domenica 31 maggio 2009

San Benedetto in Perillis

Ieri, grazie ai buoni uffici di un nuovo amico che ci ha accompagnati, siamo finiti a San Benedetto in Perillis, dove Occhiomagico ha cominicato a scattare come un invasato.

Abbiamo incontrato persone carine che ci hanno aperto case e la chiesa. Occhiomagico ha deciso che io non devo vedere le sue foto, un approccio metodologico che mi trova d' accordo, ma io sono prevalentemente visiva: capisco solo le cose che vedo, e quindi mi sono fatta io le mie di foto, che vi faccio vedere qui, come degli appunti volanti.

Da chiarire una cosa: noi non stiamo cercando di fotografare ruderi, perché quelli sono uguali dappertutto. E di sassi crollati qui ce ne sono da sempre, qundi bisogna guardare con un altro occhio ai danni del terremoto. per esempio, questa porta sospesa sul nulla, da mò che ci sta.

Ve lo dicevo ieri, a un primo colpo d' occhio sembra che non sia accaduto nulla. E comunque questo paesino è bellissimo in sé, quindi se non vi dispiace, io stavolta faccio la guida turistica.

A cominciare da San Benedetto: Ora lo vedete messo un attimo in sicurezza, ma quanto ha dovuto incazzarsi il sindaco per arrivarci. A un certo punto ha fatto notare ai vari interlocutori che visto che le chiese dell' Aquila comunque erano già cadute, cosa aspettavano a non far cadere quello che c' era rimasto?


Il problema di San Benedetto in Perillis è che, nonostante almeno 103 dei 180 immobili di cui è stata fatta la perizia siano stati dichiarati inagibili, il comune non è nella lista magica. Quindi la gente non può vivere in molte delle case, ma le dichiarazioni dei redditi, da fare in base a documenti per le detrazioni che stanno sotto i sassi e quindi non detrai, le volture, tante piccole seccature di cui tu pensi, "c'è un' emergenza, non costringere questa gente a fare code inutili e avvilenti in uffici ormai tanto lontani", ma no, la macchina burocratica va avanti inflessibile.

Non è l' unico comune che nonostante danni ingenti non n è rientrato nella lista. Il perché dei criteri, chi legge blog come il mio ormai li sa, gli altri mi sto scoraggiando dallo spiegarli, quindi che lo dico a fare?

Continuiamo a dare addosso a questa gente, continuiamo a costringerla ad andare al mare, in crociera, a Disneyland, tutto purché si tolgano dai piedi mentre altri stanno decidendo della loro pelle nella loro terra.

Continuiamo a dire a chi dissente civilmente per il proprio diritto a riprendersi una vita e un futuro: non entrate nel centro dell' Aquila, è troppo pericoloso.

Continuiamo così fino a che anche le persone non si sfiducino del tutto. E facciano la fine di questa botte, troppo sfiduciata per continuare a fare la botte.


Ma io conto molto nelle doti negative degli abruzzesi: la cocciutaggine, la chiusura, il senso di bastare a sé stessi e di non aver bisogno di forestieri che vengano a dirgli cosa fare. Certe volti le doti negative ti impediscono di guardare avanti, ma sono nate appunto come criterio di sopravvivenza. ed è alla pura e semplice sopravvivenza che adesso siamo ridotti.

PS: Ieri per sentito dire mi hanno riferito come è stato spiegato l' effetto di questo sisma a un gruppo di esperti. Praticamente le case sono saltate in alto e poi riatterrate su sé stesse. Alcune sembrano intatte, a partre il piccolo dettaglio che gli manca un piano, che nell' urto si è spiaccicato sotto il resto.

I pilastri del cemento armato si sono sfilati dai tondini e sono ricaduti sopra.

La persona che lo riferiva, piangeva al telefono.

Ecco, voglio dire, queste non sono barzellette, sono rilievi. Stiamo ancora a discutere sulla reale magnitutdo di questo terremoto? Stiamo ancora a dire che era di media intensità? andatevi a studiare bene i ruderi. Io non lo faccio perché non sono qui per questo.

Però smettiamola di raccontarci le barzellette sulla pelle della gente, che ancora ieri si è sentita un tot di scosse e dorme ancora vestita e con le scarpe. O non dorme affatto. E in crociera, col cavolo che ci vuole andare.

3 commenti:

Laura.ddd ha detto...

grazie per questo post, abbiamo bisogno di racconti dal vivo.

Pythya ha detto...

E lo sapevo che se fossi venuta ti saresti incazzata. Sono quasi due mesi che sentiamo cazzate immani, che non collimano per niente con i racconti di chi ci sta dentro. L'Abruzzo è piccolo, e col fatto dell'Università a l'Aquila da ste parti tutti conosciamo qualcuno che l'ha vissuta dal di dentro. E i racconti sono terribili, e la vita è diventata assurda, e non si capisce come diavolo compilino le liste dei comuni danneggiati, le mappature della magnitudo eccetera eccetera.
Bentornata in Italia, paese delle Banane. Dove ci si attacca a qualsiasi puttanata (comprese le feste di una diciottenne) per non parlare dei problemi veri.
(Per dire, a Valle Castellana e siamo parecchio lontatni dall'epicentro, al confine con le Marche, Monti della Laga- il paese della famiglia di Fabio - la gente è talmente scossa che dorme ancora fuori casa, e ci sono crepe nelle case antiche, e le scosse si sentono; a San Niccolò a Tordino, periferia di Teramo, un intero palazzo è da demolire...vite, investimenti, storie...) Altro che G8. Ho letto anch'io il blog di Miss Kappa, e non fatico PER NIENTE a crederle, io che abito al mare, e che ho sentito solo tre scosse, solo le più forti. Ma abito in Abruzzo, e ho sentito davvero troppe storie vissute, esperienze reali e dirette. No, non fatico per niente a crederle. Confido anch'io nelle cattivissime qualità degli abruzzesi.

LGO ha detto...

Funziono con un neurone solo ma sto continuando a leggerti.
A volte con angoscia, a volte con rabbia, che a me è sempre sembrato un sentimento molto vitale.
Coraggio.