venerdì 12 giugno 2009

Cosa ci insegna tutto ciò?

Sembra una cosa banale, e sembra uno di quei casi in cui i genitori difendono i desideri del figlio contro le decisioni della scuola, una situazione che io trovo sempre deleteria ma che succede, che non siamo angeli.

Però sia io che il capo (e soprattutto lui, nella mia interpretazione, perché si sente in colpa, visto che è lui quello che per evitare rogne al lavore è partito tardi, si è incastrato nel traffico ed è arrivato tardi) non siamo affatto d'accordo con la decisione della scuola di non dare la medaglia ai bambini per aver saltato una delle 4 sere di marcia.

Orso l'ha presa con filosofia ("allora la compriamo, però io ne voglio una gialla come quella della scuola perché mi piace").

Ennio invece ci patisce moltisimo, un po' perché è nel suo carattere, un po' perché era così contento di fare questa marcia per la medaglia, visto che quella di nuoto l'ha persa il giorno stesso e per lui era una rivalsa. A lui la nostra medaglia di consolazione non interessa, lui voleva quella dei suoi amici e riceverla insieme a loro.

E lì facciamo un po' fatica a fare i genitori, perché io gli dò pienamente ragione, ma come glielo motivo?

Questa situazione aveva già iniziato a dar vita a una serie di "cattivi insegnamenti" da parte nostra, tipo: se stai zitto e non lo dici a nessuno che non siamo andati, vedrai che non ci fanno caso. Sapevano che li raggiungevamo per strada, ed ero disposta a mentire: eravamo dietro, in fondo, insieme a un'altra scuola. C'erano migliaia di partecipanti, avrebbe retto.

Solo che Ennio è patologicamente incapace di mentire e in un certo senso ci assomiglia, siamo così (fatti salvi i casi in cui la vita ti insegna un po' di diplomazia).

E già mi facevo il patema teorico se fosse un bell'insegnamento da dare a tuo figlio, ma il fine giustifica i mezzi. E il fine era la medaglia, questo era chiaro.

Io cercavo di buttarla su quello che credo sia poi lo scopo di organizzare una cosa del genere: farsi una bella camminatona, scoprire pezzi di città ai confini tra città e fuori, farlo insieme ai propri amici e loro genitori per aumentare lo spirito di coesione, e tutte queste belle cose. amore, ci siamo divertiti tutti insieme l'importante è questo.

Si, domani. e cosa gli rispondo quando ha chiesto:
"Ma adesso con la medaglia che gli è avanzata cosa ci fanno, mica la buttano?" nche lo spreco gli sembrava ancora peggio del fatto che non l'avessero data a lui.

Allora io mi chiedo: perché cavolo siamo stati, migliaia di genitori e bambini, per quattro sere, con il sole e con la pioggia, a farci 5 km. a botta, trascinandoci dietro i più piccoli che non ce la facevano sempre, correndo dietro ai grandi, euforici, che ti sparivano dalla circolazione, cenando male e tardi, andando tutti a letto ad orari per i bambini inverosimili quattro sere di seguito e quattro mattine a tirarli su con la gru.

Il motivo per cui l'abbiamo fatto noi, per come stiamo messi in questi giorni e per quello che ci è costato farlo (capo che si alza alle tre del mattino per finire il lavoro che non ha fatto a tempo a finire prima e dopo cena) meritava una medaglia anche se abbiamo saltato una sera causa traffico del capo.

Il motivo per cui la scuola non ce l'ha dato non lo capisco, ma la settimana prossima ci sono i colloqui per le pagelle e mi sembra un'occasione per chiederlo senza fare polemiche, ma tanto per capire l'impostazione pedagogica che sottende una decisione del genere, che ripeto, a Orso non cambia la vita, ma a un bambino come Ennio che già da una settimana si chiede perché lui sta male dal lunedi al venerdi, e quindi qualche forma di disagio a scuola ce l'ha, non convincetemi del contrario ("però mamma, sono contento quando vado a scuola perché imparo a fare i calcoli", mi ha detto stamattina) si.

