domenica 24 maggio 2009

Neopadre 6: i momenti supremi


Faccia del neopadre, rincoglionito dalla fatica e dalla gioia, con erede

Dai, ci arrivo adesso, perché lo so che è il momento più temuto: ma quando, dopo tutti questi mesi di attesa, patemi, pippe mentali, sindrome del nido e attacchi di gioia fortissimi, arriva il momento supremo, che cavolo bisogna fare?

Beh, la valigia ce l'avete bella che pronta, ve lo stanno dicendo da mesi, quindi una cosa è fatta. Qui in Olanda ho anche imparato una espressione nuova, ovvero un reisverbod, che vuol dire: il divieto al viaggio. di solito sono le ostetriche che dall'alto della propria autorità indiscussa, a un certo punto lo impongono: 'steteve a la casa, si direbbe da noi.

E se in effetti anche il padre può evitare di allontanarsi troppo in quei giorni (ma quali giorni? due settimane prima e due settimane dopo la data presunta fanno un mese di vita in stand-by, questo è il difficile), stiamo tutti più tranquilli.

Il parto, è bene ricordarlo, è soprattutto un momento di attesa. È vero che ai giorni nostri, con la mania delle induzioni (che per carità, certe volte ci vogliono e poche storie), della pianificazione ecc. cerchiamo di bypassare questo limite della natura.

È bello e rassicurante sapere che sappiamo il come, dove, quando. Perché è una delle pochissime certezze che possiamo influenzare. purtroppo in natura non è così.

Nessuno sa dirti il momento preciso in cui si partorisce, e anche il fatidico termine, lo saprete nel frattempo, è calcolato sulla data dell'ultima mestruazione, non quella del concepimento. Quindi è puramente indicativa, mi dispiace per chi, come Zauberei, si sta affezionando alla cifra bellissima 03-06-09 del suo termine, ma così è.

E negli ultimi giorni la neomadre, che non vede l'ora di liberarsi del peso pachidermico che ormai si porta addosso (e che solidarietà con le povere che ci arrivano in mezzo al caldo), che ha le botte di insonnia, l'acidità di stomaco, i crampi e parecchie altre spiacevolezze, eh, povere madri, come le tengo nel cuore, veramente non ce la fa più.

Le mie ostetriche hanno sempre preso molto sul serio gli umori materni, nell'ultimo periodo: come ti senti, fai brutti sogni, hai presentimenti. Bastava persino un momento di depressione dovuto agli ormoni o qualche sintomo strano che mi rssicuravano: stai lì, passo a vedere come va. Io in realtà stavo benissimo, ero felicissima, sprizzavo soddisfazione e impazienza da tutti i pori e non vedevo l'ora che il cucciolo saltasse fuori e si facesse conoscere.

Loro mi spedivano a fare monitoraggi di emergenza alle tre di notte (Non è sicuramente niente, ma tanto per dormire tutti tranquilli, ho appena chiamato l'ospedale, ti aspettano, sali direttamente a Ostetricia) e io e il capo ne approfittavamo per annusare l'ambiente.

Con Orso in realtà ci siamo appunto trovati un paio di notti prima in quella sala vuota, con un sensore attaccato alla pancia, in attesa che una delle ostetriche potesse lasciare un parto in corso per staccarci ed emettere vaticini, stanchi morti tutti e due. ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti: oddio, pensa se è davvero l'inizio e ci fanno stare qui, ma noi non ce la faremo mai, abbiamo troppo sonno. Per fortuna non era.

Poi due mattine dopo, alle 8 mi veglio con un clic buffo che mi fa la pancia, capisco che è la prima doglia leggerissima e avverto tutti: adesso mi fate dormire più che posso finché ce la faccio, che ci siamo e devo arrivarci riposata. Eeeh, ma quello era il secondo figlio, ormai un paio di trucchi li avevo capiti.

Eppure, anche così nessun parto assomiglia all'altro. Sappiate anche questo e pace. Non o sapete voi, non lo sanno le ostetriche e se il ginecologo cerca di convincervi che è diversamente, sta mentendo per rassicurarvi. Un parto è fondamentalmente un aspettare e vedere cosa succede.

Qui la neomadre, nel momento di consapevolezza di ciò che le potrebbe avvenire, di solito ha l'attacco di panico. Può scordarsi come si respira, e qui ci vuole il neopadre che l'abbraccia o l'afferra alle spalle e glielo fa sentire come si fa.

