mercoledì 29 luglio 2009

Vecchi amici



Ultimamente ho riflettuto molto su come funzioni l'amicizia, non solo perché sono rientrata a Tortoreto abbastanza a lungo da rivedere alcune vecchie amiche e farmene di nuove. Ma anche perché ho guardato a cosa succede quando persone che stanno bene insieme mettono insieme anche i propri figli.

Sulle vecchie amiche posso essere breve: da bambina e da ragazza sono stata sempre molto solitaria, nel senso che facevo fatica a incontrare persone a cui piacessero le stesse cose che piacevano a me. Ero un po'un pesce fuori dall'acqua e facevo fatica ad inserirmi nei gruppi, in cui restavo, almeno nella mia percezione, sempre un po' marginalmente.

Ci pativo, tanto, ma mi dicevo sempre meglio sola che male accompagnata. cioè, accettare in nome del gruppo tutto e tutti intorno al gruppo dato, in qualche modo mi andava stretto e preferivo scegliere di volta in volta quello ch mi stava bene.

Adesso mi sono accorta che ci sono persone che ho lasciato 20-30 anni fa e ci ritroviamo comunque con grande spontaneità, come quand dici: sembra ieri. Magari quel piacere e quella spontaneità vengono anche fuori dal fatto che appunto, nel frattempo, non ci siamo dovuti stare addosso, condividere progetti e impegni, e quindi il tutto può mantenere benissimo il bello che c'è stato, senza le interferenze del quotidiano.

Poi ci sono le amiche nuove: persone che conosco da poco, ma con cui condivido abbastanza esperienze e paturnie da creare il senso di contiguità e il piacere di stare insieme.

Poi c'è la mia migliore amica, Vic, con cui per la prima volta dopo anni di distanza e visite frettolose e poco affidabili da parte mia, siamo insieme per alcuni giorni insieme ai bambini e anche se tra lavoro e figliolanza non ci sono mai quei cinque minuti per parlarsi a cuore aperto delle cose di cui possiamo parlare solo insieme, va bene uguale, ce le passiamo per telepatia.

E i nostri figli, che forse si saranno visti 4 volte in vita loro, ogni volta si ritrovano con enorme piacere. Persino il cucciolo di 20 mesi non fa altro che chiamare Orso e Ennio.

E qui entra il discorso figli: a mettere insieme i nostri figli, anche loro sembra che si siano lasciati solo ieri. Istintivamente 'si prendono', si cercano, si ritrovano. Capiscono al volo che noi genitori stiamo bene e rilassati insieme e fanno quindi subito ad accettarsi.

E questo vale anche per me, con i figli degli amici dei miei genitori, con una differenza fondamentale: sono rapporti più incidentali, quindi il rivedersi dopo trent'anni ha il piacere del nostalgico, ma finisce un po' lì.

3 commenti:

tanaka ha detto...

Per me non è ancora il momento, ma inizio già ad avere amiche e amici con figli piccoli ed è interessante vedere come si evolvono i rapporti di fronte ai "nuovi arrivati". Si aggiungono nuovi argomenti ai discorsi, nuove cose da fare insieme e, anche se non ce lo diciamo, fa ancora strano quando ci si ritrova a parlare da mamme (o potenziali mamme) dopo una vita passata ad essere amiche da "figlie", magari amiche d'infanzia, con i genitori che si conoscono o contro i quali ci siamo coalizzate e lamentate per anni! Fa strano, è un mondo nuovo... ma che per ora i miei rapporti di amicizia li ha arricchiti, speriamo che in futuro non sia motivo di attrito bensì di nuove amicizie anche tra i piccoli, come dici tu.

extramamma ha detto...

Che bella la foto d'apertura dei tre dormienti! Stupenda!

graz ha detto...

La rassicurante tranquillità che dà la sensazione dell'amicizia, dei legami, che si tramandano di generazione in generazione ....

/graz