martedì 21 giugno 2011

Ennio e l' altra metà del cielo (conversazioni da Hanneke's Boom)



Ennio è un bambino fortunato perchè sta in una classe bellissima. Il grosso sta insieme da quando avevano 4 anni con poche nuove entry, ma siccome sono anche stati in parecchi al nido, si rincrociano nel doposcuola, hanno avuto brave maestre, insomma quello che noto è molto rispetto reciproco, molta collaborazione e quasi nulla del famoso antagonismo maschi contro femmine.

Raramente vedi quei compleanni tutti maschi o tutte femmine, come per esempio succede dall' amichetta A. da quando va a scuola, e anche se capisco bene le motivazioni di sua madre, per me non sono d' accordo e quando facciamo i nostri inviti sto anche attenta che il gruppo sia misto: se le amichette ce l' hai, che fai, non le inviti al tuo compleanno?

È vero che a scuola ci sono anche le bambine, anzi ragazzine delle classi più grandi, preadolescenti con l' ormone a palla che fanno della lotta ai maschi piccoli e le capette a ricreazione, ma cosa vuoi che sia.

Adesso invece ha un problema e il problema sono le ragazze del suo coro con cui fa le prove il venerdì in conservatorio. Quella che sarebbe potuta essere la lezione più facile, vicino casa da andarci in bici, accanto alla meravigliosa biblioteca centrale di Amsterdam e adesso pure accanto un baretto-ristorantino shabby chic, mooooolto shabby, stupendo ma di quelli che da noi l' ufficio igiene e i vigili del fuoco non è che ti farebbero chiudere, nooooo, ti fucilerebbero sul posto, ma ad Amsterdam si può, nell' ultimo angolino selvaggio in pieno centro di Amsterdam, ecco, il venerdì invece di essere un pomeriggio in cui oltre alle attività ci godiamo anche la vita, no, è ogni volta uno psicodramma.

Il venerdì mi viene incontro quando esce da scuola in due modalità: o il mode "posso andare a giocare da qualcuno" oppure quello "oggi non voglio andare al coro" in varie sfumature interpretative. Quella tragica, quella disperata, quella assertiva, quella smadonnante, quella con gli insulti e un paio di volte siamp pure venuti alle mani (tipo che mi da i pugnetti mentre urla nooooooooo, non so se avete presente). Oppure quella colpevolistica" " io no voglio andare al coroooo, sei tu che lo vuoi".

Che ogni volta, il maledetto ci riesce ogni volta a farmi venire i patemi, farmi sentire in colpa, convincermi che forse baglio a non prendere sul serio le sue istanze e che messaggio gli sto trasmettendo, per carità, il genitore moderno se non si fa almeno 15 pippe mentali al secondo invece di dargli una sculacciata e dirgli: in macchina e zitto, andiamo al coro, nulla, abdicherebbe al proprio ruolo. Poi uno dice che adesso si fanno meno figli e come facevano una volta con 10 bambini? Beh una volta li mandavano a lavorare in campagna o in miniera a 7 anni, si faceva la fame e vedi che un bambino così troppe energie per lamentarsi che lo mandi al coro non è che gli rimangano. Ma sto divagando.

Insomma, venerdì non solo mi ero già smistata Orso dall' amichetto che quando sono arrivata a scuola già se ne erano andati e non avevo distrazioni. non solo ero in bici quindi niente fretta, patemi, parcheggio da pagare, macchina condivisa da restituire (o, alternativamente, rosicamente che per fare una cosa tanto semplice ed efficiente devo calcorare una mezz' ora in più minimo e quella macchina la pago a quarti d' ora).

Insomma, situazione ideale per affrontare uno tsunami di crisi, con pianti, scene isteriche, grandi insulti (stronza che da noi è l' apoteosi delle parole pribite, me l' avrà detto almeno 4 volte in un km. e mezzo?) Io imperturbabile, gli ho detto di salire in bici che andavamo a pranzo a quel baretto carino che avevamo visto l' altra volta, che avrei discusso solo quando ci saremmo messi bene comodi e seduti e che mi doveva spiegare seriamente un po' di cose. È stata durissima, patemi a gogò, ma ce l' abbiamo fatta.

