martedì 7 aprile 2009

Comincio a farmi un'idea

Io devo mancare di fantasia, o forse ci metto tempo a rendermi conto delle cose. Ma solo stasera, in redazione prima del programma di Pauw & Witteman, mentre stavano selezionando le immagini del telegiornale delle 20 da mandare in onda prima del mio intervento, mi sono cominciata davvero a fare un'idea di quello che è veramente successo in Abruzzo.

Il che dimostra, se ce ne fosse stato ancora bisogno, che la lente anestetizza. Mi sembra un po' la storia di Clara Malaussene, che fotografandole riusciva a rendersi accettabili, o quantomeno gestibili, anche le cose più terribili.

Allora, siccome non ho ancora perso nessuno in questa tragedia (per lo meno, non lo so ancora con certezza), mi concedo, finché dura il dono della distanza. Devo solo convincermi che l'Aquila, come la conosco, Onna ancora di più, Ofena un pochino, non saranno mai più come le ho viste l'ultima vlta. E non oso pensare a Fossa e a tutti gli altri posti.

Tutto il tempo mi chiedevo: Ok, gli serve qualcuno per commentare la notizia di attualità e grazie al marito di Antonella che lavora al programma e Dani che gli ha passato il mio contatto, adesso sono qui, in prima serata, sulla televisione nazionale. a parlare di cosa significhi esattamente questa cosa. A farmi compatire, io che proprio in questa circostanza e per quanto riguarda la compassione, mi sento un'usurpatrice.

Ma poi in macchina l'autista mi ha messo la CNN (che belle le macchine che trasportano i grandi manager e i divi) e ho cominicato a capire. a leggere nomi di paesi. Posti che conosco benissimo. Dio mi aiuti, non un volto che ho riconosciuto, per fortuna.

E in sala montaggio la mazzata di quel padre nel Tg delle 20 che con voce asciutta e faccia insepressiva dice "C'è mia figlia lì sotto, lasciami stare". Lì sono crollata, mi sono messa a piangere e il tecnico e la redattrice un po' facevano finta di niente, un po' mi dicevano tranquilla se piangi qui un po' poi sopra andrà benissimo.

Io che quella frase lì ("mio figlio è salvo?") non sono mai riuscita a pronunciarla in un pezzo teatrale.

Poi siamo saliti, abbiamo parlato un pelo con gli altri ospiti. Funziona così, a un tavolo ovale questi due presentatori accoglono 4 ospiti, ognuno con un suo argomento. Poi però si sta seduti a tavola e si parla e si può intervenire.

C'erano l'ex comandante delle forze armate Dick Berlijn, che avrebbe dovut spiegare perché la difesa insiste a comprare i Joint Strike Fighter per sostituire gli aerei F16, anche se ci sono alternative meno care. All'ultimo momento l'attualità scombina le carte in tavola e il programma apre con la notizia che in Uruzgan, a Camp Holland, un missile ha ucciso un giovane militare olandese.

Poi c'era Bernard Welten, il capo della polizia di Amsterdam che parlava dell'aumento dell'aggressività contro i pubblici ufficiali e i poliziotti.

Poi Gerard Cox, che dopo 17 edizioni comincia l'ultimissima serie di un famoso programma iniziato negli anni 70, Toen was geluk heel gewoon. Tanto per metterci un argomento più leggero, e infatti le prime domande del pubblico erano per lui.

Poi qualcuno mi ha chiesto come pensavo si sarebbe svolto il dopo-terremoto visto che ad Assisi la gente vive ancora nei container. Gli ho detto che anche i container del Belice sono ancora abitati. E che quindi non lo so, ma non la vedo bene. Anche perché secondo me solo per spostare le macerie ci vorranno anni, in certe zone.

Qualcubno diceva al capo della polizia, ma per forza, una volta si che il poliziotto incuteva rispetto, adesso li vedi andare in giro per il centro con quelle ridicole biciclette. E lui diceva, si, ma il fatto è che non solo la gente è più aggressiva, ma nessuno interviene, non esiste più il convoglimento civile della gente.

e lì gli ho dato ragione. Gli ho detto che in Italia la polizia col cavolo che se lo sogna di fare la campagna che hanno fatto qui anni fa per rendere la polizia più amichevole e vicina alla gente, la figura dello zio agente, per esempio. Che da noi c'è stato Bolzaneto e che quel giorno, per me e altri italiani all'estero c'è stato un momento topico: ci siamo detti, allora in un paese così dove non ti puoi fidare neanche della polizia, io non ci voglio tornare.

