domenica 4 maggio 2008

Cucine e bagni, nonne e Kop van Zuid (Rotterdam per iniziati)

(la foto proviene dal sito www.erasmusbrug.com, che ne ha altre bellissime, andateci)


Non mi sentite da un po' perché con la scusa delle vacanze e dei figli parcheggiati dai nonni io e il capo ci stiamo facendo il giro delle sette chiese in tutti i negozi di pavimenti, rivestimenti, sanitari e cucine che internet ci procura.

Tutto ciò in parte ci ha chiarito le idee, in parte ce le confonde. Per le piastrelle quello che si vede in giro è: ancora una volta la stessa roba che sta dappertutto )un paio di eccezioni ci sono). Adesso poi vanno di moda i bagni minimalistici con i pavimenti in ardesia declinati nei colori antracite e sabbia. Proprio ora che io vorrei un bagno a colori shock di quelli che ti svegliano di colpo la mattina, che un bagno a me serve per quello, non come centro wellness per rilassarmi.

Giovedi abbiamo fatto un tentativo a un enorme negozio di tutto per gli interni ad Amersfoort, ne siamo usciti dopo 10 minuti visto che non faceva per noi, ci siamo persi un po' in giro che era tutto chiuso e alla fine siamo andati ad Utrecht per farci almeno un giretto per il centro. Abbiamo cenato in un ristorante indiano sull'Ouddegracht (era veramente un sacco che non si mangiava indiano in casa Diga e il nan alle cipolle era fantastico, sembrava quasi una farinata) e per un attimo mi era venuta la tentazione di telefonare al cognato di Utrecht per vedere se voleva unirsi. Ma visto che era già stata una giornata dal planning sconlusionato abbiamo lasciato perdere, per non incasinarci con apountamenti e orari.

Venerdi siamo andati ad Alkmaar e avevo anche scritto un post bellino sulla città e il formaggio, ma per la stanchezza è scomparso mentre lo stavo postando (bestemm' bestemm'). Abbiamo trovato un negozio con cose molto interessanti, solo ci siamo entrati in orario di quasi chiusura e vogliamo tornarci. Un tot di negozi della nostra lista non li abbiamo manco visti, visto che chiudeva tutto tra le 16:30 e le 17:30. Abbiamo perso tempo in centro per decidere sula cucina AGA, mia grande passione, ma consuma troppo, e d'estate resta accesa e bisogna ventilare le stanze. Scaricata, quindi (e manco sono riuscita a togliermi la curiosità di sapere quanto costa, troppa gente in negozio).

Ieri invece è toccato a Rotterdam e una capatina a un negozio figo di cucine all'Aja. Ormai avevo imparato il trucco, quindi ho fatto una lista scelta di negozi interessanti (solo quelli che avevano un sito, così ci rendiamo conto), con i percorsi dall'uno all'altro razionalmente ordinati e stampati e si, siamo riusciti a vederli tutti. Ne ho scoperto uno caruccio di cui dirò sotto.

Questa spedizione a Rotterdam si sarebbe conclusa con una cenettina a casa della nonna, che io sono l'unica a non aver mai visto il suo nuovo appartamento nel complesso residenziale per anziani. È abbastanza vicino al lavoro del capo e lui ogni tanto va a cenarci o pranzarci. Adesso è ancora più semplice mangiare con lei visto che il complesso a pianoterra ha un ristorante. Che però nel weekend è chiuso. Per semplificare ho detto che ci saremmo portati noi qualcosa e infatti avevo fatto un cake salato con porri, topinanbour e salmone. Lei non era molto felice, ma è la soluzione più pratica.

Il punto è che nonna ha passato un periodo duro negli ultimi giorni e avevamo fretta di vederla e tirarla un po' su.

Il buffo è che arrivati esausti all'ultimo centro commerciale arredi, l'Alexandrium, che è un mall esclusivamente dedicato alla casa, mentre i negozi stavano per chiudere, ci siamo offerti un gelato nell'atrio. E chi vediamo arrivare tre minuti dopo? I cognati Diga di Rotterdam, belli e incinti (il terzo nipote Diga è previsto per luglio) e in cerca di un divano, visto che anche loro hanno appena comprato casa e il 16 maggio traslocano (la cucina e il bagno per ora se li tegono come sono, beati loro).

