Lo sapevo che mi dovevo fare i fatti miei, le avevo sentite le storie, cosa vi credete, di gente che incautamente si era iscritta e poi ne aveva fatto una malattia.
Ma tant'è, la botta di insonnia stanotte, e meno male che faceva freddo e io per non disturbare il capo nel sonno mi ero portata il laptop sconnesso alla scrivania, per cui un attimo prima del punto di congelamente mi si è scaricata la batteria e sono dovuta tornare a letto a scongelarmi.
Che poi stamattina ho pure scoperto che si può fare a meno di inserire tutti i numeretti se ti fai un giro tra gente più o meno compatibile e copi i libri condivisi, che poi la compatibilità, quando manco un ventesimo dei tuoi libri è inserito, è un concetto aleatorio, ho scoperto anche questo.
Mannaggia a me e adesso un nuovo libro quando lo scrivo se continuo così? Però forse è un bel sistema per regalare a chi li apprezza i libri che mi crescono e che piaciuti o meno, preferisco rimetterli in circolo che tenerli ad occupare scaffali che mi servono per i nuovi acquisti.
L'unica cosa è che per le inserzioni multiple mi si blocca tutto. Ma scoprirò il trucco.
Poi il colpo definitivo me l'ha dato la storia del padre di Vic, sorpreso dal terremoto proprio nel momento in cui aveva finito di catalogare TUTTI i suoi libri e la gente che gli scriveva per offrirgli alcuni dei titoli che aveva, in caso gli mancassero nell'esilio da sfollato. Ecco, se mi succede qualcosa almeno i miei libri si sa quali erano.
Che Facebook, dopo tante manfrine, ci sono entrata e come dicevano i fidanzati tossici della mia amica L. sull'ero, io FB me lo gestisco bene (la metà è poi morta di overdose, ma non staremo a mischiare marzo con le pecore e una cosa seria e tragica come una tossicodipendenza con una non-dipendenza da social network come la mia?)
Le ultime parole famose. Anobii non sono poi tanto sicura di riuscire a gestirmelo bene, ma quadno si tratta di libri, quando mai ho conosciuto il senso della misura?
Comunque mi rintracciate qui.
lunedì 30 novembre 2009
Pizza politica il 2 dicembre ad Amsterdam e manifestazione 5 dicembre
Ve la segnalo per la prima volta, perché non sono mai riuscita a partecipare di persona, la pizzata politica del 2 dicembre, alle 20, da Pizza Taxi, Ceintuurbaan 121, organizzata da Silvia Terribili di Italia dei valori.
Questa delle pizze politiche sta diventando una piacevole consuetudine tra persone che nel condividere un momento di convivialità hanno anche voglia di scambiarsi delle opinioni politiche. chi l'ha detto che un momento di piacere non possa accomunare anche una riflessione sul nostro paese?
Inoltre il 5 dicembre, alle 15, in piazza Dam ci sarà la manifestazione per chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi, qui sotto il video di Silvia.
(Io salterò entrambe le occasioni, a causa di motivi poco nobilmente politici, ma familiari, ovvero è la settimana di Sinterklaas e mercoledì ho il turno al club di calcio dove arriverà il santo con tutta la combriccola per salutare i bambini, e sabato a casa degli zii per aprire i regali definitivi, che questa cosa ci sta sfinendo e inoltre poi abbiamo ancora la Befana. Io davvero non lo so se sto viziandoli, 'sti poveri figli).
Questa delle pizze politiche sta diventando una piacevole consuetudine tra persone che nel condividere un momento di convivialità hanno anche voglia di scambiarsi delle opinioni politiche. chi l'ha detto che un momento di piacere non possa accomunare anche una riflessione sul nostro paese?
Inoltre il 5 dicembre, alle 15, in piazza Dam ci sarà la manifestazione per chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi, qui sotto il video di Silvia.
(Io salterò entrambe le occasioni, a causa di motivi poco nobilmente politici, ma familiari, ovvero è la settimana di Sinterklaas e mercoledì ho il turno al club di calcio dove arriverà il santo con tutta la combriccola per salutare i bambini, e sabato a casa degli zii per aprire i regali definitivi, che questa cosa ci sta sfinendo e inoltre poi abbiamo ancora la Befana. Io davvero non lo so se sto viziandoli, 'sti poveri figli).
domenica 29 novembre 2009
Lasagne alla pinzatrice
"Amore Orso, vai da papà e fatti dare la pinzatrice, digli che mi serve per la lasagna. Se ti guarda strano non ti preoccupare, digli che è proprio così".