E sbaglio perché per me la polizia in Italia sono sempre stati quei carabinieri e agenti che per uno stipendio del cavolo stanno lì a fare il tirassegno della mala, con mezzi inadeguati, macchine senza benzina e senza vetri blindati ecc. Ecco, proprio non concepisco che possano essere gli stessi che trappano i piercing e torturano dei ragazzi che vogliono una società più giusta per tutti e che manifestano il proprio dissenso.

Ho raccontato della mia esperienza con i ragazzacci ad Amsterdam Noord e che li ho sgridati e che a volte penso che tutti potrebbero, anche se il dubbio lo capisco bene, dire qualcosa agli altri.

Il capo della polizia, quando ho detto all'inizio, spero di non mettermi a piangere, mi ha guardato con quello sguardo buono da zio agente, appunto, dicendomi: ti capisco benissimo.

Il generale delle forse armate, mentre scendevamo, abbiamo parlato degli alpini e di come l'esercito sia sempre pronto anche per questo tipo di missioni di soccorso, non solo in Uruzgan.

E poi mi è vnuta a stringere la mano una ragazza della mia età, con bambini dell'età dei miei, e lei è il capodistretto della polizia della nostra circoscrizione e le era piaciuto sentire quello che avevo detto, sulla differenza tra il mio quartiere vecchio e quello nuovo. Ci siamo dette che in fondo in una città non ci sono zone più o meno pericolose, e che l'importante è avere l'atteggiamento sicuro di sé.

Abbiamo parlato del diverso coinvolgimento dei genitori dei ragazzini sbandati che vedi per strada, anche di sera o di notte. Che uno li vede e si dice: ma questi domani non devono andare a scuola? Ma anche del coinvolgimento dei vecchi abitanti di questi nostri quartieri popolari.

Ho detto a lei e al suo capo che se intendono costituire un gruppo di madri del quartiere, io ci sto (in uno dei quartieri dove c'erano scontri tra polizia e ragazzi sbandati, un gruppo di padri si sono messi volontariamente la sera a farsi delle passeggiate, in gruppetti da quattro, e se vedevano i ragazzi fare cazzate, siccome li conoscevano da quando erano nati, li riprendevano e per un po' ha funzionato. Poi non so come sia andata a finire, ma sul momento ha avuto un enorme successo).

Io credo che anche le madri possano fare qualcosa. Come oggi pomeriggio, ai giardinetti, un gruppetto di ragazzi grandi predeva in giro un neretto che perdeva sangue dal naso o dalla bocca, pare stessero facendo dei giochi ruvidi ed ha sbatuto (o lo hanno sbattuto) contro un cancelletto, e lui incazzato nero, li insultava, poi si rimetteva sulla panchina a piangere e sanguinare, poi inforcava la bicicletta e la prendeva a calci e la sbatteva per terra.

Gli ho chiesto se voleva venire a lavarsi il viso prima di andare a casa, mi ha mandata affanculo con un gestaccio vicino alla faccia, ma ho capito che era soprattutto umiliato e incazzato.

Sulla panchina una madre cinese, con alcuni bambini piccoli intorno e un paio di ragazzine con il velo, mi ha confessato di essere proprio spaventata dai ragazzi grandi.

"Ma no, sono solo dei cazzoni e adesso gli sarà sfuggito di mano uno di quei soliti scherzi materiali che fanno". Ecco, potrei fare la madre che pattuglia i giardinetti.

Penso che fino ai 14 anni, con l'esperienza di street fighter che ho, posso tenerli a bada. Infatti quando gli ho detto di lasciarlo stare e smetterla di sfotterlo si sono dispersi. Poi a fatica ho recuperato i miei, Orso che si era fatto bellamente i fatti suoi, Ennio che mi ha chiesto cosa fosse successo, si deve essere impressionato, povero.

Per tutte queste belle cose, solo nella macchina verso lo studio televisivo ho cominicato a rendermi conto. E non ho ancora finito.

Chissà che i ragazzacci non riescano a distrarmi. Comunque domattina la mia mamma parte e torna in Polonia. Io non so se devo andare a Ofena a dare un'occhiata con il capo approfittando delle vacanze di maggio.

9 commenti:

Cassandra ha detto...

Abito a nord della penisola, con parenti al centro... ieri mattina, appena aperto internet(le sette più o meno), ho capito le dimensioni della cosa (basta la forza della magnitudo per sospettarlo).
Però ti assicuro che, egoisticamente, il fatto di aver sentito i miei al telefono rilassati e fuori dalla zona interessata mi ha rilassata parecchio.
Dopo, ma solo dopo, è comparso il dolore e lo sgomento.

