domenica 31 ottobre 2010

Sofismi

"Perché visto che siamo tutti quanti di sinistra più o meno..."
"Scusami, ti interrompo subito perché temo che tu stia facendo un discorso basato su una premessa falsa e così perde tutto, io non sono di sinistra".

Eccheccà, se cominciano ad usare la sinistra contro di me ci metto un attimo a diventare fascista.

Che poi sono sempre quelli tanto di sinistra a usare la sinistra contro di te in nome della solidarietà che loro non hanno.

Il tutto a proposito di soldi da tirar fuori, ovvio, mica in nome di chissà quale sol dell'avvenire.

(Terri, tu che mi prendi sempre sul serio con tanto affetto, meglio che ti tranquillizzi, io NON SONO liberale. Era un artificio retorico).

venerdì 29 ottobre 2010

Il dolore non è statico (consolazioni a più voci)

Condivido con voi uno scambio mail di stamattina perché stanotte in un momento buio non trovavo le parole per tirare fuori il dolore che covava. E stamattina apro la mail e trovo un messaggio dal titolo: un post che mi ha fatto pensare, questo.

Parliamone insieme se vi va.

"...hai scritto cose belle e intelligenti, e ho letto con partecipazione le risposte

io soffro ma quando ne parlo non so, mi sembra di soffrire di più

sicure che la rimozione o meglio il contenimento non siano terapeutici?

op meglio, vorrei parlarne e sentire un tap tap sulla spalla

ma poi il desiderio rimane lì, insoddisfatto

e tu come lo gestisci il tuo desiderio? non ci pensi +, ti è uscito dalla mente

anche in quei giorni che precedono il ciclo? dimmi come fai..."


Cara,
Non lo so, stanotte per esempio ero insonne a congelarmi davanti al computer e scrivevo un post che non ho pubblicato e piangevo. Non era il lutto che dici tu, un altro, ma sempre quello è. Poi quando ho pianto e mi sono raffreddata da sfinirmi, sono scesa, mi sono sparata 2 fette di prosciutto, mi sono presa un thriller che ho letto fino a dormire e stamattina era passato.

Non sto banalizzando, sto dicendo come va con me. Sono d'accordo che il contenimento ha una sua funzione importantissima, solo che per me è anche un peso che mi risucchia energie mantenerlo. E secondo me poi non è una cosa specifica, il lutto dell'aborto in questo caso, e solo quella che ti sbatte nel buco nero, è un insieme di cose, e quando cominci a toccarne una le altre si rispostano per ridividersi il
posto. A volte ne arriva una nuova e anche lì ci sono spostamenti. E tutto questo rende faticoso il contenimento, magari il dolore fosse statico. Non lo è per me.

Allora ogni tanto questi spostamenti per me raggiungono un culmine, che può essere piccolo come quello di stanotte, ci piango e ci ragiono qualche ora, poi una dormita e rientra.

Oppure grande, e lì interferisce con il mio funzionamento, la mia gioia, l'amore che posso distribuire in giro, l'entusiasmo con cui faccio le cose. E lì ci sono due possibilità: mi trascino, mi riempio di impegni e di lavori fino a crollare, dormo 20 ore al giorno se posso (negli ultimi anni lo evito riempiendomi di cose da fare, mi chiedo però se sia sbagliato). E a volte chiedo aiuto. (Non l'ho messo nella mail, ma pensandoci ora il mio chiedere aiuto delle volte comporta uno sfrantecamento di palle agli amici cari e al capo).

Alcune cose che mi hanno aiutata a vedermi con chiarezza negli ultimi anni sono state la respirazione con la coach, il paio di riti con l'amica sciamana, che io non ci credo ma lei si (ecco, mentre lo scrivevo si è spento e poi riacceso mprovvisamente e misteriosamente il computer:-)) e la psicomotricità, per la serie: che non si dica che non le ho provate tutte, a parte farmi benedire o darmi all'alcol e alle droghe che da lì mi viene facile stare alla larga.

