martedì 23 ottobre 2007

Minigonne

Le minigonne sono un mio trauma di gioventù. Cioè, più che mio, di mio padre, che era capace di farsi venire un attacco isterico se mi beccava con addosso quella che a suo parere fosse una minigonna. Indipendentemente dall'effettiva lunghezza della gonna in questione, il che era una cosa che mi confondeva molto le idee. Con i calzoncini corti non aveva invece nessun problema. Strana cosa, la psicologia paterna.

Quindi per me il primo atto di emancipazione è stato quello di comprarmi e mettermi minigonne alla faccia di mio padre. Peccato, perché io la minigonna la vedo come un capo tipicamente infantile e adolescenziale, nel senso che è a quell'età lì che sta benissimo a chiunque, ma proprio in quegli anni formativi lì non potevo metterla serenamente. In compenso una volta a 16 anni mi sono quasi rapata a zero, anche lì mio padre ha rischiato il coccolone, ma non poteva dirmi niente perché non c'erano potenziali allusioni sessuali. Perché diciamocelo pure, quello era il problema fondamentale di mio padre. Che mi violentassero perché portavo la minigonna, o cose del genere.

A 29 anni ne ho comprata una bellissima di Stefanel dicendomi che visto che stavo per arrivare ai trent'anni, forse sarebbe stata l'ultima e che ne dovevo approfittare. Si, perché a quell'età lì tentavo di darmi coraggio con il mito della "power suit", che assicuro, funziona benissimo. Mai avuto tanti tailleur severi come tra i 22 e i 30 anni. La mia amica Bowine uguale: una comincia a lavorare, cerca di farsi prendere sul serio e mette tailleur su tailleur.

Adesso invece che entrambe siamo femmine di gran carriera, mogli e madri esemplari e soprattutto non sentiamo di dover dimostrare niente a nessuno, tantomeno ai nostri padri, ce ne andiamo bellamente a culo al vento. Tanto sotto portiamo i fuseaux.

E dall'estate (subito dopo i miei 30 anni) in cui ho visto mia suocera in mini jeans, ho concluso che il mio prossimo limite lo sposto a 50 anni. Per ora.

- to be continued fra 10 anni -

Nessun commento: