mercoledì 2 febbraio 2011

Ain't got no money, no blues

Mercoledi calcio e un'oretta da sfrusciare in giro e figli che urlano dalla fame. In questi casi si fa subito, baracchino delle patate tra l'autostrada, il parcheggione per chi viene da fuori e si guarda bene dall'entrare motorizzato in città e le darsene.

Solo che al baracchino si paga solo in contanti e proprio lì, in mezzo al niente extraurbano, mi tocca raschiare il fondo della borsa.

"Io ho un euro e quaranta" fa Ennio e come li abbia preferisco ignorarlo al momento. I miei figli stanno prendendo certi atteggiamenti da suocera ultimamente e tra le altre cose mi rinfacciano che io lascio sempre moneta in giro, e gli dico sempre: e voi raccoglieteli e metteteli in un posto tutto insieme per quando ci serve. Ma non mi sembra il momento per aprire una discussione in proposito.

Ovviamente non ricordo quanto costano le patatine, io non ho memoria per queste cose. due euro e qualcosa. Metto insieme 5 euro e gli dico di chiedere in anticipo per vedere se prenderne una o due porzioni. Schizza via mentre io continuo a ravanare in borsa e Orso mi scruta da dietyro la spalla.

"Tu sei povera mamma, vero? Ha una macchina e hai una casa, ma non hai i soldi".

Povera, oddio povera. È un po' il grande terrore segreto della mia vita, trovarmi in situazioni senza soldi per tirarmene fuori, tipo la gente che in stazione ti chiede i soldi per il biglietto con storie tragiche di portafogli rubati e necessità di rientro a casa e ogni volta io mi chiedo: si, ma se succedesse davvero a me cosa farei? Mi accascerei in un angolo a farmi morire, penso sempre.

Per fortuna che in questi giorni in macchina ascoltiamo Nina Simone. Poi prima di concretizzare che mio figlio ha veramente questo penchant per il blues, trovo un biglietto da 20 euro sparso in giro e lo spedisco a confermare la seconda porzione di patatine.

Che insieme poi costavano € 4,60. Che è primavera e il winterblues se diovuole a botta di petunie e agopuntura pure per quest'anno lo teniamo a bada.

I ain't got no home, ain't got no shoes
Ain't got no money, Ain't got no class
Ain't got no skirts, Ain't got no sweater
Ain't got no perfume Ain't got no bed
Ain't got no mind,

Ain't got no mother Ain't got no culture
Ain't got no friends, aint got no schoolin'
Ain't got no love, Ain't got no name
Ain't got no ticket, Ain't got no token
Ain't got no god

2 commenti:

luby ha detto...

il mio uomo tigre ogni volta mi rinfaccia la stessa cosa,non considero i soldi e così spesso mi ritrovo a contare gli spicciolini nella borsa per comperare anche solo il pane.
mi dice sempre...ma se un giorno ti trovi in difficoltà come diavolo fai?!?!?!?
io placida rispondo...bancomat!
ma poi succede sempre che mi servono urgenti ed il bancomat o è lontano...o non funziona...o il diavolo mi porti se un giorno imparerò a tenermi 50 euro di scorta!
anche io da piccola pensavo che la mamma fosse povera,ma perchè credevo che le monete avessero più valore della carta e vedendo lei con le banconote mi portava a pensare il contrario!!!!!!!

LGO ha detto...

Benedette le borse, perché da qualche parte c'è sempre qualcosa :-)