"Ma peeerchée devo fare tutto io, io non sono il capo oggi".
"Sei tu che hai scoperto che ti piace la lasagna e io la sto facendo per te".
Eccheccavolo. Ma che 'tte fà'na pooora maaaamma, come si lamentava mia zia Vittoria?
Se il suo secondogenito i piaceri della lasagna li scopre a casa dell'amichetta TEDESCA? ("Ne ha mangiato due porzioni intere" mi informa la madre senza scomporsi, che tanto si sa che i bambini italiani vengono su a pane e lasagna, no? Eccetto che i miei figli si sono sempre rifiutati di mangiare roba sospetta dalla forma non definita e con tanti pezzettini di robe diverse.
E che deve fare la povera mamma italiana in preda a delirio lasagnesco se lei, delle 30 scatole di attrezzi cucina che prima o poi andranno affrontati stamane ne ha aperte solo due e in nessuno c'era una teglia da lasagna?
Improvvisa. Si attacca alla pinzatrice.
(C'erano in una delle due scatole due forme per il turbante, che sarebbe il ciambellone ad onde: una di metallo e l'altra arancione in silicone. Ovvio precisare che io un turbante in vita mia ancora non lo faccio).
Si diceva però della lasagna e della pinzatrice. Si procede così, prendi una teglia in dotazione al forno e ci stendi sopra un pezzo doppio di carta da forno. Poi ci fai sopra la lasagna con il ragù al macinato di soja vegetariano che basta metterci tanto trito di odori nessuno si accorge della differenza, le mozzarelle light che quelle avevano al supermercato e il grattugiato di parmigiano, quello almeno bollinato e si spera autentico.
Poi pieghi la carta da forno agli angoli, fermi gli angoli con la pinzatrice e fai un pacchetto rettangolare, un po' chiuso, inforni a 180 gradi per 30 minuti e appena esce, vi faremo sapere.
Tocca improvvisare ed io improvvisai.
E con questo inauguro la serie del manuale della casalinga sciroccata, che dalle mie parti sta semplicemente per la casalinga pigra che cerca scorciatoie inusuali per accorciare i tempi tecnici della casalinghitudine grazie al pensiero laterale, ma tanto laterale che mi è andato alla deriva.
Dedicato a Flavia, che essendo casalinga dentro lei, non trova di meglio che darmi della sciroccata.
PS: la lasagna poi è venuta buonissima, ci siamo contesi l'ultimo terzo poi diviso fraternamente, poi comunque lasciato lì dalle belve, perché come dice Orso:
"Io ho un corpicino piccolo e adesso è pieno, voi non ce la fate a vedere quanto è pieno" e sporge la pancia, per poi elaborare:
"Però dopo che ho fatto la cacca non è più pieno e posso mangiare di nuovo".
Fatto è che eravamo pieni anche noi e il Ben & Jerry's di dessert incombeva. Che il bello della casalinga sciroccata è che non ha bisogno di star lì a seguire schemi. Primo e gelato, che vuoi di più come pranzo domenicale?
sabato 28 novembre 2009
Prove
Stasera ricomincia la stagione prove. Sono rientrata all'1.30 e domani Sinterklaas arriva al lavoro del capo.
Ma quanto è bello rivedersi e lavorare. Io ho letto alcuni brani dalla Rivincita del calzino spaiato di Panz e sono sicura di tirarne fuori qualcosa di buono.
Adesso la memoria.
Ma quanto è bello rivedersi e lavorare. Io ho letto alcuni brani dalla Rivincita del calzino spaiato di Panz e sono sicura di tirarne fuori qualcosa di buono.
Adesso la memoria.
giovedì 26 novembre 2009
I polacchi, la suina e la speranza della nazione
Mentre andavo in Italia giovedì scorso ho letto al volo che il ministro della sanità polacco ha sostenuto in parlamento di non avere ancora abbastanza informazioni rassicuranti sull'uso del vaccino della suina. Il ministro è pediatra, quindi mi sembra che alcune delle cose che dice abbiano un senso. I critici sostengono che è tutto un trucco per non cacciare i soldi e perché gli altri paesi europei lo hanno fatto?
