domenica 1 febbraio 2009

Stagione di fruste e sex-shop

Uno pensa, meno male, un blog da Amsterdam che una volta tanto non parla solo di figli, pannolini e quotidianità. Parla anche di sex-shop, che è una delle cose per cui la gente viene qui, e fa anche bene.

No, davvero, una volta o l'altra bisognerà fare un documentario sui sex-shop. Ne parlavamo oggi.

Comunque, dicevo che riapre la stagione, perché come al solito a fine marzo andiamo in scena e adesso si scatena la caccia al trovarobato. E come raccontavo l'anno scorso, io il coraggio di entrare in un sex-shop, che per queste cose sono tanto repressa e timida di mio, l'ho trovato lo scorso anno quando cercavamo una guepiere per i costumi di scena.

Cercamo tante cose in realtà, un completo in lino bianco da uomo, un cappello da giardiniere, armi bianche e non, rose, farfalle ecc. Poi nel sex-shop abbiamo trovato una scatolona in pizzo rosa a forma di cuore che ancora troneggia in sede. Per dire, nei sex-shop, ad andarci a mente aperta e senza pregiudizi, si trova di tutto, anche quello che non ti aspetti.

Che quando alla fine, dopo tutta una fase preparatoria mia e di Ruvy, siamo riusciti a trascinare al sex-shop colei che la guepiere doveva indossarla sotto un correttissimo tailleur nero che non si vedeva niente, lei che è tanto pudica si chiudeva in camerino e ci cacciava fuori, si impastoiava nel lacci, e prima che ci ammettesse a guardarla passava un quarto d'ora a guepiere.

E che fai in un sex-shop in attesa di visionare la merce guepieresca? Osservi il pubblico e ne trai tutta una serie di teorie sulla natura umana, la vita e le circostanze e anche insegnamenti pratici (tipo: non comprare mai le batterie nel sex-shop, costano il triplo).
Poi vai all'espositore dei vibratori, poi ti annoi e cominci ad accenderli e spegnerli tutti per farti un'idea delle varie funzionalità, poi come tutte le volte che io vedo congegni ben ingegnati ammiro mentalmente gli ingegneri, che da quando faccio traduzioni tecniche, quelle con tutti gli schemi dei motori a fianco, mi si è aperto un mondo.
Poi l'amico Fritz che è un uomo di mondo mi ha spiegato che un robino strano che non capivo bene la necessità era anale, anche io mi sono fatta una cultura e quello che non può la disinvoltura può la noia dell'attesa da guepiere, non mi vergogno più ad entrare nei sex-shop, quelli decenti per lo meno, non quelli con i souvenir pecorecci che ci sono anche quelli, ma mi fanno un po' paura, anche per la fauna che ci gira. Invece quelli da casalinga, poi alla fine ci finisco solo per questioni di trovarobato, che è quindi questo periodo qui, ma a quelli ci sto facendo l'abitudine.

Alla fine se diovuole lo scorso anno abbiamo preso la guepiere rosa castigata e ci siamo tolti un pensiero. Quest'anno è ancora tutto da cominciare, non abbiamo una lista di trovarobato, per dire.

Poi oggi Ruvy ci ha edotti su una sua incursione. Che ieri, di sabato, se ne andava a spasso in centro con il suo amore, sono passati per caso davanti a Caligula (che già solo il nome, è da entrarci e dare un'occhiata, un posto così) e lui ha avuto l'idea di entrare un attimo a cercare una cosa, con il suo amore che si vergognava e recalcitrava e avrebbe preferito restar fuori.

"Desidera?"
"Sto cercando una frusta".
"Da fantino o da domatore?"
(nota bene, il mio contesto prevedeva come unica risposta: da pasticciere, ma il mondo è bello perché è vario) che appunto i commessi di sex-shop hanno questo di bello, non si scompongono davanti a niente, manco ti stessero vendendo un panino all'aringa.

E così Ruvy ha visionato un paio di modelli, quella da fantino era bellina con il pennellino rosso in cima ("Un pom-pom?"), quella da domatore lunga 5 metri ("ma ce li abbiamo 5 metri in scena?" ci chiedevamo noi, che effettivamente come effetti scenografici a me la frusta da domatore piace parecchio, esteticamente intendo, già mi vedo gli effetti speciali, ma bisogna anche stare attenti a non cecare il pubblico della prima fila, che non sta bene).

"Ha detto che se uno ha mira con quella da domatore ci spegni la sigaretta del tipo dall'altro lato della strada", ha riferito il buyer.

Eh, ma allora come facciamo a farci mancare una bellezza del genere?

Che poi gli ho fatto la lezioncina di etologia, sulla tecnica del domatore. Si posiziona con la frusta e il dorso indietro, ma fa con il piede un passo avanti superando la linea di confine che il leone riconosce come sua. Il leone difende il confine e ruggisce, e tutti noi spettatori pensiamo, guarda, lui lo minaccia e il leone si incazza.

Poi fa il passo indietro e contemporaneamente schiocca la frusta per terra, mentre il leone, visto liberato il confine smette di ruggire e fa un passetto indietro anche lui, che così funzionano i confini e noi spettatori pensiamo: hai visto, ha paura della frusta e si tira indietro.

È un balletto rituale, a conoscerne i codici. Ma la vita in genere a noi essere pensanti che ci facciamo le pippe mentali, i codici ce li nasconde e noi avanziamo a tentoni.