Perché l'unica spiegazione di tipo pedagogico che mi viene in mente è quella di insegnargli che le regole purtroppo sono regole, che non sarebbe giusto nei confronti degli altri che i quattro giorni se li sono fatti tutti e che a volte nella vita si hanno delusioni per motivi indipendenti dalla tua volontà e dal tuo potere di modificare le cose.

Temo però invece che questa sia una mia sovrapposizione teorica, che innanzitutto non concorda con l'impostazione della scuola, che vivaddio è pure una a indirizzo Dalton e se volevo metterlo in una scuola di regole a cazzo lo mandavo a una scuola protestante di quelle belle ortodosse.

E poi non tiene conto del fatto che probabilmente tutto questo è il risultato della stupidità di una o due persone che ogni sera sono andate a controllare esattamente sulla lista chi c'era e chi non c'era.

Quindi su una cosa non mi sento più a disagio nell'insegnare a mio figlio a mentire: quando hai a che fare con gli stupidi devi mentire, mentire a oltranza, come forma di difesa preventiva. Non si può fare diversamente nella vita.

E sono contenta che sia stata la scuola a farmi prendere questa decisione: le scuole, ti danno sempre tanti insegnamnti che poi servono nella vita.

11 commenti:

supermambanana ha detto...

e se la mettessi sulle regole, ma non regole sulla premiazione, regole del gioco, sul ridere? Se a Monopoli devi tornare al via, lo devi fare, non importa quanto sei stato bravo fino allora. Sdrammatizza. Poi il cazziatone alla scuola lo fai, cavolo non pensavo che i Dutch fossero cosi' ligi, qui nella lovely medaglie e well-done stickers non le fanno mancare a nessuno.

.... sulla storia del mentire... ripensaci quando se meno incazzata... non mi convince granche' e non aiuta i malesseri di Ennio...

love

Monica ha detto...

probabilmente hai ragione, lo scopo sembra il voler ribadire che la regola è la regola e in quanto tale va ulteriormente ribadita,
magari il contesto in cui ribadirla poteva essere più legato all'esecuzione di un compito di classe, perchè il rischio è (per me) di rinforzare un comportamento solo competitivo, dimenticandosi tutta quella bella parte dell'apprender cooperativamente ... vabbè ma è altra parte della storia ...

insomma cosa cavolo bisogna insegnare ai bimbi?
per me le regole sono piuttosto sacrosante, e a maggior ragione oggi in cui qui in italia le regole non valgono nulla, ma alla figlia grande sto cercando anche di trasmettere il valore della complessità, del senso della giustizia, del ragionamento, e del valore del saper pensare ...

ma spesso quello che dico alla figlia grande si scontra con la realtà della scuola (per quanto a 11 anni comincia anche ad aver un suo pensiero critico) e mi vien da solidarizzare con ennio, che non ci sta con una regola (un pò stupida) che schiaccia invece di permettere ...

ma è una vecchia questione vale solo la prestazione e il risultato o vale anche l'impegno?

alla grande ho detto che a prescindere dall'esito finale la sua pagella (per me e solo per me) sarà fatta solo di 10, per:
le sveglie alle 6,30,
per un anno in cui ha imparato ad esser la sorella grande,
ha cambiato scuola, maestre, compagni,
regole e abitudini (ed è stata fatta sentire non adeguata perchè non aveva svolto il programma identico ai nuovi compagni),
ha sempre studiato e non ha perso colpi ...

e per quello che vale le sto offrendo lo sguardo su se stessa che si impegna, e di non aspettare sempre che il riconoscimento sia solo dell'altro, ma di sapersi anche osservare e autovalutare ... nell'impegno o nello "svacco" che sia....

così piccolo ennio per la fatica, l'impegno e le sveglie ... la medaglia ... noi te la vorremmo proprio dare ...

