giovedì 19 febbraio 2009

Ritorno a casa

Oggi pomeriggio abbiamo fatto la toccata e fuga a Ofena. E io mi sento sempre bene quando faccio la strada da l' Aquila a Bussi, che passa per tutti i paesini della transumanza di fianco al tratturo. Mi sembra di transumare un po' anch' io.

La strada l' hanno sfregiata di rotonde tra il bivio per Caporciano e quello di Navelli, e spero si fermino lì.

Arriviamo verso le 16 per le piane ancora piene di sole, ci fermiamo al cimitero, facciamo un ripasso veloce di parenti a cominciare da mio padre per finire con i miei bisnonni. che a me piace questa cosa delle visite al cimitero tipo pic-nic.

Mia madre, a un certo punto, ha preso quest' abitudine di farsi le foto di gruppo intorno alla lapide, che all' inizio mi sembrava tanto strana, ma capisco che di 4 fratelli sparsi in quattro paesi diversi e due continenti, anche il gruppo di famiglia intorno alla tomba è un ricordo che vuoi tramandare.

Ora che a Pasqua arriva in Polonia suo fratello da Chicago, mi sa che ne arriverà un' altra.

Dicevo però di Ofena. Da Maria Teresa i bambini si sono goduti il caminetto, una presenza costante dei miei ricordi d' infanzia, ma che credo loro vedano per la prima volta. Maria Teresa è la supervicina come ce ne sono tante. Fa servizi e favori a tutti, va in campagna, raccoglie e coltiva cose con cui cucina benissimo.

Mi ha aggiornata sull' ultimo paio di morti, una sua cugina e il dirimpettaio della Macchietta (la Macchietta è la piazzettina davanti casa sua). Ci ha offerto un rosso d' uovo col tuorlo delle sue galline, anche questa una scoperta recente dell' estate scorsa. Ennio l' ha sbafato, prendendosene anche mezzo di Orso, Orso ha nicchiato e me ne ha offerto la metà avanzata.

Poi siamo andati a casa, mi sono fatta un giro di tutte le stanze mentre i bambini giocavano con una chiazza di neve sopravvissuta nella zona d' ombra della terrazza. Ho controllato le tre piante di violette che crescono tra i gradini, desiderando poter avere un po' di tempo per candirmele, una volta.

Sono passata al volo da Stefania al bar, che ieri mi ha mandato un messaggio ritrovandomi su Facebook e oggi mi si trova davanti, poi da Giacinta ancorta più al volo, per consegnare i poster del corso di cucina e italiano dell' estate prossima che vorrei appendessero in negozio.

Mi è venuta questa voglia enorme, prima di partire, di andare almeno una notte a dormire a Ofena. Che come dormo io lì, da sempre, in nessun posto.
Anche senza riscaldamento e senza legna, che quest' inverno non era previsto nessun soggiorno.

Buffa cosa la nostalgia e le radici. Come sto bene ad Ofena, in nessun posto. Ma se dovessi viverci sempre, temo uscirei di testa in due settimane, specie se in inverno, quando la nebbia rimane nella valle per settimane e i vicoli ghiacciano e non puoi uscire di casa.

Per questo la maggior parte degli ofenesi vive fuori Ofena sparsi in 5 continenti, e quelli che restano, alle amministrative, in 600 metton su 6 liste e passano mesi a complottare.

Poi ripartiamo nel crepuscolo, con le sagome delle montagne che si staccano appena contro un cielo poco meno scuro.

8 commenti:

Anna ha detto...

Ma non dovevi chiamarmi?

Anonimo ha detto...

off topic - ci piace il tuo blog e vorremmo linkarti sul nostro
http://margherite.wordpress.com che parla di noi ed i nostri bimbi, praticamente chi siamo e' scritto qui:
http://margherite.wordpress.com/vite-parallele-questo-blog/
Ciao!

EricaML ha detto...

Ah L'abruzzo nel cuore!!! Mentre ti leggevo in questi post mi sembrava di vedere quello che scrivevi. Brava!

Anonimo ha detto...

Che meraviglia la descrizione della vita abbruzzese! Io avevo una nonna abbruzzese anche lei andata a vivere fuori ma che a noi piccine ha fatto conoscere il suo abbruzzo consentendo anche a se stessa di tornare. Che dormite tra i monti! E che tradizioni culinarie! Vorrei saperne di più sul corso di cucina. Un caro saluto ti seguo spesso.
Stefyanna

Chantilly ha detto...

vorrei farti una proposta, vedi tutto sul post di oggi, se ti va poi mi fai sapere via email?

Extramamma ha detto...

Le foto attorno alle tombe sono un po' da Famiglia Addams, ma mi sembra che ve la stiate proprio spassando :-))

Anonimo ha detto...

Oh si, manca l'Italia, solo che quella che manca è l'Italia del cuore. Credo che quando tornerò, se mai riuscirò a tornare, sarà un'altro paese....
ciao!
Niki

Silvi@ ha detto...

Ho esattamente la stessa sensazione quando torno a Roma, solo che altro che strade sfregiate e un esercito di vespette e motorini sempre più minaccioso...solo che io a Roma ci dormo bene, come in nessun posto.