So che non è bello quello che ho scritto, ma credo sia anche molto "umano". E credo anche di averci aggiunto un po' di senso di colpa, un vago senso di disagio.
Ma vivere lontanti da chi si ama è anche questo: prima si pensa al nostro pezzetto di cuore a grande distanza.

strega reticente valverde ha detto...

un abbraccio...parole non ne ho..ma tanti pensieri sì..e...anche preghiere...che non so se vengono ascoltate...ma chissà...
val

Igraine ha detto...

Coraggio! Mi sto attivando presso la mia azienda per sollecitare una raccolta fondi, spero che chiunque legga faccia lo stesso. Poi c'è la possibilità di donare, qui un elenco associazioni http://kataweb-ilcaso.temi.kataweb.it/2009/04/06/terremoto-in-abruzzo-informazioni-utili/,

a livello cose da portare so che qui in croce rossa a milano raccolgono vestiti e cibi in scatola, in via pucci
e poi iniziativa pediatrica qui http://quimamme.leiweb.it/mamma/news/articoli-2009/quimamme-l-abruzzo-20155621712.shtml

per favore diffondete sui vs blog, grazie

mamikazen ha detto...

Ma dov'è l'Uruzgan?
Ma dov'è l'Abruzzo?
In tivvù, naturalmente.

Sono contenta che i tuoi stiano tutti bene. Un bacione.

EricaML ha detto...

Ciao sono giorni che ti volevo scrivere.Prima per il vinitaly e per il fatto che sei venuta a Verona. Io sono di Verona prov e avrei voluto dirti di incontrarci ma con i gemex di 7 mesi mi è impossibile alcuna programmazione di giornata per cui spero in un'altra occasione.
Poi per il terremoto per dirti che ti sono vicina col cuore come lo sono a tutti là nella terra che adoro.E poi non ci sono parole e non so cosa dire......... un bacio

Silvi@ ha detto...

A me invece, viene da dire come hai detto in trasmissione che ai miracoli non ci credi quando vedi questi disastri. E che vorresti che la gente non speculasse su queste disgrazie.
In Abruzzo siete famosi per l'ospitalità e io, come tanti altri, posso confermarlo ché appena arrivata ad Amsterdam mi hai accolto a braccia aperte senza neanche conoscermi. Sono sicura che questo valore che avete farà in modo di alleviare, per quanto possibile, le sofferenze di quelli coinvolti direttamente nella tragedia.
Quest'anno l'uovo di Pasqua se ne va in donazioni per l'Abruzzo.

Un abbraccio,
Silvi@

farouchegrande ha detto...

ti abbiamo vista anche noi, e avrei voluto abbracciarti lì sul posto, attraverso lo schermo. non ho capito proprio tutto, ma Tony ogni tanto mi traduceva, e direi che hai detto proprio tutte le cose giuste.

era bello anche vedere le facce degli altri mentre parlavi, che uno dei motivi per cui mi piace P&W è che tutti quelli che ci vanno, anche se sono importanti, si comportano più o meno come persone vere. a un certo punto ho visto la faccia trasecolata di Pauw (o era Witteman? quello alto, insomma) mentre parlavi del Belice e poi, dopo, quando sei intervenuta sulla discussione sulla polizia, e mi sono resa conto che certe cose la mente batava non riesce nemmeno a concepirle.

poi oggi ho sentito che avevano salvato una vecchietta di 98 anni e ho sperato con tutte le mie forze che fosse a Onna, ma invece no, era da un'altra parte.

Mammamsterdam ha detto...

Cassandra, ma è così, ed è anche sano tranquillizzarci prima noi e poi pensare agli altri.

Pauw 7 Witteman: quando nel pistolotto introduttivo Pauw ha detto: "Abruzzo, una zona che sappiamo avere uno stile di vita di tipo occidentale" a me sarebbe venuto in mente di rispondergli "lei non ci crederà, ma oltre all'elettricità, che comunque adesso per via del terremoto non c'è, abbiamo persino internet in Abruzzo", poi ho lasciato perdere, ma la mia faccia, secondo Daniela, la diceva lunga.

Essì, anche quando gli dicevo che in Italia invece a volte della polizia ti tocca avere paura, vedevo il povero incredulo.

Ma a parte l'attore, gli altri sono stati così carini. Lo capisci che ai militari e ai poliziotti le vittime delle catastrofi naturali glielo insegnano (come sono cattiva, diciamo che gli viene con il mestiere) come prenderle con dolcezza.

graz ha detto...

Chica, ti ho vista sul tube http://www.youtube.com/watch?v=DWLBDuSmcWI

(facevi la tua p*rca figura, posso dirlo?)

/graz