Ho visto ieri sera la mia amica, ritagliandoci uno spicchio di notte tutto nostro tra madri ansiose e figli dormienti. Ed è stato quasi come prima, anche se la gelateria ci ha buttate fuori e siamo finite in macchina sperando nn si scaricasse la batteria del computer prima che avessimo finito di mostrarci e raccontarci.
Ho visto all'Aquila zio preferito nr. 2 (2 in ordine puramente anagrafico, non di affetto) e gli ho scroccato un pranzo. Ci siamo visti al parcheggio della Coop al Torrione, siamo saliti un po' più su in questo ristorante fantastico, ho parlato ininterrottamente, mi dicono, un vizio che questi ultimi due giorni sicuramente mi si è accentuato. Ma forse mi stavano solo sfottendo.
Mi ha raccontato la sua vulgata sul nome imposto a suo padre, Lucifero. Tutto era così incredibilmente normale in un giorno di festa, poca gente in giro a fare un' ultima spesa prima che la Coop chiudesse, gli altri probabilmente fuori porta.
Sono passata davanti al bivio di Onna. Ci siamo fermati, ho pianto, ho tentato di fare una foto, technology fails me again. Ma mia madre mi ha tirato fuori il diario del dirottatore russo e ci siamo ammazzate dalle risate. appena torno a casa ve lo traduco e lo posto.
Nella vita in fondo è molto più facile ridere che piangere, e fa anche bene alle rughe.
Monica al telefono mi ha detto una cosa molto saggia. Che sicuramente la mia percezione delle cose in questi giorni è caambiata. L' avevo messo in conto.
Barbara mi ha detto una cosa vera: che la vita cambia, perché che tu rientri o meno all' Aquila, è cambiato irrimediabilmente il tuo tessuto sociale.
Maria Luisa, che il 5 aprile le avevano detto che le avrebbero indotto il parto il 6, ha èpartprito tre giorni dopo. I bambini sono molto saggi. Adesso i parenti li hanno attirati a Parma con la scusa di festeggiare insieme il primo maggio e conoscere il bambino e gli hanno fatto trovare tutto pronto per restare lì, compresa la scuola per i bambini. Lo hanno pubblicato sulla gazzetta di Parma.
Adesso dovrei solo tornare a casa e farmi impollinare dal capo, per poi concludere che la vita continua. Se i miei mostri non rifanno la bravata di salire sul tetto, come hanno fatto domenica, che il capo aveva al telefono la voce da svenimento.
"e' successa una cosa molto brutta". La voce, è stata solo la voce.
"Dimmi solo se sono vivi" .
"Si, ma sono saliti sul tetto. Orso l' ho proprio ritirato dentro io, ma Ennio ha detto che anche lui è uscito da una finestra ed è poi rientrato dall' altra. Orso invece è arrivato a quella dei vicini."
"Compra una catenella e fissala che non si apra più di uno spiraglio".
Che in questi giorni che cerco di capire come mettere in sicurezza una casa inagibile, le catenelle me le invento lì per lì.
"Ottimo, non ci avevo pensato".
Decisamente la vita continua.
1 commento:
Maro', i figli sul tetto sono da svenire davvero!
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