Si imparano sempre le cose più inaspettate. Per esempio, il mio tour de force tra cucine e pavimenti mi ha fatto scoprire tante differenze che non voglio tenermi per me.
Cominciamo da quella fondamentale per gli italiani che vengono a vivere in NL: chi affitta casa da una corporazione, con un contratto a suo nome e il diritto ad iscriversi in comune a quell'indirizzo, la maggior parte delle volte affitta un'abitazione senza pavimento. A meno che l'inquilino precedente non decida di lasciarcelo e lì bisogna mettersi d'accordo su qualche forma di compenso.
Anni fa il rivestimento tipo erano moquette, linoleum o il finto linoleum di vinile che imitava i materiali più disparati. Il vantaggio di questi, soprattutto la moquette, era che attutivano i rumori.
Il linoleum merita un discorso a parte: una delle più grandi fabbriche di linoleum d'Europa, la Forbo, è propio olandese. È un materiale naurale, più caldo al tatto di una piastrella, anche se nell'aspetto può facilmente imitarla (hanno brvettato p.e. il Marmoleum, il nome parla da solo).
Poi data la grande standarizzazione delle case olandesi, larghezza media 4 mt., niente niente, traslocando, il pavimento uno se lo arrotolava e lo riciclava nella casa successiva. La conseguenza era che esistvano vari tipi di moquette a prezzo bassissimo per le case temporanee.
Poi 10 anni fa hanno cominciato a venire fuori i pavimenti lamellari finto legno, con il sistema a click che permette di traslocarseli, poi i tavelloni, i parquet, le piastrelle che si scaldano tanto bene con il riscaldamento a pavimento. Una rivoluzione di portata epocale. Le corporazioni hanno deciso di eliminare la regola che stabiliva che l'abitazione andava restituita nello stesso identico stato in cui era stata consegnata.
Cosa che comportava lavoro extra e sprechi, come i miei vicini, che avevano comprato una casa dopo un anno, e quando se ne sono andati ancora non si era presentato nessuno a riaffittare la casa, e quindi non ci si sono potuti mettere d'accordo sul passaggio di pavimenti. Alle 10 di sera li ho visti buttare giù dalla finestra del terzo piano dei tavelloni di legno che andavano eliminati dalla casa prima della riconsegna delle chiavi la mattina dopo. Un peccato, tavoloni usati un anno, andavano ancora benissimo.
Oppure come qualcuno che aveva messo in strada una patita di pavimenti di legno con l'indicazione: "Potete prenderli gratis, 35 m2 di abete, altrimenti domani li porta via la NU". In 20 minuti era scomparsi.
Poi appunto hanno cambiato legge e i pavimenti seminuovi restano dove sono.
Cercando cucine ho scoperto che in Germania succede lo stesso con le cucine. Ti affittano casa senza cucina e così ci sono tantissime marche di cucine che costano pochissimo, anche molto moderne e belle, ma da poco. Un settore merceologico che qui manca, e infatti un sacco di olandesi si comprano la cucina in Germania, anche in virtù del fatto che fino a pochi anni fa l'IVA lì era più bassa e quindi conveniva anche per quello.
Che la cucina da poco qui basta e avanza e dura 30 anni, un po' che in Olanda si cucina poco e sempre meno, e le cucine sono sempre dei corridoi cubicolari che è un peccato sprecare spazio per una cosa così marginale, un po' l'olandese ha questo imprinting da casalinga frustrata che sta sempre ad asciugare e lucidare, mai una tazzina non lavata sul piano, e in 20 minuti si è cenato e lavato i piatti ci si accomoda in salotto sul divano e la vita vera può cominciare.
Visto che io invece sembro avere grandi progetti per la mia futura cucina, tutti mi chiedono se voglio anche il forno a vapore, che adesso fa furore, vedasi mia suocera. No, non lo voglio. Innanzitutto io sono del parere che il sapore agli alimenti gli va dato in cottura, e non mettendoci una salsa sopra alla fine. Tutto quello che cucini a vapore non sa di niente. Poi non lesso patate 6 giorni su 7, per cui avrebbe senso ridurne i tempi di cottura grazie al vapore. Semmai uso la pentola a pressione, questa sconosiuta in Batavia, usata da pochissime persone e tutte anziane.