Quello che fanno gli altri saranno affari loro, sostiene lei, a me interessa sapere se come governo dobbiamo guardare agli interessi dei cittadini o a quelli delle case farmaceutiche. I tre vaccini disponibili hanno dosaggi diversi ma vengono trattati come equivalenti e a dar retta al oro non esistono effetti collaterali, cosa che sarebbe un miracolo del signore, visto che tutti i vaccini ne hanno o non funzionerebbero. Lo dice un medico, non io.
A questo medico danno ragione altri ricercatori, che però vengono in genere citati poco. Come Tom Jefferson, epidemiologo e direttore degli studi sui vaccini della Cochrane Collaboration, un autorevole network di 11.000 scienziati in 90 paesi, che viene unanimemente considerato il fornitore della migliore evidenza scientifica disponibile. Anche l'associazione mondiale per la sanità definisce il Cochrane "la fonte di prove scientifiche di alta qualità".
E cosa dice Jefferson? Che in base a studi che loro fanno da decenni, i vaccini in genere non hanno effetto su bambini sotto i due anni, cominciano ad avere senso per bambini molto più grandi, praticamente nell'adolescenza e per adulti sani. E non hanno praticamente quasi nessun effetto tra i malati cronici e anziani, specialmenti i più anziani.
In Olanda sono proprio i gruppi di cui è scientificamente provato che il vaccino non funziona quelli a cui viene consigliato. Chiaro che Jefferson non sia molto amato nella comunità scientifica. Il punto non è se il vaccino funzioni o non funzioni, il punto è che non è sufficientemente dinostrato scientificamente che davvero riduca i casi di influenza suina. E paragonata alle statistiche della normale influenza stagionale, non è che la suina finora abbia fatto tutti questi danni stratosferici.
Anche con l'influenza stagionale a volte muoiono persone che per il resto sono sane, solo che non te lo mettono tutte le volte in prima pagina sui giornali nazionali.
In base a questo discorso sull'influenza stagionale, che paraltro non prendiamo quasi mai, noi in famiglia abbiamo deciso subito a settembre che non ci saremmo vaccinati, né noi né i bambini, contro la suina, anche se ho scoperto che da un paio d'anni il lavoro del capo li fa vaccinare collettivamente in ufficio contro l'influenza stagionale, perché gli costa meno che se un solo consulente si ammala e resta a casa alcuni giorni.
In Olanda, grazie anche al megaconsulente del ministero che, si è scoperto ben presto, sta pure a busta paga di una delle case farmaceutiche che producono i vaccini "ma per altre questioni" sostiene lui (una situzione che a mio avviso seppellisce la credibilità di chiunque, ma lasciamo perdere), hanno comprato subito vaccini per tutti. Fiesta!
Insomma a mio avviso basta un minimo di buon senso e non farsi lavare il cervello dalle voci mainstream, ma chiedere a scienziati seri cosa ne pensno,per evitare un sacco di tutti i patemi che ci facciamo e tutte le conseguenze di questa cosiddetta pandemia annunciata. Però non ci si può fidare manco delle riviste scientifiche, perché, come dice Jeffrey Drazen, caporedattore del New England Journal of Medicine :
"L'acquisizione di pubblicità quest'anno è stata fantastica. Ha praticamente compensato la perdita di introiti dovuta alla contrazione nelle tirature che tutti gli editori accusano" (cito da un articolo su Vrij Nederland, con traduzione mia).
Quindi, sottolinea Jefferson, negli ultimi anni si constata un trend in ascesa di pubblicazioni sui vaccini in riviste di grande impatto, ma casualmente solo quegli studi sponsorizzati dalle case farmaceutiche.
Quindi, non si sa se il vaccino funziona, va bene, ma se non fa niente comunque non fa neanche male, no? Invece si, non esiste un medicinale senza effetti collaterali, quindi l'efficacia va valutata mettendo a confronto pro e contro e se il contronto va a favore dei contro nel senso che i pro scarseggiano, è giusto farsi venire dei dubbi al mondo. E poi rendiamoci conto che i soldi che buttiamo in una cosa che non serve o fa addirittura male, non possiamo più usarli per qualcosa di utile (vogliamo ridarci un'occhiata all'ultima finanziaria?)