Può venirle l'attacco di insulti, del genere brutto stronzo, è tutta colpa tua e del tuo uccello che adesso sono qui, fatemi scendereeeee e anche quello è dovere del neopadre farselo scivolare addosso sapendo che è un momento e non lo pensa sul serio.

Quasi sempre la neomadre, in un raro momento di lucidità pensa, sapendo che quel momento sarebbe arrivato, quindi se ce la fa le viene anche un po' da ridere: mannaggia a me e a quando ho voluto metter mano a tutto questo, se lo sapevo non lo facevo. Lo sappiamo.

il momento in cui mi sono detta: ma perché cavolo mi ci sono messa?

Ma tutto questo è dopo, quando ormai hai la precisa certezza che le cose si sono messe in moto, siamo in balo e dobbiamo ballare e per fortuna abbiamo un'assistenza di prim'ordine (tranne la mia amica Gaia che ha partorito la prima così in fretta che suo marito, seguendo al telefono le istruzioni dell'ostetrica mentre si stava precipitando da loro con l'assistente che faceva gli slalom nel traffico, l'ha fatta partorire lei e ancora lo ricordano come il momento più bello della propria vita.

La fregatura è il periodo indefinito prima: è una contrazione di prova o le doglie che iniziano (tranquille, se avete il dubbio, dice il manuale, non è ancora the real thing , quando arriva quella è una certezza assoluta. Doglia in fondo, lo sappiamo, è la stessa parola di dolore: quindi ad avere e la contrazione e la sensazione di dolore, già è più la cosa giusta.

Oppure: mi si sono rotte le acque o è una botta di incontinenza? Le acque non sempre si rompono con l'effetto splash, a volte gocciolano via e a volte non si rompono affatto, cosa che a me ha sempre fatto mlto piacere perché mi permettevano di seguire il trucco dell'ostetrica mio preferito: infilarmi nella vasca da bagno calda e farmi rilassare dal calore dell'acqua. Senti meno le doglie e in più ne acceleri la frequenza.

Il bello in Olanda è che se decidi di partorire in ospedale piuttosto che in casa, non ti ci fanno andare prima di una certa dilatazione. L'idea è che te la prendi bella comoda a casa, con i tuoi ritmi, le tue cose, cammini se vuoi camminare, stai seduta o sdraiata come ti pare. A me questa autonomia di scelta ha fatto tanto, tutte le volte che entravo in ospedale e mi attaccavano al monitor o mi mettevano a letto mi sentivo ingabbiata e mi venivano gli attacchi di panico che bene non fanno.

Quindi me ne stavo tranquilla a casa, immersa nella vasca, o facndo piano le scale su e giù se mi andava, un po'camminavo, un po` mi sdraiavo per terra con le gambe sollevate a 90 gradi contro la parete, roba del genere. Poi con le contrazioni a tre minuti chiamavo l'ostetrica, che questa è la prassi, lei veniva, mi esaminava, se ero dilatata in maniera ragionevole andavamo in ospedale, e senò mi teneva ancora un po' lì.

La madre della mia amica Pina ha partorito i primi tre figli in casa, camminando tutto il tempo su e giù sostenuta da madre e suocera.L'ultimo, che glielo hanno fatto fare in ospedale, è stato per lei una sofferenza enorme proprio per il non poter camminare. Che gli ospedali hanno le loro prassi e gli frega poco, certe volte, delle tue preferenze, se queste interferiscono con il modo in cui sono abituati a lavorare.

E la sala travaglio, dio benedetto, solo il nome, ne vogliamo parlare? No, no, piuttosto partorisco in macchina. Tutto questo, lo ribadisco, ha funzionato per me, con grvidanze normalissime, niente sintomi strani, rischi o altre cose, è chiaro che nonsempre (ma comunque la maggior parte delle volte) è così. Voi fate come vi pare, purché vi sentiate in buone mani e rassicurate, l'importante è essere informati.

In tutto questo periodo di transizione, considerato che le doglie possono durare anche parecchio senza che questo si accompagni a dilatazione, ovvero urgenza di precipitarsi in ospedale, le funzioni vitali proseguono. E quindi bisogna bere, mangiucchiare qualcosa, sonnecchiare nelle pause. Qui serve il neopadre e qui serve un prontuario preciso. Perché facile dire: la madre mangi solo cose leggere, voi lo sapete cosa sono le cose leggere?