Per questo forse mi piace tanto l'idea di una bella frusta sulla scena, per chiarire i confini che sono disposta a varcare. E che per ora si estendono persino a quel paio di sex-shop dove non mi vergognerei a portare la mia mamma, che tanto non ci verrà mai, che lei i sex-shop li considera dei posti pieni di pervertiti.
Punti di vista. Per me sono un corso di etologia.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

siiiiiiiii sei un mito!!! a me piacerebbe entrarci ma mio marito fa il monaco...ma dico io, dopo ventanni di matrimonio qualche cosa si può ancora imparare, no?
certo che a pensarci bene, la scusa di cercare oggetti scenici si potrebbe sfruttare ....

Anonimo ha detto...

non la sapevo 'sta cosa della frusta e il passo indietro...

Anonimo ha detto...

Mi hai ricordato quando recitavo al liceo. Ero una timidissima ginnasiale e mi serviva una barba finta ben fatta per interpretare un usuraio, e i compagni -non so ancora se consapevolmente o meno- mi indirizzarono in una botteguccia buia praticamente priva di vetrine. "Negozio di travestimenti", me lo hanno chiamato. Ovviamente era un sexy shop. Però la barba l'ho trovata, e ha funzionato benissimo!

Mammamsterdam ha detto...

Vera, se l'hanno fatto apposta erano proprio dei bastardi (ma dico, almeno accompagnarti).

Però tutto è formativo, vero?

Anonimo ha detto...

IO al sexy shop ci sono andata per acquistare un regalo scherzoso per la cugina che si sposava. Io e un'amica ancora più imbranata di me abbiamo girato un'ora senza trovare quello che stavamo cercando. Nel frattempo entravano soggetti banalissimi, impiegati della porta accanto, e i commessi intanto guardavano un film comico in tv. Alla fine chiedo: "LGli slip che si mangiano?". Il commesso, annoiatissimo, mi guarda come si guarda un agnellino di fronte al leone, estrae una scatoletta da sotto il bancone e me la butta davanti. "Eccole". Avevo cercato la cosa più banale del negozio, l'avevo deluso...

Anonimo ha detto...

Sarà perchè l'unico sexy-shop l'ho frequentato con il cognato maniaco, ma ti dirò che mi sono vergognata parecchio vista la fauna che girava là dentro

graz ha detto...

Mi hai fatto pensare di quando, parecchissimi anni fa, qui in città di sexy shop ce n'erano veramente pochi e quei pochi erano di molto segretissimi e ci voleva un gran coraggio per entrare. Io avevo scoperto per caso un negozio che mi era sembrato giusto un pò kinky, una roba da lingerie osè (che anche quelli non è che abbondassero, al massimo c'erano negozi di mutande o di biancheria raffinata e costosissima). Si trovava dauntaun, vicino alla stazione centrale, zona ovviamente promiscua, avanposto dell'immigrazione più scatenata e scena classica della prostituzione più radicata. Insomma, il solito melting pottone che qualche anno dopo ha finito per esplodere e diventar burdello. Vabbè, una volta dentro mi ero resa conto che a) oltre alla lingerie c'era ben altro, decisamente kinky b) i due proprietari erano due delle checche più simpatiche mi sia mai stato dato di conoscere. Morale: ci sono tornata spesso, A PRENDERE IL CAFFE' E CHIACCHIERARE! /graz

Baol ha detto...

Quindi se mi faccio beccare in un sexy shop posso dire che sto facendo uno studio sulle persone per un post?

Mammamsterdam ha detto...

No, Baol, dici che stai cercando attributi teatrali. O per un film. O per un servizio di moda. Rischi che ti facciano pure lo sconto.

lo so, ziaCris, che ti credi, a me mi ha pur tirata su la santa zia Filomena, no? Ricordo che la prima volta che ci sono entrata con l'amica Cinzia, che già era tanto più curiosa di me, per comprare le palline per gli esercizi dopo-parto come regalo all'amica neo-mamma, mi sarò impappinata tre volte a dirlo.

Poi però avevano dei modellini bellissimi, ne abbiamo preso un paio gialle e grige design puro, guarda, sembravano disegnate da Stefano Giovannoni per l'Alessi, per dire.

Mammamsterdam ha detto...

No, Baol, dici che stai cercando attributi teatrali. O per un film. O per un servizio di moda. Rischi che ti facciano pure lo sconto.

lo so, ziaCris, che ti credi, a me mi ha pur tirata su la santa zia Filomena, no? Ricordo che la prima volta che ci sono entrata con l'amica Cinzia, che già era tanto più curiosa di me, per comprare le palline per gli esercizi dopo-parto come regalo all'amica neo-mamma, mi sarò impappinata tre volte a dirlo.

Poi però avevano dei modellini bellissimi, ne abbiamo preso un paio gialle e grige design puro, guarda, sembravano disegnate da Stefano Giovannoni per l'Alessi, per dire.

Anonimo ha detto...

La mia domanda e`: chi ha tenuto la frusta dopo lo spettacolo? Ne e` rimasto soddisfato/a? :)

L'unica cosa che ho provato sono i nuovi toys del piacere della Durex: una puttanata...e scusate il francesismo.

Mammamsterdam ha detto...

Valigia: ma tu devi andare da Christine le Duc, in Spui angolo Rokin. Poi ci dirai.

Anonimo ha detto...

E cosa ci trovo li'? Mi compro una nuova valigia da emigrante in pelle borchiata? :))

Il sito:
http://www.christineleduc.nl/