In Europa molti soldi sono stati già buttati nei vaccini. Ma come fa notare il ministro polacco, perché le case farmacutiche non mettono semplicemente i vaccini sul libero mercato lasciando ai consumatori la responsabilità di decidere ognuno per sé se li vogliono comprare? Perché passare questa responsabilità ai governi? In fondo se hai un prodotto fantastico e tutta questa potenza di marketing, lascia fare al mercato il suo lavoro se sei un imprenditore.
Ma evidentemente quello che va di moda al momento sono i grandi imprenditori che gli investimenti preferiscono farli pagare allo stato (devo nominarla qui Alitalia o basta così?)
E questo ce lo devono ricordare i polacchi in Europa, porca miseria. I polacchi, quelli che 25 anni fa stavano a Roma a lavare i vetri ai semafori quando nel loro paese tutta l'economia era di stato. Cosa vedono loro che noi non vogliamo vedere?
Non sono mai stata così orgogliosa del mio coté polacco come la settimana scorsa, e tutto grazie a Ewa Kopacz, che è titolare di un ministero importante come la sanità (saluto en passant anche le quote rosa) e medico e non ha paura di dire quello che pensa e non farsi venire il complesso di inferiorità da "ma gli altri lo hanno fatto e noi no?".
Me lo tengo come pensierino della settimana per ricordarmi che si può anche pensare con la propria testa e non solo con il portafoglio altrui.
Quello che fanno gli altri saranno affari loro, sostiene lei, a me interessa sapere se come governo dobbiamo guardare agli interessi dei cittadini o a quelli delle case farmaceutiche. I tre vaccini disponibili hanno dosaggi diversi ma vengono trattati come equivalenti e a dar retta al oro non esistono effetti collaterali, cosa che sarebbe un miracolo del signore, visto che tutti i vaccini ne hanno o non funzionerebbero. Lo dice un medico, non io.
A questo medico danno ragione altri ricercatori, che però vengono in genere citati poco. Come Tom Jefferson, epidemiologo e direttore degli studi sui vaccini della Cochrane Collaboration, un autorevole network di 11.000 scienziati in 90 paesi, che viene unanimemente considerato il fornitore della migliore evidenza scientifica disponibile. Anche l'associazione mondiale per la sanità definisce il Cochrane "la fonte di prove scientifiche di alta qualità".
E cosa dice Jefferson? Che in base a studi che loro fanno da decenni, i vaccini in genere non hanno effetto su bambini sotto i due anni, cominciano ad avere senso per bambini molto più grandi, praticamente nell'adolescenza e per adulti sani. E non hanno praticamente quasi nessun effetto tra i malati cronici e anziani, specialmenti i più anziani.
In Olanda sono proprio i gruppi di cui è scientificamente provato che il vaccino non funziona quelli a cui viene consigliato. Chiaro che Jefferson non sia molto amato nella comunità scientifica. Il punto non è se il vaccino funzioni o non funzioni, il punto è che non è sufficientemente dinostrato scientificamente che davvero riduca i casi di influenza suina. E paragonata alle statistiche della normale influenza stagionale, non è che la suina finora abbia fatto tutti questi danni stratosferici.
Anche con l'influenza stagionale a volte muoiono persone che per il resto sono sane, solo che non te lo mettono tutte le volte in prima pagina sui giornali nazionali.
In base a questo discorso sull'influenza stagionale, che paraltro non prendiamo quasi mai, noi in famiglia abbiamo deciso subito a settembre che non ci saremmo vaccinati, né noi né i bambini, contro la suina, anche se ho scoperto che da un paio d'anni il lavoro del capo li fa vaccinare collettivamente in ufficio contro l'influenza stagionale, perché gli costa meno che se un solo consulente si ammala e resta a casa alcuni giorni.
In Olanda, grazie anche al megaconsulente del ministero che, si è scoperto ben presto, sta pure a busta paga di una delle case farmaceutiche che producono i vaccini "ma per altre questioni" sostiene lui (una situzione che a mio avviso seppellisce la credibilità di chiunque, ma lasciamo perdere), hanno comprato subito vaccini per tutti. Fiesta!