- un brodino leggero di pollo o verdure(fatevelo fare dalle nonne e tenetelo in frigo in comode monodosi, male che va vi ci fate un risotto a cose fatte, se avanza)
- un cracker
- o gallette di riso
- due cucchiai di riso scondito con un filo d'olio

cose del genere insomma, anche facili da tenere in casa, quindi premunitevi e prendete un riso di quelli a cottura rapida.

Fatela bere, acqua, tisane tiepide. Massaggiatele la schiena e coccolatela, o al contrario, statele alla larga se `di umore furastico.

mantenete la calma, ve lo ricordate? Voi in questo momento siete la roccia della situazione, però potete sempre abracciarvi e coccolarvi insieme.

La cosa fondamentale è: durante la gravidanza o il travaglio MAI e POI MAI fate battute del tipo: vedrai che svengo, io non reggo ecc.

Per carità di dio, la povera donna vi prende alla lettera, sono gli ormoni, e le date un pensiero in più.

La moglie del mio amico Vincenzo, un buontempone che faceva sempre battute del genere (ma prima ancora di conoscerla la moglie, eh?) ha terrorizzato la povera ragazza, al punto che lei si è organizzata con me e l'altro testimone di nozze a stare in ospedale con lui in corridoio e stare attenti che non uscisse di testa.

Non l'ha mai fatto entrare in camera, anche se lui ci teneva tanto e ogni tanto sgattaiolava di nascosto e sbirciava da dietro la tenda. La nascita della figlia l'ha vissuta di straforo per questo.

Quindi stateci attenti, perché non è giusto mettere dei pensieri extra alla neomamma. Se poi avete un calo di pressione e svenite, non sarete né i primi né gli ultimi e tutti sarannno in grado di accudire entrambi, ma insomma, non glielo mettete come pensiero da prima.

Ci sono anche un sacco di persone che davvero si preoccupano delle proprie reazioni in sala parto. Tutto bene, ma stateci attenti, soprattutto a quello che dite dopo, che noi neomadri siamo così fragili e ce la leghiamo al dito. No, lo dico a voi, se per caso avete intenzione di eventualmente, in un futuro, fare di nuovo l'amore con vostra moglie, che i piccoli rancori inespressi fanno subito a scaricarsi nel talamo.

Per esempio, la mia amica M. ha davvero avuto un parto da tregenda, soprattutto perché a causa di un colpo di frusta subito anni prima aveva davvero avuto problemi molto seri di gestione del dolore prima di restare incinta, anzi, ha dovuto romandare per anni la gravidanza proprio perché dipendeva da antidolorifici fortissimi.

Vai a sapere perché, durante un parto di per sé normale, le si sono ripresentati tutti. Dai dolori intensi (non del parto, ribadisco) è svenuta tre volte. Suo marito, medico, le è stato accanto piangendo tutto il tempo per come la vedeva soffrire, ma, dovendo specificare (mannaggia a 'sti uomini razionali e precisini) che soffriva con lei, ma tutto il tempo avendo la serena certezza di non saperla in pericolo di vita.

Come medico riusciva a scindere e capire che il parto in sé stava andando bene. Solo che lei impazziva dal dolore, ma questo era il colpo di frusta. Lei gliene ha voluto per dei mesi, se non un paio d'anni, per questa frase. Pur sapendo di essere lei un filo irragionevole. Per piacere, statevi tanto, ma tanto zitti e dite solo cose carine e rassicuranti o rischiate di fare danno.


Due ore e mezzo dopo la nascita di rso siamo già a casa per presentarlo a fratellino. Quella seduta a terra con le gamb incorciate sono io mentre mia suocera mi chiede: ma non ti hanno messo i punti? Si, ma con il secondo è tutto più facile.
Il capo con Orso ha rischiato una cosa del genere: dopo un parto rapidissimo siamo tornati a casa un paio di ore dopo, in tempo per presentare a Ennio appena sveglio il fratellino, e per poi mettermi io a dormire con Orso accanto, mentre padre e nonno montavano la culla. Il capo ha la faccia di venire a disturbare la mia estatica contemplazione del bambino per emettere un suo giudizio razionale:

Peccato che sarà meno bello di Ennio.
Io internamente furibonda:
Chi cazzo sei tu per permetterti di dire che mio figlio non è bellissimo e già pensavo mentalmente come fare a togliergli la patria potestà. Poi sono momenti che passano, ma per dire, le madri hanno reazioni inconsulte.

