Quando hai un'ufficio in casa (e sembrava tanto una buona idea, soprattutto prima di aver bambini in giro per la stessa casa) c'è il grosso vantaggio che puoi essere completmente efficiente e professionale per e-mail e telefono anche se in realtà sei a letto in pigiama con il laptop in grembo (il mio laptop ha avuto una crisi di rigetto dal Wifi che abbiamo messo, e unico apparecchio di casa, sta attaccato al cordone ombelicale del cavetto di fianco al letto). Poi CorePeloso si meraviglia perché ancora non mi compro la telecamera per messenger. Non sa quante volte abbiamo risolto problemi organizzativi al telefono dalla vasca da bagno o peggio.
Con la tecnica si risolve tutto, i rapporti madre-figli invece hanno bisogno delle loro scorciatoie.
- Mammaa! (Mamma è due piani sotto al telefono e non può rispondere).
- Mammaa, vieni a vedere! (Mamma conclude in fretta la conversazione).
- Barbaraaa! (Mamma riattacca).
- Dimmi amore?
Non solo Gnorpo One ha capito benissimo che se non reagisco come madre tanto vale rivolgermisi da adulto ad adulto (e funziona bene, in effetti), ma avendo molto bene in mente il rapporto di causalità, chi glielo spiega ormai che quando sono al telefono faccio fatica a rispondergli e che il vocativo usato stavolta non ha avuto nessun ruolo in proposito?
Passo da professionista a madre in due rampe di scale, e vado a risolvergli un problema di ingegneria per un mega-ponte ferroviario, che dal tavolino del salotto, attraverso il dondolo rovesciato e uno svincolo sul divano dovrà arrivare a toccar terra 45 cm. più in basso.
Se andiamo avanti così, con i tempi decisionali italiani e la sua vocazione in erba, se se la coltiva per bene, sarà giusto lui a fare in tempo a costruire il ponte sullo Stretto.
- Ma come hai fatto mamma?, meraviglia lo gnorpolo all'onniscienza della madre che gli mette una fiancata del castello come base per le rotaie. Non sono più Barbara.
Per fortuna si fa presto a ristabilire le zone di competenza.
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