:-)

scusa la lunghezza del commento ...mi sa che mi hai mosso delle cose ....

Mammamsterdam ha detto...

Si, lo so, non gli insegneremo a mentire, anche perché deve ancora nascere la persona che ci riesce con lui, proprio non è capace.

Era che negli ultimi mesi mi sono ritrovata in alcune situazioni in cui se fossi stata meno stupidamente onesta mi avrebbero trattato meglio, e allora mi chiedo come difendersi dagli stupidi.

Ma evidentemente non si può.

Chiara ha detto...

Io azzarderei che concorre al farti arrabbiare anche il fatto che in fondo esserci o no non dipendeva soprattutto da lui, ma da voi. E cheè un po' irritante vedersi di colpo trattati come bambini, essendo affermati (ed arrancanti) professionisti... no?

Rabb-it ha detto...

Ma non hanno pensato a fare diversi premi?
Una medaglia a mo di consolazione a chi ne faceva una sola, o due, tipo quella che ti danno per la stramilano.

e poi tre diverse per chi arrivava a tre/quattro/cinque

Era troppo difficile?

La faccio troppo semplice io?

Mi spiace per Ennio, e anche un po' per Orso, perché non sono convinta che non gliene importi.

Ma sensazione mia, poco ma sicuro che te i tuoi pargoli li conosci.

Ciao

Anonimo ha detto...

Ma poverini...ce li hai traumatizzati a vita!
Una storia di una tristezza assoluta...hai scritto il Libro Cuore Olandese... De Hart Boek, azzarderei

Mammamsterdam ha detto...

Chiara, sei una fine psicologa, è soprattutto il senso di colpa suo a farlo incazzare.

A me invece quello che manda in fibrillazione è questa inflessibilità del piffero degli olandesi che stanno sempre a fare i precisini e i perfettini solo per sentirsi superiori. Perché per il resto sono peracottari come gli altri.

mamikazen ha detto...

Quando vincerà l'equivalente olandese del Bancarella col suo primo bildungsroman in cui metterà alla berlina tutti gli episodi negativi della scuola e con i guadagni tra le altre cose comprerà uno splendido rustico con vista mare per la sua mamma, capirà a cosa gli è servito non ricevere la medaglia.
Un grosso bacio di consolazione.

Silvi@ ha detto...

Sei una grande: concordo su quasi tutta la linea (eccetto che sulla menzogna) e la frase dei peracottari va incisa sull'obelisco di piazza Dam. ;-)

graz ha detto...

Approfitto delle vacanze isolate per riprendere il passo con l'arretrato ... bisognerebbe riuscire ad insegnare ai nostri figli che una regola è una regola, prima la si rispetta e poi la si contesta, se del caso. Ma anche che una regola cretina è una regola cretina e non ci si deve arrabbiare - meno che mai con noi stessi - se una regola cretina ci penalizza. Ci si incazza e si cerca si sovvertire la regola, ovvero si trasforma in azione esterna la frustrazione.

Che poi gli olandesi secondo me rispettano le regole perchè esistono, senza stare a farsi tante domande, del resto vista in questa chiave la vita è un pò più semplice, no?

In tutto questo, e lo sai sicuramente già, mentire o trovare scappatoie è innanzitutto umiliante verso se stessi. Quindi non ci raccontare storie che non ti crediamo ;-)

Povero ciccio, che giramento di palle però!!!

/graz

Mammamsterdam ha detto...

Il povero figlio manco si è sognato di sovvertire la regola, è stato suo padre, con mia grande sorpresa, dato che di solito è un tipo più ligio al dovere di me.

Io invece mi sono sfogata sul blog, i bambini non ci sono più tornati sopra, la medaglia non gliela compro, cerco piuttosto altre attività medagliere da fare insieme e ci riproviamo.

che sarà mai, una frustrazione in più o in meno nella vita? Sono poi tanto fomrative.