venerdì 28 novembre 2008

Le pizzelle dell'Ave Maria

Mia nonna e le sue sorelle avevano la mania del Rosario. Si diceva come minimo tre volte al giorno, tutte le volte che bisognava ingannare il tempo, per esempio in viaggio o durante le attese. Sarà per questo che una volta si era meno stressati, c'era il mantra. Poi, dirlo in treno, non solo faceva passare il tempo, ma evitava che i pappagalli venissero a romperti le scatole, secondo loro, impressionati da tanta devozione.

E adesso arriva una storia di cibo carinissima. Dovete sapere che da un po' esiste un Google group di ofenesi, cioè gente che vive a o è oriunda, come me, di Ofena. E questi del gruppo vivono tutti tra USA e Canada, ci postiamo in inglese, hanno tutti come minimo un 10 anni più di me e molti di loro sono già di seconda o terza generazione e si conoscono o sono parenti fra di loro.
E tra le altre cose ci scambiamo ricette, alberi genealogici, vecchie foto ed altre nostalgie. E mi sono resa conto di come il cibo per loro simbolizzi tutta l'italianità perduta o annacquata, rappresenti l'unico italiano che a volte ancora parlano, l'affetto dei loro parenti. Un piezz'e core gastronomico.

Adesso per esempio circolano un paio di ricette delle feste, e da noi, una di queste, sono le pizzelle. Che all'Aquila, per dire, si chiamano ferratelle. Insomma, sono una specie di wafer fatto una volta con il ferro apposta da mettere sulla fiamma, adesso anche quello elettrico che ne fa quattro alla volta. La foto me la sono rubata al www.cavolettodibruxelles.it, che finché non me la proibisce, la ringrazio, solo che anche lei le chiama ferratelle.

Invece si chiamano pizzelle e io a Ofena ho sempre il ferro da pizzelle ereditato da zia Filomena, con le sue iniziali, FS - Filomena Silvestrone. Ferro fatto a suo tempo da Nicola Lancione, il ferraro artista di Ofena che ha lasciato lavori bellissimi.

Allora, la storia è che una volta un bis-procugino chiese alla nonna di farlo provare. E lei, prima che cominciasse, gli fece dire un'Ave Maria. (Propiziatrice, ho pensato io). Ma non un'Ave Maria veloce come nel rosario, ma una detta con sentimento ed attenzione. Insomma, gliel'ha fatta ripetere un tot di volte fino a che non si è convinta che la dicesse bene.

Ed allora gli ha messo il ferro da pizzelle in mano, da tenere sopra la fiamma del camino. E finita l'Ave Maria detta con sentimento ed intenzione eccetera, quel lato lì era cotto e ha potuto girare il ferro e dirne un altra, fino a che anche l'altro lato era cotto.

Ecco, a me, quando le mie amiche mi dicono che dovrei fare yoga, o fare quei ritiri spirituali che stanno lì a dire i mantra in sanscrito, a me viene viene voglia di ridirmi un rosario. Che forse sono l'ultima della mia generazione ad averlo imparato tutto in latino bastardo di default, anche se adesso non mi ricordo bene i misteri e mi perdo.

E pensare che avevo messo in lista nozze il timer da cucina dell'Alessi che ha smesso di funzionare dopo un paio di mesi. A saperlo, che bastava un'Ave Maria. Sarà che ho sposato un ateo.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Ah, io le frego sempre alla mia amica dell'Aquila. Le adoro! ^^

Roberta Filava ha detto...

Cao Barbara, quando torno a leggerti è sempre un piacere e un divertimento...
comunque qui a pescara si chiamano "Neole" ma non so nient'altro essendo pugliese però so bene il sapore che hanno i fivhi d'india che mangio in quantità se li trovo. A bari si mangiano in mezzo alla strada come qui l'anguria..ho dei ricordi infantili indimenticabili..
se vuoi saperene di più..ti dirò!
un bacio grande
roberta

Byte64 ha detto...

eh, se gli atei non ci fossero, bisognerebbe inventarli, parola di ateo!

;-)

Un salutone dai tropici emiliani.

Tlaz

PS: ma poi con la pizzella cotta che si fa? Si mangia cosi'?

Mammamsterdam ha detto...

Flavio, puoi anche spalmartela di nutella o mascarpone (anche se la cosa giusta sarebbe la marmellata di uva Montepulciano, che viene nera, dolce senza quasi bisogno di zucchero extra e che ti fa i baffi).

Roberta, ti si dovesse creare mandarmi una marmellatina di fichi d'india, li spalmo sulle pizzelle o neole (è vero, le chiamano anche così).

Byte64 ha detto...

Ehi ma ci va anche lo zafferano?

Tu che ricetta usi? Ti avviso che sta per scattare il trip per le pizzelle, con o senza ave marie ;-)

Mammamsterdam ha detto...

Mai sentita, questa dello zafferano. La ia ricetta te la mando quando riaprirò tutti gli scatoloni e riroverì i taccuini di zia Filomena.

Se ti scatta il trip pizzelle, ti dico subito che non mi offendo per l'invio di pacchi viveri. E neanche di quelle cose buonissime messicane che fai tu.

Anonimo ha detto...

anche io celo il timer da cucina dell'alessi, anche io messo in lista nozze, che se ci penso adesso a quanto costava ecco, forse era meglio se ne prendevo uno da Ikea!
Comunque a me (almeno) funziona bene.
ma sai che mi pare che le pizzelle si facciano pure in piemonte? però non le ho mai assaggiate, la notizia me l'ha riportata l'amica di un'amica e il nome piemontese non lo ricordo, però mi ricordo 'sta cosa del ferro sul fuoco...

Byte64 ha detto...

Guarda tu la combinazione...

Pizzelle forever!

Ciao!
Tlaz

antonio ha detto...

Ciao
capito qui un po' per caso perché stavo cercando sul net una foto di bottega di fabbro. Non trovando nulla ho pensato a Nicola Lancione che ho conosciuto da ragazzo ed arrivo fino a te. Poi guarda caso io sono un silvestrone ma dell'altra famiglia perché a quanto mi risulta c'erano due rami.
Mi piace la storia dell'Ave Maria. Mia madre era una specialista delle pizzelle e quando andavo ad Ofena me ne faceva sempre trovare.

Sono iscritto ad Ofena ieri oggi e domani.
Un amichevole saluto
antonio silvestrone
www.silvestrone-antonio.eu
Amsterdam è una città che adoro!