martedì 29 marzo 2011

Primo giorno al parco e nonnità di Orso



Il martedi ormai è il mio unico giorno lungo in cui combinare qualcosa al pomeriggio con i bambini al doposcuola. C' era una volta anche il lunedi, ma il lunedì era diventato il giorno della terapeuta con mansarda piena di giochi bellissimi.

Insomma, oggi c' era da fare parecchio, il sole, ma la mattina mi sono trascinata tra un dovere e l' altro con la pecundrìa, tanto ho tutto il pomeriggio, mi dico. E alle 15, con la maschera di semi di lino all' anice che mi stava parcheggiata in frigo da due mesi spalmata in testa, mi stavo facendo un aggiornamento veloce con Graz prima della doccia quando chiama la scuola.

"Sono la maestra di Ennio, lui ancora non è stato ripreso" .
"Come, dove quando" la maschera mi sgocciola sul collo " ma è martedì, hanno il doposcuola".
' Si ma oggi è chiuso per il corso di formazione" .

Cavolo, è vero, avevo vagamente visto-sentito qualcosa, ma perchè non mi mandano una mail, mannaggialloro, che le bacheche sono talmente 1.0.

" Arrivo subito, ma allora anche Orso sta da qualche parte in giro?"
" Avverto io anche per lui" .


Poi arrivo ed entrambe le maestre stanno al sole con i miei abbandonati, che si precipitano a giocare, mentre io cerco di riportarmeli. Vogliamo andare da Nemo a comprare il robottino a molla promesso a Orso, e allora perchè non andare allo zoo che abbiamo la carta ma negli ultimi due anni ci siamo andati pochissimo. Poi guardo l' ora e decidiamo di andare al parco che almeno non chiude fra mezz' ora.

A giocare nel nostro fortino preferito e con la pompa per costruire dighe e sbarramenti (i bambini olandesi confrontati con acqua e sabbia non costruiscono un castello, costruiscono le dighe, sappiatelo).

Andandoci in bici e skelter, che vanno fatte girare queste ruote.

A confrontarci con dei ragazzetti di cui Ennio è diffidentissimo, Orso si mette a piangere perchè uno comincia a pompare acqua mentre lui aveva deciso che sulla sua diga non ci va l' acqua e mi tocca chiedergli se per favore vuole giocare senza far scorrere l' acqua e poi Ennio mi dice che erano i ragazzi che mesi fa, sotto casa, gli avevano chiesto di riportarsi lo skelter a casa loro in prestito, che lui si è rifiutato e se l' è data a gambe.

Primavera, dolce stagione. E abbiamo persino scoperto dei pescetti baby inaspettati nell' acquario di Orso, regalo di compleanno.

" Ma dobbiamo dare un nome ai pesci" dicevo io.
: Ce l' hanno già".
" E come si chiamano?"
"Pesce uno, pesce due e pesce tre" .

Da tre settimane quell' acquario sta un po' provvisorio, ho cambiato una volta l' acqua e ogni volta che ritrovo in giro una di quelle bellissime pietre che io e Orso raccogliamo con passione, ce la ficco dentro almeno mi tolgo il pensiero di dove metterla e se buttarla. Il sasso arreda tanto in un acquario, ma volevo informarmi su qualche alghetta, quelle robe che ne fanno un ecosistema autopulente, invece nulla, acqua, due sassi e un po' di mangime quando ci ricordiamo e anche in questo lager la natura segue il suo corso e ci nascono i pescetti.

Non c' è dubbio, è primavera.

Il mio secondogenito è diventato nonno putativo. non so se preferivo la crisi di mezza età.

2 commenti:

graz ha detto...

O madonnasantissima meno male che hai richiamato subito!!! Mi fai ripensare alla princi che dice che quando erano alle elementari loro facevano il pre e post scuola più mezz'ora di attesa con la bidella incazzata ....

Belle le foto e le attività di ingegneria dei pargoli. E confermo che namberuan mi pare grandissimo, felpa a parte

Baci

Paleomichi ha detto...

per quanto riguarda l'acquario autopulente l'unico consiglio che posso darti è leggere il capitolo sugli acquari del libro "L'anello di Re Salomone", di Konrad Lorenz. Fra le altre cose parla anche di come creare un acquario autosufficiente con pesci e alghe presi nei laghetti.