Hanneke's Boom è un locale di un shabby chic, ma così shabby, ma così chic che se invece di sederti agli ottimi tavolini pitturati di fresco e lindi e pinti, decidi di accostarti agli sgabellini vintage sicuramente acquistati da Neef Louis ti ritrovi sotto al naso persino la ragnatela originale vintage e scusatemi se è poco.

Come il proprietario spiegava a un visitatore, hanno messo insieme 8 container abitabili a formare uno stanzone che fuori è rivestito in legno.



E lì, stravaccati sul divano in pello, noi che schifiamo i tavolinetti, e poi il divano per abbracciarsi e chiarirsi fa tanto, ci siamo ordinati due stozze e abbiamo incominciato a parlare. Lui che è un ragazzo dai gusti semplici ha voluto il panino con due crocchette e la senape, un classico olandese. A me invece ispirava la crema di mascarpone con una dadolatina di verdure grigliate, che poi guardavo i germogli e mi dicevo: ma come, con tutto il casino in Germania ci mettete i germogli ed ebbene si, sono ancora viva per raccontarvelo e ci stavano tanto bene


Diciamo che dopo questa foto qui e dopo tutta la conversazione ha detto:
"Va bene, ci vado".
E io stronza: " Ma certo che ci vai, in fondo su quello eravamo d' accordo, no?"

Che anche se sono la madre dal patema facile su certe cose non scendo più in discussione.

Ci siamo detti un po' di cose: Che le ragazze, 26 contro 8 maschi, quando entra e lo vedono nell' atrio pare dicano: è arrivato lo scemo. Lo diranno, non lo diranno? Magari lo guardano e basta e lo sappiamo come un gruppo di ragazze che ti guarda possa mettere in crisi un giovane, a me il contrario ancora adesso mi mette in crisi, è semplicemente una lotta impari. Che quando finiscono la lezione dicono che in ascensore ci vanno solo loro e lo chiudono fuori. Anche lì, lo fanno tutte le volte, lo avranno fatto una volta che si volevano raccontare i fatti loro, lo provocano per vedere come reagisce? Non lo so.

So solo che lui ci patisce e conosco benissimo la sensazione, ne soffro tuttora anch' io di quel senso di venire respinti. So che molti stronzetti o ragazzine linguacciute e bullette di solito sono loro che per prime hanno paura e attaccano per colpire per prime convinte che significhi colpire più forte. So che l' estrema sensibilità di bambini che sanno di poter contare sui genitori contro il mondo certe volte è anche un ottimo modo per marciarci se non hanno voglia e preferescono stravaccarsi davanti al computer, che lo rpeferisco pure io. So tante cose, gliele dico sapendo che in teoria è facile e in pratica ci vuole una vita per imparare ad affrontarla. Però nel frattempo si conoscono tante persone e si fanno tante esperienze e si è vissuto, vivaddio.

So che la forza migliore la troviamo dentro di noi, che a lui il coro piace e che sta imparando un mucchio di cose. accidenti, di tutti i bambini scelti per cantare nell' Opera al Festival dei canali quest' estate lui è quello che ha inizioato almeno un anno dopo tutti. Ha cominicato a novembre accidenti e sa solfeggiare, leggere le note e trovarsi i brani che canta sulla tastiera. E dovrei farlo smettere per delle stronzette del cavolo? Ma che smettano loro.


Insomma, ci siamo goduti il pranzo con vista Nemo, siamo arrivati al coro con un quarto d' ora di ritardo, ma niente male perchè quel giorno lì facevano delle riprese da mettere sul web e ancora non iniziavano a cantare ed erano già tutti seduto e gli ho dato appuntamento in biblioteca se tardavo dall' andarm a comprare gli occhiali e lì l' ho trovato, sdraiatp pancia a terra a leggersi i fumetti.

Il tutto alla modica cifra di € 15 in due con bevande, una megacoccola, una bella discussione e un momento importante condiviso.