Vedere con chiarezza non significa però risolvere e smettere di star male a intervalli più o meno lunghi. E a me un accenno di risoluzione lo sta dando la psicologa, che non si limita a farmi parlare e fare chiarezza, mi convince ad agire. E la fatica che ho fatto a decidere di andarci e quanto ci ho girato intorno - vedi sopra- mi dice che devo ringraziare mio figlio che con i suoi piccoli disagi mi ha spinta a cercare aiuto per lui, sapendo che era per me. Lunedi comincia anche
lui a vedere la terapeuta e quando gliel'ho ricordato stamattina ha emesso suoni di giubilo. Chissà che si immagina lui e chissà che mi immaginavo io quando non ci volevo andare.

Sono d'accordo con te sul parlare che è limitativo, io su uno dei miei lutti ci ho scritto un libro e ne ho parlato infinitamente con chi lo condivideva e chi no, ma parlare non è servito, anzi. Condividere però si e delle volte non devi parlare per farlo, anche se noi due adesso per forza condividiamo a parole scritte.

Ovvio che rimozione e contenimento, parole che io uso qui da ignorante quindi non in un senso specifico e tecnico che non è mio e non conosco (ci vorrebbe Zauberei qui) quindi prendili come citazione che ci capiamo cosa vuol dire, ovvio che sono terapeutici. Però dipende dal tipo di terapia di cui hai bisogno in quel momento.

Io non prendo mai gli antibiotici per le influenze, per esempio, me le faccio passare a forza di bestemmie, lamentazioni, rincoglionimento totale perché ovvio che continuo a fare quello che devo fare e un paio di giorni di catalessi profonda a letto. Mi durano il triplo e mi danno un fastidio che chi magari ha il medico che gli prescrive l'antibiotico si risparmia.

È ovvio che se ti stacchi mezzo dito tagliando la legna puoi anche decidere di farci una fasciatura stretta e vedere che succede, o correre al pronto soccorso e fartelo
riattaccare (e io con la fobia degli aghi che ho, piuttosto che farmi fare l'antitetanica magari aspetto e vedo che succede). È un esempio del cavolo e sembra che stia banalizzando la cosa ma ha un senso nell'ottica, giusta o sbagliata, con cui io affronto le cose.

Quello che a me serve è chiedermi, invece, cosa mi stia dicendo la mia reazione di me, non com'ero e come sono diventata, come sono in questo momento. Posso anche evitare di darmi una risposta se fa troppo male, ma chiederselo con metodo serve (a me).

Questo non me lo può far chiedere un'altra persona. La risposta non me la può dare un'altra persona. Il dolore non me lo fa passare un'altra persona, perché sono io ad averlo e io a sapere a cosa mi serve. Magari delle volte ci serviva, poi non ci serve più ma ci siamo scordati di buttarlo via. Perché buttarne via uno comporta di nuovo i famosi spostamenti per ridistribuire lo spazio alle piccole e grandi
sconfitte e torti che ci portiamo dietro.

Insomma, non so se quello che ti ho detto ti potrà essere utile, temo di no. Ma devo ringraziarti perché tu non sai quanto ne avessi bisogno io proprio stamattina della tua lettera e l'avermi costretta a pensare a questa risposta. E considerato che non ci sentiamo da un sacco di tempo, direi che il tempismo è tutto.

Senti, se non ti dispiace io ne faccio un post perché secondo me ci saranno altre reazioni che possono arricchire quello che ci siamo dette.

Un abbraccio fortissimo e grazie,

Ba

giovedì 28 ottobre 2010

Domenica a teatro ad Amsterdam

Domenica si replica la Pecorina, alle 16 in Sint Janstraat 37, dietro piazza Dam. Se andate in fondo a questo post ci trovate tutte le informazioni salienti. Prima però vi faccio qualche cenno di cosa aspettarvi:

Intante che vi piacerà, ma si sapeva.
Il peco-pubblico gradisce

Il bar lo stiamo rifornendo
Il barista/Capo al lavoro (si Ale, te lo porto il Primitivo che ti piace)

Suona, come sempre, l'ineffabile Bocconi

Il menestrello contempla

Una storia di amore, passione, gestione di potere, morte e pecore. Un dramma pastorale, le solite cose, insomma.

