sabato 28 febbraio 2009

Rientro

Siamo tornati. Orso è riuscito a farsi venire un tot dei suoi noti attacchi di rabbia per strada, per la precisione:
  • nel preciso momento in cui abbandono il carrello e ho in collo tre borsoni e svariate giacche e maglioni + tutto il materiale di lettura (degno di una piccola biblioteca circolante) in mano e vorrei mettermi nella coda della sicurezza, ora vuota, ma una numerosa famiglia si sta avvicinando e se passano prima di noi è la fine. Mio figlio si sdraia per terra e rifiuta di seguirci. Cerca anche qualcosa da prendere a calci.
  • nel momento in cui siamo riusciti a conquistare tre posti vicini e con finestino nella fila 5, ma i borsono riempiti e risvuotati di maglioni, libri ecc. vanno sistemati nel vano, e non ci entrano per millimetri e sto ridistribuendo cose. Orso è offesissimo che l'accordo capestro prospettatogli dal fratello non lo fa sedere vicino al finestrino. Ogni tentativo salomonico di mediazione si arena sul fatto che entrambi, volendo, sarebbero disposti a fare metà volo a testa vicino al posto ambito, ma che nessuno vuole farlo come seconda parte. La hostess continua a tenermi d'occhio e ricordarmi che il borsone che ho messo sotto i piedi di Orso non ci può stare per questioni di sicurezza, sporge troppo (e ti credo, da vuoto ha le misure massime precise volute da Ryanair, ma adesso è strapieno. Non lo è tutto, ma un paio di punti sono irrimediabili).

Risolvo per esaurimento: schianto sulla seda, mi scuso in polacco con la hostess (tutto l'equipaggio di quella rotta è polacco, e sfrutto il famoso fenomeno di inclusione di cui parlavo un paio di post fa) che mi fa fare come mi pare, tanto tutto il volo ha bagagli assurdi.

Lascio Orso cuocere nel suo brodo anche se trovo abbia ragione, ma imparerà a non farsi fregare dai sofismi del fratello. Li accompagno al bagno le infinite volte che lo chiedono (poi il capo mi informa che Ryan air pensa di mettere anche questo a pagamento, ed è la volta che smetto di volare Ryan Air, che tanto comodissima manco ce l'ho).

Gli compro la coca cola e i Maltezer, questi ultimi glieli doso come psicofarmaci, che per tener buoni i bambini nessun metodo funziona bene come il caro, vecchio ricatto.

Approdiamo a Weeze, che il capo è lì da un minuto preciso e non è nenche riuscito ad andare in bagno, il poveruomo. Gli consegno mentalmente i figli, che con tutto il bene, io sono stroncata dall'inluenza e dai due giorni a guidare, e non li sopporto più. Se sento ancora una volta dire mamma, urlo.

Poi ci fermiamo a mangiare in un terribile ristorante per camionisti olandese, che quelli tedeschi erano chiusi. Poi devono andare al bagno, e il capo con nonchalance fa:

"Vai tu?" che ancora chiedono a me.

Poi che devono a tutti i costi andare al bagno dei maschi (cosa su cui è stato a lungo dibattuto nei soggiorni in Italia e che sono costati, questi dibattiti, ulteriri crisi di rabbia di Orso, che ama sdraiarsi in queste circostanze, sofismi con Ennio, code perdute e mai più ritrovate al check-in - a che pro arrivare due ore prima se all'ultimo moento qualcuno deve fare la cacca?)

Torno al tavolo: "amore, meglio che vai tu, Orso deve fare la cacca e sono tutti e due al bagno degli uomini con un tizio, io non ci posso entrare. Cosa ti ordino?"

E in macchina schianto. Che il ritorno è anche questo, guida qualcun altro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

E quando e' giusto e' giusto, no? :)