mercoledì 9 gennaio 2008

OI (overdose da informazione)

Premessa: io vivo fissa in Olanda dal 1994 (e non è che prima in Italia ci stessi poi tanto), la TV non l'ho mai veramente guardata in vita mia e dal 1995 non ce l'ho proprio più (in Olanda l'abbonamento è via cavo, se non paghi sei oscurato).

Le mie informazioni le prendevo tramite abbonamento a un quotidiano e un settimanale olandesi e Internet. Poi, tra figli, notti insonni, allattamento e overdose di roba da leggere (che ci arrivano in casa anche una serie di riviste professionali, e poi quelle per cui scrivo io e devo almeno sfogliarle per vedere cosa scrivono in generale ecc. ecc.) cominciavamo a far fatica.

Ma visto che tutto nella mia vita in Olanda la faccio secondo dei trend generali (cerco casa dove la vorrebbero tutti, i corsi a cui voglio iscrivere i bambini hanno liste d'attesa di anni, ecc.) evidentemente non ero la sola. Il nostro quotidiano propone in quei giorni l'abbonamento weekend: ti consegnano a casa solo il numero del venerdi e quello quintuplo del sabato. Secondo me l'idea era quella di incoraggiare all'abbonamento i lettori del weekend, quelli che al sabato vanno a fare la spesona e si comprano il numerone del sabato (così intanto gli appioppano anche quello del venerdi e ci si cominciano ad abituare). Credo però che con parecchi la cosa li abbia fregati: gli abbonati in overdose che per pigrizia non avevano ancora disdetto, nella segreta speranza un giorno di mettersi in pari, saranno in massa passati alla versione wekend. Così anche noi.

Poi, dopo alcuni mesi, visto che al martedi ancora non finivo il numero del venerdi precedente, abbiamo disdetto tout court. Tanto il capo nei 200 km al giorno che si spupazza per andare al lavoro e tornare ascolta la radio e se ci sono cose urgenti che devo sapere me le comunica e poi io me le cerco.

Mi sono rassegnata alla mia temporanea ignoranza. C'è gente che quando ha i figli piccoli smette di lavorare, quella che smette di leggere libri, quella che smette di vedere gli amici, quella che rinuncia agli hobby, io rinuncio all'informazione quotidiana. Un giorno riprenderò, chissà, magari quando vado in pensione.

E mi sono così accorta di una cosa: non mi manca per niente. Il mio settimanale mi riporta tutte le notizie che hanno superato la prova dell'immediato. Quindi che hanno già dimostrato da almeno un paio di giorni che vale la pena di perderci del tempo ed approfondirle. Per altre informazioni e approfondimenti che mi premono ho le ricerche che faccio per i miei programmi radio e i miei articoli. Per le cose estemporanee Internet. Per le cose che non becco da sola, qualcuno me le racconta o mi chiedo cosa ne penso e allora mi informo (vedi che conviene non rinunciare alla vita sociale). Infine, io faccio la traduttrice e l'interprete, il che mi permette di sapere in anticipo un sacco di roba, magari non direttamente utile al mio quotidiano, ma sul lungo termine qualcosa ne faccio sempre.

I libri invece li leggo e li rileggo: essendo meno estemporanei, qualcosa di utile sul breve e sul lungo termine ce lo trovo sempre. Avendoci perso del tempo maggiore per scriverli l'autore, avendoci dovuto pensar bene l'editore, essendomi sbattuta io per cercarli e trovarli, o inciampandoci semplicemente, anche qui, il rumore di sottofondo si è perso per strada prima di arrivarmi alle orecchie (è una scusa, io un libro lo leggerei sempre e comunque).

E l'informazione italiana? Lì sui trend ho sempre avuto la controtendenza: mi ero decisa ad abbonarmi a Diario che me lo chiudono. Allora ho lasciato perdere direttamente, non è che conoscere le parole e gli spostamenti del Papa mi sia così utile nella vita.

Anche dall'Italia, quindi, l'informazione locale (che nell'economia generale dell'universo quanto conta?) mi arriva talmente concentrata, selezionata e scremata da sembrare quasi una cosa seria. Come tutti vorremmo che fosse, ma non sono i tempi.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

pare che Diario (o almeno un suo equivalente, con la stessa squadra) riprenderà a uscire da gennaio. appena so qualcosa ti informo. nel frattempo mi sono comprata il dvd-rom contenente l'archivio completo 1996-2007 (io con le notizie faccio come gli scoiattoli con le noci).

Anonimo ha detto...

Penso che l'informazione italiana (che fa abbastanza ridere i polli per molti aspetti) non manchi a nessuno. Finchè la davano in chiaro io guardavo i tg della TSI1 (Televisione della Svizzera Italiana) che dava le notizie dell'Italia. E ci si accorgeva di quanto poco ci dicessero i tg nazionali, di come tagliassero le notizie per non farci sapere che il politico x veniva fischiato, che l'europa diceva male della cosa y etc. E ci si accorgeva di quanto ci martellano di gossip o di casi di cronaca violenta per non farci prestare attenzione alle altre cose (Vedi ora il caso Bruni-Sarkozy con cui aprono i tg tutti da almeno una settimana o il delitto di Garlasco, e prima la strage di Erba, e prima ancora il piccolo Tommy etc)

Ma il numero quintuplo del quotidiano cosa sarebbe? ti mandano in una volta tutti i numeri della settimana precedente?
Ciao!!
Trasparelena

Mammamsterdam ha detto...

In effetti il numero del sabato avrei dovuto spiegarlo meglio. Qui tutti i giornali la domenica non escono (e per far stare aperti l'IKEA e pochi altri negozi nel giorno del signore c'è veramente voluta la mano di Dio, la Bible belt si oppone). Allora il giornale del sabato è doppio, triplo, quadruplo, quintuplo. Cioè ci aggiungono (per lo meno nella testata che leggevo, che era NRC, una quaterna di articolo scientifico, una culturale, una di libri, una di vita moderna ecc. Anche il numero del venerdi a volte è rimpolpato. Quindi il sabato ti arrivano dei pacconi di carta, che buttarli tutti e subito al riciclo è peccato, e non leggerli anche, che a me viene l'ansia da prestazione.

Ah, Elena, ti sono in debito anche sul Gluhwein: è vino caldo con le spezie (lo vendevano anche all'Ikea, in versione con e senza alcohol).

Anonimo ha detto...

Grazie per le spiegazioni, scusa se approfitto ma son curiosa, e colgo anche l'occasione per farmi una cultura, che non fa mai male :-)
Il fatto dei negozi aperti la domenica qui da noi c'ha, secondo me, i pro e i contro. E' comodo perchè si riduce un po' il casino allucinante che si trova al sabato, però si riducono le occasioni per fare cose un filino meno consumistiche.

Anonimo ha detto...

con tutte le persone che si lamentano per la chiusura di Diario (io non ci ho dormito una notte, sul serio) non capisco perché abbiano chiuso.

bicchiere mezzo pieno: siamo a gennaio, non vedo l'ora di rileggerli.

ragazze, mi mettete sempre di buonumore :-)

Mammamsterdam ha detto...

Io l'ho saputo per sbaglio che chiudeva, però pare la distribuzione fosse un problema e a L'Aquila, in centro tre edicolanti non l'avevano proprio, uno ne prendeva una copia apposta per un cliente che la richiedeva apposta. capisci che se neanhe lo trovi per caso in edicola e lo prendi per vedere com'è, una rivista nuova come si fa a scoprirla?

L'importante è che riaprano.