. E ci ho portato le belve per vedere se potevamo conoscere anche qualche bambino del vicinato. Inoltre la chiesa che la ospita (un bell'edificio in stile Amsterdamse school come tutto il quartiere, merita di essere visto anche all'interno) ha fuori un parchetto giochi pubblico con tanti giochi carini, e ho pensato così che le conoscenze che avremmo potuto fare le avremmo anche ritrovate lì.

Infine, è chiarissimamente una chiesa nera, secondo me con funzioni in inglese. E io ciò la mania del gospel, che mi sono detta: vai che magari hanno un coro per bambini dietro casa a cui mandare Orso. Poi ho scoperto è è una chiesa riformata del tipo herformde (che qui gli scismi dele chiese protestanti e tutte le differenze secondo me manco il sinodo ci capisce granché, figuriamoci io).

Li ho fatti vestire un po' benino, che le chiese nere ci tengono assai e siamo andati. Ho fatto bene che dei vari coetanei, ce n'erano un paio persino incravattati (teneri). All'ingresso c'era il guardaroba e dei tavolini con il caffé. In chiesa le sedie erano impilate di lato e al centro c'erano una serie di tavolini apparecchiati in modo natalizio, con un piatto di salatini e dolcetti (di cui specie Orso ha approfittato con santa devozione).

In fondo un palco a tre gradoni, con dietro a tutto una nicchia rivestita di stoffa argentata glitter, l'ingresso tutto drappeggiato di viola e nella nicchia, rialzato, un trono con lo schienale e circonvoluzioni d'oro. Mi pare, ma potrei sbagliarmi, chiuso da un vetro.

Era una specie di musical, ne ho visto uno in America una volta, un po' fatto in casa, un po' moralisticheggiante sul fatto che bisogna ascoltare i genitori. Però i bambini si sono lanciati a sedersi ai tavolinetti in prima fila non appena sono stati invitati a farlo. Tanta autonomia non me l'aspettavo.
Orso si sarebbe messo ad interagire, ma ha preferito guardarsi intorno, ma quando tutti i bambini seguivano il protagonista che prima scappava di casa, poi rientrava pentito e faceva pace con il padre, si sono buttati all'inseguimento anche loro.

Non solo Orso si è messo a partecipare, che non me l'aspettavo, e alzava la mano per rispondere quando la presentatrice in microfono parlava ai bambini, ma quando Ennio ballando faceva la sua ruota stile breakdance, ha tentato di imitarlo, è la prima volta che glielo vedo fare. Le parti rap le avrei fatte molto meglio io, ma 4 pischelloni neri che rappano in chiesa la dovevo ancora vedere e adesso l'ho vista.

Insomma, a parte il musical casereccio, io sono giunta alle seguenti conclusioni:

- la vita di parrocchia non fa per me
- le feste parrocchiali sono tanto noiose
- però si vogliono bene e sono carucci, ma ne faccio a meno
- mi sa che non ci torniamo. Stimola l'autonomia di orso in modo pericoloso, non ci sono abituata.

Una botta di chiesasticità per Natale l'ho fatta, ci siamo un pochino divertiti, siamo andati via prima che servissero la cena finale, che non avevo capito che ci fosse anche quella, mi sembra un'iniziativa carina anche se non fa per noi e ad Ennio l'ha colpito uno stendardo (ce n'erano un tot appesi alle pareti, belli, colorati, tra cui uno con un agnello incoronato e la scritta King of Kings, un altro con the Gift of Healing, oppure the Gift of Faith) e questo era una croce con due-tre goccione di sangue scenografiche che gocciolavano giù.

Gnorpo one è rimato impressionato, a un certo punto che camminava in giro l'ho visto fermarcisi davanti e studiarlo bene. Poi ne ha guardato un altro con un angelo con la spada e la tromba e mi ha chiesto cosa fosse.

"È un angelo".
"Quello che è andato a dire che non era più morto?"
E così mi rendo conto che la vita di Gesù lo ha comunque colpito, mio figlio.

E per quanto rigarda Natale e doveri religiosi per quest'anno stiamo a posto, ma se alla parrocchia di san Nicola poco poco fanno una messa di Natale anticipata e cattolica, che quelle le capisco meglio, vedo di portarceli.
(Alla fine Ennio è pure riuscito a farsi dare le bomboniera che ce n'era un tavolone, ovvero un bicchierino di plastica colorata pieno di dolcini glucosiosi vari, incartato carino e con la scritta su bicchiere e un foglio di adesivi che c'era Jesus loves me. Mi sa che domani facciamo il presepe, almeno è una tradizione che capisco meglio).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

mia nonna diceva "perocchia" al posto di parrocchia e nn ho mai capito se x spregio (e trattandosi di mia nonna propendo x questa soluzione) oppure x errore, e così anche i miei figli adesso dicono "perocchia".
la nostra botta di chiesa l'avremo dovuta aver lunedi sera con la veglia scout ma capita a cavallo tra la festa di hockey (alle 18) e la cena aziendale (alle 20) e siccome il dono dell'ubiquità nn me l'hanno ancora dato mi sa che ce la perdiamo la veglia....come vedi tu hai fatto già molto in confronto a me!

Mammamsterdam ha detto...

bene. E leggendo per blog mi sono ricordata di una cosa che qui per fortuna non mi manca: la benedizione alle feste comandate. penso che una casa e una famiglia felici si benedicano da sole, quindi ne faccio volentieri a meno.