Quello che invece mi tornerebbe comodo è il Qooker, il serbatoio che scalda l'acqua, in modo che ho un rubinetto che mi procura con grande efficienza energetica acqua bollente se ho fretta di fare una pasta o una tazza di te. Che collegato al lavandino, miscela anche l'acqua calda rapidamente, senza aspettare che arrivi dalla caldaia al terzo piano ed evitando gli sprechi.
Un altra cosa dove le differenze culturali Italia-Batavia si fanno sentire sono i bagni.
Innanzitutto qui c'è la mania della toilette separata dal bagno. In sé neanche sbagliata come idea, così tieni pulita la toilette e fai bella figura con gli ospiti, che non vedranno mai il ciclone di asciugamani fradici in terra, mutande usate sparse ovunque, pannolini puzzolenti che infestano tanti bagni di mia conoscenza.
La toilette diventa così una specie di salotto, decorata con poster, gingilli, il calendario dei compleanni su cui segnarsi i compleanni di parenti e amici, in modo che mentre sei lì seduta a meditare ti ricordi: acc. devo mandare una cartolina di buon compleanno a Tizio che domani fa la festa.
Una mia amica ha messo in toilette uno scaffale con tutti i libri d'arte, quelle cose che non leggi ma guardi, in modo da usare efficacemente lo spazio vuoto alle spalle del vaso, sopra lo scarico. Peccato che la bellissima lampada araba di metallo traforato andasse bene per tutto, tranne che per produrre luce adatta alla lettura.
Un'altra, invece, una vetrinetta con la collezione di giocattolini di latta smaltata vintage. Mia suocera, foto plastificate di tutti i figli e tutti i nipoti, che ogni volta che vado in bagno da lei mi rivedo le prime due foto di Orso, con gli occhietti chiusi, i pugni stretti, che si ciuccia il pollice, e mi intenerisco. Noi, niente, che per fortuna il bagno sopra ha tutto insieme e la toilette a piano tera la usano solo i visitatori ed è quanto di più anonimo esista.
Poi il vaso ha la cosiddetta piastrella, invece di scendere verticalmente verso lo scarico ha questo tavoliere che permette di esaminare il prodotto interno lordo prima di abbandonarlo per sempre allo scarico. Poi non c'è il bidet e questa a nord non è una novità, lentamente sta cambiando qualcosina, ma sempre nel segmento medio-alto.
Sul tavoliere riporto l'esperienza della figlia di amici toscani emigrati qui, studentessa di antropologia. Prima di andarsene in terre lontane a fare ricerche per la tesi, l'università li manda in massa ad esercitarsi a fare ricerche antropologiche piazzandoli per una settimana in un paesino del'Olanda. In questa settimana si guardano intorno, decidono un tema di ricerca, cercano informatori, li intervistano, insomma affilano gli strumenti di ricerca. E vivono ospitati da famiglie locali, con tutte le loro idiosincrasie private sui bagni.
Insomma, la bimba futura antropologa, nata e cresciuta qui, visse una settimana di grandi ambasce, in quanto in quella famiglia non esisteva lo scopino del bagno. La povera ha rischiato la stitichezza e un crollo nervoso, indagava di nascosto alla ricerca del trucco degli abitantio della casa, che con una sola botta di sciacquone, voilà, pulivano il tavoliere. Persino i bambini. Lei no. Stava delle mezz'ore in bagno a svuotare lo sciacquone, arrampicandosi sugli specchi, ma non ne veniva a capo.
L'ultimo giorno gliel'ha chiesto. Doveva risolvere il mistero, ne andava del suo orgoglio di antropologa. Si è scoperto così che in quella famiglia si praticava il metodo "surf". Cioè, prima di accomodarsi foderavano di carta igienica il fondo della mattonella del water. Poi producevano e poi bastava sciacquare, che tutto il deposito slittava via in modo semplice e pulito grazie al fondino di carta igienica. L'uovo di Colombo.
Con grande ilarità reciproca si è scoperto che basta andare a 50 km. da casa per trovare culture completamente diverse dalla propria, figurati quando vai in terre lontane. E la famiglia ha anche avuto un coccolone retrospettivo scoprendo che il resto del mondo in bagno si aspetta lo scopino. Che in quel paesino c'è una rassegna annuale di cori internazionali, e ogni anno loro hanno ospitato un sacco di gente, tutti probbilmente alla ricerca frenetica dello scopino. Ecco, questi sono gli scambi culturali che arricchiscono la vita di una persona.
