venerdì 10 ottobre 2008

Kinderboekenweek


E parto con una serie di minipost a raffica, che ce ne sono di cose in questi giorni su cui vorrei scrivere un po' di più, ma non ho assolutamente tempo e i temi mi ronzano nelle orecchie, che dà un bel fastidio. La prima è che domani finisce la Kinderboekenweek, ovvero la settimana del libro per bambini.

Nei Paesi Bassi ci sono la Boekenweek, ovvero la settimana del libro, in cui il settore editoriale chiede ad un autore famoso di scrivere il regalo della settimana del libro, un breve scritto, un librino, novella, racconto lungo o miniromanzo, che poi viene regalato nel corso della settimana a tutti gli acquirenti di libri. La cosa culmina nel Boekenbal, l'esclusivo ballo per il quale gli scrittori si scannano per esserci, in quanto tutte le case editrici hanno un numero limitato di inviti. Insomma, si fa il conto di chi conta e ci no. come l'anno che Salman Rushdie arrivò accompagnato dalla bonazza super, che poi i giornali di questo hanno parlato.

Poi, per par condicio, esiste anche l'equivalente per la letteratura dell'infanzia e della gioventù, un settore sul quale si investe moltissimo, in questo paese, che evidentemente rende. Si comincia alle prime vaccinazioni del pupo, in cui al consultorio ti raccomandano di leggere ad alta voce al bambino, anche se di pochi mesi, per aiutarlo nello sviluppo linguistico.

Per dire, in tema di trasloco, avrò riempito tre scatoloni solo con i libri dei bambini. La Kinderboekenweek, però, è molto più micragnosa dell'equivalente per adulti. Non solo nessuno ti regala un bollino, i poster che la nostra scuola ha appeso per il corridoio, li hanno pure pagati. boh.

Il tema di quest'anno era la poesia e oggi pomeriggio la nostra scuola ha presentato a quei genitori che potevano andare a prendere i figli, una raccolta di "poesie" scritte da tutti i bambini. a quell'età poesia significa rima, un esercizio che ci tornerà buono per Sinterklaas, a dicembre, per scrivere le rime sfottò con cui accompagnare i regali.

Insomma, lo dico di cuore: questa raccolta di disegnini, prove di scrittura dei piccoli (che dovevano giocare con l'acronimo del proprio nome) e di rime dei più grandini, che sono a volte dei divertissement molto buffi e teneri, rimarrà uno dei miei ricordi più cari e sono cavoli di chi mi sgombrerà la soffitta quando muoio.
Però al mio orecchio di scrittrice, fanno decisamente schifo. Se ne salvasse uno. ci fosse uno spunto, un pensiero, una assonanza che ti saltino un attimo all'occhio. Lo so, non era questa la pretesa. E se vedo l'età degli autori, mi dico: un peana alla buona volontà, ma 'ste grandi promesse letterarie io non le vedo.

Se non fosse per la settimana del libro in fondo nella scuola olandese non c'è questa ossessione per (il bello) scrivere, tutta quella camurrìa di pensierini, temi, discorsi che ci toccavano a noi. E i risultati si vedono.

Magari la differenza è questa; loro sono un popolo di lettori, noi di scrittori. E in nessuna delle due direzioni questo commento implica un giudizio di qualità.

1 commento:

Anonimo ha detto...

bellissima la considerazione finale...qui da noi la scuola va a remengo e immagino che se va come vuole la gelmini, di tempo per leggere ne resterà davvero poco...