Othello si dichiara a Desdemona


Non per rovinarvi subito il finale, ma ve lo dico subito, va a finire così (una parte, mica tutto)

La Pecorina
(dramma pastorale)

Domenica 31 ottobre ore 16.00
Sint Jansstraat 37 - Amsterdam

Ingresso: € 6 + offerta libera

La Pecorina pascola allegramente seguendo il seguente programma:

La ballata dell'amore cieco (canzone)

Intervista a Desdemona

La Pecorina (dramma pastorale dalle pagine immortali delle patrie lettere)

Bang Bang - my baby shot me down (canzone)

Intervista a Othello

L'autore (dal manuale di retorica e stilistica)

Almeno tu nell'universo (canzone)



L'autore: Barbara Summa

L'arruffapopolo: Sebastiano Gentile

Desdemona: Silvia Terribili

Ot(h)ello: Roberto Bacchilega

Menestrello: Stefano Bocconi



Musiche e canzoni a cura di Sebastiano Gentile e Stefano Bocconi.

Presentazioni a cura di Marina Vizzinisi



Prenotazioni: info@ondaitaliana.org - tel. 06 25382491



Attenzione! Entro 48 ore dalla prenotazione è necessario versare il costo del biglietto (€ 6 a persona) sul conto corrente nr. 4716196 intestato a Stichting Quelli di Astaroth, Amsterdam. Passato questo termine, la prenotazione decade.

Grandi manovre

Basta, ce la posso fare e speriamo che duri. Ieri ho rimesso a posto 2/3 della soffitaa, portato giù, aperto e in parte organizzato delle cose di cucina che ancora non ritrovavo (anche se il mio bellissimo servizio di bicchieri Le forme del bere di cui mi sono innamorata a 17 anni e che alla fine mamma mi ha regalato per il matrimonio - grazie mamma -latita sempre).

Quando alle 16.30 sono uscita per riprendere i bambini dai vari amichetti con cui hanno passato la giornata (questa settimana abbiamo le vacanze d'autunno da queste parti, visto che in estate ci toccano 6 settimane e basta) avevo l'ingresso pieno di carte e cartoni da buttare.

Ho appeso lampade in tutti i bagni, che le perette attaccate con lo sputo e i blocchetti mi fanno tristezza. Ho cominciato a brigare per finire di appendere tutti i quadri che ancora o a terra e che regolarmente si rompe qualche vetro della cornice. Ho buttato cumuli di carte, sistemnato biglietti da visita, finito di organizzare il corso Vini d'Italia che parte mercoledi e domenica prossimi.

Ho tolto scatoloni (perché li ho aperti e smistati) dal sottoscala in camera nostra e dal futuro bagno delle femmine per ora ridotto a ripostiglio scatoloni. Ho messo la scrivania e appeso la lavagna in camera di Ennio (i lego sparsi, no, no ce l'ho fatta, li ho arrotolati nel tappeto e cercherò oggi di convincerli che tocca a loro).

Ritrovo cose, vedo gente. Forse prima o poi avrò una casa grossomodo definitiva pure io.

martedì 26 ottobre 2010

Giochetti sessuali

"Orso, ma come mai ti interessa il sesso?"
"Orso, se tu vuoi sapere qualcosa basta che ce lo chiedi, che problema c'è, noi ti diciamo tutto. Ma il sesso non è per bambini è per le persone grandi e io non voglio che magari vedi cose che ti possono dar fastidio".
"O magari che ti mettono paura, io lo so che non te lo devo dire così, ma molte cose non sono per bambini e voi siete piccoli".
"E poi chi ti ha detto come si scrive?"

Siamo ancora abbastanza seri tutti quanti quando lui risponde.
"Mentre stavamo facendo i giochini al computer si è aperto da solo e poi un paio di volte ci siamo andati anche con Ennio".

Ennio fa un debole tentativo, non di negare, e manco di protestare, ma reagisce alla chiamata a correo.

"Va bene, facciamo che da soli al computer per ora non ci giocate più e la sera ci giocate qui in cucina, mentre io preparo la cena".
"Ma non possiamo solo una volta?"
"Denti, pigiama e a letto, che vi vengo a far vedere un video. E mettete a posto i giochi per terra".

