lunedì 14 luglio 2008

Spiaggia di città: dove


Ieri avevo promesso a Orso-figlio-unico che l'avrei portato alla vasca delle palle.

"Dell'IKEA? La vasca delle palle all'IKEA?"
Propro lei, che ci sono i saldi al 70% e non sia mai che io non ci vada a guardare. Il capo disapprovava, cosa dobbiamo mai comprare ora che traslochiamo fra un po', e non ero io quella che ha giurato basta IKEA?

Si, lo so, ogni tanto mi giuro delle cose. Che mi metto a mangiare frutta e verdura crude per una settimana così mi disintossico. Che appena mi capita l'occasione mi faccio un amante fugace. Che smetto di essere disordinata e comincio a portare tutti i vestiti che non metto da 10 anni al negozio vintage.

E invece sono ancora qui intossicata, praticamente vergine, in mezzo a un caos che stavolta dà sui nervi anche a me e con la tentazione di andar per saldi. Per dire, la coerenza.

Poi, per non smentirmi ho dormito fino alle 16 e 54 e anche se in mezzo minuto ero pronta, l'IKEA qui di domenica (le domeniche di apertura, poche) chiude alle 17 e buonanotte.

Allora siamo andati alla spiaggia di Amsterdam. Ora, io dico spiaggia, ed essendo vissuta a 30 mt. dal litorale adriatico per tutta la parte formativa della mia vita, so che sto usando il termine impropriamente. Ma la vita impone dei compromessi, e la cosa più spiaggiosa che c'è da queste parti è la spiaggia di Ijburg.

Due imprenditrici visionarie hanno aperto il caffé Blijburg. Ijburg è il nome del quartiere, blij vuol dire: felice, shall I say more?

Il caffé possiede il giusto mix di fighettagine e informalità scaciata, la sabbia è la sabbia edile con cui sono state formate le isole, la zona è transennata per tenerla sicura e pulita, che dietro ci passano i camion trasporto inerti a tutta velocità, che come diceva mio fratello ai tempi in cui faceva il camionista, gli autisti di inerti sono i più ignoranti e scostumati tra gli autisti e ciò resta a qualsiasi latitudine.


Certo, in Italia le ASL, i vigili del fuoco e svariati altri enti avrebbero rifiutato di farlo aprire. Gli avrebbero negato la licenza e gli avrebbero mandato i NAS un giorno si e l'altro pure. Ma siamo in Olanda, siamo pragmatici e Blijburg ha salvato progetti di milioni. Il fatto che una delle due giovani imprenditrici creative sia la figlia di un ex-ministro und senatore und giornalista viene fuori solo dalla mia mente malata di italiana. Che come si affrettano a dichiararmi tutti, "qui da noi non succede".

Sarà. Fatto resta che Blijburg resta un gran successo, io come tanti ci vado volentieri, ma agli italiani va un pelo spiegato, come va spiegato Ijburg in sé, che altrimenti si fa fatica a capire come un posto sporco, insabbiato, in mezzo ai cantieri e i palazzoni, arredato con solo ed esclusivamente mobili, legnami e tende dell'esercito di recupero selvaggio ed un menu buonino ed interessante dai prezzi fighettosi, (questo riconosciamolo), sia diventato in pochissimo tempo the place to be balneare di Amsterdam.

Lì, in mancanza di palle, che siano dell'IKEA o meno, ieri ho portato Orso, che da bravo bambino ha fatto il bagno (io stavo sulla riva a tremare con la mia giacca di lino foderata addosso), ha fatto castelli, ha ammirato la barca dei pirati e quando infreddolito, smutandato ed affamato siamo entrati nella terrazza posteriore del caffé, ha mangiato patatas bravas e polpette, bevuto un succo, e ballato alle note del quartetto jazz insieme ad un altro bambino.

Pronto per rientrare a casa, fare il bagno ed andare a dormire.

Il dove adesso l'ho spiegato, ci arrivate con il tram 26 dalla stazione, scendete ad Ijburg al capolinea e seguite i cartelli in direzione strand, oppure andate in macchina e parcheggiate nell'unico parcheggio gratis, quello della spiaggia (se non trovate posto lì e finite vicino alle case controllate che non si debba pagare).

Dove cominiciate a vedere una roba fricchetton-design di recupero con degli enormi budda magri in plastica ("Questo non è Budda, Budda è grasso" sostenva la nipotona in visita), ecco, ci siete. L'ingresso è triste e incasinato, ma è il retro, tenete presente. Poi migliora.

Adesso sapete dov'è. Il come e cosa e quanto lo racconto un'altra volta.

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