giovedì 25 marzo 2010

Addio

La bara di un bambino è sempre piccola, ma mai come il cucciolo che c'è dentro. Con i suoi occhietti chiusi, le guanciotte e l'aria distesa. L'orso giallo sulla pancia, qualche vagone del trenino intorno alla testa, e per terra la sua ferrovia di legno, il camion, i suoi libretti preferiti e un enorme palloncino di Cars che gli ondeggiava sopra.

E fiori bianchi e rossi ovunque, a parte il cestino di rose e fresie dai colori caldi dell'amichetta I., unica bimba presente.

Sono andata all'addio di Joakim e come prevedibile è stata una cosa straziante. Mai visti tanti olandesi tutti insieme a piangere. I genitori non c'erano, li vedremo domani al funerale. Pare (ma è sempre così difficile dirle o provarle certe cose) che forse bastava intervenire tempestivamente all'inizio per capire prima di che si trattasse. Non due mesi ad aspettare che passasse la diarrea senza fare neanche un'analisi del sangue.

Andare in ospedale constatare subito che è il fegato, che non è epatite, che non si sa cosa sia, e rimandarlo a casa. Con la maestra del nido che insiste che questo bambino non sta affatto bene e si vede, perché l'hanno dimesso e perché dicono che può tornare al nido?

Fondamentalmente quando alla fine è arrivato alla clinica specializzata che ha detto che ci voleva il trapianto, ed hanno organizzato tutto e trovato l'organo, niente, non ce l'ha fatta per un pelo. Ma anche se avessero fatto il trapianto, avrebbe risolto? Queste cose non le saprai mai, ma fa impressione, a me la fa tanto, sapere che gli hanno pure dovuto fare l'autopsia.

Se come genitore non ti fidi del tuo medico e degli specialisti, a che santo devi votarti? Puoi solo rinchiuderti in casa, tutti e tre abracciati, e cercare conforto nella presenza reciproca.

"Basta, basta, è troppo brutto, torniamo a casa dai nostri bambini" ha pianto la mamma di B. fuori nel parcheggio, mentre cominciava a piovere e tutto il gruppetto che abita vicino alla scuola è salito sulla bicicletta ed ha pedalato verso casa.

Io sono rimasta per ultima con Anja a firmare il registro delle condoglianze (ci scrivi nome e indirizzo) e quello dei saluti, che stava sul tavolo, un quadernino quadrato con una scatola di colori a spirito. Ognuno ha scritto su una pagina un saluto o un conforto in questi bei colori pastello.

Quando Anja è arrivata con la sua cucciola (un patema di 4 giorni, la porto, non la porto, è giusto, è sbagliato) le ho detto subito di entrare il prima possibile nella camera ardente, che secondo me non era impressionante per la bambina, ma magari di non soffermarsi in anticamera, perché secondo me l'avrebbero impressionata di più tutti quegli adulti tristi, che si abbracciavano e confortavano.

"Ho fatto bene" si è detta alla fine. I. fino a pochi giorni fa ancora ha giocato con Joakim e secondo sua madre vederlo ancora una volta le avrebbe spiegato meglio la situazione rispetto al vedere solo la bara domani. così è stato, lei ha bevuto il suo succo portatole dagli impiegati del centro lutto, ha pastrocchiato con il tatuaggio allegato appiccicandolo sulla carta invece che sulla mano, si è un po' dispiaciuta ma gliene hanno dati altri.

Anja oggi gli ha portato del minestrone. Mi sa che domani faccio una lasagna congelabile. Ci si consola con questi rituali antichi di solidarietà di vicinato.

(Poi, siccome la sfiga davvero non finisce mai, oggi ho saputo che un'amichetta di Ennio, che ancora è venuta al suo compleanno, sta in ospedale e le stanno facendo le analisi al sangue. Ed è meglio che sia anemia, se proprio devo dire come la penso. Ma anche no, preferisco un'allergia ai pollini. E di nuovo mezza scuola aspetta il verdetto sussurrandosi le ultime notizie di fianco alla pista di skate mentre i bambini ci corrono sopra).

E io che due giorni fa mi dispiacevo per il divorzio dei genitori di S. e tutto il dispiacere che stanno passando loro tre. Relativizzare, si relativizza tutto.

6 commenti:

emily ha detto...

terribile. mi viene da piangere solo a leggerlo, figurati ad essere li. tremendo

LGO ha detto...

Che cosa orribile.

Mammamsterdam ha detto...

Si, poi lo ripeto che le sfighe vengono tutte insieme, stamattina mi chiama sua suocera per dire che è morto suo cognato, lo zio Anton.

Che per carità, è oltre gli 80, ha da una vita problemi di cuore che basta buttare una pattumiera troppo pesante e rischi di restaci e tutto, si è spupazzato tutta l'agonia, funerale e gestione testamentaria della suocera, imprevedibile non era, tuttaltro.

Il problema è che diventerà una di quelle storie di famiglia con le zia pazze, ma matte sciolte, alla Graz, che le toccherà spupazzarsi tutto e senza remissione di peccato a mia suocera, povera donna, che lei da anni lo vede arrivare. E come al solito mi dispiace per lei che è sempre a disposizione di tutti e si fa infiniti patemi.

graz ha detto...

Guarda, le cose che vedi arrivare prima o poi arrivano davvero mannaggia. Il punto forse è riuscire a non viverle 1000 volte prima del tempo e spero che tua suocera ci sia riuscita, così per non complicarsi troppo la vita prima dell'ora.

Io i miei matti sciolti per il momento li tengo un pò distante a meno di situazioni che a mio parere necessitino intervento, insomma un "dolcemente un pò distante", un forconcino con le punte avvolte nella gommapiuma.

Il giorno che dovrò posare il forconcino ... mi vengono i capelli ritti in testa fin da ora. Altro che emigrare in Olanda ...

:-(

/graz

lerinni ha detto...

non ho parole. mi si chiude il cuore solo a pensarci, a quel cucciolo, ai suoi genitori... abbracciali più forte che puoi, che, lo so, non serve a niente, ma, magari, allontana un po' il freddo che non li lascerà mai più.

Giovanni Cera ha detto...

Mi verrebbe da dire "mi sono guastato la giornata" leggendo il resoconto ma poi ci ripenso, è troppo riduttivo e banale, è come dire "storia terribile, basta adesso, domani starò meglio" ! Per chi crede nel Padreterno ci sarà un Angelo in più che starà attento a qualcuno di noi, di tanto in tanto potremmo averne bisogno ...
... E forse per questo è meglio crederci nel Padreterno, forse.
Giovanni