E oggettivamente ieri guardavo le foto e un pelo ragione glielo dovevo dare: ma Ennio è nato ben 9 (se non 17, abbiamo il dubbio che fin dall'inizio abbiano sbagliato a calcolarci il termine) dopo il termine, Orso una settimana prima: chiaro che fosse più lividino, itterico e acciaccato sul momento, ma è pur sempre un bambino bellissimo. può essere che questi uomini razionali non sappiano vedere al di là della cosa in sé, non abbiano un minimo di fantasia sul potenziale delle cose?

E comunque tutto quello che vi ho descritto sopra, passa nel momento preciso in cui un salsiccio insanguinato e unticcio esce fuori, lo vedete, lo toccate e siete suoi prigionieri per sempre. E solo per questo sapete entrambi che ne è valsa tutta la pena. Poi ricordatevelo, alle madri la memoria fisica del dolore del parto sparisce di botto. Sarà che siamo strafatte di endorfine.

I postumi dell'epidurale delle volte invece durano di più, ma vi risparmio gli aneddoti delle amiche sfigate. Parti naturali e facili e piacevoli per tutti e buon weekend!

11 commenti:

Anonimo ha detto...

belle le foto..perccato che siano poche in rapporto alla descrizione :P

mamikazen ha detto...

Mitico.
Dormire innanzitutto: io col primo mi han svegliato un po' di doglie alle tre del mattino, sono andata in bagno e mi sono detta: "mi sa che son le doglie. beh, io torno a letto, tanto se diventano forti vedrai che mi sveglio!", e ho dormito fino alle otto. Poi ho cominciato a contare...
Col secondo mannaggia, avevo appena spedito a letto il primo, mi ero sistemata sul divano con una pizza e stavo per godermi una bella puntata di "Medium" quando... pop! mi si sono rotte le acque.
Quando li vedo appena nati, ne farei altri sedici... :-)

Renata ha detto...

Offri davvero tanti spunti e quanto mi ci ritrovo! Quando poi dici: ogni parto è un parto a sè... Non dirlo a me: da uno splendido e dolorosissimo parto naturale ad un cesario d'urgenza; da un marito presente, preparato, attento, disponibile ad un marito (lo stesso) lontano...

Chiara Trabella ha detto...

Anch'io sono assolutamente d'accordo con mamikazen: dormire, dormire a oltranza.
Con la prima figlia abbiamo passato una notte intera di travaglio dopo una giornata abbastanza pesante e cascavamo dal sonno entrambi, una pena.
Con Ettore abbiamo cominciato alla stessa ora ma ci siamo sbrigati entro le 3, tutta un'altra cosa!

ComidaDeMama ha detto...

OT grazie, grazie GRAZIE per il set di Hema. Domanda. ma in 5' elementare l'esame si fa?
Risposta a un tuo quesito. Le croste di formaggio c'è chi le scalda un po' tipo nel microonde per grattugiarle fino in fondo

Simona ha detto...

Mi rileggerò questo post a tempo debito ;)
Ostetriche, parti in casa, dopo due ora di nuovo a casa... mi sa che dovrò venire in Olanda!

Extramamma ha detto...

Per me tu hai voglia di ri-scodellare un pupetto!!!

Anonimo ha detto...

ciao, ma se non sbaglio avevi anche detto ke c`era un` epidemia a casa tua e ke il povero padre aveva passato gli ultimi momenti a casa a vomitare ?
bel racconto e stupenda descrizione !!
baci
eli da cork

Mammamsterdam ha detto...

Eli, ma hai una memoria! Si, fino al momento di uscire è stato un periodo inreminabvile in bagno e io che non capivo perché ma avevo fretta di arrivare in ospedale lo sfaculavo sottovoce dal piano di sotto per non svegliare tutti i 3 nonni al completo né Ennio, che dormivano.

E sì, ne vorrei tanto un altro, egoisticamente anche per rifarmi io una gravidanza e un parto.

Anonimo ha detto...

ciao, non penso sia egoismo avere un altro figlio... piuttosto speriamo ke sia femmina!!!
terro` le dita incrciate !!

eli da cork

Elena Galli ha detto...

è un bellissimo post e, come sai, mi tocca sul vivo.
hai scritto delle cose verissime....
pensami!