Insomma a mio avviso basta un minimo di buon senso e non farsi lavare il cervello dalle voci mainstream, ma chiedere a scienziati seri cosa ne pensno,per evitare un sacco di tutti i patemi che ci facciamo e tutte le conseguenze di questa cosiddetta pandemia annunciata. Però non ci si può fidare manco delle riviste scientifiche, perché, come dice Jeffrey Drazen, caporedattore del New England Journal of Medicine :
"L'acquisizione di pubblicità quest'anno è stata fantastica. Ha praticamente compensato la perdita di introiti dovuta alla contrazione nelle tirature che tutti gli editori accusano" (cito da un articolo su Vrij Nederland, con traduzione mia).
Quindi, sottolinea Jefferson, negli ultimi anni si constata un trend in ascesa di pubblicazioni sui vaccini in riviste di grande impatto, ma casualmente solo quegli studi sponsorizzati dalle case farmaceutiche.
Quindi, non si sa se il vaccino funziona, va bene, ma se non fa niente comunque non fa neanche male, no? Invece si, non esiste un medicinale senza effetti collaterali, quindi l'efficacia va valutata mettendo a confronto pro e contro e se il contronto va a favore dei contro nel senso che i pro scarseggiano, è giusto farsi venire dei dubbi al mondo. E poi rendiamoci conto che i soldi che buttiamo in una cosa che non serve o fa addirittura male, non possiamo più usarli per qualcosa di utile (vogliamo ridarci un'occhiata all'ultima finanziaria?)
In Europa molti soldi sono stati già buttati nei vaccini. Ma come fa notare il ministro polacco, perché le case farmacutiche non mettono semplicemente i vaccini sul libero mercato lasciando ai consumatori la responsabilità di decidere ognuno per sé se li vogliono comprare? Perché passare questa responsabilità ai governi? In fondo se hai un prodotto fantastico e tutta questa potenza di marketing, lascia fare al mercato il suo lavoro se sei un imprenditore.
Ma evidentemente quello che va di moda al momento sono i grandi imprenditori che gli investimenti preferiscono farli pagare allo stato (devo nominarla qui Alitalia o basta così?)
E questo ce lo devono ricordare i polacchi in Europa, porca miseria. I polacchi, quelli che 25 anni fa stavano a Roma a lavare i vetri ai semafori quando nel loro paese tutta l'economia era di stato. Cosa vedono loro che noi non vogliamo vedere?
Non sono mai stata così orgogliosa del mio coté polacco come la settimana scorsa, e tutto grazie a Ewa Kopacz, che è titolare di un ministero importante come la sanità (saluto en passant anche le quote rosa) e medico e non ha paura di dire quello che pensa e non farsi venire il complesso di inferiorità da "ma gli altri lo hanno fatto e noi no?".
Me lo tengo come pensierino della settimana per ricordarmi che si può anche pensare con la propria testa e non solo con il portafoglio altrui.
Chi si trova a Viareggio il 5 dicembre?

Io saprò fare tante cose, ma il diavolo si nasconde nei dettagli e sono quelli che mi fregano. Quando mi sono iscritta a Donna è Web mi sono scordata di ricordarmi che da regolamento la presenza delle finaliste è obbligatoria (avete capito dove sto andando a parare?)
Me ne sono scordata prima di tutto perché non pensavo di finire in finale, poi perché non avevo idea che nell'ultimo mese circa sarei andata due volte in Italia e infine perché non ho fatto caso che la premiazione avveniva il 5 dicembre, praticamente - mutatis mutandis -la vigilia di Natale, che uno sta a casa con i bambini ad aprire i regali.
Peggio, ho pure chiesto io a mia suocera: ma il 5 dicembre, per Sinterklaas, vogliamo fare qualcosa tutti insieme per i bambini? E abbiamo organizzato da loro. Mia suocera già disapprova un pochino - o mi piace immaginarlo a me, perché mi chiedeva: ma ci devi proprio andare in italia? Non è meglio che finite di sistemare la casa, che state faceno una vita... - tutti gli spostamenti passati, se adesso le saboto il sinterklaas proposto da me, meglio che a Natale non mi ripresento (cioè, meglio che mi ripresento, cosi me lo dice).
Saranno tutte pippe mentali da stress, non dico di no, ma a me in questo momento sta stressando il fatto di organizzarmi questa discesa in Italia. A parte i soldi, che contano anche loro.
Insomma, cerco qulcuno che mi rappresenti alla premiazione. Non è che qualcuno di voi che già ci va mi fa questo favore?
Il 5 dicembre a Viareggio, dettagli seguono se mi scrivete a orsovolante(chiocc.)gmail.com.
E grazie.
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