giovedì 28 gennaio 2010

Educazione morale all'IKEA

Il mercoledi pomeriggio è dedicato ai figli, 'ndramindre, come diceva mio madre, ovvero nel mentre faccio anche altre cose.

Qui venerdì si esordisce con il teatro da camera, io devo imparare la parte, fuori c'era un ghiaccio scivoloso e la mia bici è parcheggiata di fronte al ciclista che non ho cuore di riprendermela con il freddo becco che ha fatto martedì quando ero costretta a portarcela, quindi si prende la macchina e si va all'IKEA a comprare le 8sedie che ci mancano (In serata, tempo 3 ore, il ghiaccio si è sciolto).

Stavolta i bambini invece di precipitarsi a Smaland chiedono di mangiare al ristorante ("ristorante"). Al ristorante la Playstation è spenta, Orso è al bagno e Ennio interrompe la ruminazione patatina per dirmi:

"Ma noi a casa lo facciamo un armadio con dietro una scalinata?"
Mi viene un dubbio.
"Perché lo vorresti?"
"Per nascondersi quando c'è la guerra e arrivano i soldati".
"Ne avete parlato a scuola? Avete parlato di Anna Frank?"
"Chi è Anna Frank?"
"Una bambina che quandoc'era la guerra si è nascosta ad Amsterdam in una casa dietro, e di giorno dovevano stare molto zitti altrimenti li scoprivano".
"E perché dovevano stare zitti?"
"Perché sotto la casa c'era un negozio e quelli che lavoravano nel negozio non se ne dovevano accorgere".

Insomma, abbiamo parlato di Hitler che era piccolo, incazzato e stronzo, della diaspora, dei campi di concentramento, del papà di Babcia che se ne è fatti tre ma poi è tornato a casa perché doveva tornare dalle sue bambine.

Dei bambini che venivano nascosti dai contadini, qui in Olanda, dei treni, di quando qualche madre ha dato di nascosto un neonato a qualcuno prima di salire.

Lì mi sono messa a piangere nel bicchiere della coca cola perché ho pur sempre l'ormone ballerino e non credo che con l'età questo possa migliorarmi. Per fortuna Ennio è andato a cercarsi il fratello in bagno, e poi è tornato a chiamarmi per i rinforzi, che Orso aveva fatto una delle solite, sane, sante megacacche, ma quando ho fatto irruzione nel bagno dei maschi, per fortuna vuoto, aveva risolto tutto.

A me piace andare all'IKEA con i bambini, saltano sempre fuori cose inaspettate. E quest'anno che il giorno della memoria me lo volevo fare per fatti miei, comunque c'è riuscito Enniuccio mio a tirarlo fuori, che le nostre ossessioni personali fanno subito a salta fuori quando qualcuno ti dà l'azzico, o quantomeno vogliamo farcelo dare, e così abbiamo risolto la parte educativa.

9 commenti:

Angela Ercolano ha detto...

io ho visto il film il bambino col pigiama a strisce e ho pianto tutta la notte
approposito tua mamma di dov'è? anche da noi si dice così e sono napoletana :-)

Elena Galli ha detto...

sei stata davvero brava ad affrontare in questo modo questo tema. non so se un giorno mai ci riuscirò senza arrabbiarmi e scoppiare in lacrime in continuazione.
brava.

graz ha detto...

Quando il bartender ha fatto il colloquio finale in Ikea, il selezionatore ha tenuto una dettagliata presentazione dell'azienda e del magazzino. Inclusa l'area per bambini con la sua (di allora) piscina di palline. Quando il prode è arrivato a casa me lo ha raccontato ed ha aggiunto "Sai, era tutto preso bene e mi spiaceva interromperlo ma avrei voluto dirgli 'Ammico!! guarda che io nella piscina di palline ci son cresciuto!!!'"

Mai fatto conversazioni alte però ...

:-) /graz

M di MS ha detto...

E' un bellissimo post.

Mammamsterdam ha detto...

Il bartender finora è il mio mito di figlio grande, quindi ho tutto da imparare da lui.

Questi bambini mi prendono sempre alla sprovvista con le domande difficili, d'altronde io mi sento sempre il sacro dovere di dirgli tutta la verità e nient'altro che la verita.

Però ieri gli ho già dovuto dire un paio di volte che ci penso un attimo e poi glielo dico (alla voce: perché le grandi scoperte archeologiche finiscono sottoterra).

e sono una madre, mica l'enciclopedia treccani.

graz ha detto...

Secondo me rispondere ci penso un attimo e poi te lo dico è una cosa bellissima per vari motivi. Uno dei quali è insegnare loro che quando ti chiedono una cosa e non la sai è lecito e consigliabile fermarsi a riflettere un attimo piuttosto che parlare solo perchè hai la lingua in bocca.

Che se più gente lo facesse il mondo girerebbe meglio. IMHO, claro.

E poi che mammà non è l'oracolo di Delfi ma prendere seriamente le tue richieste, ci medita sopra e poi torna da te con un output mi semba un altro bellissimo messaggio.

Come al solito Barbie ... vai così che sei una grande

/graz

MammaInItaly ha detto...

Una delle volte in cui mi sono trovata in difficoltà alle domande della nana fanatica mi ha tolto d'impaccio lei: "Mamma dai, dopo lo vediamo su internet e me lo dici!!" ahahah .... Non ti dico quando l'ho portata alla Casa di Anna Frank le domande che la quasi cinquenne mi ha fatto, poi ha voltuo comprare due libri e gliel'ho letti talmente tante volte che sa tutto di ogni fotografia pubblicata sopra!! Qualche giorno fa è morta Miep, la signora che aiutava Anna e gli altri, lei l'ha sentito al telegiornale e subito mi ha portato la foto di lei sul libro... Mi stupisce sempre. Non è facile spiegare i perchè e i percome di una tale tragedia, ho cercato tante volte, ma il suo cervellino ancora non capisce come sia potuto accadere..

Mammamsterdam ha detto...

Supermamma, ho capito tutto, ho sbagliato lettera, volevo dire mio padre, che è abruzzese, ma con un dialetto arcaico e che somiglia molto al napoletano.

mamikazen ha detto...

Ieri ho passato il pomeriggio a leggere "La pianista bambina" e a piangere, col figlio piccolo che giocava e mi guardava rassegnato (sospetto che a tre anni quasi suonati abbia già capito tutto delle femmine).

O.T.: qui nevica a catinelle, manco fossimo a Amsterdam. Che a noi gente di mare basta un tre millimetri di neve in strada per sbroccare, sigh