Mi sembrava stupido mollarli lì dopo una coincidenza così carina, ma cambiare gli appuntamenti con nonna, specie di questi tempi è una cosa difficile e complicata (infatti ci stava già aspettando giù nell'atrio del complesso, vestita e calzata, chiacchierando con un'altra signora), quindi li abbiamo salutati e ce ne siamo andati. Poi ci hanno chiamato dicendo che gli avrebbe fatto piacere venire anche loro, siamo tornati indietro e li abbiamo caricati.

Insomma, siamo arrivati in 4, con gran gioia della nonna che ha subito proposto di andare tutti a mangiare al ristorante cinese del quartiere (non ve lo segnalo che non è niente di eccezionale), e ci siamo divertiti un sacco. Spero che alla santa donna le paturnie per un poco siano passate.

Poi abbiamo riaccompagnato i Diga di Rotterdam alla casa attuale, in Kop van Zuid, e ho scoperto che abitano a uno sputo dal mio negozio preferito della giornata, Cucine et Bagni (www.cucine-bagni.nl).

Kop van Zuid è l'estremità nord di Rotterdam Zuid, la parte di città a sud dell'acqua, collegata dal ponte Erasmusbrug. Una storia di successo, in quanto Kop van Zuid è diventata un altro di questi quartieri di palazzoni moderni bellissimi, circondata da quello che era ed è rimasta una parte della città più povera ed etnica.

L'Erasmusbrug è stato un po' il collegamento riuscito delle due rive di Rotterdam e non a caso ci ho trovato quindi questo negozio così bello. Che come dice il nome, e come è abbastanza ovvio per chi sta seguendo le mie peripezie arredatorie, vende prodotti italiani.

Mi sono innamorata di due cose: i sanitari Pear della Agape, disegnati da Patricia Urquiola (e che paragonati ai prezzi dei sanitari senza designer che ho visto in questi giorni e a tutti gli altri progetti della Urquiola che amo da matti, ma che attualmente sono fuori dalla portata dellle mie tasche), potrebbero persino starci nel budget. E di una cucina Schiffino che venderebbero per fare posto nella showroom.

Le mie conclusioni generali di tutti questi sopralluoghi sono:

- non sappiamo ancora che pavimenti vogliamo. A me piacciono quelli in graniglia fatti su misura, stile pavimenti alla veneziana, per capirci, in colori pastello, ma costano tanto e per via dell'altezza non ci potremmo mettere il riscaldamento isolato sotto. Il capo dubita fortemente;

- in alternativa, ho scoperto delle piastrelle in graniglia della Mipa che mi piacciono da matti e costano poco meno del pavimento di cui sopra, mi sa. Sono più sottili, che fa tanto. Il capo è disposto a cercarle in Italia e vedere se costano meno, ma non sappiamo bene da dove cominciare;

- devo convincere il capo a prendere i sanitari della Urquiola per il bagno delle femmine e quelli a due soldi dei centri fai da te per il bagno dei maschi (per la par condicio). Per il quale stiamo pensando a un mix di piastrelle standard colorate, che uno la mattina per svegliarsi ha pur bisogno di un po'di allegria, e che costano poco.

- per la cucina il campo si è ristretto a due opzioni uguali e contrarie: a noi piacciono le cucine lineari e funzionali. Quindi o ci compriamo una cucina dell'IKEA con un piano di pietra o acciaio che la protegga dalle mie intemperanze culinarie, o trovo un modello da showroom in svendita di una marca migliore (quelle viste finora costano comunque il doppio del nostro budget, ma si aprono degli spiragli).

- comunque, dopo un paio di settimane di ricerca fanatica di cucine della Siematic che posso permettermi e mi piacciono un sacco e sono lineari e funzionali ecc., ieri ho visto quelle della Schiffino (che non posso assolutamente permettermi). E mi sono improvvisamente ricordata perché, a livello di design minimalista, a me comunque piace di più il design italiano. Il che fa sempre bene, ricordarsi dei propri punti fermi.

Quindi, secondo me il discorso piastrelle di marmo comincia a uscire dalle possibilità. A noi piace il design, quindi è inutile che continuo sulla via masochistica del restauro filologico. Sto appena andando via dal quartiere Museo dell'architettura moderna, tanto bello ma scomodo da abitare, per andare in un quartiere normale, mica mi voglio far schiavizzare stavolta da delle pippe mentali di tipo formale sul restauro filologico degli interni?

(Ma di questo passo, mi chiedo, noi quando traslocheremo mai? Che è da lunedi che non metto piede nella casa nuova manco di striscio).

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