Tutto bene nonostante il teatro che non conoscevamo. I tecnici erano bravissimi, anche solo per questo fa bene andare su altre piazze, e le chiacchiere alla fine con chi è rimasto intorno al buffet graditissime.
Il resto lo dice Marina nel blog radio e in effetti su una cosa concordo; mi stavano venendo un paio di patemini all'inizio, quando vedevo che alcune persone in prima fila quando facevo il monologo appiccicata al pubblico guardavano ostinatamente per terra e non me. Che io sono di mio tanto timida e se non era per Ruvy, che ha imposto il costume ed aveva ragione come sempre, col cavolo che mi presentavo in mutande (vabbè, calzoncini) e reggicalze en plein public.
Ma si sa, il teatro e gli amici cocciuti servono anche a farti uscire da te stessa e i tuoi limiti.
Poi, come mi rincuorava Ruvy dietro le scene tra primo e secondo atto, che mi preoccupavo per l'interazione con il pubblico sulla scaletta, che sbattere in faccia un reggicalze a qualcuno non mi sembrava carino, viste le premesse:
"Guarda che stai facendo un'opera buona, per certa gente. È quasi una vergogna che sia gratis" che dirmi una cosa del genere senza farmi stramazzare, ci vogliono giusto gli amici.
E proprio in quel momento è entrato il capo, che ha ruggito guardando Ruvy:
"Chi è che si stava spalpazzando mia moglie, poco fa?", cosa che ha finito per rassicurarmi. che avere il capo a fare le luci aiuta tanto contro le inibizioni, so che lui è lì, qualunque cosa succeda.
Veramente, con questo andazzo, mi tocca rallegrarmi che il mio povero papà non ci sia più, lui che ululava a ogni gonna che mi sfiorava il ginocchio in quanto mini e per definizione indecente, e me le proibiva. Secondo me ieri rischiava il colpo apoplettico.
Chissà, forse fare la Papillon con quel costume lì è stata una forma di parricidio. Che ci vuoi appurare, con la psiche?
Credits foto: grazie Marina
4 commenti:
scusa, giusto per informazione...
tuo marito è siculo e dotato di lupara?
:-)
Certo, e si munisce pure di bombe a mano, se l'occasione lo richiede.
Mmmmuuuaaaaaaaaahhhh!
Un MONOLOGO in REGGICALZE.
Che donna, che donna!
E io che mi preoccupo di velare la scollatura prima di salire sul palco... d'ora in poi, reggicalze! :D
Cocca, ma io te l'ho pur detto qualche tempo fa: binacheria curata, reggicalze e vai di scena fino alle 3 di notte.
Per l'arte questo ed altro. Intanto ho convinto l'amica bravissima e cantabilissima a darci il giovedi sera come serata fissa di prove e cena da me, di portarsi dietro chi vuole, chissà che non impari qualcosa da lei? Dai, che se veniamo a vivere in Italia faccio audizione da Ad.
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