Ci sono accenti che mi piacciono più di altri. Il toscano, per esempio, mi fa tanto ridere. Forse un residio degli 8 mesi di vita studentesca con i toscaani di Siena ed arezzo in Olanda, che tra di loro, oltretutto, accentuavano il vernacolo.
Poi io sono affetta da quella fastidiosa empatia per cui certi vezzi linguistici dei miei interlocutori mi si appiccicaano come virus intestinali. Li imito, ma non per prenderli in giro (vabbé, a volte anche), ma proprio per una questione di comunicazione, di mimesi, di boh, come la vogliamo chiamare?
Ed è innegabile che nel frattempo, io non me ne accorgo, intendiamoci, ma so che non può essere diversamente, che assumo quell' accento neutraleggiante, a volte esitante, dell' italiano all' estero. Né carne, né pesce.
Poi torno in Abruzzo per un po' e mi torna tutto il bell' accento ctonio, come ieri con Angelo, un espositore al Vinitaly che mi ha fatto immediatamente una simpatia così profonda, che non potevo fare diversamente, che farci delle battute. Poi lo abbiamo abbandonato, che stava per arrivare il suo gran capo con Bruno Vespa che aveva solo 15 minuti per farcisi una foto, e a quel punto, io preferisco eclissarmi, che la fratellanza abruzzese fuori dai confini è una bella cosa, ma Vespa no.
Il veneto invece è un caso a parte, me ne sto accorgendo in questi giorni. forse perché la prima cara amica che mi sono fatta in Olanda è l' Anna (dice proprio così, anche al telefono " Son l' Anna"), veneziana, che mi godo sempre e profondamente, non solo per le profonde qualità umane che ha, ma proprio anche per il modo che ha di formularlee. Poi è arrivata, per breve, la Susanna, anche lei veneziana, ma con un eloquio completamente diverso.
Insomma, adesso arrivo qui dopo aver ascoltato a teatro lo spot pubblicitario del Lavalà, una produzione geniale di @lbert Figurt, in coproduzione con Nello Allocca e la Polly e le lampade magiche di Shon, che a parte che è una genialata, ma il fatto è che Nello, nei panni del veneto, mi ha dato il colpo di grazia.
A me l' accento veneto, ho scoperto, mi prende da matti. Già che faccio di tutto per non usarlo, che poi mi viene il complesso della terrona in trasferta, che sarà che ho i cugini a Piacenza, me lo sono inculcata dalla più tenera infanzia.
Ma accade di peggio, me lo sento nelle orecchie quando leggo. Cioé, io ero sul treno a leggere, che so, il giornale, la Pornoromantica che dopo averla scoperta su web me la sono finalmente trovata in libreriaa, cose del genere, e mi leggevo in silenzio nella testa con l' accento veneto. Spaventoso, un autentico lavaggio del cervello. (Giuro che non è l' alcol, che al Vinitaly sputavo, altrimenti non ne sarei uscita viva).
Il fatto è che i veneti hanno un modo così gentile di parlare. Usano proprio delle parole tanto carine, tanti grazie, tanti gentilissimo, insomma, noi abruzzesi ctonii non è che ci siamo tanto abituati.
Oggi mi sta un po' passando, che sono stata insieme al grande invalido di Stra, che per deformazione profesionale mi parla in dizione e allora sto recuperando, senza troppi sintomi di astinenza. E domani torno a casa.
2 commenti:
A me lo dici, ché mi chiamano lo Zelig degli accenti? Nei 14 passati con amiche modenesi ho disimparato a dire la S! :-)
Anche a me il veneto piace tanto, sarà perché da piccola mi mandavano in vacanza lì e avevo imparato. Ora però non so come me la caverei...
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