Da quando i bambini sono a piede libero dietro il computer (ovvero da quando Ennio ha imparato a digitarsi da solo il nome del sito dei giochetti, 4 anni or sono) io e il capo parliamo di filtri, password, controlli vari. poi, chevvelodicoaffà, non se ne fa nulla per mancanza di tempo, altre cose che incalzano, la vita è dura ecc.

Questa la premessa.

Stasera cena alla disperata, i bambini hanno già mangiato una pizza surgelata passata in forno, voluta da Ennio che per una volta è andato al supermercato a comprarsela. Poi ovetto strapazzato per Ennio e occhio di bue semistrapazzato per Orso che si è voluto spaccare da solo le uova, ma poi, invece di fare le bizze quando gli ho presentato una padellona con uno strato sottile di uovo giallino sparso tutto crateri e macchie ha fatto:
"Ma è bellissimo, sembra la luna" e se diovuole se l'è mangiato, previo condimento di sugo e pesto scucchiaiato sopra.

Io volevo filarmela per quei 3/4 d'ora che avevo la macchina ed era ancora aperto il faidte, in uno di quei raptus che a volte mi prendono e domani ho deciso che afferro il trapano e sistemo io tutta una serie di cose.

Poi ho fatto il giro dell'isolato, mi sono detta ma chi me lo fa fare che ce ne sono di cose da fare e attrezzi e materiali preposti in casa e male che vada (o megio, bene) scappo dal ferramenta in bici a fsre la parte della femmina imbranata con questi omaccioni prodighi di consigli e suggerimenti che le viti me le vendono a numero quelle che mi servono che poi ci torno perché me ne mancano due, e se si scocciano me le regalano pure, non il gigante del faidate che avrà di tutto, ma un cane che ti sappia dare un consiglio sensato cercacelo.

E rientro a tirar fuori dal forno la lasagna fatta con i resti della lasagna conviviale di dmenica più le verdure buonissime e sanissime che ho comprato e cotto, ma chi se le mangia, però nella lasagna domenica ci erano piaciute e allora vai, una roba sana ed oculata e pure buona (ci abbiamo poi spalmato anche noi il resto di pesto sopra, lo dico per quei filologi della ricetta).

E mentre sto lì a spadellare lasagne per me e il capo e tento di rispondere alle infinite domande di Ennio, e il capo povero sta a fare un paio di pagamenti prima che la gente smetta di lavorare per me, Orso comincia a ticchettare sul laptop che sta lì ad aspettarmi per il dopocena.

E poi gira il tavolo, va dal fratello, vieni, guarda gli fa, passa sotto il tavolo per riemrgere dal lato del computer, io butto un occhio distratto con la lasagna a mezz'aria e strabuzzo.

Ha ticchettato e quindi aperto un sito di giochini sessuali strapieno di gnocche nude di quelle che se ci clicchi sopra. Io a mano aperta a coprirlo mentre cerco di posare la lasagna e cliccare con l'altra.

Segue discorsetto serio. Per mezzo secondo ho avuto l'impressione che al capo fosse venuto da ridere sotto i baffi quando gliel'ho detto, ma è stato un attimo.

Non so, cioè si, lo so, mi sembrano veramente troppo piccoli per capitare anche per sbaglio tra le gnocche che si infilano robe negli orifizi, è la visualità e la crudezza delle immagini che mi spaventa per loro, non il fatto di parlare di sesso.

Che poi, ma magari mi illudo, sono anche di quei bambini che finora non li ho mai beccati a giocare al dottore o robe simili, secondo me tutto quello che s di sesso gli viene da ridere come una di quelle cose ridicole che fanno i grandi. capisco la curiosità, ma piuttosto li stronco leggendogli Tropico del cancro o magari del capricorno.

Che mi ricordo solo che era una roba talmente noiosa che con la mia amica Lori ci siamo divise le pagine segnando solo quelle dove succedev qualcosa di pruriginoso, poi anche lì, nonostante la curiosità, e le orecchie rosse, tutte ste robe ci sembrabano altamente improbabili e dove starebbe il divertimento, ci chiedevamo? E avevamo almeno 14 anni a testa.

Bei tempi quando non c'era Internet e le uniche cose porno in cui inciampavi per sbaglio erano i frammenti di riviste e fumetti che i ragazzi grandi lasciavano in inverno nelle cabine vuote in spiaggia. Che in fondo, per un genitore, sono molto meno controllabili del computer di casa.

lunedì 25 ottobre 2010

Aprendo il blog vedete una segnalazione di Malware (e se si, come la scovo e la tolgo?)

