mercoledì 24 marzo 2010

E cosa accidenti pretendo di dirgli?

Alla faccia dei cerotti per l'anima, le sfighe non bastano mai, evidentemente.
Come tutti, penso, la cosa peggiore che possa capitare a un genitore e' perdere un bambino.

Oltrtutto io l ' ho ereditato come trauma di famiglia e sono particolarmente ricettiva. Pero' ecco, domani vado alla veglia di un bambino di due anni. I cui genitori anni fa sono stati miei vicini e clienti. E io saro' una palla al piede spaventosa perché riesco solo a piangere.

Andremo tutti a farci coraggio, come no, ma non so assolutamente che cazzo dirgli. Perché non c'è niente da dire.

12 commenti:

graz ha detto...

Non c'è niente da dire. Non c'è niente che si possa dire.

Si può solo piangere e - francamente - se io fossi loro non credo che me ne fregherebbe neanche niente di quelli che piangono con me.

Ma poi passa il tempo e ti rimane dentro il desiderio di testimonianza. Il desiderio di verificare negli altri che quella persona che stai ancora piangendo è esistita davvero, ha lasciato una traccia. Che esistono delle persone che lo ricordano e che lo rendono reale per il solo fatto di ricordarlo e che quel giorno lì c'erano.

Posso solo supporre che per un bambino sia ancora più straziante.

/graz

Emy ha detto...

mi spiace E' sempre un tuffo al cuore.



Secondo me tu stai cercando questo metodo di comunicazione qua:
"Le parole sono finestre oppure muri"
E' da un po' che ti vedo interessata a capire un'altro modo per comunicare.
Ho parlato di metodo, ma questo libro non da un metodo me è solo un approccio alla comunicazione nonviolenta

Mammagiramondo. ha detto...

davvero niente da dire...

emily ha detto...

è la cosa più terribile che posso immaginare. nn posso nemmeno pensarci senza piangere. coraggio barbara

supermambanana ha detto...

leggo questo dopo aver visto sui giornali un episodio di un bimbo morto per attacco d'asma a scuola, perche' lo staff non era stato solerte abbastanza da capire che stava cosi' male (lo avevano fatto sedere invece di chiamare subito l'ambulanza e quando la mamma e' arrivata era troppo tardi). Il mio piccolino e' asmatico, non in maniera acuta, ma ogni tanto va di inalatore. E il cuore si stringe, la gola fa male, quasi con masochismo si vivono gli ultimi minuti, le ultime ore, si immaginano i loro occhi spalancati nell'orrore... che non possiamo fare altro che stringerci, e stringere i nostri bimbi forte forte, e sentirci fortunati che non e' capitato a noi, ma neanche tanto sollevati perche' il dolore di un genitore e' il dolore di tutti i genitori. Non credo debba dire niente, solo aiutarli a non cadere.

Mammamsterdam ha detto...

graz, hai ragione tu, è chiaro che non gliene può fregare niente, però in qualche odo, l'ho visto perlomeno con mio padre, sapere che altri condividono la tua pena o il tuo lutto, quale che siano i loro motivi, ti fa sentire meno sola.

Poi io sono quella delle soluzioni pratiche e lei anche se non la vedo da anni, pensavo di proporle, quando vuole, di andare qualche sera dopocena a guardarle la bambina in modo che magari loro due possano andare a farsi un giro, che non so gli altri, ma a noi camminare in silenzio o anche parlare, purché non sia in casa, fa bene a un sacco di cose.

Grazie del sostegno, so che tutti i genitori si immedesimano immediatamente e infatti oggi la mia amica Anja, che vedo sempre troppo poco, mi ha detto che si sente molto più sollevata a sapere che alla veglia e al funerale ci andiamo insieme.

barbara ha detto...

E' evidente che non puoi dirgli niente che serva a qualcosa, non c'è nulla che possa servire a qualcosa, soprattutto in questo momento. Forse la cosa più utile e coraggiosa da fare è accettare la loro sofferenza. Pretendere di farli stare meglio, oltre che assurdo e impossibile è egoistico, è a noi che vogliamo risparmiare la sofferenza di vederli star male.
L'idea di guardargli la bambina qualche sera invece mi sembra buona, purché tu non pretenda poi di dover trovare qualcosa da dire per far stare meglio la bambina. Spero di non essere stata troppo contorta, ma insomma secondo me aiuta l'empatia, anche solo il piangere insieme, perché in questi casi è l'unica cosa sincera da fare.

Anonimo ha detto...

Purtroppo per esperienza personale, un dolore di quelgenere ti inghiotte interamente, non ti accorgi di niente di quel che ti capita intorno, non ascolti nulla, sei morta dentro.
Però un abbraccio, nel silenzio, fa sempre bene.

Mammamsterdam ha detto...

Ecco, l'unica cosa che so è che eviterei, ma proprio di brutto, di fare il benché minimo commento mio buonista. È una tragedia ed è inutile per adesso cercare il lato positivo, non c'è e basta. se ci sarà di nuovo un momento felice e positivo nella loro vita sarà con i loro tempi e i loro modi.

Che pare che di questi tempi persino un lutto che duri 24 ore più della 'norma' scade nel patologico, mentre io appunto, grazie ai lutti tenaci di mia nonna, mi sono resa conto che non passerà mai il buco, che impari solo in qualche modo a conviverci e che ognuno lo fa come può.

Per dire, io eviterei a tutti i costi persino di nominare i miei di figli, anche in modo innocente.

E si, anche la bambina in realtà io starei lì mentre dorme (i santi bambini olandesi che alle 19.30 vanno a letto).

Insomma, grazie del sostegno e dei consigli, noi amici e vicini vogliamo stare lì appunto per la presenza, per ascoltare, non per dire scemenze inutili.

extramamma ha detto...

Ho letto tutti i commenti e li condivido completamente, empatia ed essere disponibile anche per piccole e stupide cose pratiche mi sembra l'unica strada, è la cosa più orrenda che possa capitare a un genitore e solo parlarne dà i brividi.
Cmq tu sei una persona vera e i tuoi sfortunati amici hanno bisogno di gente come te vicino, non hai bisogno di frasi. Un abbraccio, p

Giovanni Cera ha detto...

E che cosa ci sarebbe da dire ? Se ci fosse qualcosa da dire lo direbbe chiunque. La presenza in occasioni di questo tipo serve solo a prendere atto che la vita di tutti noi è appesa a un filo che prima o poi dovrà irrimediabilmente rompersi. E piangi pure se ti viene da farlo.
(La giornata è iniziata proprio bene oggi)
Un saluto.
Giovanni

Chiara Trabella ha detto...

No, non c'è niente da dire. Non c'è nessun lato positivo. Non c'è da far altro che piangere con loro e cercare di non sentirsi troppo in colpa perché i nostri figli sono vivi e sani.