Che hai voglia a dire che siccome gli esseri umani in fondo condividono le funzioni fisiologiche di base, il minimo è che cucine, bagni, dispositivi igienici e pavimenti vadano alla fin fine bene per tutti. Non è così, e adesso ne ho le prove.
9 commenti:
*** G E N I A L E *** le tue cronache batave sono da buttarsi per terra. Continua così, ti prego. Ciao, graz
PS: hai mai letto 'The undutchable'?
in questa descrizione ci ritrovo in pieno casa di mia suocera (e casa di Tony, quando era studente), compreso il calendario dei compleanni che abbiamo anche noi a Roma ─ però lo teniamo accanto alla porta della cucina.
quanto alla famigerata tazza col ripiano, non sono riuscita a trovare un link che avevo visto secoli fa e che spiegava tutto il perché e il percome. (fra l'altro, se inserisci "dutch toilet" su Google hai 2150 occorrenze, manco poche.) dunque, pare che per il cosiddetto "inspection shelf" i responsabili siano (e ti pareva) i tedeschi, che negli anni Venti cominciavano sì ad avere il gabinetto in casa ma, continuando per varie ragioni socioeconomiche le epidemie di parassitosi intestinali, con il modello standard di vaterclò non avevano modo di verificare lo stato dell'infestazione dei loro cari; perciò si sono inventati questa brillante variazione sanitaria.
(btw, "prodotto interno lordo" è bellissima. posso segnarmela accanto a "muffin top" e rivendermela?)
The Undutchables l'ho letto, hanno un tot di cose carine ma li trovo enormemente cretini. Cioè, gli autori hanno difficoltà con delle cose, a un livello, che veramente ti chiedi come mai non si perdono se escono a 200. mt dal paesello, figurati venire in Olanda. insomma, la prima volta che l'ho letto in inglese, che ero da pochissimo in Olanda, mi sono offesa per conto degli olandesi.
@Farouche: PIL fanne quello che vuoi, anche lui è nella categoria voce dal sen fuggita. Ho appena raccontato a Ennio, che mi chiedeva una storia, la cosa dei parassiti, gli è interessata molto.
Marmoleum?
Speriamo non lo scoprano quelli della Soprintendenza che stanno decidendo quale pavimento infliggerci per la nuova ala del museo...
Senti, ma questa cosa dei pavimenti da asporto è bellissima. E il forno a vapore... qui da noi il non-plus-ultra è il ventilato.
ma dddai, come sei severa! The undutchable è cretino e non è certo un trattato di antropologia culturale ma .. è buffo!!
La cosa dei pavimenti ha turbato il nostro che si stupisce, ma in realtà tutto ciò che riguarda la parte materiale della vita non è che lo impressioni più di tanto quindi come funzionino i pavimenti è un problema di chi li deve far funzionare, che in genere non è lui.
Ha però colto l'opportunità di avere finalmente una casa con le lunghe liste di legno vecchio che tanto gli piacciono quindi spero vivamente che la nostra futura casa (???) non abbia pavimenti già finiti sennò è un guaio ;-))
Ciao/graz
Barbara mia,
sarà che tu la pratica di raddrizzamento del batavo l'hai interiorizzata, per ragioni di economia comunicativa, ma a me ogni volta che saltano su con le risposte tipo "è pagata per fare quel lavoro" fanno vedere rosso, nonostante tutti i corsi di yoga, di meditazione e di reiki.
Sono assolutamente pro stangata per il batavo!
xSilvi@
@Mami: dai il Marmoleum per gli uffici pubblici è bellissimo. Solo che l'ipresa pulizie si deve munire di lucidatrice apposita
@Graz: si, lo so che è buffo, ma perché riconosci le situazioni. Ci sono tanti libri buffi e scritti più seriamente, questi due in fondo dopo un paio d'anni l'Olanda l'hanno abbandonata perché non reggevano più, e allora mi chiedo: chi siete voi per parlare.
@Silvia: stangali più che puoi, e a proposito (non farti distrarre dallo yoga, reiki - a proposito, ma tempo per darmi un'altra botta di reiki ne hai? Mi serve molto e a Berend pure, ma lui non lo farà mai) ma al lavoro li stai stangando? Buona fortuna.
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