mercoledì 14 maggio 2008

Assertività e seconde occasioni


"There is no such a thing like a second chance", mi scrisse anni fa il capo dal Canada, che il nostro per un po' di anni è stato un amour de loin.

Erano gli albori di Internet, quindi lui era aggiornatissimo e mail me ne avrebbe potuto mandare, ma io dall'Abruzzo un po' di meno e ci scrivevamo quindi tante lettere lunghissime,da 4 a 8 alla settimana, che il mio postino ancora se lo ricorda, me le portava e gli consegnavo direttamente le mie e il giorno dopo mi diceva quant'era costato affrancarle.

Questa frase non so più a che proposito me la scrisse o se era una citazione da qualche canzone, so che mi mise tanta tristezza, che gli amori epistolari da lontano si prestano a misletture, equivoci e quant'altro e si soffre e bisogna poi spiegarsi.

A parte le mancate seconde occasioni, non so se nel frattempo si era capito, ma Mammamsterdam è sempre stata una bimba timida, timidissima, fino alle lacrime e col tempo la cosa non è migliorata affatto, ho solo imparato a conviverci.

Quante volte, in situazioni che mi ferivano o facevano incazzare, mi venivano in mente risposte feroci, ad hoc, argute, solo non le dicevo subito, il momento passava, io ci perdevo settimane a macerarmi sul perché non l'ho poi detto, ma la vita non offre una seconda occasione.

("Voce dal sen fuggita, poi riparar non vale, non si trattien lo strale, quando dall'arco usci'"). In compenso quante volte per amore della battuta o per distrazione ho detto cose che poi, porca miseria, stavo lì le settimane a macerarmi sul perché non sono stata zitta, indipendentemente dal fatto se il destinatario ci si fosse incazzato, mi avesse tolto il saluto, o manco se ne fosse accorto, e questa la dedico a Mamikazen.

Oggi, con una botta sola, ho messo tutto a posto.

Che stavo in ufficio in attesa di scaricare mail, che il mio provider da due giorni ha problemi e mezza Amsterdam ne soffre, io sto da stamattina a tirr giù mail a manovella dalla linea analogica del fax e per distrarmi dallo stress mi sono messa a fare il feltrino con lo chiffon, che in calce te lo spiego, Elena.

Sul tavolone dell'aula da basso, senza neanche potermi godere un po' di sole che da stamani c'è un furgoncino della manutenzione parcheggiato anche se non si può, china sulle lane e le sete, a un certo punto sento al di là dal vetro fischi, commenti e insomma, sembrava di stare allo stadio. Alzo gli occhi e i due ometti della manutenzione, due stronzetti giovani, dall'alto del loro furgone, che supera quindi la barriera di poster e puttanate attaccate al vetro che mi coprono dal semplice passante, pare si siano accorti che fa caldo e che ho una cannottiera scollata.

Ma porca miseria, proprio in Olanda mi capitano i pappagalli? Che poi così appiccicati al mio vetro è come averli in casa e ciò disturba il mio senso della privacy (che è vero che gli olandesi hanno finestroni enormi senza tende, ma l'accordo sottinteso è che il passante, se proprio ha voglia di sbirciare, lo fa con discrezione.) Insomma, non posso stare scollata e china in avanti manco in casa mia. Mi incazzo, ma faccio finta di niente, che la mia mamma mi ha insegnato che una vera signora finge di non vedere e non capire (ed è un altro di quegli insegnamenti poco utili nella vita).

Poi se ne vanno e io mi ripeto tutto quello che avrei potuto dirgli e non ho fatto. Lo racconto al capo, che avevo al telefono per chiedergli di scaricarmi alcune delle mail e stamparmele.

Poi i due tornano. E ricominciano. E lì mi sono detta che la vita non ti mette davanto una seconda occasione per nulla.

Spalanco la porta e chiedo:

"Signori, questa cosa la trovo particolarmente seccante, oltre che infantile, che modi sono?"

"Ma noi le abbiamo appena aggiustato la strada".

Brutto stronzo, risponde pure. Che poi anche gli stradini li si guardano, in virtù della "bilspleet", che quando sono inginocchiati a metter giù mattoncini gli si scopre la scollatura della chiappa, diventata appunto proverbiale. Ma io mica gli fischio, quando capita.

"La strada non c'entra e poi anch'io sto lavorando e magari è un lavoro che potrebbe servire a voi, quindi piantatela, e vi ricordo pure che siete parcheggiati in un posto proibito, anche se avete l'esenzione dal pagamento".

Che oltre a sfancularli, prima mi ero pure gingillata con l'idea di telefonare al controllo parcheggi e farli multare. E non l'ho fatto perché non sono vendicativa. e sono una signora.

Chiudo la porta. Poi la riapro:

"E che cavolo, pare che non abbiate mai visto una tetta in vita vostra".

"La vediamo adesso".

Vabbé, questa forse me la sono cercata. Gli volto le spalle e continuo. Poi però dopo 10 secondi mi stufo, afferro le chiavi di casa ed esco decisissima ad attraversare la strada e chiedere all'ufficio che mi affitta casa (e altre 6000 abitazioni in questo quartiere) se li hanno chiamati loro e se gentilmente mi mandano il signore grande e grosso a dirgli di togliersi dai coglioni.

