martedì 30 giugno 2009

Imprese orsesche

Orso, si era capito, è quel tipo che sa quello che vuole e si rifiuta di fare quello che non vuole. Per un bel po' io fingevo che fosse la crisi dei due anni, quella dei tre anni, quella dei tre anni portata a quattro, adesso ne ha cinque ed è inutile nascondersi dietro a un dito: è proprio fatto così.

E considerato che è abbastanza autonomo, che anche se aveva la tendenza a scappar via ultimamente tira dritto (devo averlo spaventato abbastanza), io in genere lo lascio fare e cerco di capire quel suo modo ellittico di dirmi le cose importanti, e di mettere i paletti dove e come posso quando serve. Anche se lui si arrabbia.

Prima si arrabiava buttandosi a terra, mordendo, picchiando. Adesso con le botte di distruzione e autolesionismo "Io sono così arrabbiato che rompo la porta". Magari è una fase pure quella (ma quando finiscono 'ste fasi?)

Orso sogna, si estrania ma osserva tutto e non gli sfugge niente. È molto fisico nelle sue manifestazioni di affetto, ama tutte le bestie e gli insetti, che se può si prende in mano e altrimenti osserva tutto intento. Gli piace farsi massaggiare e grattare i piedi. Se sei triste o stanca, ti viene vicino e ti accarezza dove capita.

Non è il tipo che si butta a fare una cosa in pubblico (a quattro anni, il coro della scuola, suo fratello stava in prima fila a fare la diva, lui si rifiutava di salire sul palco, si era infilato dietro a tutti, poi cantare cantava, ma quando mi ha visto ha voluto esser portato via).

Poi ultimamente mi ha fatto capire che gli interessava il balletto, ma che essendo notoriamente roba da femmine, temeva la stigmatizzazione. Ho trovato una scuola con la classe per i maschi il lunedi sera ("Anch'io voglio venire a fare danza con i maschi duri" fa Ennio, che tutte le cose da maschio duro e puro sono ovviamente ideali), se non è troppo esausto dal doposcuola. E siamo andati a fare una lezione aperta, che disgraziatamente erano tutte femmine.

Messo nel gruppone di vecchie e nuove, la maestra mostra la prima posizione da cui poi devono fare un passo, punta, giù in avanti. Lui tiene i piedi ostinatamente paralleli.
"Orso, così, guarda".
"Io preferisco guardare" fa, tutto rattrappito, poi corre da me e me lo prendo in braccio.

Poi c'è un pezzetto da fare seduti in terra con anche i genitori e lì facciamo insieme. Tutto il tempo continua a lamentarsi che ha sete, e manco le promesse di gelato lo tengono buono.

La sera a casa, per far vedere a Ennio cosa si è perso, rifà esattamente quel paio di passi e mosse che avevano fatto le bambine. È un'osservatore, su questo nessun dubbio.

Però quando la maestra spiegava a un paio di bimbe che dovevano legarsi i capelli con le mollette o la fascia, lui sottovoce mi ha detto: "Io voglio tagliarmi i capelli" per paura che le mettessero anche a lui.

Al saggio di percussioni ha fatto lo scemp tutto il tempo e ogni volta che non toccava a lui: smorfie, mosse, tutta una roba da esibizionista, tanto quel corso lì è una cosa familiare e quindi si può scatenare.

"Ha fatto inaspettatamente bene", mi fa il maestro a fine saggio. "È vero che sta sempre distratto e per conto suo, poi però quando tocca a lui mostra di aver sentito tutto e lo sa anche rifare. all'inizio avevo dei dubbi, perché è ancora così piccolo, ma è andata bene, mi sembra".

Il maestro fin dalla prima lezione lo ha tenuto in prova e solo alla nona si è fatto pagare il corso.

Insomma, questo è il mio cucciolo piccolo, ancora per poco. Ancora per poco ha la panzetta tonda e un accenno di manine paffutelle, ancora per poco avrà le sue guanciotte bellissime. E ancora per poco avrà le rabbie irragionevoli. Poi spero, impari anche un pochino di realpolitiek, ad essere meno intrasigente con sé stesso, soprattutto, ma anche con gli altri. A non arrabbiarsi per le cose da poco, ma ad agire per quelle importanti. Ad osare di andare con la testa sott'acqua, perché secondo me nuoterebbe meglio del fratello alla sua età, se si decidesse.

Un sacco di queste cose si giocheranno quest'estate, perché le vacanze sono anche quei periodi in cui i bambini improvvisamente fanno i balzi di crescita, fisica e mentale. Basta che convinca mia madre a non metterlo all'ingrasso.

2 commenti:

Mammagiramondo. ha detto...

Mi hai commosso con questo post, per come parli di orso, per il modo in cui lo vedi, per la dolcezza che traspare dalle tue parole, per il tuo modo di guardarlo crescere. proprio qualche giorno fa con mio marito guardavamo Aj cercando di vederlo da una prospettiva diversa da quella classica di genitori. A volte ci riesco e allora lo vedo così "grande", mi accorgo di come cambia, ovviamente non solo fisicamente. Di come cresce...
Ho sempre desiderato un bambino grande, per condividere con lui le nostre avventure, i viaggi, le sensazioni, per parlarne insieme la sera nel lettone, per fare progetti, preparare la valigia e mille altre cose.
Però a volte un po' di nostalgia e paura mi viene. Perchè essere mamma di un bimbo grande è ancora più difficile!!!
Un abbraccio grande

Roberta Filava ha detto...

..i tuoi figli sono due bambini bellissimi e tu sei una vera mamma orsa..
belle le parole sulle guance che andrnno via e non potremo più toccarli e palparli con nauralezza e possesività..mmm..già mi mancano al solo pensiero!
un bacio a te..
due baci ai ragazzi
roberta