giovedì 16 ottobre 2008

Noi, i bambini dello zoo di Amsterdam

Lo zoo di Amsterdam si chiama Artis, che sta per l'abbreviazione di Natura artis magistra. Noi che ci abitiamo vicini abbiamo tutti la tessera annuale, che io uso davvero troppo poco, ma insomma che ti permette di entrare quanto vuoi e delle volte uno ci va a mo' di giardinetti, che hanno delle aree giochi proprio belline.
L'altro vantaggio, se fai l'abbonamento, è che ti regalano Artis de Partis, la mascotte più orrenda dell'emisfero boreale, a cui hanno appena aggiunto Martis, il cugino verde marziano (per via della riapertura del Planetarium). Mi sono sempre rifiutata di ritirarlo e ho buttato, senza dirlo ai figli, il voucher.

Finora per me andarci era uno sfiancamento immane, che ce n'era sempre uno troppo piccolo per trascinarsi in giro e chissà perché, io Orso l'ho cacciato dal passeggino prima dei 20 mesi e mal me ne incolse, ma con senno di poi siam buoni tutti a lamentarci. Poi ce n'eran sempre due che non volevano andare via e andavano trascinati di peso all'uscita, una cosa che alla schiena non mi ha mai fatto davvero bene. Poi il tempo, che è vero che ci sono tutti i padiglioni interni carini, ma in genere ero sempre così stanca e piena di senso del dovere tutte le volte che andavamo, che magari per questo non ci andavo spesso. In tutto ciò, il motivo fondamentale è che se hai due bambini, dal momento in cui camminano tutti e due uno corre da un lato, l'altro nella direzione opposta e ce n'è sempre uno che si perde e l'altro che ti sta attaccato come una palla al piede mentre tu vorresti correre a salvare il primo.

Oggi, sotto la pioggia torrenziale e io senza ombrello, che secondo me non c'è niente di peggio di avere un ombrello da gestire mentre devi afferrare un gruppo di mostri stavamo fuori dallo zoo ad aspettarli tutti. visto che saggiamente i genitori hanno un gruppetto di 4-5 bambini, ma non il loro, che distrae troppo e dà il cattivo esempio, dei 5 affidatimi ne conoscevo bene uno. Le altre due, dal nome, erano due delle infinite biondine intercambiabili di cui la scuola è piena. I nomi, me li confondevo di continuo. alla fine della giornata invece li conosco benissimo.

Siamo andati per prima cosa nel padiglione delle farfalle, con sosta estemporanea dai rettili, causa scroscio torrenziale. non siamo finiti di entrare dalle farfalle che hanno dichiarato in coro di aver fare, e ci siamo stravaccati in una stanza buia, con dei faretti viola, in cui venivano proiettati dei film (larve e bruchi, magari non dei più appetitosi) e che aveva al centro questo megapouf morbidoso rivestito di plastica. Abbiamo riprovato un paio di bambine di un altro gruppo che avevano preso una farfalla in mano e volevano portarla fuori.
Poi ci siamo trasferiti nella stanza accanto, un tunnel panchinato con oblò che davano sulla vasca delle foche che avevano già visto in esterni.

"Che amore, è uno dei gemellini che sono nati da poco", mi aveva informata una delle bimbe quando fuori, su una roccia, c'erano una mamma foca panzallaria e una fochina curiosa accanto. che questi bambini abbonati allo zoo sanno vita, morte e miracoli di tutte le bestie e sappiamo pure, alla fine della giornata, che mamma elefante è di nuovo incinta e verso marzo nasce un altro elefantino.

L'ho tirata per le lunghe dalle foche che alle 11 avevamo una lezione dall'altro lato dello zoo e volevo star fuori il minimo indspensabile per arrivarci, a scanso di pioggia. per strada abbiamo visto gli orsetti lavatori, il porcospino gigante, i lama e altre bestie.

"Le iene", gridava uno.
"No, sono cani selvatici" correggeva l'altro e uno sguardo di nascosto al cartellino confermava.

