martedì 9 giugno 2009

Aperitivi

Due momenti topici del viaggio in Abruzzo sono stati coronati da un aperitivo. Il primo all'Aquila con Anna. Sono andata a trovarla nel suo container nella zona industriale di Fossa, un posto in circostanze totalmente diverse anche bello, ma che adesso, con il ponte interrotto, la situazione che è quella che è, gli ingegneri accanto che lavorano e fanno tutto il rumore di cui hanno bisogno e la sera che immagino silenzioso ed isolato, magari non è il nido d'amore che uno si sogna da giovane.

Per cui dopo un pomeriggio di chiacchiere e confessioni, ho deciso che ci meritavamo una botta di vita e siamo andate all'Aquila. L'obiettivo era il bar della Villa, che però non sapevamo se era aperto sempre (lo è, mi hanno detto il giorno dopo) e abbiamo virato per quello dietro al tribunale, che era però chiuso.

In compenso abbiamo scoperto una nuova lavanderia, cosa utilissima in una vita post-lavatrice a disposizione.

Siamo finite a Piazza d'Armi, che dato questo campo gigantesco ed invivibile che ci hanno fatto, sta diventando un po' il centro delle attività aquilane. Il bar anche ha messo un container fuori dal locale, con i tavolini, il bancomat accanto, insomma, con molta distrazione si può davvero far finta per 10 minuti che la vita è normale, che gli aperitivi te li servono con le pizzettine le olive e le patatine, e sono anche buonissimi.

Si può far finta di non stare in mezzo a gente che da due mesi non sa, perché non può saperlo, cosa gli accadrà la mezz'ora dopo e che quindi non può far piani di nessun tipo. Si può fingere che sia normale incontrare una conoscente per caso, pazza di gioia all'idea che hanno trovato una sistemazione provvisoria per il negoziodi parrucchieria e che finalmente si può ricominicare a lavorare, che chi lavora non puoi togliergli per due mesi questo e precipitarlo nell'inanità forzata.

Il peggio è che nessuno ti può dire all'inizio che sono solo due mesi. O sei. O 10 anni. ma anche due mesi sono troppi, per non cominicare a dubitare della tua capacità di rirprendere a fare piani e forse anche realizzarli. Ti chiedi se non ti sei scordata come si fa tutto.

E intanto si vive in una tenda, o un container senza bagno e senza lavatrice e senza cucina e già solo questo ti insegna che la quotidianità non esiste. E a volte basta un aperitivo in centro per recuperarla.

L'altro ce lo siamo fatti io e Vic in centro a Pescara, a lato di piazza Salotto al Caffé Venezia, che vi cito per esteso perché ne vale assolutamente la pena (grazie, Manuela, per avermelo fatto scoprire, anche se questa volta non ce l'abbiamo fatta a vederci). Mi riconferma che quando sei in giro in città e hai poco tempo per pranzare e forse neanche tutta questa voglia di appesantirti, ma sei di corsa e una pausa ci vuole, che`cercarsi una trattoria, una pizzetta o un panino non serve.

Meglio un locale elegante, con gli aperitivi buonissimi, che en passant ti scodellano anche un piattino di tortellini panna, funghi e pisellini, e i bocconotti, e il tocco di forma e il prosciutto di Parma, che costa quanto un pasto in trattoria e ci abbiamo pranzato in tre, compreso lo spinacino 18mesenne che è stato buonissimo sul passeggino e si è mangiato con gioia il prosciutto cotto a pezzetti, il melone e l'ananas delle bevande spiaccicato, il mezzo tortellino e la pizzetta.

Da quando le ho detto che scendevo e che sarei passata io e Vic ci sognavamo solo il momento di andarcene da sole in spiaggia, magari di notte, e piangere insieme. Alla fine è l'unica cosa che non siamo riuscite a fare.

Ma un aperitivo per questa volta ci è bastato ed avanzato.

Evidentemente siamo donne frivole. Ma la prossima volta ho deciso che non solo lo rifacciamo, ma ci vestiamo pure per l'occasione, che tanto fa un buon pasto condiviso per recuperare la voglia di normalità.

6 commenti:

Renata ha detto...

Grazie per i tuoi racconti che ci avvicinano a chi ancora sta vivendo momenti di difficoltà e lo fanno senza falsa retorica.

Panzallaria ha detto...

mi hai veramente commossa con questo post...

io ci penso sempre ad anna e agli altri e sapere che c'è anche un posto dove servono le pizzette, non so, mi ha riempita di gioia per loro...

ti abbraccio
panz

Anna ha detto...

perfetta capacità di sintesi....

Mammamsterdam ha detto...

Oddio, proprio la capacità di sintesi... ah, no, è la concisione che non è il mio forte.

vic ha detto...

ma forse tutto sommato non è che non ci siamo riuscite, ad andare a piangere insieme. è che, almeno a me, ha fatto così bene rivederci e parlarci come abbiamo fatto, che di piangere non mi è venuta voglia.

Mammamsterdam ha detto...

Infatti è stata la stessa cosa per me. Quando ero con te o a fare altre cose consolanti, proprio non ci riuscivo, ero troppo contenta per quello che mi veniva concesso in quel momento.

Oh, senti, comincio a pensare che tutto il discorso di piangere che così ti sfoghi a volte sia un pelo overrrated. Ma devo pensarci sopra, che avevo in mente un discorso un pelino più ampio (un altro lenzuolo, che lo dico a fare?)