sabato 23 febbraio 2008

Mamma, ho perso l'aereo

Non vedo l'ora di andare in Italia, e per questo, per non perdere neanche un giorno durante il soggiorno dei cuccioli dai nonni, avevo fatto un biglietto Francoforte-Treviso, che avrei preso durante lo scalo di ritorno da Salisburgo. Avevo già il comitato di ricevimento pronto a prelevarmi e scarrozzarmi in giro.

Vero che le mie esperienze di scali a Francoforte hanno come denominatore comune arrivi in ritardo e corse folli per tutto l'aeroporto per prendere la coincidenza, e quindi avevo un pelo di dubbio che forse un'ora tra l'arrivo e la ripartenza non sarebbero bastate. Sensazione vieppiù aumentata dalla scoperta, quando ho fatto il check-in su Internet, che in realtà ci avrebbero imbarcati 25 minuti prima del decollo (si, lo dicono sempre, che farci).

Quindi, visto che il mio cliente aveva da tempo pagato un biglietto fino ad Amsterdam, mi sono guardata bene dall'annullarlo, non si sa mai. E mi ero pianificata 12 gg. munita di semplice bagaglio a mano da 10 kg., oltretutto di cui un terzo erano regali vari. Per la serie: Be prepared e non stiamo lì ad aspettare di perderci i bagagli.

Arrivo a Francoforte, mi precipito fuori dal pulmino, scendo di sotto, corro per il tapis roulant del tunnel che collega i due terminal, risalgo maledicendo gli ascensori e la gente che ne esce lemme lemme come se la fretta fosse un problema solo mio, schizzo di sopra verso il tabellone partenze. Niente. Il mio volo non c'è. Guardo meglio. Controllo il numero di volo. L'orario. La destinazione. Ma proprio non c'è.

Conscia che ogni secondo conta e con l'adrenalina a 1000, afferro la prima signora munita di pass che vedo e le spiego il mio problema. Ci attacchiamo al monitorone. Le faccio vedere la mia prenotazione stampata, Frankfurt Hahn-Treviso.

Non eravamo a Hahn. Francoforte, pare, ha due aeroporti. Che bello, si impara sempre qualcosa di nuovo al mondo.

Mi avvio con calma al cancello d'imbarco per Amsterdam, dove ritrovo la collega, mi faccio fare una carta d'imbaro e con solo un'ora di ritardo ci imbarchiamo sul volo per Amsterdam.

Per dire che, affrettarsi all'aeroporto di Francoforte, non sempre paga.

5 commenti:

Vera ha detto...

ciao cara ! grazie per la visita; me piace leggerti: anche perchè ho vissuto per un pò a Bruxelles, si,si il Belgio è diverso dall'Olanda, ma ho "annusato" un pò l'Olanda ...
a presto ! vera
adesso anch'io vado in vacanza in Italia ...

Anonimo ha detto...

La prossima volta, ti presto la mia bici.
A me viene l'ansia quando devo andare a Fano in auto (12 km, una sola strada che costeggia il mare)...

MarinaV ha detto...

Sono settimane che continuo a sognare corse folli per andare a prendere fantomatici aerei che non vedo mai. L'altra sera sono finalmente riuscita a salire in una specie di tram-autobus, il nr. 20. Ma non andava all'aeroporto.
Qualcuno mi potrebbe per cortesia portare finalmente all'aeroportooooooo?
Morale della tua favola: riparti presto da Amsterdam per l'Italia o hai rinunciato alla vacanza?

Anonimo ha detto...

bello correre a tutta birra verso una meta! però mi accodo a mamikazen, la prossima volta prova in bici, è meglio dell'auto -soprattutto quando si ha fretta!

Anonimo ha detto...

Cara Barbara, bellla la foto!!
Che teatranti i due pargoli.. del resto mamma docet!

Un grande complimento al fotografo Antonio di Maggio, di cui ho avuto gia' il piacere di vedere diverse foto di scena per "Quelli di Astaroth".

A presto da Seba, la nostra pizzeria preferita, qui ad Amstyerdam.

Gabriele Merolli