lunedì 4 febbraio 2008

Pinolizzazione

Dopo quanto ho detto nel post precedente sulla rucolizzazione, posso solo aggiungere che il prossimo trend prevedo sia la pinolizzazione. Che dai pinoli non riusciamo più a salvarci.

E pensare che quando andavo al liceo, colonia marina mussoliniana circondata da pini marittimi, il bidello signor Marchetti raccoglieva tanti pinoli e per me era sempre un mistero capire cosa ci facesse. Secondo me è un mistero per lui capire come è possibile oggigiorno sbattere un pinolo ovunque, dal potage all'insalata. Io ci ho fatto un dolce, tanto per fare tendenza.

Ingredienti:
- 3 uova intere
- 170 gr. di zucchero semolato
- 170 gr. di burro fuso
- 160 gr. di farina doppiozero
- 1 cucchiaino da te di lievito per dolci
- 2 manciate di pinoli
- buccia grattuggiata di 1 limone bio

Facoltativa:
- panna montata a.l.
- altri pinoli a.l. per decorare la panna

Sbattere tutti gli ingredienti nell'impastatrice, mescolarli bene, versare la pastella in una forma di silicone (e se proprio vogliamo esagerare cospargere prima il fondo della forma con ulteriori pinoli o altri elementi graziosamente decorativi purché commestibili), mettere la forma in un forno già caldo a 180 gradi e cuocere per 40 minuti, controllare con uno stecchino se cotto, e altrimenti farlo stare ancora un po'. Versare su un piatto o tagliere e servire a fetine, accompagnte da un quantitativo più o meno esagerato di panna accanto, cosparsa (la panna) di pinoli.

1 commento:

MarinaV ha detto...

Sì, anche con i pinoli sta accadendo la stessa cosa che è successa alla rughetta. E soprattutto da quando hanno scoperto che i pinoli cinesi costano meno (e sanno di meno) di quelli europei, chi li ferma più?
Quanto pagano un cinesino per fare un chilo di pinoli sgusciati (senza neanche mezzo pinolo rotto), che qui dal grossista costano 8 euro e mezzo?