S. mi aveva fatto promettere di portarli al museo geologico (mai stata con i miei). Dai rettili aveva persino tirato fuori una macchinetta fotografica digitale da bambini (marò), ma poi le foto migliori le ha fatte alle papere fuori.

Per strada abbiamo incrociato il gruppo di Ennio e ci siamo fatti tante coccole.

La lezione ce l'ha tenuta una signora, e chi ha prima di tutto mostrato un insetto stecco femmina e ce lo ha fatto tenere in mano a tutti. (Io, seduta dietro al bimbo inglese gli facevo una simultanea, già che c'ero).

Poi ci ha fatto vedere una colomba, spiegato dove ha le orecchie e fatta accarezzare. Poi tutti i bambini hanno potuto tenere in braccio una cavia o un coniglio e darli una foglia di indivia.

Poi ci ha fatto vedere una testa di leonessa impagliata (io credevo fosse un orso). Un molare di elefante (pesantissimo, mi verrebbe l'emicrania a portarmi in giro un molare del genere). Altre cose interessanti che ho rimosso.

Insomma, ci ha spiegato tante cose carine, ci ha dato l'anteprima del prossimo elefante e poi fuori tutti, e con S. che se li è trascinati dietro ho dovuto inseguirli al museo gelogico. per fortuna, dopo un giro veloce con tante pietre e teschi interessanti, ci siamo arenati nella saletta dei film, tutti gli altri gruppi ci hanno seguito, li' abbiamo pranzato, J. si è persa e poi ritrovata fuori, abbiamo giocato fuori sugli scivoli a forma di giraffa, gufo e stegosauro, siamo andati a trovar le capre nel recinto degli animali da fattori e finalmente, prima che si rimettesse a piovere al planetario, dove abbiamo visto un filmetto sgli astronauti e mi sono quasi appisolata.

A quel punto erano le 13;30 3 siamo andati a giocare in un giardinetto pieno di altri gruppi di altre scuola. Dopo due tuoni sono spariti tutti, tranne un altro padre temerario. alle prime gocce di pioggia ci siamo imboscati sotto le torrette dei giochi e quando ho capito che era proprio grandine li ho fatti sedere in un tunnel d'acciaio orizzontale, in cui entravano perfettamente tutti in fila appallottolati, mentre io stavo sotto la piattaforma di una torretta.

Dopo la grandinata ho deciso che per quanto mi riguardava la giornata era finita, ci siamo rimboscati in un angolo del negozio del planetario a guardare quanto pesavamo sui pianeti con una gravità diversa (e per ogni peso mostravano anche la foto di un animale di peso corrispondente, tipo il cricetone gigante delle ande che pesa una cinquantina di chili, aiuto).

Insomma, nonostante la stanchezza e la tensione che se ne perdesse uno, i cinque sono stati esemplari, io ho scoperto angoli nuovi dello zoo a cui portare le belve e anche per quest'anno ho. fatto la mia parte e mi sono conosciuta meglio con un paio di altre madri, che in quella nuova classe di Ennio, davvero, ancora non conosco nessuno.

Al ritorno siamo passati a dire ciao alle signore della libreria Italiana, che è dietro l'angolo, a riprenderci la biciclettona riparata e ad andare a lezione di percussioni.

adesso per un'oretta non ci sono per nessuno, non ho neanche il coraggio di farmi il bagnone caldo, da cui prima o poi dovrò uscire.

(Marina, però sono riuscita a non ammalarmi. almeno come movimenti strategici dentro tutti i padiglioni al chiuso dello zoo merito 10 e lode).

2 commenti:

MarinaV ha detto...

Guarda che bacilli e altri mostri invisibili fanno sentire la loro presenza solo dopo qualche giorno... Fatti il bagnone caldo e prenditi qualche preparato vitaminico precauzionale, ché domenica ti voglio in gran forma, farfallina!

Anonimo ha detto...

Mi sono stancata solo a sentire il tuo racconto... sei mammaenergia :D