venerdì 4 gennaio 2008

Colonne sonore

Una delle prime preferenze musicali che Ennio abbia saputo formulare in linguaggio comprensibile sono stati i Beatles, un video vintage che il capo all'epoca aveva nei meandri del computer. Dopo un po' l'abbiamo capita che la richiesta "jejejè" si riferiva a"she wants you, jejejè. E fin qui ci siamo, bastava mettegli il video dei Beatles e si poteva andare un attimo con calma al bagno.

Si era verso i 15 mesi, all'epoca infatti avevo iniziato a piazzarlo davanti al computer con de CD-Rom fantastici della The Learning Company copiati da Gina, divisi nella serie da 9 a 18 mesi e da 18 a 2 anni e mezzo. Geniali, però si sono scassati subito e da allora addio tentativi telematici di creare un figlio genio, il resto ha fatto tutto da solo.

Al che, eravamo giovani genitori stressati di un figlio che cominciava ad esigere giustamente dell'interattività da parte nostra, che all'epoca lavoravamo entrambi da casa, ho avuto l'idea geniale che forse gli potessero piacere i Blues Broters. Il magico computer del papà li produsse in men che non si dica, e il successo fu completo. Gente che suonava e cantava, auto che correvano, saltavano ponti e a volte esplodevano, tutte le sue passioni fatte film (l'unica scena che gli faceva paura era la suora che bacchettava i reprobi). Finalmente un paio d'ore tranquille per lavorare in pace.

Quell'estate, la colonna sonora del viaggio in Italia e ritorno fu "llv, llv, llv" ("someone to love").

Ogni tanto, più per caso che per ricerca scientifica, ne azzecchiamo una nuova. Delle robe di Dario Fo le ha prese dal video di Mistero buffo, poi anche Vengo anch'io, no, tu no, Buonanotte fiorellino. Roba del genere. D'altronde io mi sono svezzata con Chet Baker, anzi Cetbakèr, come diceva la buonanima del mio papà. Il capo con Johnny Cash. Insomma, c'è pure chi ascolta gli Abba e li fa sentire ai figli.

Gnorpo Two segue a ruota il fratello, e da qualche mese mi sto accorgendo che per certi versi è molto più musicale di lui. Voglio dire che Ennio fino ai quattro anni e mezzo, ma forse anche oltre, non ha mai fatto distinzioni, neanche lessicali, tra cantare, suonare e ballare. Usava la parola ballare per tutti e tre e si è sempre comportato di conseguenza.

Orso invece che è un tipetto taciturno e riflessivo (taciturno solo in presenza della famiglia opprimente di cui è il più piccolo e dei divi in genere come la sua amica Charlotte, con gli amichetti tranquilli fa grandi comizi) si dedica alla musica e agli strumenti musicali con una passione molto più sistematica. Per dire, alla festa di San Nicola da Annahita ascoltavamo del jazz, per poi scoprire che Orso, cincischiando col pianino di plastica produceva delle robe quasi jazz (lo so, anche la mamma di Mozart diceva lo stesso, e non le dava retta nessuno).

Ennio in fondo è più attratto dal ritmo in sé, e lo si vede dalla sua grande passione per le percussioni. Orso, non so come spiegarlo, questi figli minori taciturni si fanno scoprire davvero solo nei ritagli della coscienza, FA musica quando ci si impegna. E io madre snaturata ancora non lo iscrivo a uno di quei corsetti per cuccioli prescolari, tipo "Musica in braccio" e neanche lo porto in piscina come il fratello a nuotare con le canzoncine.

Il viaggio di Natale in Polonia ha sancito il trionfo di Joan Osborne. Non ascoltavo da tempo quell'album, e nel momento che l'ho visto nel porta-CD in macchina, ho capito che quello dovevamo mettere. Dopo 1.200 km. a base di (What if God was)one of us e My right hand man avremmo anche voluto toglierlo.

Ma ci toccava ancora il viaggio di ritorno.

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