Se lo portavo dalla psicologa mi costava di più e non ci mangiavo un panino così buono. Che non diventi un vizio però perchè io lo stress non lo posso reggere.

www.Hannekesboom.nl

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Io vorrei tanto, tanto sapere cosa succede alle ragazze nuove, quelle che hanno 13 anni adesso. Sarà che oggi su Facebook è tutto pubblico e anche la tipetta col visino da madonnina scrive cose allucinanti,mentre "prima" non potevi saperlo, ma l'ultima che ho scoperto è che tutti i compagni di classe maschi adesso sono "gay" (e qui c'è da discutere per mesi perché sarebbe diventato un insulto), secondo me perché non le badano e non le considerano "femmine". NB: non lo dicono, lo scrivono. E poi, perché sono diventate così bulle? perché per sembrare simpatiche e divertenti parlano come scaricatori di porto?! mi cadono le braccia. Purtroppo temo che le loro madri le trovino divertenti e che nessuno spieghi loro cos'è l'affettività.
Io ci credo anche che molti maschi attuali abbiano paura dell'altro sesso.
e sì, questa cosa dell'atteggiamento "è arrivato lo scemo" lo conosco pure io.
:-((

Natalie ha detto...

Sai, dopo quasi 15 anni di vegetarianesimo ho dimenticato il sapore della carne. Tranne per due cose: la bistecca alla Fiorentina, perchè è lì che sono nata e le crocchette olandesi, perchè è di lassù la mia famiglia. Questo post mi ha fatto sognare. E mi ha fatto pensare a quanto vorrei essere ad Amsterdam e trovarmi in uno di quei bar. E scoprire la ragnatela vintage ovviamente. Che mondo incredibile che si nasconde dietro ai figli grandi. E che bello quel divano in cui abbracciarsi. Grazie.

Miranda ha detto...

sarà che l'essere neomamma di una figlia femmina mi rende sensibile all'argomento, ma non potrebbe essere che queste ragazzine che parlano come scaricatori di porto non lo facciano davanti ai genitori? che furbette e maliziose si comportano diversamente dentro e fuori casa, non che la cosa sia meno inquietante, ma chessò, semplicemente le mamme non hanno capito... quando andavo al liceo dovevo prendere l'autobus A/R dal paesino alla città vicina, al ritorno avevamo creato un gruppetto che si siedeva dietro e cantava allegramente per tutto il viaggio, canzoni per lo più paesane o inventate da noi, non proprio da chiesa...insomma io mi divertivo un sacco e con candore e innocenza lo avevo raccontato a mia madre, lei forse non si era resa conto bene lì per lì, ma un giorno si trova anche lei sull'autobus, ascolta la solita performance e a casa mi fa un cazziatone number1 dicendomi che eravamo maleducati, che disturbavamo gli altri ecc. ecc e da quel momento non l'ho fatto più. Questo per dire che certe volte non si capisce bene la piega che stanno prendendo certi comportamenti!!! e poi che le femminucce abbiano la tendenza ad essere stronzette purtroppo ne sono consapevole ;-(

Anonimo ha detto...

procedura perfetta!

Pentapata ha detto...

coraggio eh coraggio che poi si cresce, ho letto il primo commento e penso che non è oggi che ci sono le bullette, io ho 36 (SIC!) anni e le bulle io me le ricordo benissimo, forse oggi c'è solo più cassa di risonanza web e telefonie varie.
sono certa che sapere che tu che sei la mamma lo capisce sia fondamentale, sapere che tu conosci il suo disagio forse lo fa sentire meno solo nel momento del " è arrivato lo scemo".
Provare che ne so una tattica all'attacco? tipo lui arriva e manda alle simpaticone un bel bacio a due mani e un lombardissimo "ciao belle tuse!!!!".
lo sappiamo no che ci disprezza di solito compra oh se compra signora mia!!!!

Mammamsterdam ha detto...

Penta, sarebbe l'ideale se lui non fosse tanto timido. Secondo me se riuscisse a dirgli una cosa tipo: ciao cocca, belle tette (solo una ce le ha sul serio) e sopravvivesse al linciaggio, sarebbe fatta, escalation a parte. Ma non accadrà mai.
Questo era il trucco di mio padre, timidissimo anche lui da piccolo, e che salutava signore semisconosciute con, buon giorno signora, come sei bella oggi, tuo marito e' proprio fortunato, e le sciure deliziate che facevano: ooh, Ennio e' cosi simpatico, e poi lui si traumatizzava e correva da mia madre se qualcuna per disgrazia ci provava.
Mi sa che la prossima storia che mi chiede gli racconto questa.