Non faccio mano a tempo ad arrivare alla porta principale, che hanno messo in moto e se ne vanno.

Funziona. Funziona sul serio. 'Azzo, come sono assertiva. Allora lo faccio più spesso.

Chiamo il capo e riferisco. Mi ridacchia al telefono.

"Brava".

PS uno, della reciproca discrezione: siccome viviamo in case piene di vetri, non sempre apribili, l'ufficio che ci affitta casa due volte l'anno manda un'impresa a pulirli a tutto il quartiere da fuori, con scalette, ascensori ed altro. A volte succede che d'improvviso apro una teda e mi trovo un uomo ragno a pulirmi il vetro.

Per esempio, proprio la settimana scorsa, scendo rincoglionita in cucina a farmi un caffé e mente bevo l'acqua alzo gli occhi e mi trovo a un metro, fuori, due tizi con le scalette. Meno male che avevo una camicia da notte decente, che non sempre capita. Fingiamo di non vederci, loro continuano a spostar scalette, io faccio dietrofront e avverto il capo, prima di vestirmi, che il sant'uomo talvolta la mattina gira nudo per casa. Specie ora che non ci sono stati i figli.

I lavavetri in privato si fanno tutti i film che vogliono sugli spezzoni di vita che vedono quotidianamente, ma io non sono tenuta a saperlo. Ci vediamo, ma non ci guardiamo. È un accordo non scritto. (Ok, un paio di volte, se stanno montando impalcature o comunque non rischio di ammazzarli aprendo la finestra, mi affaccio e dico che sto facendo il caffé e se ne gradiscono un po'. Di solito rifiutano, una volta hanno accettato e lo hanno bevuto dall'impalcatura).

PS 2 del far feltro, per Elena: in genere il feltro si fa partendo da lana non filata a sfilacci, tipo bambagia. In genere si usa un fondo in chiffon per creare le composizioni con sfilacci di diversi colori, prima di passare a infeltrire con acqua caldissima e sapone. Il fondo o lo lasci come fodera, se ci si infeltrisce insieme, oppure lo togli, se non ce lo vuoi, a uno stadio iniziale, prima che si infeltrisca con il resto.

Quello che sto facendo oggi diventerà uno sciallino in chiffon a cui io faccio in feltro solo un orlo colorato intorno. Appena è pronto cerco di fotografarlo e postarlo.

Credits foto: Wikipedia olandese alla voce "bilspleet"

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie per la spiegazione! Mi sembra molto una cosa carina, e anche simpatica da fare, ma a dirla tutta non ho idea di come possa risultare, e qui da noi non saprei manco dove trovare il materiale. Se farai una foto e la posterai grazie!
ciao
Elena

Costanza ha detto...

le volte che sono stata in olanda mi sono sempre chiesta come si possa vivere in vetrina. io che giro sempre in mutande per casa non lo sopporterei, metterei tende, tendine e se non bastasse fogli di giornale. e poi non mi sentirei libera di far niente sempre con l'angoscia di qualcuno che possa passare.

Anonimo ha detto...

La foto s'impone. ^^

Grazie per la dedica. Una volta mi capitava spesso di aprire la bocca e dare fiato, per una battuta di nervoso ho anche perso un quasi moroso al quale tenevo assai. Adesso sono diventata noiosamente riflessiva. Però quando ci vuole ci vuole... se vogliono guardare le tette, almeno CHE PAGHINO! :D

Mammamsterdam ha detto...

@Elena: se cerchi su Internet ci sono in Italia un sacco di feltraie, una, Eva Basile, ha un sito interessantissimo e informativo con indirizzi e info.

@the italianmom: lo dicevo anch'io appena traslocata al piano terra e senza tende per un mese, causa lavori, trasloco e capo al primo lavoro. Poi mi sono talmente abituata, dà un senso di sicurezza vedere chi ti passa davanti casa, e come ti dicevo, in genere non ci si guarda. Capirai, tutti hanno visto un paio di mutande in vita loro, dove sta la novità? ripeto, a parte i due bischeri da me incontrati (e almeno un paio di persone mi hanno suggerito di annnotarmi il nome della ditta e protestare con il capo, che proprio non si fa, guardare sfacciatamente in casa della gente con o senza tende, è un enorme tabù)
@mamikazen: io con i morosi seguivo il principio della selezione naturale: se dó il peggio di me resistono solo quelli che davvero mi amano così come sono, pensavo. Se non incontravo il capo mi sa che morivo vergine, di quel passo.

No dai, pagare poi: le mie tette solo per amore (del teatro, l'hanno scorso ero pure scollatina, ma sai, se non facciamo così magari si accorgono che non sappiamo recitare).

Scherzo, il nostro teatro stabile da 4 anni, che temevamo volesse liberarsi di noi per farci crescere e camminare con le nostre gambe, ha appena detto che ci rivogliono l'anno prossimo, sono imopressionatissimi dalla nostra crescita professionale, dicono.

Che son soddisfazioni, iniziare come dilettanti e in 4 anni farsi promuovere a professionisti. Il tutto nei ritagli di tempo.

Anonimo ha detto...

l'olanda... che nostalgia! ma ci sono stata tante, tante figlie fa.
tornerò a leggerti. ciao