mercoledì 15 ottobre 2008

Ma si può?

Domani la maestra Laura mi ha incastrato per accompagnare le belve allo zoo. Era assolutamente disperata. Ma si può?

Io che mi sono fatta i corsi per l'assertività. Che sono stata dei mesi a respirare con la coach. Che sfanculo a destra e a manca, da allora.

Adesso mi girano. Avrei potuto dire che allora tanto valeva rimandare la gita allo zoo a tempi migliori. L'avrei persino ripetuto di persona alla classe. Che poi mi guardavano con gli occhioni, che ormai ci contavano, e Ennio è una settimana che mi ripete che a scuola cercavano genitori che accompagnassero.

Per fortuna è l'ultimo giorno prima delle vacanze d'autunno.

Ma non ci casco più (ah, ah, rise la marchesa in portoghese).

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao, non ci conosciamo ancora... ma mi ha incuriosito il tuo riferimento a una coach. Hai avuto davvero una coach, e di cosa si trattava? o era solo un modo di dire :)? comunque, va bene così dai: d'accordo che (secondo i coach) bisogna saper dire di no per gestire bene il proprio tempo, ma qualche volta anche cedere è bello, soprattutto quando i cuccioli apprezzano.

Chantilly ha detto...

hehehe ... non ci caschi più...si certo.

Papà Volontario ha detto...

apperò. che invidia. sei ad amsterdam, una vera città a misura d'uomo, con le biciclette e la possibilità di fare il genitore. chissà se un giorno farò come te: lo sogno da un paio d'anni ...

Mammamsterdam ha detto...

Flavia: io prima che nascessero i bambini ero una workoholic di quelle assurde, in più avevo l'idea di dovermi far amare dal mondo facendomi il culo conto terzi.

Ci ho messo tempo a staccare e comunque come tutti, non ero davvero preparata a cosa significhi nel quotidiano avere un bambino che ogni tre ore mangia per un ora. E glielo puoi dare solo tu.

Aggiungici che pur avendo giurato a me stessa di non diventare la madre italiana ansiosa assurda, i geni ci sono e quello che evitavo di fare di giorno me lo sognavo come incubo la notte.

In quel periodo ho conosciuto Betta, che mi piaceva molto come persona e per le scelte che aveva fatto nella vita, parlando parlando mi dice che fa respirazione consapevole, comincio a respirare con lei e ogni sessione era composta da chiacchierata iniziale su quello che mi era successo dalla volta precedente, sessione di respirazione guidata (ogni tanto andavo in apnea e lei mi doveva "svegliare") e poi feedback finale, in cui mi veniva una fame da orbi e lei mi faceva le tigelle con la mortadella (hai visto mo' la coach bolognese quanto fa bene?)

In fondo un coach è una persona che ti fa da specchio, e che però ha imparato a non farti crogiolare nell'autocompiacimento e a difendersi dalle cose negative che tu tiri fuori. il lavoro e i cambiamenti vengono tutti da te stessa.

Insomma, così in breve. Poi ognuno sceglie quello che funziona meglio per se. Nel mio caso avendo l'intelletto ipertrofico, un approccio basato sul corpo e la respirazione che con me sta messa male da sempre, erano un modo per mettere in funzione altri miei modi di agire e pensare. Che le conclusioni, se ci enso un attimo, ci arrivo da sola.

Però la mia idea è che a un certo punto la mossa te la puoi dare solo tu e per questo Betta a un certo punto mi ha buttata fuori, dicendo che ormai me la cavavo benissimo da sola, e che lei era sempre lì per me, ma non dovevo tornarci per un po' a respirare e dovevo cominciare a fare io i cambiamenti nella mia vita.

Per quello ci vuole tempo che si tratta di modificare lentamente il tuo quotidiano, il modo con cui ti poni verso gli altri, insomma, nulla di impossibile, ma ci vuole un po'.