Carucci belli, oggi è successo a me due volte ma poi ho ritentato e stasera Giorgia mi avverte che succede anche a lei: aprendo questo blog qui, compare un avvertimento che è presente un link di XXXXX(mi sono scordata cosa).repubblica.it che contiene potenziale malwre e insomma, alla larga.

Vi è capitato pure a voi? Ne avete esperienza? Si tratta di un falso alarme o altrimenti come mi libero del link incriminato? Sono gli extraterrestri che arrivano? I primi segni del cataclisma che ci colpirà appena si sposta l'asse di rotazione terrestre? Un complotto dei comunisti? Un complotto contro Repubblica? Altro che non mi viene in mente perché in fondo sono una persona limitata nelle proprie manie di persecuzione?

Se mi sapete dire, ve ne ringrazio.

domenica 24 ottobre 2010

Tanti libri da leggere

Chi ha i denti non ha il pane, chi ha il pane non ha i denti.

Io in vita mia molto ma molto spesso ho avuto la sensaione di non aver abbastanza libri da leggere. E si che ne ho letti un sacco, che gli utlimi due weekend li ho passati a mondare 2,40 per 2,40 metri di scaffali nuovi (inagibili fino a che il maschio non me li ancora alla parete).

Mi servono però per tutti gli scatoloni ancora chiusi dal trasloco, che ho un sacco di roba da cercare.

"Senti, perché non fai una cernita di libri che non ci servono sottomano, li rimettiamo in uno scatolone e li mettiamo in soffitta".
"Mi servono tutti sottomano" (ma sei scemo?)
"Va bene, allora mettici i miei".
"Ma no, proprio adesso che mi sono rimessa a leggere e fosse la volta buona che mi rifaccio una cultura di letteratura olandese, scherzi?"

Però è inutile, negli anni formativi della mia vita quando ho letto con voracità un iradiddio di cose inutili pur di leggere (una serie di manuali di applicazioni tecniche mai adottati da mio padre, per esempio) a me, averli avuti allora sottomano quegli autori formativi che se non leggi in quei periodi poi quando te li rileggi nella vita, che bello che sarebbe stato.

Bene, una così secondo voi cosa risponde quando le scrive un signore da una biblioteca olandese in culo al mondo proponendole di prendersi dei libri in italiano che gli avanzano? Che qui le biblioteche fanno pulizia per far spazio ai libri nuovi.

La sventurata rispose.

La scenturata pensava alla sezione italianistica della biblioteca di Amsterdam dove anni fa ho fatto incetta della qualunque, ma tanto erano quei pochi metri di scaffale.

Poi comunque per arrangiare che il capo andasse in culo al mondo a prenderli i libri, nella serena convinzione che fossero un lascito per la fondazione (e lo sono, lo sono, se avessimo spazio) ci sono voluti dei mesi.

Adesso ho venti pacchi di libri dal deposito centrale delle biblioteche olandesi. C'è di tutto. C'è di più. C è la prova che l'emigrazione italiana in Olanda È in grn parte sarda, come sospettavo, o quell'opera omnia di Grazia Deledda non si spiega diversamente.

C'è che toccherà inventarsi qualcosa di intelligente per la fondazione, perché tutti i libri che ci regalano e che distribuiamo finora erano pochi volumi, per cui non avevamo spazio, e meno ale che qualcuno se li prendeva.

Io qui rischio il divorzio. Ma prima di allora leggerò tanto, ma tanto, ma tanto. Se ne avessi il tempo.

(Ho cominciato con il pasticciaccio di Gadda, autore che da quanto mi sono arenata infinite volte a metà de La cognizione del dolore, ho sempre pensato che non ci sarei arrivata. E mi sto godendo Le parole non le portano le cicogne di Roberto Vecchioni. E mi mancano solo due scatoloni per completare la scrematura dei libri su cui intendo esercitare lo jus primae noctis, perché in effetti qui per leggere mi sono rimaste solo le notti.

Chi più felice di me, o me misera me tapina.