sabato 4 ottobre 2008

Via Crucis


"Ma perché deve morire? Io non voglio".
"Si, ma Ennio, non ti preoccupare, poi finisce bene".

Alla fine ho deciso di portarmi Ennio, lasciando Orso al doposcuola, anche in chiesa per il battesimo di Oskar, amichetto e vicino metà polacco e metà olandese. Quello della sua sorellina 4 anni fa me lo sono perso perché ho girato disperatamente in tutto il centro alla ricerca di un parcheggio.

La Sint Nikolaaskerk è la mia preferita: è quella grande di fronte alla stazione centrale (di fianco all'Hotel Barbizon, che si è inglobato la cappella di Sint Olof come centro congressi, ma è un'altra parrocchia anche quella.) È la prima chiesa cattolica costruita ad Amsterdam dopo la Riforma, ed ovviamente hanno dovuto far vedere i muscoli a quei dannati protestanti, che per così tanto tempo avevano bandito il cattolicesimo, tanto che la gente se poteva costruiva chiesette clandestine, come per esempio la chiesa di Nostro Signore in soffitta, nel sottotetto di una delle case patrizie del centro.

Per distinguersi ne hanno fatto una cosa sovraddecorata con marmi policromi, statue, dorature, lampade e una via crucis enorme lungo i due lati della chiesa. E durante il battesimo Ennio ha notato i disegni, mi ha chiesto cosa fossero e gli ho promesso che alla fine ci saremmo passati e gli avrei raccontato tutti gli episodi (per fortuna tutte le scene portavano un titolo che mi illuminasse).

Il giro l'abbiamo fatto due volte, e se non avessero buttto fuori tutti che la chiesa chiudeva, magari anche una terza.

"E lì cade due volte".
"Si, e poi ancora una".
"E perché quel bambino piange?"
"Perché gli dispiace che lo uccidono".
"E perché si fa buio quando muore?"
"Perché dio si arrabbia e vuole farglielo capire"

"Ma perché deve morire?"
"Ehm, perché la gente era diventata cattiva, allora dio gli manda suo figlio che è buono, e poi la gente lo ammazza, così poi capiscono che non devono essere più cattivi".

Come spiegazione (teo)logica fa acqua da tutte le parti, ma vabbé. Il fatto è che la logica del sacrificio del Figlio di dio fatto uomo per redimerci dai nostri peccati non mi ha mai convinta molto. Eccheccavolo, ce ne sono di soluzioni più eleganti, economiche e comprensibili, se proprio vuoi redimere l'umanità e sei dio. Avrà anche lui avuto delle giornate meno brillanti.

Ma mi è sembrata un'occasione bellissima per una piccola lezione pratica di catechismo. Il capo è ateo, io appartengo al club, ma a modo mio e ogni volta che entro in una chiesa mi viene da piangere, all'idea che i miei figli al club non appartengono. Anche se con le ragioni del capo mi ritrovo completamente, ed è per questo che ho smesso di sentirmi parte della chiesa cattolica così com'è. Preferisco farne una questione fra me e dio,anche se è un dio che mi deve ancora convincere della propria esistenza. E se decide di farlo, farà meglio ad essere convincente.

Però nei limiti della mia esistenza, trovo che siamo figli della cultura del nuovo testamento, e se voglio che i miei figli un giorno possano apprezzare la letteratura europea, Bibbia, Vangeli e miti greci e storia romana un pelo glieli devo passare.

Perché, come dice mio suocero, un battesimo è quasi una cosa fuori dal tempo. I genitori non praticanti decidono di farla finita con le ipocrisie e rifiutano di compiacere genitori che a loro volta e a muso torto hanno forse battezzato i figli per compiacere i nonni, ma per il resto hanno piantato lì la cosa.

Nella provincia protestante e quella del sud cattolico forse è diverso, ma ad Amsterdam battezzare un bambino, quando spesso i genitori sono delle felicissime coppie di fatto, se non anche divorziate e al secondo o terzo grande amore, che davvero, se non altro si è coerenti.

Insomma, ho approfittato del battesimo di Oskar anche per questo e mi è andata di lusso. anche se a un certo punto mi sono chiesta seriamente se la via crucis sia il miglior modo di avvicinare un bambino al mistero della fede.

"Insomma, alla fine muore, però per finta, poi risorge", si tranquillizza Ennio sul'autobus che riporta tutti a casa per la festa.

Tutto è bene quello che finisce bene.
In realtà leggendo le prime frasi del sito della parrocchia di san Nicola ad Amsterdam da cui ho preso la foto, ho capito perché dal primo momento che sono venuta ad Amsterdam nel 1995, questa chiesa mi ha sempre fatto un'enorme simpatia: ci sono entrata la prima volta durante i canti gregoriani del venerdi santo, perché in genere è chiusa.
"I credenti della chiesa di San Nicola non sono affatto tutti dei supercredenti. La maggior parte crede e dubita contemporaneamente. Perché la vita a volte non è come quello che si prova dentro la chiesa. Perché le parole di fuori sono spesso tanto diverse da quelle del servizio religioso".
Avrei potuto dirlo io, lo sottoscrivo.

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